(LaPresse)

la guerra in ucraina

Il racconto da Kyiv dopo l'attacco della Russia. Gli sfollati: “È un orrore”

Krystyna Berdynskykh

Dopo le accuse di Trump a Zelensky, Mosca attacca la capitale ucraina: ci sono più di dieci morti. I soccorritori cercano superstiti mentre i residenti aspettano di poter tornare in quel che resta delle loro case

Kyiv. L’anziano signore tiene lo sguardo fisso a terra e non presta attenzione a chi lo circonda. C’è sangue secco sul suo viso. Indossa una maglietta grigia, pantaloncini e pantofole. “Sono sopravvissuto, è una buona cosa”, dice. Intorpidito dallo choc, non riesce a riprendere i sensi. Il 24 aprile, alle ore 01:30, la Russia ha lanciato dei missili contro il quartiere dove vive. In totale, a seguito dell’attacco notturno a Kyiv, sono stati danneggiati dodici edifici residenziali, tra cui il suo palazzo di cinque piani. Le finestre e le porte dell’appartamento sono rotte. Lui e sua figlia non hanno avuto il tempo di prendere documenti o altro; sono corsi in strada con gli stessi abiti con cui dormivano. Ora gli abitanti di Kyiv aspettano di ricevere il permesso di tornare nelle loro case, quelle rimaste in piedi, per vedere la portata del disastro. 


I soccorritori però non li lasciano entrare: è troppo pericoloso. “Le parole non possono descrivere questo orrore”, dice uno dei soccorritori. Stanchi, si siedono sull’erba per riposarsi dopo tante ore di lavoro. I loro volti e le loro uniformi sono coperti di polvere. Il loro compito principale è quello di togliere via le parti a rischio crollo delle case danneggiate, in modo che non cadano sui passanti. Le pareti degli ingressi sono ricoperte da crepe giganti. Pezzi di ferro e infissi di finestre vengono lanciati dai balconi a terra. L’anziano sopravvissuto e sua figlia non sanno ancora dove passeranno la notte. La portata della distruzione in via Ternopilska è enorme. Dodici persone sono morte, 31 ferite sono ricoverati in ospedale, 77 persone hanno cercato assistenza medica.

 

Olena, 58 anni, ha la testa fasciata. E’ seduta in una scuola dove è stato allestito un centro di assistenza, compila un modulo da consegnare alla polizia sui danni alla sua proprietà. La donna è tornata dall’ospedale, dove le è stata medicata la ferita. “Stavo dormendo, c’è stata un’esplosione, una finestra mi è caduta addosso. Ho camminato a piedi nudi sul vetro per entrare in bagno. Non sapevo cosa fare!”, mentre racconta, quasi urla. “Stai zitta, qui hanno sofferto tutti, non solo tu”, dice la sua vicina, seduta allo stesso tavolo, anche lei compila una dichiarazione. “Lasciami andare a casa!”,  un’abitante del distretto di Svyatoshinsky, dove sono atterrati i missili russi, implora uno dei soccorritori. E’ stata fortunata, lei e suo marito non hanno trascorso la notte a casa, ma nella dacia. Vuole vedere se qualcosa è sopravvissuto nel suo appartamento, situato all’ultimo   piano. Le dicono che deve aspettare che tutti i lavori d’urgenza siano terminati e solo dopo, forse, potrà tornare a casa. “Da quel che ho capito non abbiamo neppure bisogno delle chiavi per entrare. Sono saltate tutte le porte?”, chiede con amara ironia. Mykola, 24 anni, è comunque riuscito a entrare nel suo appartamento con i soccorritori per prendere i suoi porcellini d’India, Lyuts e Butch. Erano rinchiusi in una gabbia in una stanza e miracolosamente non hanno subìto alcun danno. “Meraviglioso! L’appartamento è andato completamente distrutto, ma siamo sopravvissuti tutti”, esclama il ragazzo. Stasera dormirà nell’appartamento della sua ragazza. Una donna  cammina verso la scuola   piangendo. I suoi genitori vivono in una delle case devastate. Vive nella stessa zona, non lontano. Subito dopo il bombardamento, con suo marito si è precipitata qui in macchina per aiutarli. Davanti ai suoi occhi, i soccorritori hanno trasportato fuori un uomo corpulento, alto. Aveva una ferita sanguinante alla gola, era ancora vivo e lei ha aiutato a trasportare la barella. E’ morto poco dopo. “E’ morto davanti ai miei occhi”, grida. Secondo Zelensky, tra le vittime ci sono un ragazzo di 21 anni e una ragazza di 19, fratello e sorella.


La Russia ha attaccato Kyiv poco dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva rilasciato dure dichiarazioni contro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Pensavo che sarebbe stato più facile raggiungere un accordo con Zelensky. Al momento è difficile”, ha detto Trump durante una conferenza stampa nello Studio ovale. Per il capo della Casa Bianca, è più semplice trattare con la Russia che con l’Ucraina. “Penso che abbiamo raggiunto un accordo con la Russia”, ha osservato. Trump ha poi risposto all’attacco di Mosca contro la capitale ucraina con un post sui social: “Non sono contento degli attacchi russi a Kyiv. Non ce n’era bisogno, e il momento era pessimo. Vladimir, STOP!” ha scritto Trump. Ma nei suoi tre mesi al potere, lui stesso non ha ancora preso misure concrete per fermare davvero Putin.

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