“I cittadini sono legittimamente stanchi”, ma “serve pazienza, disciplina e solidarietà”, ha detto von der Leyen. Oggi ci sarà una riunione dei ministri della Sanità ma la priorità è quella della riforma dell'Organizzazione mondiale della sanità
A otto mesi dall'arrivo della pandemia in Europa i capi di stato e di governo dell'Ue ieri sera hanno nuovamente promesso coordinamento e cooperazione per affrontare il Covid-19. Non la seconda ondata, perché ormai quella sta colpendo in pieno l'Unione europea, con i singoli governi che hanno iniziato a imporre lockdown più o meno severi. Ma coordinarsi in vista della possibile terza ondata, che arriverà dopo Natale, forse all'inizio del 2021, quando le misure restrittive introdotte in questi giorni saranno allentate e la vaccinazione di massa non sarà ancora a disposizione di tutti. “Siamo uniti perché siamo sulla stessa barca”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dopo la riunione in videoconferenza con i capi di stato e di governo: “è una battaglia difficile, è una crisi grave, è una seconda ondata che ci mette alla prova e mette alla prova i nostri cittadini in Europa”. Secondo Michel, “coesione e solidarietà contano più che mai”. Ma dietro gli slogan già ripetuti nei vertici di marzo, aprile, maggio e giugno, cosa c'è di concreto? “Il focus è stato su test e tracciamenti e sui vaccini”, ha spiegato Michel: “sono cruciali non solo nel breve termine, ma nel medio e lungo periodo”.
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