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diplomazia vaticana
L'ex vicepresidente di Taiwan arriva in Vaticano, tra diplomazia e sopravvivenza internazionale
Sarà Chen Chien-jen il rappresentante dell'isola ai funerali di Papa Francesco. La presenza del membro della Pontificia Accademia delle Scienze eviterà imbarazzi diplomatici dopo l'avvicinamento della Santa Sede alla Cina
L’ex vicepresidente di Taiwan, Chen Chien-jen, è atteso a Roma nei prossimi giorni in veste di inviato speciale del presidente Lai Ching-te, in rappresentanza dell’isola ai funerali di Papa Francesco. In un primo momento, alcune fonti istituzionali taiwanesi avevano ipotizzato la partecipazione dello stesso presidente Lai, ma la Santa Sede avrebbe preferito una soluzione più discreta, affidando la rappresentanza a una figura di lungo corso nei rapporti con il Vaticano.
Cattolico praticante ed ex premier, Chen è anche membro della Pontificia Accademia delle Scienze. Da anni è uno degli interlocutori privilegiati della Santa Sede, con cui ha avuto almeno sei incontri personali. La sua presenza a Roma rafforza l’immagine di una relazione storica, stabile e consolidata.
Fonti del Foglio lo avevano notato nei pressi della Santa Sede già nel novembre scorso, durante una visita privata, che ambienti diplomatici taiwanesi hanno ricondotto ad attività di ricerca scientifica. Ma il contesto lasciava intuire l’importanza strategica della sua presenza per i rapporti tra Taipei e Roma.
La partecipazione di rappresentanti taiwanesi a cerimonie vaticane ha precedenti significativi. Nel 2005, il presidente Chen Shui-bian partecipò ai funerali di Papa Giovanni Paolo II, diventando il primo capo di stato taiwanese a presenziare a un evento ufficiale in Europa con onori riservati ai leader mondiali. Nel 2013, fu invece il presidente Ma Ying-jeou a guidare la delegazione di Taipei all’inaugurazione del pontificato di Papa Francesco: si trattò del primo incontro ufficiale tra i capi di stato di Taiwan e della Santa Sede.
Oggi, però, lo scenario geopolitico è radicalmente mutato: la Cina è diventata un interlocutore centrale per il pontificato di Francesco. In questo quadro si inserisce l’accordo sulla nomina dei vescovi, siglato nel 2018 e voluto dal Papa come strumento per rafforzare la presenza della Chiesa in Cina e garantire assistenza pastorale ai fedeli. L’intesa – rinnovata più volte fino al 2028 – è stata interpretata in Vaticano come un compromesso necessario, ma ha suscitato grande preoccupazione a Taipei.
Secondo la One China Policy, prerequisito imposto da Pechino per ogni riconoscimento diplomatico, nessuno stato può intrattenere relazioni ufficiali sia con la Repubblica popolare cinese sia con Taiwan. In questo scenario, l’evoluzione dei rapporti tra la Santa Sede e Pechino alimenta a Taipei il timore di perdere non solo l’unico partner diplomatico europeo rimasto, ma anche quello simbolicamente più rilevante. Una simile eventualità rappresenterebbe una vera e propria catastrofe diplomatica per l’isola, già duramente colpita dalla perdita di diversi alleati storici negli ultimi anni.
Mentre la Nuntiatura apostolica in Sinis – la sede vaticana a Taipei – ha mantenuto il consueto riserbo, quel profilo discreto che da ormai quattro anni ne accompagna l’operato, il presidente Lai ha reso omaggio a Papa Francesco con una cerimonia riservata presso l’arcidiocesi della capitale, accompagnato dal viceministro degli Esteri Francois Wu e dall’arcivescovo Thomas Chung.
In un sistema internazionale che tende spesso a marginalizzare Taiwan, l’isola continua a cercare visibilità nei pochi spazi in cui la sua voce può ancora essere ascoltata. Tra questi, la Santa Sede rappresenta uno dei più significativi: un luogo dove la rappresentanza assume un valore che va ben oltre la diplomazia formale.
Nell’unica città al mondo in cui coesistono le ambasciate della Repubblica popolare cinese e di Taiwan, la presenza di Chen Chien-jen acquista una forza silenziosa ma inequivocabile. E’ il gesto di una democrazia sotto pressione, che continua a rivendicare la propria esistenza attraverso la partecipazione, la presenza e il dialogo.