(Ansa)

I canarini ebrei

Nella Francia degli assalti antisemiti non si può premiare neanche un Giusto fra le nazioni

Giulio Meotti

Una commemorazione per chi salvò bambini ebrei durante l’occupazione nazista è stata cancellata per ragioni “geopolitiche”, riflettendo un clima sempre più ostile e segnato da violenze a sfondo religioso

“Sono delusa e fuori di me. Non sono nata a Parigi nel 1933, ma a Vendôme nel 1942, quando i Philippeau mi nascosero nella loro casa al 71 di rue de la Mare, con mia sorella”. Arlette Testyler-Reimann, presidente dell’Unione dei Deportati di Auschwitz, ha appreso che la cerimonia di consegna delle medaglie ai Giusti tra le Nazioni a Jean e Jeanne Philippeau, calzolai di Vendôme, non si sarebbe svolta. Nel 1942, la coppia francese nascose Arlette e la sorella in casa. Un gesto eroico che è valso loro il riconoscimento di “Giusti tra le Nazioni”. La cerimonia era prevista a Vendôme il 28 maggio, ma il sindaco ha informato lo Yad Vashem che la cerimonia era stata cancellata. Cita “l’attuale contesto geopolitico, segnato dal conflitto tra Israele e Hamas, e le particolari sensibilità all’interno delle nostre diverse comunità”. Formula contorta per un triste dato di fatto: in Francia, nel 2025, non è possibile commemorare il salvataggio di bambini ebrei da parte di cittadini francesi sotto la pressione delle comunità islamiche. Poiché la medaglia dei Giusti è una decorazione israeliana, la bandiera dello stato ebraico sarebbe stata esposta accanto a quella francese. “Queste sono le ultime parole che ho sentito da mio padre convocato in commissariato il 14 maggio 1941: ‘Ho combattuto per la Francia di Voltaire, Diderot e Zola’” scrive Testyler-Reimann. L’11 aprile, un uomo è stato violentemente aggredito nel sobborgo di Lione perché indossava la stella di David.

Uno lo ha colpito al volto, mentre l’altro filmava la scena, lanciandogli insulti come “sale feuj” (sporco ebreo). Poco prima, il rabbino di Orleans, Ariè Engelberg, è stato colpito alla testa e morso sulla spalla, mentre rientrava dalla sinagoga col figlio di nove anni. La parabola del canarino nella miniera è nota: come l’uccellino avverte i minatori dell’imminenza di un’esplosione di gas (il cui odore non è percepibile dall’uomo), la situazione degli ebrei in una società è un indicatore del livello di tolleranza e libertà. Quando il canarino cade a terra significa che l’esplosione è vicina; quando sempre più ebrei fanno l’aliyah, significa che la società è nei guai. In un’intervista a i24News, lo storico Georges Bensoussan ha fornito un’analisi spaventosa della situazione degli ebrei in Francia. “Trent’anni fa si parlava di 600mila ebrei; oggi diciamo 400mila. In 25 anni 100mila ebrei sono partiti per Israele, senza contare quelli emigrati altrove”. Secondo Bensoussan, gli ebrei sono “in prima linea” in una “crisi sistemica” che riguarda l’intera società. Secondo il Ministero dell’Interno, gli ebrei (l’uno per cento della popolazione francese) subiscono il sessanta per cento degli attacchi a causa della religione. Ma il problema è l’“islamofobia”. 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.