
(Ansa)
Da Bruxelles
Le multe europee a Meta e Apple sono meno gravi del previsto, ma complicano i negoziati con Trump
La Commissione europea ha inflitto delle sanzioni ai due colossi tech per violazioni delle nuove norme digitali, ma le ha ridotte per evitare tensioni con Washington. La reazione aggressiva delle aziende rischia di compromettere comunque i rapporti commerciali già delicati con gli Stati Uniti
Bruxelles. Dopo aver esitato a lungo per non irritare Donald Trump, la Commissione di Ursula von der Leyen alla fine ha deciso di infliggere una multa ad Apple e Meta per aver violato le nuove regole dell’Unione europea sul digitale. Le sanzioni arrivano con quasi un mese di ritardo rispetto a quanto previsto inizialmente per il mancato rispetto della legge sui mercati digitali (Digital Markets Act o Dma). Inoltre, le multe sono state ridotte quasi al minimo per tentare di non aggiungere ulteriori elementi di frizione alla guerra lanciata da Trump con i suoi dazi. Ma la prudenza mostrata da von der Leyen rischia di rivelarsi inutile. Con toni trumpiani, Meta ha accusato la Commissione di imporre “un dazio da miliardi di dollari”, Apple di obbligarla “a distribuire gratuitamente la nostra tecnologia”. Difficile che l’Amministrazione Trump non usi la scusa delle multe del Dma per un’escalation con l’Ue.
Secondo la decisione della Commissione, Apple dovrà pagare 500 milioni di euro per non aver consentito agli sviluppatori di indirizzare verso altri servizi (il cosiddetto “steering”) le offerte più vantaggiose rispetto a quelle presenti sul suo App Store. Meta sarà costretta a versare 200 milioni di euro per il suo modello “consent or pay” (acconsenti o paga) che obbliga gli utenti a scegliere tra dare il consenso alla combinazione dei dati personali per la pubblicità personalizzata oppure pagare un abbonamento per un servizio senza pubblicità su Facebook e Instagram. A entrambe le società è stata imposta una scadenza di 60 giorni per porre fine alla violazione delle regole, altrimenti corrono il rischio di pagare una penalità pari al 5 per cento del loro fatturato globale giornaliero. Ma, in entrambi i casi, le multe sono al di sotto del tetto massimo previsto dal Dma: il 10 per cento del fatturato annuale globale. “I 500 e 200 milioni sono noccioline”, spiega al Foglio un funzionario dell’Ue. Per Apple, la sanzione è di gran lunga inferiore alla multa da 1,8 miliardi di euro imposta un anno fa dalla Commissione in un caso analogo relativo allo streaming musicale, ma che era stato trattato sulla base delle regole della concorrenza e non di quelle del Dma. Anche Meta aveva subìto un trattamento molto peggiore quando a novembre la Commissione aveva imposto una multa da quasi 800 milioni di euro sulla base dell’Antitrust.
Una portavoce della Commissione ha negato che la decisione e il livello delle multe abbiano qualcosa a che fare con il tentativo di convincere Donald Trump a fare retromarcia sulla sua guerra commerciale contro l’Ue. “Si tratta di applicare la legge, non di negoziati commerciali. Sono due questioni completamente separate”, ha detto la portavoce. Un altro portavoce ha spiegato che la multa è stata calcolata in modo “proporzionato” sulla base di diversi fattori: durata, gravità, ripetizione dell’infrazione e il fatto che è la prima volta che il Dma viene applicato. Ma l’esecutivo dell’Ue ha inviato anche altri segnali di distensione verso Washington. La Commissione ha annunciato due decisioni positive per i due colossi (l’archiviazione di un’altra procedura contro Apple dopo che ha permesso di disinstallare alcune sue app e l’uscita di Facebook Marketplace dalla categoria di piattaforme a cui si applica il Dma dopo che gli utenti business sono scesi sotto la soglia di 10 mila). Le multe del Dma arrivano con quasi un mese di ritardo. La vicepresidente della Commissione, Teresa Ribera, aveva promesso che sarebbero state imposte entro la fine di marzo. Ma la presidente von der Leyen ha preferito rinviare per non dare a Trump una scusa in più per i suoi dazi contro l’Ue.
Le minacce del vicepresidente J. D. Vance – compresa quella di ritirare il sostegno americano alla Nato se l’Ue avesse applicato le sue nuove regole digitali – avevano avuto un effetto dissuasivo sulla Commissione. La brutalità di Trump contro l’Europa ha spinto diversi governi a fare pressioni su von der Leyen per andare avanti. Alla fine non è la linea dura che era stata promossa nella scorsa legislatura contro i giganti americani del digitale. Tuttavia la reazione di Meta e Apple lascia intendere che le multe complicheranno i negoziati su un accordo commerciale tra Ue e Stati Uniti. “La Commissione sta cercando di penalizzare le aziende americane di successo, mentre consente alle imprese cinesi ed europee di operare secondo standard diversi. Non si tratta solo di una multa; il fatto che la Commissione ci costringa a cambiare il nostro modello di business equivale, di fatto, a imporre a Meta un dazio da miliardi di dollari”, ha detto Joel Kaplan, chief global affairs officer di Meta. La Commissione sta “ingiustamente prendendo di mira Apple con una serie di decisioni che ledono la privacy e la sicurezza dei nostri utenti, danneggiano i prodotti e ci costringono a distribuire gratuitamente la nostra tecnologia”, ha detto un portavoce di Apple.