(foto Ansa)

l'intervento

Dante, Falcone, l'Ucraina e l'Europa. Il gran discorso del Re in Parlamento

Alberto Mattioli

Carinerie, messaggi politici sull'unità europea e sostegno a Kyiv. Con citazioni letterarie. Un bel discorso concluso con un gelato

Carlo III ha fatto alle Camere riunite un grande discorso, che ha avuto anche il merito di durare soltanto 23 minuti. Dato il livello degli ascoltatori, andrà ovviamente sprecato, ma merita di essere decrittato perché, accanto al wishful thinking, alle formule rituali e alle cortesie per gli ospitanti, l’ha disseminato di puntuali riferimenti all’attualità. 

 

Cominciamo dalle carinerie. Intanto, il Re ha alternato l’italiano all’inglese. Parlò nelle lingue locali anche davanti al Parlamenti di Parigi e Berlino, però  il francese lo pratica perché è ancora d’obbligo fra le teste coronate, idem il tedesco perché, in fin dei conti, i sedicenti Windsor sono in realtà degli Hannover ibridati Sassonia-Coburgo-Gotha, e anzi il motto del principe di Galles è tuttora tedesco, “Ich dien”, io servo. Invece l’italiano Carlo un po’ lo capisce, pare, ma di certo non lo parla, quindi è stato un bell’exploit. Sovrano del regno dell’humour, non ha nemmeno lesinato le battute. Le migliori: “Spero di non stare rovinando la lingua di Dante così tanto da non essere più invitato in Italia”; “Furono i romani a dare ai britannici l’idea di mettere sulla moneta la testa di un re; quindi, devo loro una particolare gratitudine”. Praticamente obbligatori i riferimenti a duemila e rotti anni di relazioni anglo-italiane, da Shakespeare “che ha ambientato circa un terzo delle sue opere in Italia” (citato anche da Lorenzo Fontana che, da buon veronese, aveva ricordato il Romeo e Giulietta, dove peraltro i suoi concittadini non fanno esattamente una bella figura) alla “Garibaldi-mania” dei radical chic ottocenteschi, che gli dedicarono pure in biscotto (sull’argomento si era esibito pure Ignazio La Russa dicendo che una squadra di calcio inglese veste di rosso in omaggio alle camicie garibaldine). Il colore del Re è invece il verde, quindi ha naturalmente parlato di ambiente ed ecologia. Solo Carlo poteva elogiare il compostaggio citando il Virgilio delle Georgiche, e allora davvero il letame non olet. Una nota personale, ricordare che proprio oggi ricorreva il ventesimo anniversario del matrimonio con Camilla, una relazione appena meno contrastata di quella di Romeo and Juliet. Applausi dell’Aula, mentre i royals watchers britannici fanno notare che the Queen indossava lo stesso vestito di quel giorno: una romantica donna inglese (e una bella tenuta della taglia, anche). Quando Carlo ha rievocato mamma Elisabetta in raccoglimento a Capaci pochi giorni dopo la strage e ha citato Giovanni Falcone, legislatori doverosamente in piedi. E’ seguita una gaffe epocale della speaker che pensava che il discorso fosse finito. Di fronte all’imprevisto, sorriso ulteriore: “Sto concludendo”.

 

E fin qui siamo all’ordinaria amministrazione regale. Si diceva dei messaggi politici nel King’s speech. Primo, l’insistenza sull’Europa. Cosa Carlo pensi della Brexit non è dato sapere ma è facile immaginare: quel che ne pensava Elisabetta che, costretta ad annunciarla in un discorso della Corona, lo fece tutta vestita di blu-Europa punteggiato di piccoli fiori gialli. “Siamo entrambi paesi europei”, dice il figlio, e appare evidente che il Regno intende avvicinarsi all’Unione o almeno non allontanarsi ulteriormente. Secondo, la Nato, messa in relazione con l’Ucraina: “Gran Bretagna e Italia sono unite nella difesa dei valori democratici. I nostri paesi sono stati tutti e due al fianco dell’Ucraina nel momento del bisogno, le nostre forze armate sono fianco a fianco nella Nato”. I tempi sono cupi, “il prezzo della guerra è terribile”, dice Carlo. Ma, per ricordare ai pacifinti che la politica funziona solo se è armata, annuncia le prossime manovre del Prince of Wales (la portaerei, non il figlio) con la flotta italiana e il nuovo caccia in gestazione congiunta anglo-italo-giapponese.  Gran finale dantesco: “Quali siano le sfide e le incertezze, possiamo superarle insieme. Quando lo avremo fatto, potremo dire: e quindi uscimmo a riveder le stelle”. Intanto, è andato con Camilla a prendersi un gelato da Giolitti.

Di più su questi argomenti: