Da TikTok all'Ucraina

Così il Cremlino recluta mercenari cinesi sui social media. Pechino lo sa

Priscilla Ruggiero

I video di arruolamento russi su Douyin (la versione cinese di TikTok) Weibo e Bilibili e la versione del soldato "Macron". La Russia recluta, la Cina censura

Da quando l’esercito di Kyiv ha catturato  due soldati cinesi  nella regione di Donetsk, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a sostenere che “la questione cinese è seria” e  non si tratta di un reclutamento segreto: Pechino è a conoscenza del fatto che “almeno 155 cittadini cinesi combattono contro gli ucraini sul territorio ucraino” e che la Russia li stia reclutando con “un lavoro sistematico” sui social media come Douyin, la versione cinese di TikTok. A confermarlo sono gli stessi video che dal 24 febbraio 2022, inizio  della guerra d’invasione della Russia in Ucraina, sono stati pubblicati sui più importanti social  cinesi Weibo, BiliBili e Douyin. Molti hanno fatto scalpore,  sono stati prontamente censurati dal Great Firewall, la grande muraglia di sorveglianza tecnologica di Pechino, alcuni sono rimasti online a ricordarci che Wang Guangjun  e Zhang Renbo sono soltanto due dei combattenti di nazionalità cinese in Ucraina al fianco dell’esercito del Cremlino. Già lo scorso mese la giornalista cinese Chai Jing aveva pubblicato un video su YouTube in cui intervistava un cittadino cinese arruolato dal ministero della Difesa russo dal  2024, nome in codice: “Macron”.  

 

Nell’intervista il 29enne dello Shandong non spiega la motivazione dietro alla scelta del suo soprannome, ma quando la giornalista gli chiede: “Visto che non è la tua guerra e nessuno ti ha costretto, perché ti sei arruolato?”, il soldato risponde: “Una gran parte la fanno i soldi, ma non è quella la motivazione decisiva: la paga non è alta.  Non ho mai partecipato a una guerra, non sapevo cosa significasse, ho sempre voluto andare in Francia ed entrare nella legione straniera francese: ma riuscire a ottenere un visto europeo è mafang, molto difficile”. Così nel novembre 2023 è entrato in Russia con un visto turistico,  prima ha combattuto in una milizia filorussa in Donbas, poi ha firmato un contratto nel maggio 2024  con il ministero della Difesa russo: la versione di “Macron” coincide con quella fornita dall’intelligence ucraina secondo cui  i mercenari cinesi “avrebbero firmato contratti principalmente nella seconda metà del 2024”, sebbene alcuni siano stati selezionati per il servizio militare già nel 2023.   Sulle motivazioni per le quali  non avesse considerato il visto ucraino il mercenario, che ora combatte  in prima linea nella città di Bakhmut, ha detto: “Ci sono molti cinesi nelle Forze armate russe, qualche centinaio, alcuni sono anche dalla parte ucraina, ma molti meno”.  

 

Tra i motivi è che è più facile ottenere un visto russo, ma la ragione  principale è che per molti  “aiutare la Russia significa aiutare la Cina”. In molti video di  mercenari cinesi in Russia ricorre la retorica patriottica del: “Se cade la Russia, la Cina è la prossima”, e credono fermamente di essere dalla parte dei vincitori. In un video diventato virale su Douyin si vede il soldato Sun Liqi motivare decine di soldati cinesi: Tongzhimen (compagni), xinku le! (è dura, ma possiamo farcela!). Un altro soldato in trincea si sfoga su Bilibili: “Le persone mi chiedono perché lo sto facendo, chi mi paga? chi mi dà da mangiare? Molti di noi hanno debiti e vengono qui perché non hanno nulla da perdere”. Le  persone più “vulnerabili” vengono attratte da annunci in cui vengono promessi milioni di rubli all’anno per combattere: “Il tuo stipendio giornaliero sarà di 30.000 rubli russi. Benvenuto in Russia!”, dice un soldato su un post su Douyin risalente a luglio 2022. In un altro video di reclutamento in lingua russa  con sottotitoli in cinese, pubblicato su Weibo nel maggio 2023, si vedono soldati russi che combattono presumibilmente in Ucraina (con la lettera zeta sulle uniformi, il simbolo “dell’operazione militare speciale”): “Volete dimostrare la vostra forza qui? E’ questa la strada che desiderate? Siete uomini duri, fate come loro!”. 


Il soldato di Bakhmut racconta da un bunker sotterraneo alla giornalista  Chai Jing    che la sua paga è di 15 mila renminbi (1.800 euro) al mese, che però per lui valgono  come 25 mila renminbi (3.000 euro) in Cina: “C’è solo pericolo e paura, non c’è libertà: la vita di un soldato qui è insignificante”. “Macron” mostra il suo equipaggiamento antiproiettile, due piastre di ferro arrugginite e un casco bucato dai proiettili, e racconta di essere stato rinchiuso in una prigione russa per “insubordinazione”. 


I più numerosi sono proprio i  video  in cui questi soldati  lamentano il trattamento da parte dei russi come “carne da macello”.  Zhao Rui, il  primo mercenario cinese accusato di combattere con la Russia è morto nel dicembre 2023:  “Consiglio a chiunque voglia venire qui e mi abbia inviato messaggi privati di non farlo”, aveva detto pochi giorni prima  in un video. Anche “Macron” ad agosto scorso   aveva annunciato  con un video su Douyin la morte di quattro suoi commilitoni: il video è stato eliminato e il suo account bloccato, “per non far circolare la notizia della morte di soldati cinesi in Ucraina”, ha detto alla giornalista.  Un altro episodio condiviso sui social media è quello di Li Jianwei, che  raccontò di essere stato rispedito per 70 giorni dai russi al fronte dopo aver comunicato  di  non voler più combattere. Soltanto lo scorso mese è apparso un video di due altri mercenari cinesi, un utente ha commentato così il video: “Questo potrebbe essere il loro ultimo video. Quello a sinistra è Li Dafu dello Shandong, mentre quello a destra è Wang Wei dello Hebei (soprannome “Guardiano”). Sono stati costantemente schiaffeggiati dalla Russia dall’inizio (della guerra, ndr) fino ad oggi. Sono in prima linea sul campo di battaglia solo come  carne da macello  per attirare i droni dell’esercito ucraino destinati ai soldati russi”.

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