Vladimir Weiss (foto LaPresse)

La Slovacchia ai piedi Vladimir Weiss che ha preferito i soldi del Qatar al calcio europeo

Leo Lombardi
Il trequartista a 21 anni era stato acquistato dal Manchester City, ma non era riuscito a sfondare: tanti prestiti, troppe stagioni con zero presenze. Poi la scelta di migrare nella penisola araba. La nazionale però non si è dimenticata di lui.

E' singolare vedere a Francia 2016 giocatori trasferitisi fuori Europa. Ancor più lo è vederne tre giungere addirittura dal Qatar. Certo, là organizzeranno il Mondiale 2022, scelta appesantita da tutti i sospetti del caso, ricordando come sono andate di recente le cose alla Fifa. Ma, più che di un campionato, parliamo di un paradiso degli ingaggi, un luogo dove danno una possibilità a chi è a fine carriera (il romeno Sanmartean) oppure a chi ha sempre navigato in realtà di seconda fascia (l'ungherese Nemeth).

 

Per Vladimir Weiss è invece diverso. Per lui il pallone è un affare di famiglia, poiché nonno Vladimir e papà Vladimir (no, non è un refuso) hanno vinto qualcosa con quella che fu la Cecoslovacchia, prima che diventasse Slovacchia. E il nipote/figlio aveva dimostrato talento, al punto da essere ingaggiato a 21 anni dal Manchester City. Un'avventura finita male, come a parecchi altri, tra zero presenze, tanti prestiti e un passaggio nel Pescara retrocesso nel 2013. Poco dopo Weiss sceglie i soldi del Qatar, ma la Slovacchia non si dimentica di lui, convocandolo regolarmente. E la Russia si è accorta di quanto valga ancora l'ex ragazzo prodigio: palla docilmente domata su lancio di Hamsik e piazzata sul palo opposto per l'1-0. Un colpo d'autore, che sarebbe bello riproporre stabilmente in Europa.

 

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