Europa Ore 7
Gli occhi europei sul voto americano
Le attese dell'Europa e le chiacchiere su Joe Biden. Alla Festa dell'Ottimismo abbiamo saputo un po' di cose importanti sull'Ue
l ritardo nei negoziati sul pacchetto di bilancio Ue, da cui dipende il Recovery fund, riporta sotto i riflettori la linea di credito pandemica del Meccanismo europeo di stabilità. Questi "soldi sarebbero un vantaggio per tutti i paesi che hanno tassi di interessi pià alti di quelli che vengono concessi all'Ue", ha spiegato Gentiloni, riferendosi all'Italia. Il Mes è "uno strumento adeguato perché avremo molti mesi prima che il Recovery entri in vigore in modo operativo", ha detto Tinagli. Roberto Gualtieri: il Mes è "utile e conveniente", ma "pone problemi politici all'interno della maggioranza, nel senso che un partito è a favore e uno è contrario"
L'Unione europea è rimasta più silente del solito durante la campagna per le elezioni presidenziali americane che si concluderà domani. Segretamente fa il tifo per Joe Biden, ma un po' per scaramanzia, e visto il precedente del 2016, non osa dirlo apertamente. Come quattro anni fa Donald Trump potrebbe smentire tutti i sondaggi. Peggio: lo scenario di un risultato incerto o contestato dall'attuale presidente, con una crisi costituzionale negli Stati Uniti dall'esito incerto, spinge gli europei a un'estrema prudenza. L'impatto va oltre le relazioni tra Ue e Usa. In un contesto di sempre più grave crisi per le restrizioni dovute al Covid-19, le conseguenze potrebbero essere gravi per l'economia. “Non tocca a noi avere un'opinione sull'aspetto politico di quello che sarà il risultato del processo democratico che si terrà il 3 novembre e il risultato”, ha detto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, giovedì. Ma quello che accadrà domani e nei giorni successivi negli Usa “con l'esito dei negoziati Brexit è chiaramente uno dei due rischi geopolitici maggiori che incombono là fuori”, ha avvertito Lagarde.
L'elezione di Trump quattro anni fa ha indubbiamente sconvolto le abitudini degli europei. La garanzia di sicurezza dell'articolo 5 della Nato rimessa in discussione; fine del ruolo di gendarme americano nel vicinato dell'Europa; guerra commerciale a colpi di dazi pretestuosi con la scusa dell'acciaio; uscita dall'accordo di Parigi sul clima e da quello sul nucleare con l'Iran (cioè i due maggiori successi rivendicati dagli europei sulla scena globale negli ultimi tre decenni): con Trump l'Ue ha visto sgretolarsi il multilateralismo e l'ordine mondiale basato sulle regole su cui aveva impostato il suo molle soft power razionale.
Gli europei sperano che Biden alla Casa Bianca possa restaurare almeno in parte i bei tempi andati. “In passato abbiamo avuto opinione diverse su alcune questioni, come clima, commercio e la situazione in altre parti del mondo. Sarebbe bene per il futuro se fosse possibile avere una forte alleanza con gli Usa”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. “Per il prossimo mandato, nelle relazioni tra Usa e Ue auspichiamo più impegno sulla scena multilaterale a favore del sistema basato sulle regole”, ha spiegato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Nessuno dei due leader delle istituzioni europee ha fatto dichiarazione di voto. “Rispetteremo le scelte che saranno fatte dagli elettori americani”, ha detto Michel. Ma la preferenza per Biden è chiara.
Il problema per l'Ue di una vittoria di Biden è che rischia di creare l'illusione di poter tornare allo status quo ante bellum con Trump. L'attuale presidente ha costretto gli europei a uscire dal loro torpore. Passato lo choc del 2016, e preso atto negli anni successivi che non si poteva trasformarlo in un internazionalista liberal, l'Ue ha faticosamente avviato la sua di conversione, dotandosi di politiche e strumenti per creare una propria sovranità. Di fronte alla minaccia di un'uscita degli Usa dalla Nato, alcuni paesi europei hanno iniziato a spendere di più per la difesa. Trump ha anche aperto gli occhi degli europei sulla minaccia Cina. Con Biden alla Casa Bianca, la tentazione per molti europei sarà di chiudere di nuovo gli occhi e ritornare con le braccia conserte perché è tornata la leadership globale americana. Ma, tra gli analisti, c'è consenso sul fatto che l'America del 2020 non tornerà indietro all'era pre-Trump anche con un nuovo leader. Una vittoria di Trump sarebbe una pessima notizia, ma l'Ue è più attrezzata rispetto a quattro anni fa.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di lunedì 2 novembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Covid, Europa e Italia al festival dell'ottimismo del Foglio - Sabato si è discusso molto di Covid, Europa e Italia al festival dell'ottimismo del Foglio. Tutti gli interventi li trovate qui. Dalla sponda bruxellese ci permettiamo di segnalare quel che hanno detto il commissario Paolo Gentiloni e Irene Tinagli. Il ritardo nei negoziati sul pacchetto di bilancio Ue, da cui dipende il Recovery fund, riporta sotto i riflettori la linea di credito pandemica del Meccanismo europeo di stabilità. Questi "soldi sarebbero un vantaggio per tutti i paesi che hanno tassi di interessi pià alti di quelli che vengono concessi all'Ue", ha spiegato Gentiloni, riferendosi all'Italia. Il Mes è "uno strumento adeguato perché avremo molti mesi prima che il Recovery entri in vigore in modo operativo", ha detto Tinagli. Luciano Capone è riuscito a strappare la verità sul Mes a Roberto Gualtieri: il Mes è "utile e conveniente", ma "pone problemi politici all'interno della maggioranza, nel senso che un partito è a favore e uno è contrario".
Il Recovery non c'è ancora, ma Sassoli ne vuole di più - Sempre dal festival dell'ottimismo del Foglio va segnalato quel che ha detto David Sassoli a proposito del Recovery fund. Malgrado il fatto che non ci sia ancora un accordo in grado di farlo partire, secondo il presidente del Parlamento europeo è “necessaria una seconda fase del Recovery fund” con “nuove misure, ulteriori investimenti, altri stanziamenti di fondi a sostegno della ripresa e del rilancio”. Questa idea non ha molti fan a Bruxelles, almeno fuori dal Parlamento europeo, dove la priorità è trovare un accordo che permetta gli esborsi della Recovery and resilience facility – lo strumento finanziariamente più consistente del Recovery fund – dalla prossima estate.
Il giro d'Europa dei lockdown - Nel fine settimana cinque paesi europei hanno seguito la strada tracciata da Francia e Germania su lockdown più o meno generali per contenere la seconda ondata di Covid-19. Il Belgio ha imposto la chiusura di tutti i negozi non-essenziali e limitato ulteriormente i contatti sociali al di fuori della famiglia, prolungando le vacanze scolastiche della settimana di Ogni Santi fino al 15 novembre. La Grecia ha chiuso i ristoranti e reso obbligatorio l'uso della mascherina all'esterno: bar, teatri e musei dovranno chiudere nelle regioni più colpite del paese. L'Austria ha imposto un coprifuoco e chiuso ristoranti, hotel, istituzioni culturali e sportive fino alla fine di novembre. Il Portogallo ha deciso un confinamento parziale che toccherà circa il 70 per cento della popolazione. Nel Regno Unito il governo di Boris Johnson ha deciso il lockdown per l'Inghilterra fino al 2 dicembre.
Vacanze di Ogni Santi e Covid non aiutano l'accordo sul bilancio - Questa è una settimana di attività ridotte al minimo a Bruxelles. Oggi è un giorno festivo. Per il Parlamento europeo è "settimana verde", cioè i deputati rimangono nella loro circoscrizione nazionale. La riunione settimanale del collegio dei commissari non ci sarà. Tutto questo rischia di portare a ulteriori ritardi nei negoziati sul pacchetto di bilancio. Le trattative sono rese ancor più complicate dalla situazione sanitaria a Bruxelles. “Dobbiamo trovare rapidamente un accordo sul bilancio perché non so per quanto tempo ancora potremo vederci fisicamente”, ci ha detto uno dei negoziatori impegnato nelle trattative tra la presidenza tedesca e il Parlamento europeo. Al momento non sono previsti incontri tra la presidenza tedesca dell'Ue e i negoziatori del Parlamento europeo sul quadro finanziario pluriennale. Per contro, si punta a un'intesa il 5 novembre sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto.
La settimana dell'Ue è tutta economica - Eurogruppo domani, Ecofin mercoledì, previsioni economiche della Commissione giovedì: questa settimana europea è quasi tutta dedicata all'economia, in un contesto totalmente rivoluzionato rispetto agli anni precedenti. I ministri delle Finanze della zona euro ospiteranno il direttore del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Andrea Ammon, per approfondire l'interazione tra la situazione pandemica e le condizioni economiche. L'altra discussione chiave all'Eurogruppo riguarda l'euro come moneta digitale. I ministri devono decidere se farne un semplice mezzo di pagamento o farne una valuta legale più ampia. “In mezzo ci sono molte opzioni”, ci ha spiegato una fonte dell'Eurogruppo: l'euro digitale “può avere conseguenze economiche, sociali e politiche molto rilevanti, dall'inclusione finanziaria, alla sovranità, passando dall'innovazione e dalla digitalizzazione dell'economia. Ma ci sono anche implicazioni per la stabilità finanziaria, la privacy e il riciclaggio”.
Vestager ha fatto i conti degli aiuti di stato Covid - Margrethe Vestager, in un discorso al Berliner Gesprächskreis zum Europäischen Beihilfenrecht venerdì, ha fatto i conti degli aiuti di stato legati alla crisi del Covid-19. In sintesi: molto è stato annunciato, ma poco è stato speso. Finora sono stati approvati dalla Commissione circa 3.000 miliardi di aiuti pubblici. La parte del leone è della Germania con più del 50 per cento degli aiuti di stato a livello Ue, seguita da Francia e Italia (15 per cento ciascuno) e Spagna (circa il 5 per cento). I dati su quanto è stato speso risalgono a giugno e vanno dunque presi con prudenza. Ma su 2.300 miliardi autorizzati all'epoca, solo 346 miliardi erano stati effettivamente spesi. “E' una differenza notevole”, ha detto Vestager. La Francia ha sborsato circa il 30 per cento del totale Ue, la Germania il 28 per cento, la Spagna il 20 per cento e l'Italia l'8 per cento. Ci sono anche “importanti differenze nel modo in cui il sostegno è stato concesso”, ha spiegato Vestager. Francia, Spagna Svezia, Portogallo e Romania hanno fornito “quasi esclusivamente” garanzie pubbliche. Per contro, Germania, Italia, Grecia, Irlanda e Portogallo hanno utilizzato soprattutto sovvenzioni e altri misure una tantum “con effetti potenzialmente più durevoli sulla concorrenza”.
La settimana della sorpresa Brexit? - “Lavoriamo duramente per un accordo. Molto deve ancora essere fatto”, ha scritto su Twitter venerdì il capo-negoziatore dell'Ue, Michel Barnier. I negoziati su un accordo di libero scambio che regoli le relazioni post Brexit tra Unione Europea e Regno Unito sono proseguiti per tutto il fine settimana. Alcune fonti evocano prudentemente una possibile sorpresa positiva questa settimana. Una prova dei progressi nei negoziati è l'intervista rilasciata ieri da Clément Beaune alla Bbc. Il ministro francese per gli Affari europei ha accuratamente evitato minacce o toni aggressivi. “Abbiamo un interesse comune a arrivare a un accordo”, ha detto Beaune, invitando Boris Johnson a essere “equilibrato” ed evitare “i giochetti tattici”.
Il calendario della settimana in Europa
Martedì 3 novembre
- Eurogruppo (in videoconferenza)
- Commissione: discorso del vicepresidente Timmermans alla Circular Economy Stakeholder Conference
- Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell presiede il dialogo strategico Ue-Pakistan
- Eurostat: dati sulle bancarotte nel trimestre
Mercoledì 4 novembre
- Consiglio: Ecofin (in videoconferenza)
- Consiglio: riunione del Coreper
- Parlamento europeo: sessione in videoconferenza della plenaria dell'Assemblea parlamentare Euro-Latino Americana (EuroLat)
- Eurostat: prezzi della produzione industriale di settembre
Giovedì 5 novembre
- Commissione: il commissario Gentiloni presenta le previsioni economiche d'autunno
- Commissione: il commissario Gentiloni partecipa alla Europe's Strategic Choices Conference della Chatham House
Parlamento europeo: sessione in videoconferenza della plenaria dell'Assemblea parlamentare Euro-Latino Americana (EuroLat)
- Eurostat: dati sul commercio al dettaglio di settembre; dati sull'invecchiamento della popolazione; dati sui trasporti ferroviari di passeggeri