Jonas Hector si vede poco, ma si è preso la fascia sinistra della Germania

Domenico Lombardi
Il Colonia non vince dal 1983, ma ha trovato un protagonista che si è preso la nazionale. Il terzino è antipersonaggio per eccellenza nel pallone: rifugge i profili social e passa il tempo libero a studiare.

Vive di glorie antiche la Colonia del pallone: nel 1978 l'ultima Bundesliga vinta, nel 1983 l'ultima Coppa di Germania. Un terzo millennio, poi, fatto di un continuo su e giù tra retrocessioni in Seconda divisione e promozioni. Oggi Colonia torna a far sentire la propria voce grazie a Jonas Hector, anche se è difficile sentire quella del terzino. Lui è antipersonaggio per eccellenza nel pallone. Rifugge i profili social e passa il tempo libero a studiare. Investe quello che guadagna, magari pensando a comprarsi un letto più grande e non un'auto più potente.

 

Hector è figlio di Auersmacher, poco più di 2.500 abitanti nella Saar, al confine con la Francia. Qui cresce e qui dice no al Saarbrucken, spiegando che preferisce giocare in Quinta divisione con gli amici. Nel 2010 non può però opporre un rifiuto anche al Colonia, dove passa subito dalle riserve alla prima squadra: 98 partite giocate, di cui 96 per intero, in tre anni. Piace perché ascolta ed è affidabile, uno che fa quanto gli chiedono: un tedesco vero, insomma. Low pensa a lui quando si tratta di sostituire l'icona Lahm, capitano e signore della fascia sinistra. Hector lo fa a modo suo, non lo vedi ma lo senti. Come capita con l'Italia, prova solida e piede fermo al momento di calciare il rigore decisivo. Non ha ancora vinto nulla con il Colonia e difficilmente potrà farlo in futuro. Per sua fortuna, e di Low, c'è la Nazionale. E gli amici che vanno a vederlo giocare.

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