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il corteo

“Vattene sionista”. Il socialista francese cacciato da una piazza a Parigi

Mauro Zanon

Quella di domenica doveva essere una manifestazione “contro l’islamofobia” organizzata da France insoumise e i collettivi vicino alla formazione della sinistra radicale. Ma è diventato l'ennesimo raduno di antisemiti, macchiato ancora una volta dalla violenta aggressione ai danni di Jérôme Guedj, deputato del Partito socialista (Ps)

Parigi. Doveva essere una manifestazione “contro l’islamofobia” e di solidarietà verso la famiglia di Aboubakar Cissé, giovane maliano di confessione musulmana ucciso lo scorso 25 aprile in una moschea del dipartimento del Gard, nel sud della Francia: si è trasformata invece nell’ennesimo raduno di antisemiti. Il rassemblement organizzato domenica a place de la République a Parigi dalla France insoumise e i collettivi vicino alla formazione della sinistra radicale per ricordare Aboubakar Cissé (il suo assassino, Oliver Hadzovic, dopo tre giorni di latitanza, si è presentato spontaneamente in una stazione di polizia di Pistoia, vantandosi del suo atto e rivendicandone la responsabilità) è stato macchiato dalla violenta aggressione antisemita ai danni di Jérôme Guedj, deputato del Partito socialista (Ps). “Vattene”, “figlio di puttana”, “Ps…Partito sionista”, sono alcuni degli insulti che Guedj ha ricevuto dai manifestanti quando ha tentato di unirsi al corteo per manifestare la propria vicinanza ai parenti del fedele islamico. “Quando sono arrivato, in che modo mi hanno respinto? Mi hanno detto ‘vattene, sionista’. Capite a che punto siamo arrivati?”, ha dichiarato ieri il deputato socialista a France Info, dicendo di essere stato attaccato per le “sue origini”.  “E’ così che l’ho vissuta, non stiamo a menare il can per l’aia. Dietro lo ‘sporco sionista’ che ho sentito, ho ovviamente sentito qualcos’altro”, ha aggiunto. 

Nel video dell’aggressione che circola sui social si vede Guedj mentre si allontana dal raduno tra fischi e insulti, e discute animatamente con una donna, contraria alla sua presenza. Dopo la pubblicazione del video sui social, diversi rappresentanti del Ps hanno espresso la loro solidarietà a Guedj. “E’ insopportabile. Jérôme Guedj ha tutto il diritto di partecipare a una manifestazione contro l’islamofobia. Non si elimina l’odio fomentandolo. Non è dividendo il campo antirazzista che sconfiggeremo l’estrema destra”, ha reagito su X Olivier Faure, primo segretario del Partito socialista. “Come ogni volta, totale solidarietà a Jérôme Guedj, grande e irreprensibile repubblicano, contro questi attacchi abietti. Gli autori si vergognino!”, ha detto il capogruppo dei deputati socialisti, Boris Vallaud. Non è la prima volta che Guedj viene preso in disparte da militanti di Lfi e delle associazioni propalestinesi satelliti. Lo scorso 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale per i diritti delle donne, Guedj voleva sfilare accanto alle militanti di Nous Vivrons, associazione di lotta contro l’antisemitismo nata dopo l’attacco terroristico commesso da Hamas il 7 ottobre 2023, che denuncia il silenzio colpevole di un certo mondo femminista verso le donne israeliane massacrate e uccise dal movimento islamista palestinese. Quando il deputato socialista ha cercato di raggiungere il corteo, tuttavia, è stato aggredito verbalmente da alcuni militanti con la kefiah e la bandiera palestinese. “Sale sioniste”, gli hanno gridato, sporco sionista. “Sì, come ogni anno sono presente alla marcia femminista. E sì, volevo unirmi a Nous Vivrons, la Licra e l’Association Femme Azadi, tenute in disparte, purtroppo, perché alcuni non le volevano”, scrisse Guedj a marzo su X, postando il video dell’aggressione. 

Domenica a place de la République, era presente, oltre al líder maximo Jean-Luc Mélenchon, l’eurodeputata Lfi Rima Hassan, avvocatessa franco-palestinese e attivista anti israeliana, secondo cui Hamas, il 7 ottobre, ha “agito legittimamente”. Ma c’era anche Ritchy Thibault, assistente parlamentare della deputata Insoumis Ersilia Soudais. Thibault si fece conoscere per la prima volta dalla polizia nell’ottobre del 2024 per aver invocato “l’intifada” durante una manifestazione pro Palestina a Parigi. “L’unica via è l’intifada”, urlò accanto ad altri esponenti dell’ultrasinistra e a rappresentanti dell’islam politico. Domenica, Thibault ha aizzanto la folla a costituire in tutta la Francia “delle brigate di autodifesa popolare” contro l’islamofobia. “E’ quasi un appello all’insurrezione”, ha commentato il prefetto di Parigi, Laurent Nuñez. Come lo scorso ottobre, il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, ha sporto denuncia contro Thibault, cui è vietato l’accesso all’Assemblea nazionale per motivi di ordine pubblico
 

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