Europa ore 7

Il voto di fiducia al debito dell'Ue

Le emissioni del Recovery fund non prima dell'estate. La Brexit riparte. Il bonus smart working del Parlamento europeo

David Carretta

Il collocamento dei "social bond" per finanziare Sure è stato un "voto di fiducia all'Ue": la domanda ha superato 13 volte l'offerta e all'Italia l'Ue presterà 102,3 miliardi. Secondo il commissario al Bilancio, Johannes Hahn, i rendimenti sono "eccellenti" ed espressione di "un interesse enorme"

La prima emissione di titoli dell'Unione Europea destinata ad aiutare gli stati membri a resistere alla pandemia di Covid-19 è stata un successo al di sopra delle aspettative. “Un voto di fiducia all'Ue”, ha detto il commissario al Bilancio, Johannes Hahn, durante una conferenza stampa per commentare il primo collocamento di “social bond” per finanziare Sure, lo strumento da 100 miliardi per i meccanismi come la cassa integrazione. L'annuncio del collocamento è stato fatto il 19 ottobre via terminale Bloomberg. Il giorno dopo le cinque banche selezionate come sindacato (Barclays, Paribas, Deutsche Bank, Nomura e Unicredit) hanno iniziato a offrire i titoli alle 8h55 e hanno chiuso il collocamento alle 10h. L'offerta complessiva era di 17 miliardi di euro: 10 miliardi di titoli a 10 anni e 7 miliardi di titoli a 20 anni. La domanda ha superato 13 volte l'offerta: 233 miliardi. I rendimenti dei titoli Sure sono appena sopra a quelli della Francia: meno 0,23 per cento per i decennali e più 0,14 per cento per i ventennali. Le implicazioni vanno ben oltre Sure. Il collocamento era un test per la montagna di debito che l'Ue deve emettere per finanziare il Recovery fund. E potrebbe essere la base per gli “euro common safe asset” permanenti.

 

La brutta notizia è che le emissioni per finanziare il Recovery fund non partiranno prima della prossima estate. “Potremmo emettere debito per Next Generation Eu solo dopo la ratifica della decisione sulle risorse proprie da parte di tutti gli stati membri. Ci aspettiamo che accada alla fine del primo trimestre e ci aspettiamo di poter andare sui mercati (per il Recovery fund) nell'estate del prossimo anno”, ha detto un alto funzionario della Commissione. “Se la decisione sulle risorse proprie fosse adottata prima, potremmo emettere prima. Ma non è molto probabile”. La buona notizia è che le risorse del Recovery fund lieviteranno nel corso dei prossimi anni. I 750 miliardi sono calcolati a prezzi costanti con il 2018 come anno di riferimento. Secondo le stime della Commissione, a prezzi correnti il Recovery fund avrà 800 miliardi, forse 850 miliardi. “Abbiamo un accordo su 750 miliardi in prezzi del 2018, ma le emissioni si svolgono più tardi nel tempo. Se si guarda in termini correnti sono un po' di più, fino a circa 850 miliardi”, ha detto l'alto funzionare della Commissione.

 

Concretamente quale sarà il vantaggio di Sure per l'Italia? Sulla base dei rendimenti del primo collocamento, per il titolo decennale l'Ue presterà all'Italia 102,3 e tra dieci anni l'Italia dovrà rimborsare all'Ue 100. In altre parole, l'Italia rimborserà meno capitale di quanto ha ricevuto dall'Ue. L'Italia è il primo beneficiario di Sure con 27,4 miliardi di prestiti con scadenza media di 15 anni. Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha stimato i risparmi per i conti pubblici in 5,5 miliardi. Di fronte alla seconda ondata della pandemia e alle difficoltà del sistema sanitario, sorge spontanea una domanda: perché aver rifiutato l'offerta del prestito del Mes? Secondo lo stesso Gualtieri, il risparmio sarebbe di 300 milioni l'anno per 10 anni: 3 miliardi di tasse future in meno per i contribuenti.

 

La Commissione dovrebbe lanciare una seconda emissione per Sure da 30 miliardi quest'anno, per poi completare il finanziamento dello strumento nel primo semestre del 2021 per arrivare a un totale massimo di 100 miliardi. I rendimenti di lunedì sono “eccellenti”, ha spiegato Hahn: “Non siamo al livello della Germania, non era atteso. Ma è un'espressione di interesse enorme”. La Commissione è convinta che man mano che le emissioni andranno avanti i rendimenti caleranno. Questo dovrebbe far cambiare idea ai paesi – come Spagna e Portogallo – che hanno detto di non volere i prestiti del Recovery fund. “Il Portogallo sta riconsiderando questa posizione”, ha detto Hahn. “Le condizioni che l'Ue può fornire a molti stati membri sono molto più favorevoli rispetto a quelle di quando prendono a prestiti per conto loro”. Anche la Spagna potrebbe cambiare idea, secondo Hahn. Il ministro dell'Economia, Nadia Calviño, era il capo della Direzione generale Bilancio della Commissione. “Conosce bene i vantaggi”, ha detto Hahn: “se c'è una necessità, sono sicuro che il governo spagnolo tornerà sulla questione”.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 22 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Si sbloccano i negoziati Brexit - Il dramma del fine settimana sulla Brexit si è concluso come previsto, con la ripresa dei negoziati, in attesa del prossimo dramma sulla linea finale di una maratona che deve diventare sprint. L'Ue non ha fatto il “cambiamento fondamentale” chiesto da Boris Johnson per evitare il “no deal”. Ma Michel Barnier oggi partirà per Londra. Nel frattempo, il capo negoziatore Ue ieri ha delineato i contorni dell'accordo con il Regno Unito sulle relazioni future. Nonostante lo stallo, Barnier ha spiegato che c'è stata una “evoluzione” da parte di Londra sul level playing field (il rispetto delle regole Ue su aiuti di stato, ambiente e sociale per garantire la parità di condizioni). Johnson sarebbe pronto ad accettare il principio della “non regressione”: il Regno Unito non sarà in grado di adottare regole sugli aiuti di stato meno rigide di quelle attualmente in vigore nell'Ue. Rimangono problemi su pesca e governance dell'accordo. Ma la valutazione di Barnier è chiara: un'intesa è “a portata di mano”.

 

L'Europa tifa Biden, ma la scossa trumpiana le ha fatto bene -  Oggi è giovedì e sul Foglio torna la rubrica “EuPorn – il lato sexy dell'Europa” che è la sorella maggiore di questa newsletter. La trovate sul Foglio cartaceo e anche qui: Paola Peduzzi e Micol Flammini ci raccontano il viaggio nell’amore burrascoso tra le due sponde dell'Atlantico, tra speranze, scommesse, rassicurazioni e una tempesta che è qui per restare. Secondo molti l'Europa non può sostenere un secondo mandato di Trump. Ma c'è anche un altro filone di pensiero, che ribalta la prospettiva europea nei confronti dell'America: il trumpismo ha innescato un’autonomia insperata nell’Europa.

 

Sul bilancio si cercano "soluzioni alternative" - La riunione di ieri tra la presidenza tedesca dell'Ue e i negoziatori del Parlamento europeo sul quadro finanziario pluriennale, da cui dipende l'entrata in funzione del Recovery fund, si è conclusa con un nulla di fatto. "Nessuna delle due parti si è mossa in modo sostanziale dalle sue posizioni", ma c'è la volontà di "esplorare soluzioni alternative", ha detto un portavoce della presidenza tedesca. Il prossimo round di negoziati si terrà in forma ristretta lunedì. Mercoledì invece la riunione del "trilogo" tra le tre istituzioni per cercare nuovamente un'intesa.

 

Revisione di medio termine per l'accordo sul bilancio? - Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ieri ha dato un'indicazione di quale potrebbe essere il punto di caduta dei negoziati con la presidenza tedesca dell'Ue sul quadro finanziario pluriennale. “Vogliamo dare una grande spinta perché alla fine del Recovery (fund) ci sia una valutazione di medio termine con flessibilità sufficienti perché non un euro vada perduto”, ha detto Sassoli in una conferenza stampa. La revisione di medio termine del quadro finanziario pluriennale è un vecchio trucco per superare lo stallo nei negoziati tra Parlamento e Consiglio: i tetti del bilancio non si toccano, ma c'è la promessa (poi non tenuta) di modificare le poste a metà del periodo della programmazione. Fu usata sette anni fa per superare le reticenze del Parlamento sul bilancio 2014-2020. Probabilmente sarà la chiave dell'accordo anche per il bilancio 2021-27.

 

Al Parlamento europeo rinasce la maggioranza giallo-verde - Ieri pomeriggio è rinata la maggioranza giallo-verde che ha governato l'Italia tra il 2018 e il 2019. Movimento 5 stelle e Lega hanno votato compatti contro il Meccanismo europeo di stabilità. A loro si sono aggiunti gli eurodeputati di Fratelli d'Italia. La Lega aveva presentato un emendamento a un rapporto sulle politiche economiche dell'area euro nel 2020 per “rigettare l'uso del Mes, perché non è in grado di rispondere in modo adeguato alla crisi nell'area euro”. La maggioranza giallo-verde nell'Ue è minoranza marginale. E' stata sconfitta per 555 voti a 119.

 

La riforma della Pac mette in maggese il Green deal - I ministri dell'Agricoltura all'alba di ieri si sono messi d'accordo su una riforma della Politica agricola comune che dovrebbe rendere le regole ambientali più vincolanti in linea con il Green deal. "Accordo cruciale", "buon equilibrio", "Pac più verde", ha detto la ministra tedesca Julia Klöckner, dopo due giorni di riunione a Lussemburgo. Nel frattempo, anche il Parlamento europeo ha approvato un compromesso tra i tre grandi gruppi della coalizione Ursula (Ppe, S&D e Renew) che permetterà di avviare i negoziati con il Consiglio (gli eurodeputati voteranno fino a venerdì altri emendamenti). Ma le Ong non sono soddisfatte: l'accordo al Consiglio - secondo loro - è incompatibile con gli impegni ambientali annunciati dall'Ue. "E' un giorno nero per l'ambiente. La transizione verso un'agricoltura ecologica ormai è in maggese" (la messa a riposo delle terre), ha detto Bérénice Dupeux dell'European Environmental Bureau.

 

Il Digital Services Act del Parlamento - In attesa della Commissione che dovrebbe presentare la sua proposta a dicembre, il Parlamento europeo ha adottato le sue richieste per il Digital Services Act dell'Ue. Gli assi portanti sono quattro: norme specifiche per le grandi piattaforme, che svolgono una funzione di controllo di accesso al mercato (i cosiddetti “gatekeeper”); migliore protezione per i consumatori dai prodotti illegali, contraffatti e non sicuri; regole più severe per la pubblicità mirata e più controlli su contenuti online ; rispetto delle future norme dell'Ue da parte dei prestatori stranieri di servizi. La risoluzione del Parlamento è stata approvata a larghissima maggioranza - 566 voti favorevoli, 45 contrari e 80 astensioni - ma la battaglia vera a colpi di centinaia di euro spesi dalle lobby inizierà solo dopo la presentazione del Digital Services Act da parte della Commissione.

 

Il “bonus” da 480 euro per lo smart working ai funzionari del Pe - I funzionari del Parlamento europeo ricevono 40 euro al mese come indennità per le spese dovute al telelavoro da casa, in particolare connessione internet e toner. La decisione è stata assunta dal segretario generale Klaus Welle. Un portavoce del Parlamento ci ha spiegato che si tratta di un “rimborso fisso delle spese per 40 euro al mese” che è stato concesso “dal 1 aprile a tutti i membri dello staff del segretariato del Parlamento per contribuire ai costi in cui incorrono per lo smart working”. Il bonus da 40 euro vale per 12 mesi “la durata abituate di un contratto internet”. I gruppi politici possono farne richiesta per i loro funzionari. I deputati possono concedere questo aiuto ai loro assistenti. “Io non voglio nulla. Dovremmo essere già felici di avere uno stipendio continuo”, ci ha detto un assistente.

 

Il bonus secondo Sassoli non è anacronistico - “Credo che non sia anacronistico aiutare i nostri funzionari a essere capaci di lavorare a distanza con una efficienza tecnologica di cui c'è bisogno”, ha detto David Sassoli, rispondendo a una domanda sul bonus da 40 euro al mese. “Gli incentivi per i sistemi tecnologici e per favorire il lavoro a distanza, credo che sia una misura non particolarmente impegnativa ma essere utile perché permette a tutti di sostenere con efficienza i propri sistemi”, ha spiegato Sassoli.

 

Il bonus vacanze di Natale per i funzionari della Commissione - Il commissario responsabile dell'Amministrazione, Johannes Hahn, ha annunciato ai suoi funzionari che potranno trascorrere una settimana in più nel paese dove intendono trascorrere le loro vacanze di Natale. In un messaggio a tutto lo staff, Hahn ha spiegato che verrà “eccezionalmente” autorizzata “una settimana di telelavoro dall'estero” ai funzionari che a Natale intendono andare in paesi in cui c'è obbligo di quarantena. Nel frattempo lo smart working rimane la regola, con una rotazione del personale critico che deve andare in ufficio, obbligo di mascherina e distanziamento, e la riduzione al minimo delle riunioni fisiche e delle missioni. La Commissione intende anche annunciare degli aiuti per i suoi funzionari che lavorano a casa. “Nei prossimi giorni sentirete di più da Gertrud Ingestad” (la direttrice generale delle risorse umane), ha annunciato Hahn. Seguirà il Parlamento sul bonus da 40 euro?

 

Il ritorno di von der Leyen dall'isolamento - Il portavoce della Commissione, Eric Mamer, ieri ha annunciato il ritorno di Ursula von der Leyen a Bruxelles, dopo un test in cui è risultata negativa al Covid-19. Von der Leyen “ha aspettato il risultato del suo secondo test che è arrivato tardi ieri sera e quello che posso dire è che attendiamo il suo arrivo imminente a Bruxelles”, ha detto il portavoce, ricordando che la presidente della Commissione si era messa in auto-isolamento in modo precauzionale anche se non obbligata dalle regole del Belgio. Il fatto che venerdì scorso abbia preso la macchina di servizio con autista e sia andata in Germania è un problema, nel momento in cui i cittadini ordinari in Belgio sono costretti a quarantene in mancanza di test? “E' un messaggio di prudenza che la presidente invia ai cittadini”, ha risposto il portavoce.

 

Vertice in videoconferenza sul Covid - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri ha invitato i capi di stato e di governo a un vertice informale in videoconferenza sul Covid-19 che si terrà il 29 ottobre. "Abbiamo bisogno di rafforzare il nostro sforzo collettivo per combattere il Covid-19", ha detto Michel. La videconferenza permette almeno di evitare il rischio di contagi e quarantena dei leader.

 

La Colatura di Cetara è Dop - La Commissione ieri ha annunciato l'approvazione della domanda dell'Italia di iscrivere la Colatura di alici di Cetara nelle denominazioni di origine protette. La spiegazione? “E' un liquido ottenuto dalla maturazione delle acciughe in salamoia e prodotto nella provincia di Salerno”, ha detto la Commissione: per odore e sapore “è usato come condimento ed esaltatore del gusto nella pasta e in piatti più semplici o elaborati. Le sue caratteristiche risultano dalle condizioni particolari della zona di pesca della provincia di Salerno e dall'abilità degli operatori locali di preparare i contenitori tradizionali in legno per la messa in salamoia delle acciughe”.

 


Accade oggi in Europa

- Parlamento europeo: sessione plenaria (discussione sugli stati membri che vendono passaporti Ue)

- Parlamento europeo: annuncio del vincitore del premio Sakharov

- Brexit: riprendono i negoziati tra Barnier e Frost a Londra

- Bce: discorso di Fabio Panetta su pagamenti pan-europei e l'euro digitale

- Eurostat: debito e deficit nella zona euro per il secondo trimestre 2020 e per tutto il 2019

- Nato: riunione dei ministri della Difesa

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