Europa Ore 7

L'Ue unita ma non troppo su Erdogan

L'Unione europea ha cercato di mostrarsi unita nella reazione agli insulti di Recep Tayyip Erdogan nei confronti di Emmanuel Macron. Ma il risultato non è brillante

David Carretta

Nessuna svolta in una riunione ieri tra la presidenza tedesca dell'Ue e i negoziatori del Parlamento europeo sul pacchetto di bilancio, con il rischio di ulteriori ritardi per l'entrata in funzione del Recovery fund

L'Unione europea ha cercato di mostrarsi unita nella reazione agli insulti di Recep Tayyip Erdogan nei confronti di Emmanuel Macron. Ma, tra tweet e dichiarazioni ufficiali, il risultato non è brillante. “I Paesi Bassi sono fermamente al fianco della Francia e dei valori collettivi dell'Ue. Per la libertà di espressione e contro l'estremismo e il radicalismo”, ha scritto su Twitter il premier olandese, Mark Rutte. “Condanno gli insulti del presidente Erdogan a Macron. Dimostrano ancora una volta che la Turchia è sempre più lontana dall'Ue e dai nostri valori comuni”, ha twittato il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz. Ma alcuni leader europei si sono aggrappati alla cosiddetta “agenda positiva” offerta a Erdogan dal Consiglio europeo dell'1 e 2 ottobre per cercare di spingerlo a comportamenti più responsabili. Le dichiarazioni del presidente turco sono “inaccettabili. Le invettive personali non aiutano l'agenda positiva che l'Ue vuole perseguire con la Turchia”, ha scritto su Twitter Giuseppe Conte. "Non possiamo permettere che una guerra di parole renda il mondo molto peggiore. Speriamo che un dialogo possa ripartire al più presto", ha detto il premier maltese, Robert Abela.

Anche la Commissione è stata molto prudente nella sua reazione, rinviando il tutto al Consiglio europeo di dicembre, durante il quale i capi di stato e di governo dovrebbero rivalutare le relazioni con la Turchia sulla base dei comportamenti di Erdogan. Qui spieghiamo tutte le difficoltà degli europei a trovare una strategia unita su Erdogan. La situazione è pericolosa. Il presidente turco ha bisogno di soffiare sul fuoco dei conflitti per ragioni interne e internazionali. Angela Merkel finora ha predicato dialogo e cooperazione. Ma, se cambierà idea, alla fine l'Ue potrebbe infliggere sanzioni che Erdogan non può permettersi. Ieri la cancelliera tedesca – che non usa Twitter ma il suo portavoce per la diplomazia – ha fatto sapere che quelle di Erdogan sono “dichiarazioni diffamatorie assolutamente inaccettabili”.

Macron potrebbe si trova davanti a un problema più grande. Non solo Erdogan, ma diversi paesi musulmani hanno lanciato boicottaggi contro i prodotti francesi. Daniele Raineri spiega la campagna sporca contro Macron che mischia politica turca e altro, dieci giorni dopo la decapitazione di Paty.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 27 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

La Spagna libera di anticipare il Recovery fund - La Commissione europea non sembra obiettare alla decisione del governo spagnolo di anticipare una parte delle risorse del Recovery fund indebitandosi sui mercati per accelerare i progetti di investimenti anche senza il via libera di Bruxelles. “Niente impedisce alla Spagna di raccogliere fondi sul mercato in attesa di ricevere poi delle sovvenzioni da parte dell'Ue. Non penso che ci sia nei nostri progetti alcun limite in questo senso”, ci ha detto il portavoce della Commissione, Eric Mamer. In un'intervista al Financial Times, il ministro degli Esteri spagnolo, Arancha González, aveva annunciato l'intenzione di indebitarsi sui mercati per lanciare gli investimenti del Recovery fund prima che il fondo europeo sia effettivamente in funzione. “L'Europa vuole esserci per voi”, ha detto Ursula von der Leyen in un discorso alla conferenza dei presidenti delle regioni spagnole.

Niente svolta su bilancio e Recovery fund - Nessuna svolta in una riunione ieri tra la presidenza tedesca dell'Ue e i negoziatori del Parlamento europeo sul pacchetto di bilancio, con il rischio di ulteriori ritardi per l'entrata in funzione del Recovery fund. Ci sono stati “alcuni movimenti, ma rimangono divergenze" sul volume complessivo del bilancio 2021-27 e su come finanziare le risorse aggiuntive richieste dal Parlamento, ha detto il portavoce della presidenza tedesca. La prossima riunione del cosiddetto “trilogo” (i negoziatori di Consiglio, Parlamento e Commissione) si terrà domani. Oggi, invece, nuova riunione del trilogo sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto.

La presidenza tedesca in semi lockdown causa Covid-19 - La presidenza tedesca dell'Ue ha deciso di limitare il più possibile le riunioni fisiche a Bruxelles, dopo che la capitale europea è diventata la città con “il più alto” tasso di contagi in Europa. I gruppi di lavoro con gli esperti nazionali saranno ridotti al “minimo necessario assoluto”, con un utilizzo limitato anche delle videoconferenze a causa delle risorse limitate del Consiglio dell'Ue. “Solo gli incontri essenziali necessari per il funzionamento dell'Ue o per coordinare la risposta alla crisi Covid-19 si terranno di persona – e solo a condizione che tutte le regole di distanziamento e sanitarie possano essere rispettate strettamente”, ha detto un portavoce della presidenza tedesca. Tra le questioni prioritarie c'è anche il pacchetto del bilancio Ue, che comprende il Recovery fund. “E' virtualmente impossibile raggiungere un accordo tra stati membri dell'Ue e parlamento europeo senza negoziati e incontri faccia a faccia”, ha spiegato il portavoce, chiedendo al Parlamento europeo una rapida approvazione del pacchetto per “dimostrare la capacità dell'Europa a agire” di fronte alla seconda ondata.

Il Covid-19 rimanda il congresso della Cdu - Il comitato direttivo della Cdu tedesca ieri ha deciso di rinviare per la seconda volta il Congresso che doveva eleggere il successore di Annegret Kramp-Karrenbauer alla guida del partito. Daniel Mosseri spiega che il rinvio potrebbe potrebbe cambiare gli equilibri interni nella corsa tra Armin Laschet, Friedrich Merz e Norbert Roettgen per prendere la testa del partito di Angela Merkel. Secondo fonti del partito, la decisione sul nuovo candidato alla cancelleria dell'alleanza Cdu-Csu non sarà presa prima di marzo, quando si terranno le prossime elezioni regionali.

La Germania verso un lockdown light - La cancelliera tedesca, Angela Merkel, starebbe pianificando un lockdown leggero per contenere la seconda ondata di Covid-19, secondo le indiscrezioni pubblicate dalla Bild. Le nuove misure dovrebbero essere discusse domani. Nel frattempo, la Bundesbank ha avvertito che la ripresa dell'economia tedesca continuerà a "un ritmo molto più lento" in questo quarto trimestre dell'anno.

Frontex complice di respingimenti - Gli assetti navali di Frontex sono stati coinvolti in operazioni di respingimenti marittimi di rifugiati di migranti al largo della Grecia, secondo quanto rivelato da un'inchiesta congiunta di Bellingcat, Lighthouse Reports, Der Spiegel, ARD e TV Asahi. "La Commissione è profondamente preoccupata delle notizie di respingimenti e altre forme di non rispetto del diritto europeo, inclusa la salvaguardia di diritti fondamentali e il diritto a accedere all'asilo", ha reagito ieri un portavoce della Commissione, Adalbert Jahnz. "Ci aspettiamo che sia le autorità greche sia Frontex indaghino queste notizie in modo approfondito e assicurino il pieno rispetto del diritto dell'Ue", ha aggiunto il portavoce. Ma alla fine la Commissione se ne lava le mani. Di fatto, toccherà agli indagati indagare e processare sé stessi. In passato né la Grecia né Frontex hanno mai fatto chiarezza su episodi analoghi. Secondo l'inchiesta giornalistica, le unità di Frontex erano presenti in almeno sei episodi di respingimenti al largo di Lesvos e Samon tra il 28 aprile e il 19 agosto.

Il consenso (difficile) sulla candidata per la Wto - Gli ambasciatori dei 27 ieri hanno trovato un accordo per sostenere la nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala come direttore dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Ma il Coreper si è dovuto riunire due volte per arrivare a un consenso. In mattinata due stati membri (Ungheria e un paese baltico) avevano rifiutato di dare il loro assenso. Nel pomeriggio hanno accettato la proposta della presidenza tedesca per il bene dell'unità europea. Il sostegno a Okonjo-Iweala è “un forte segnale per rafforzare l'ordine multilaterale” e “un chiaro segnale verso l'Africa”, ha spiegato una fonte del Consiglio europeo. Ma sette stati membri hanno comunque chiesto di mettere a verbale il loro sostegno per la sudcoreana Yoo Myung-hee. Ora la palla passa a Ginevra. Se non ci sarà consenso alla Wto su Okonjo-Iweala, l'Ue è pronta a “convergere” su Yoo, ci ha detto un'altra fonte europea.

La minaccia dei dazi Ue alla ricerca di un deal con Trump - La Wto ieri ha formalmente l'Ue a imporre dazi su 4 miliardi di dollari di prodotti americani nella controversia per i sussidi a Boeing. Ma il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, vuole usare la minaccia per convincere gli Stati Uniti a abbandonare i suoi dazi contro Airbus. "Per noi il risultato migliore sarebbe un accordo negoziato con gli Usa", ha detto Dombrovskis.

L'industria italo-tedesca chiede libertà al Brennero - Le due associazioni industriali di Italia e Germania ieri hanno pubblicato una dichiarazione congiunta contro i blocchi unilaterali imposti dall'Austria al Brennero. I tentativi di mediazione della Commissione con le autorità di Vienna e del Tirolo finora sono falliti. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e il suo omologo di Bdi, Dieter Kempf, invocano una procedura di infrazione. “La  Commissione  europea  ha  il dovere  di  risolvere  i  problemi  di  dimensione  europea:  ha  invitato  il  Tirolo  a  porre  fine  ai  blocchi unilaterali,  ma  è  necessario  intraprendere  ulteriori  azioni.  Non  possiamo  accettare  che  le  politiche nazionali e locali mettano a repentaglio il buon funzionamento del mercato interno dell'Ue”, si legge nella dichiarazione congiunta di Confindustria e Bdi.

La scissione del M5s arriva a Bruxelles - Valerio Valentini lo aveva anticipato sul Foglio, raccontando di come il M5s stia bussando alle porte dei socialisti per trovare un gruppo al Parlamento europeo. La questione dovrebbe essere affrontata dopo (o durante) gli Stati generali. Ma ieri il litigio che rischia di portare alla scissione del M5s al Parlamento europeo è esploso pubblicamente. Da un lato Ignazio Corrao ha parlato di "possibilità concreta" di scissione. Dall'altro la capodelegazione Tiziana Beghin ha detto che la scissione "va scongiurata", ma ha minacciato di deferire ai probiviri del movimento lo stesso Corrao, Eleonora Evi, Rosa D'Amato, Piernicola Pedicini e Laura Ferrara per aver votato fuori linea sulla riforma della Politica agricola comune.

EuroNomine - La verde tedesca Anna Cavazzini è stata eletta presidente della commissione Mercato interno e protezione dei consumatori del Parlamento europeo.

 

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