Europa Ore 7

Lo scontro con Orbán sullo stato di diritto

Il premier ungherese pretende (e non ottiene) le dimissioni della vicepresidente della Commissione, Vera Jourová

David Carretta

La commissaria ha detto in un'intervista: "A Orbán piace dire che sta costruendo una democrazia illiberale. Io direi che sta costruendo una democrazia malata". Solidarietà di tutti per la Jourová e un primo effetto controproducente per il premier ungherese: la Commissione ha anticipato la pubblicazione del primo rapporto annuale sullo stato di diritto nell'Ue

Viktor Orbán ha scritto una lettera a Ursula von der Leyen per esigere le dimissioni della vicepresidente della Commissione, Vera Jourová, colpevole di aver accusato il premier ungherese di costruire “una democrazia malata” in Ungheria. Secondo Orbán, “queste dichiarazioni non sono solo un attacco politico diretto contro il governo democraticamente eletto dell'Ungheria", ma anche "un'umiliazione all'Ungheria e al popolo ungherese. Inoltre, le dichiarazioni di Jourová "sono in contraddizione con il ruolo della Commissione di istituzione neutrale e obiettiva" e "una violazione palese del principio di sincera cooperazione". Infine "sono incompatibili con il suo attuale mandato, e di conseguenza le sue dimissioni sono indispensabili", ha scritto Orbán. Nel frattempo "il governo ungherese sospende tutti i contatti politici bilaterali" con Jourová.

La risposta di von der Leyen è stata secca e netta: “la presidente ha piena fiducia” in Jourová, ha detto la portavoce della Commissione, Dana Spinant. “Le nostre preoccupazioni sullo stato di diritto (in Ungheria) sono ben conosciute”. L'offensiva di Orbán ha già avuto un effetto controproducente. La Commissione ha deciso di anticipare la pubblicazione del primo rapporto annuale sullo stato di diritto a oggi (doveva essere diffuso la prossima settimana). Sarà la stessa Jourová, insieme al commissario alla Giustizia Didier Reynders, a illustrarlo in una conferenza stampa dopo la riunione del collegio. Negli ultimi 6 anni la commissaria ceca non si è mai mostrata tenera con le derive dei governi nazionali, mettendo in discussione anche il comportamento del suo primo ministro Andrej Babis.
Anche la Germania, che ha la presidenza di turno del Consiglio Ue, si è mobilitata a difesa di Jourová. “Cara Vera, l'Ue ha bisogno della tua visione imparziale e chiara”, ha scritto su twitter il ministro tedesco per gli Affari europei, Michael Roth. “Tutti gli Stati membri devono essere trattati in modo uguale e rispettare le stesse regole”, ha aggiunto Roth.

Cosa ha detto di così grave Jourova per provocare una reazione tanto dura da parte di Orbán? In un'intervista allo Spiegel, la vicepresidente responsabile dei Valori e della Trasparenza era stata più sottile di come l'ha descritta il premier ungherese. “A Orbán piace dire che sta costruendo una democrazia illiberale. Io direi che sta costruendo una democrazia malata”, ha detto Jourová.

L'offensiva di Orbán potrebbe essere motivata da un altro calcolo: intimidire la Commissione prima del rapporto sullo stato di diritto, nel quale dovrebbero emergere le molteplici deficienze in Ungheria. Inoltre, la presidenza tedesca dell'Ue ha proposto un compromesso sul meccanismo sullo stato di diritto che lascia aperta la possibilità di uno stop ai fondi europei destinati a Budapest. Quel che è certo è che lo stato di diritto, su cui von der Leyen finora si è dimostrata timida, sarà un tema dominante dei prossimi anni nell'Ue. E un test dell'indipendenza della Commissione.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 30 settembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

E se Orbán passasse all'Ecr di Meloni? - L'elezione di Giorgia Meloni alla presidenza del partito dei Conservatori e riformisti europei ha fatto notizia più notizia a Roma che a Bruxelles. L'Ecr è una sorta di partito Ogm che era stato creato da David Cameron per far uscire i Tories dal Ppe e che è diventato un ricettacolo di sovranismi contraddittori. Eppure – come spieghiamo sul Foglio – l'Ecr conserva un certo potenziale politico, in particolare se Orbán decidesse di traslocare dal Ppe.
 

La separazione di Salvini da Le Pen può attendere - Le congetture su un avvicinamento della Lega al Ppe sono durante poche ore. "Escluso, assolutamente", aveva detto Matteo Salvini qualche giorno fa, dopo un retroscena su una riunione a Bruxelles che avrebbe decretato la fine dell'alleanza con Marine Le Pen nel gruppo Identità e Democrazia (ID). La delegazione della Lega al Parlamento europeo ieri ha tenuto la "consueta riunione del gruppo ID con le delegazioni dei diversi paesi", hanno fatto sapere fonti del partito di Salvini.


La Germania avverte, ritardo probabile per il Recovery fund - La presidenza tedesca dell'Ue ha lanciato un chiaro avvertimento sui rischi di un ritardo nella partenza del Recovery fund a causa dello scontro sul bilancio Ue interno al Consiglio e tra i governi e il Parlamento europeo. “Osserviamo con preoccupazione che il numero di stalli diversi nei  negoziati sul bilancio sembra aumentare invece che diminuire”, ha detto un portavoce della presidenza tedesca. “un rinvio del bilancio Ue e del Recover fund sta diventando sempre più probabile”, ha avvertito il portavoce. Nel frattempo Angela Merkel ha dato i suoi consigli su come evitare un secondo lockdown. Meglio seguirli.

 

Rivolta inglese contro il lockdown di BoJo - A proposito di lockdown. Paola Peduzzi ci racconta la rivolta inglese contro le misure introdotte dal governo di Boris Johnson.


La ripresa del sentimento economico rallenta - A settembre la ripresa dell'indicatore del sentimento economico (Esi) nella Zona euro e nell'Ue è proseguita, anche se ha subito un rallentamento rispetto al mese di agosto. L'indicatore ESI dell'area euro ha recuperato 3,6 punti salendo a quota 91,1, mentre quello dell'Ue ha guadagnato 3,4 punti a quota 90,2. Rispetto a marzo e aprile, l'Esi ha recuperato quasi il 70 per cento. A spingere la ripresa della fiducia nell'area euro sono i settori dell'industria, del commercio al dettaglio, delle costruzioni e dei servizi. L'Italia è il paese in cui l'Esi ha recuperato maggiore terreno a settembre con un più 8,4 punti.

Michel vuole un digitale centrato sull'uomo - Secondo discorso in una settimana per il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Dopo quello sull'autonomia strategica al Bruegel, Michel ieri ha parlato al forum Ft-Etno di “digitale in un mondo diviso”. Secondo il presidente del Consiglio euruopeo “tra il modello americani di 'Prima di tutto il business' e il modello autoritario del controllo statale cinese, c'è un sacco di spazio per un modello attraente e centrato sull'uomo”. E questa dovrebbe essere la “Europe's way” verso la rivoluzione digitale.

Macron difende appassionatamente Strasburgo in Lituania - Il presidente francese, Emmanuel Macron, si è accorato più per Strasburgo che per la Bielorussia durante la sua visita lituana. “L'Europa ha bisogno di luoghi. E' per questo che difendo Strasburgo con i denti e con le unghie”, ha detto Macron dopo che David Sassoli ha annunciato l'ennesima cancellazione di una sessione nella capitale alsaziana a causa del Covid-19. “Se tutto avviene e se tutti si parlano solo a Bruxelles, l'Europa è perduta”, ha avvertito Macron. Peccato che le persone che si parlano a Strasburgo sono le stesse che si parlano a Bruxelles.

L'Ue verso l'adesione alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo - La Commissione europea e i 47 Stati membri del Consiglio d'Europa ieri hanno ripreso i negoziati sull'adesione dell'Ue alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Il Consiglio d'Europa è un'organizzazione internazionale distinta dall'Ue e promuove i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto. Con l''adesione alla Convenzione, l'Ue si sottoporrà alla giurisdizione della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. Sarebbe utile un protocollo aggiuntivo per ribattezzare i molti Consigli e Corti Europei, dell'Ue e d'Europa sparpagliati tra Bruxelles e Strasburgo.

L'Ue può fare (quasi sempre) senza contanti - Il diritto dell'Ue prevede in principio un obbligo di accettazione del contante in euro per il pagamento dei debiti pecuniari, ma gli Stati membri possono limitare l'uso delle banconote per motivi di interesse pubblico. E' questo il parere espresso ieri dall'Avvocato generale della Corte di Giustizia dell'Ue, Giovanni Pitruzzella, in una causa che riguarda due cittadini in Germania a cui era stato rifiutato di pagare il canone radiotelevisivo in contanti. L'Avvocato generale tuttavia ritiene ci sia un obbligo per l'Ue e gli Stati membri di “adottare misure appropriate per permettere alle persone vulnerabili che non hanno accesso ai servizi finanziari di base di onorare i loro obblighi (...) senza costi aggiuntivi”.

 

Accade oggi in Europa

- Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

- Commissione: conferenza stampa dei commissari Jourova e Reynders sul primo rapporto annuale sullo stato di diritto

- Consiglio: riunione informale del ministri dell'Ambiente a Berlino (fino a giovedì)

- Consiglio: riunione del Coreper

- Commissione: la vicepresidente Vestager partecipa al Summit sull'Intelligenza artificiale di Politico

 

 

 

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