Euro 2016, l'Italia si prepara per i quarti di finale contro la Germania (foto LaPresse)

Pernacchie a chi tifa contro l'Italia

Claudio Cerasa
Sabato con il Foglio una maglia azzurra contro l’internazionale degli indignati che contro la Germania pregheranno per una nostra sconfitta

Serve una maglietta azzurra per fare una bella pernacchia a chi tifa contro l’Italia.  Sabato sera, quando l’Italia si giocherà i quarti di finale degli Europei contro la Germania campione del mondo, l’indignato collettivo, formidabile categoria che non sopporta che un qualche evento straordinario possa improvvisamente far passare in secondo piano battaglie decisive per il destino dell’umanità, si comporterà seguendo il solito copione: si augurerà la vittoria di una qualsiasi squadra contro la quale gioca l’Italia, ricoprirà il televisore di peperoncini, di trecce d’aglio e di cornetti portafortuna auspicando il trionfo della Germania e tiferà per la fine repentina di questo insostenibile strazio in cui undici insopportabili eroi in mutande osano far passare in secondo piano la creazione di una grande coscienza collettiva solitamente e solidamente costruita attraverso campagne contro le auto blu, reportage sui privilegi della casta, veline delle procure, intercettazioni sui politici, segreti indicibili del potere, inchieste sulle nuove P4 e confessioni dei padrini di Tor Bella Monaca che quando gioca l’Italia grazie a Dio nessuno si fila più.

 

E no, dice l’indignato collettivo. E no. E’ inaccettabile. E’ intollerabile. E’ insostenibile. E per di più, disperazione finale e totale, il tutto succede non con la Nazionale dei magistrati ma con una Nazionale ideata da un presidente impresentabile come Carlo Tavecchio (Dio lo benedica), allenata da un commissario tecnico osannato nonostante il suo passato chiacchierato (Conte è stato indagato, poi scagionato), guidata da un capitano acclamato nonostante il suo passato chiacchierato (Buffon è stato indagato, poi scagionato), difesa da un vicecapitano applaudito nonostante il suo passato chiacchierato (Bonucci è stato indagato, poi scagionato). Un orrore, una vergogna, un insulto. Un obbrobrio, dice l’indignato collettivo, usare le vittorie sportive per nascondere altre partite non sportive, per illudersi che tutto vada bene e per cercare magari attraverso il calcio delle penose vendette contro paesi più virtuosi del nostro. Era già successo quattro anni fa, nel 2012, ai tempi in cui, poco prima della finale persa contro la Spagna, i Marco Travaglio, i Beppe Grillo e i Matteo Salvini ammisero di tifare contro l’Italia spiegando come una vittoria della Nazionale agli Europei avrebbe vergognosamente avuto l’effetto di un colpo di spugna sui problemi del paese, sarebbe stata l’epicentro di una clamorosa “Operazione Amnesia” e avrebbe significato, una buona performance della Nazionale, “la prescrizione da parte dell’opinione pubblica di qualunque reato” (Beppe Grillo, 2 giugno 2012).

 

Oggi come allora la Nazionale degli indignati si riconosce giustamente nelle parole di Marco Travaglio, che naturalmente non può che tifare contro un’Italia come questa guidata da un allenatore, da un portiere e da un difensore che hanno asfaltato, prima ancora della Spagna, quel partito delle manette che li voleva tutti allegramente colpevoli fino a prova contraria (“Buffon – disse Travaglio nel 2012 – deve sperare di non fare mai una papera. Perché dopo quello che si è scoperto, se fa una papera qualcuno può pensare male…”). Nessuno sa se la gufata dell’internazionale degli indignados avrà o no lo stesso effetto avuto agli europei di quattro anni fa ma a prescindere da come finirà sabato sera la sfida tra Italia e Germania non si può non notare che c’è un filo che lega il tifo a favore di una qualunque squadra capace di battere la Nazionale di calcio e il tifo a favore di una qualunque vicenda che possa aiutare ad alimentare il vortice dell’indignazione del paese. Senza indignazione, non esiste il tifo contro ed esiste solo il tifo a favore di qualcosa. Con l’indignazione, il tifo a favore di qualcosa diventa più difficile e diventa invece molto più facile e popolare dire molte sciocchezze e aprire così il ventilatore della melma. Ognuno può tifare quello che crede e chi non tifa Italia è libero di continuare a tifare contro. Sabato sera, e non solo quel giorno, tiferemo contro l’internazionale degli indignados e allegheremo al nostro giornale in alcune città una maglietta azzurra con tricolore per fare una bella pernacchia a chi tifa contro l’Italia. Chi ci sta?

 

La maglietta azzurra fogliante con tricolore sarà disponibile sabato 2 luglio nelle edicole di Milano, Roma e dintorni, a 2 euro + il prezzo del quotidiano. Per chi non la troverà in edicola sabato è sufficiente richiederla a questo indirizzo: [email protected]
  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.