Aaron Ramsey, stella del Galles che vuole superare l'eterno ruolo di subalterno
Da bambino avrebbe potuto scegliere il rugby, che in Galles è cosa serissima. C'era però il rischio di diventare uno tra i tanti. Ha invece optato per il calcio e oggi Aaron Ramsey è punto fermo nel gruppo che sta cercando di sottrarre la Nazionale di Cardiff a un eterno ruolo di subalterna: nei confronti delle altre squadre come nei confronti del rugby stesso. Un gruppo che ha in Gareth Bale la stella riconosciuta e nel centrocampista il punto di riferimento.
Come avrebbe potuto essere nel rugby, in cui si alternava nei ruoli di mediano di apertura e ala: regia e velocità, doti mantenute nell'Arsenal, il club che l'ha convinto a diventare definitivamente un calciatore, e mostrate nelle tre partite all'Europeo che hanno consegnato il primo posto del girone al Galles. Organizzazione del gioco unita a un eccezionale senso del tempo, basti vedere la perfezione nel modo scelto per attaccare lo spazio quando ha firmato l'1-0 sulla Russia (comunque avversaria che chiunque avrebbe sognato di incrociare…). C'è un'ultima sacca da stanare, formata da quei buontemponi che sottolineano come, a ogni gol di Ramsey, muoia una celebrità, in una serie cominciata con Osama bin Laden e che nel 2016 contempla anche David Bowie. Ma, De Gaulle insegna, far fuori gli imbecilli resta un programma impegnativo.
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