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La tattica

Putin abbindola Trump e gioca a negoziare. Gli interessi di Kyiv 

Kristina Berdynskykh

Mosca vuole che gli Stati Uniti continuino a svolgere il ruolo di negoziatore, poiché possono fare pressione sull’Ucraina, costringendola a sempre più concessioni. Con una tregua di sole 30 ore, la Russia si è guadagnata un po’ più di tempo per tenere il tycoon sotto controllo

Kyiv. In breve, la tregua annunciata inaspettatamente dal presidente russo Vladimir Putin a Pasqua è stata percepita in Ucraina come un segnale rivolto a una sola persona: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. In precedenza, Putin non aveva accettato l’iniziativa americana di un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni, sostenuta dall’Ucraina, ma non dalla Russia. Il 18 aprile, il segretario di Stato americano Marco Rubio, durante una visita a Parigi, ha affermato che Trump potrebbe rifiutarsi di svolgere il ruolo di mediatore tra Ucraina e Russia se nei prossimi giorni si scoprisse che una pace rapida è impossibile. E solo dopo questo Putin ha deciso di fare un “regalo” per Pasqua: una tregua, ma non di 30 giorni, bensì di sole 30 ore. “Il destinatario principale di questa iniziativa è Donald Trump, che crede fermamente a tutto ciò che Putin dice”, afferma Mykola Beleskov, consulente capo dell’Istituto nazionale ucraino per gli studi strategici. Come era prevedibile, la Russia ha attribuito all’Ucraina la colpa della violazione del cessate il fuoco per dimostrare che Mosca vorrebbe la pace, mentre Kiev no. “Si tratta di una tattica tipica di Putin per sfruttare lo scontro tra Stati Uniti e Ucraina”, sottolinea Beleskov. Tuttavia, il piano russo non può essere considerato un successo: l’Ucraina ha ricordato ancora una volta di essere pronta per un cessate il fuoco incondizionato, a differenza della Russia. “La parte ucraina ha proposto di interrompere i bombardamenti  con armi a lungo raggio per almeno 30 giorni, e così la palla è passata ancora una volta alla Russia”, osserva il politologo Oleh Saakyan: “Siamo riusciti a uscire da questa trappola”.

 

Tuttavia, neanche una tregua di 30 ore può essere definita tale. La Russia non ha bombardato le città ucraine con missili e droni di notte, ma non ha fermato gli attacchi sul fronte, limitandosi a ridurre la dinamica dell’offensiva: “L’obiettivo principale era dimostrare a Trump che Putin è un costruttore di pace che compie un passo gentile durante una festività cristiana”, spiega Viktor Shlynchak, direttore dell’Institute of World Politics. Saakyan suggerisce che il Cremlino ha preso questa decisione perché si è reso conto che l’Amministrazione Trump stava seriamente considerando la possibilità che l'America dovesse abbandonare il processo negoziale. Putin è interessato a che gli Stati Uniti continuino a svolgere il ruolo di negoziatore, poiché possono fare pressione sull’Ucraina, costringendola a  sempre più concessioni. Se l’America perdesse del tutto interesse nel processo, non ci sarebbe più nessuno in grado di fare pressione su Kyiv. “Con il cessate il fuoco, Putin si è guadagnato un po’ più di tempo per tenere gli Stati Uniti sotto controllo”, suggerisce il politologo.

 

Il processo diplomatico avviato da Trump  prescinde le dinamiche della guerra. Solo nelle ultime due settimane, la Russia ha bombardato Kryvyi Rih, Sumy e Kharkiv, dove le vittime erano civili e non soldati. Ma ciò non ha spinto gli Stati Uniti ad aumentare la pressione sul paese aggressore. L’Europa invece reagisce a tutto attraverso il prisma della propria sicurezza, cercando di non rovinare i rapporti con gli Stati Uniti finché non potrà aumentare le proprie capacità difensive. “Siamo in una grande illusione: sembra esserci un processo di negoziazione, ma in realtà non c’è”, riassume Saakyan

  

L’Amministrazione americana continuerà ad agire sulla base delle proposte che Rubio e Steve Witkoff, rappresentante speciale degli Stati Uniti per il medio oriente, hanno portato a Parigi la scorsa settimana. “Trump e il suo entourage non ammetteranno mai pubblicamente che la guerra tra Ucraina e Russia è troppo complicata da risolvere e richiede sforzi che gli Stati Uniti con  Trump non sono in grado o impegni non sono disposti a compiere”, afferma Beleskov. Per ora, Putin ritiene di guidare gli Stati Uniti, di manipolarli abilmente e in Europa, secondo Saakyan, non ci sono leader in grado di opporglisi: “In una situazione del genere, perché mai dovrebbe avviare negoziati?”. Finché a Putin non verrà mostrata una forza in grado di fermarlo, continuerà a fingere il processo negoziale, a dichiarare cessate il fuoco temporanei per compiacere gli americani, a violarli lui stesso e ad accusare l’Ucraina di provocazioni. “Lo farà finché non vedrà una forza molto più forte contro di lui”, pensa Viktor Shlynchak.

  

In una situazione così sfavorevole, secondo Beleskov, l’Ucraina dovrebbe ricordare più spesso agli Stati Uniti che se gli americani smettono di aiutare l’Ucraina, allora non ha più senso che l’Ucraina li ascolti.

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