Europa Ore 7
Il Pe vuole dare all'Italia 40 mld di anticipo del Recovery
I principali gruppi al Parlamento europeo ieri hanno raggiunto un accordo sulla posizione da tenere nei negoziati con la presidenza tedesca dell'Ue sulla regolamentazione della Recovery and Resilience Facility
Nel momento in cui la maggior parte degli stati membri è costretta a imporre nuovi lockdown parziali o limitati per contenere la seconda ondata, diverse voci si sono alzate per chiedere più risorse per il Recovery fund
L'Italia potrebbe ricevere 40 miliardi di euro di anticipo dal Recovery fund la prossima estate, se gli stati membri accetteranno una proposta del Parlamento europeo di aumentare la quota di pre-finanziamento dal 10 al 20 per cento. I principali gruppi al Parlamento europeo ieri hanno raggiunto un accordo sulla posizione da tenere nei negoziati con la presidenza tedesca dell'Ue sulla regolamentazione della Recovery and Resilience Facility, il principale strumento finanziario di Next Generation Eu, con una dotazione di 672,5 miliardi tra sovvenzioni e prestiti. “Proponiamo di prolungare il programma da 3 a 4 anni” e “di aumentare il pre-finanziamento dal 10 al 20 per cento per aiutare di più e più rapidamente”, ha detto Siegfried Muresan del Ppe, che è uno dei tre relatori per il provvedimento al Parlamento europeo. I criteri attuali prevedono di attribuire un anticipo del 10 per cento sul totale delle risorse destinate a un paese. Per l'Italia significa poco più di 20 miliardi, che con l'idea del Parlamento europeo passerebbero a circa 40 miliardi. La nuova proposta - secondo Muresan - è sostenuta dai gruppi del Partito popolare europeo, dei Socialisti & democratici, dei liberali di Renew Europe e dei Verdi.
Nel momento in cui la maggior parte degli stati membri è costretta a imporre nuovi lockdown parziali o limitati per contenere la seconda ondata, diverse voci si sono alzate per chiedere più risorse per il Recovery fund. Al festival dell'ottimismo del Foglio, il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha detto che serve “una seconda fase del Recovery fund” con “nuove misure, ulteriori investimenti, altri stanziamenti di fondi a sostegno della ripresa e del rilancio”. Al Consiglio e alla Commissione nessuno vuole toccare il tetto di 750 miliardi del Recovery fund, faticosamente negoziato a luglio. Ma la proposta del Parlamento europeo di portare il pre-finanziamento al 20 per cento permetterebbe di aggirare il problema, facendo affluire più contante nell'arco del 2021. La presidenza tedesca non chiude la porta: “Affronteremo questo punto una volta che il Parlamento europeo avrà una posizione ufficiale”, ci ha detto un suo portavoce.
Il Parlamento europeo voterà sulla regolamentazione della Recovery and Resilience Facility il 9 novembre. I negoziati con la presidenza tedesca dell'Ue dovrebbero iniziare il 12 novembre. Il test concordato da Ppe, S&D, Renew e Verdi prevede altre modifiche rispetto alla proposta originaria della Commissione: la Recovery and Resilience Facility dovrebbe avere un legame più forte con il semestre europeo e le raccomandazioni specifiche per paese; i fondi non dovrebbero essere usati per la spesa corrente, ma solo per finanziare investimenti; se uno stato membro non rispetta gli impegni su riforme e investimenti, la Commissione dovrebbe avere il potere di chiedere il rimborso dell'anticipo. Il Parlamento europeo, inoltre, chiede di avere un ruolo analogo a quello del Consiglio per approvare i piani nazionali di riforma e investimenti. Ma alcune delle proposte dei quattro gruppi del Parlamento europeo non possono essere accettate dai governi.
Nel frattempo i negoziati sul pacchetto di bilancio dell'Ue, da cui dipende il Recovery fund, sono sempre bloccati. Sul quadro finanziario pluriennale ci sono "progressi", ma "rimangono divergenze che devono essere colmate", ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, dopo una videoconferenza con Angela Merkel e David Sassoli: "Abbiamo bisogno di un accordo presto". "Il Parlamento europeo è unito per una risposta rapida e ambiziosa che sia di beneficio per tutti i cittadini europei", ha risposto Sassoli in un tweet. Il ministro tedesco delle Finanze, Olaf Scholz, ha accusato il Parlamento europeo di bloccare l'accordo. Con la seconda ondata di Covid-19 "non abbiamo bisogno di un rinvio ora", ha detto Scholz a Reuters: "Posso solo lanciare un appello a tutte le parti, incluso il Parlamento europeo, a evitare le solite tattiche nazionali e assicurare che un consenso sia raggiunto presto". Lo stesso invito al Parlamento europeo a capitolare dovrebbe essere lanciato dai ministri delle Finanze all'Eurogruppo di oggi e all'Ecofin di domani.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 3 novembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
L'Ue con il fiato sospeso può reggere altri 4 anni di Trump? - L'Unione Europea fa il tifo per Joe Biden, anche se non può dirlo apertamente. Questa notte i suoi dirigenti seguiranno ora per ora lo spoglio nella speranza di una vittoria netta del candidato democratico, che sia incontestabile davanti ai tribunali e alla Corte suprema. Ma c'è il timore di una brutta sorpresa come quella del 2016. In cuor loro gli europei hanno sempre guardato al 3 novembre come al giorno della liberazione. Noi ci siamo chiesti: l'Europa può sopravvivere ad altri quattro anni di Trump?
Sul Covid un'altra lezione di leadership da Merkel - La cancelliera tedesca ieri ha tenuto una conferenza stampa di un'ora e un quarto per spiegare ai cittadini tedeschi la sua strategia contro la seconda ondata Covid-19. Merkel ha spiegato perché, pur avendo riflettuto a lungo sulla possibilità di introdurre misure di restrizione meno dure, alla fine ha deciso di seguire la strada più rigida: meno contatti vuol dire avere meno contagi, non ci sono alternative. Secondo gli scienziati, perché quel che si fa sia efficace, i contatti devono essere ridotti del 75 per cento, ma è necessario che l'impegno sia di tutti. In un editoriale il Foglio invita tutti a prendere appunti sulla libertà responsabile che è al centro della strategia Merkel.
La rivolta dell'establishment contro il lockdown di Macron - Dimenticatevi dei gilet gialli. Il presidente francese, Emmanuel Macron, è di fronte ad una rivolta dell'establishment contro la sua decisione di chiudere i negozi e di vietare la vendita di prodotti non essenziali nei supermercati. Giornalisti che criticano la chiusura delle piccole librerie. Matematici che si ribellano contro l'impossibilità di comprare calzini al supermercato. Una ventina di associazioni di commercianti, ma anche la Confindustria francese (il Medef) e la confederazione delle Piccole e medie imprese, hanno pubblicato un comunicato congiunto per chiedere “solennemente al governo di riaprire tutti i negozi commerciali dal 13 novembre e mettere in opera vere misure di sostegno”. Secondo il comunicato, “il successo della lotta contro il Covid-19 si fonda tanto sull'efficacia delle misure sanitarie quanto sulla loro accettabilità collettiva”.
Pressione su BoJo per evitare un no-deal con il Covid - Mentre a Bruxelles continuano i negoziati tra Michel Barnier e David Frost, cresce la pressione interna su Boris Johnson per evitare una hard Brexit economica nel momento in cui il Regno Unito è alle prese con le conseguenze e i lockdown del Covid-19. “Sarebbe inconcepibile provocare una no-deal Brexit (…) nel momento in cui stiamo affrontando questa seconda ondata feroce”, ha detto il direttore generale della Confindustria britannica, Dame Carolyn Fairbairn. Barnier e Frost sarebbero vicini a un'intesa sulla pesca. Questa settimana le discussioni dovrebbero concentrarsi sul level playing field, e in particolare gli aiuti di stato.
Ricompare Farage con l'Exit dal Lockdown Party - Nigel Farage ha intenzione di trasformare il suo defunto Brexit Party in un nuovo partito politico anti-lockdown. Il primo passo formale è stato compiuto con la notifica del cambio di nome del Brexit Party in Reform Uk. Paola Peduzzi spiega che per il suo "Exit dal lockdown Party", Farage potrebbe essersi ispirato a Trump che ha seguito in campagna elettorale.
Debutta un nuovo formato dell'Eurogruppo - Dopo l'Eurogruppo riservato ai paesi dell'unione economica e monetaria e l'Eurogruppo in formato inclusivo che è aperto a tutti i paesi della zona euro, i ministri delle Finanze oggi inaugurano un nuovo formato per il loro conclave: “il Banking Union format”, ci ha spiegato una fonte europea. E' una “nuova innovazione. Finora l'unione bancaria era totalmente sovrapposta all'area euro e non c'era necessità di un formato specifico”, ha detto la fonte. Ma questo è cambiato “con l'ingresso di Bulgaria e Croazia. Ora abbiamo bisogno di uno specifico format: 19 più 2”.
All'Eurogruppo il problema dei crediti deteriorati Covid - I ministri delle Finanze della zona euro inizieranno ad affrontare il problema dei Non Performing Loans (NPLs) che si ritroveranno nei bilanci delle banche a seguito della crisi provocata dal Covid-19. Ci sarà una relazione del capo della vigilanza della Bce, Andrea Enria, che in un recente intervento sul Financial Times ha lanciato l'allarme: “in uno scenario severo ma plausibile i NPLs nelle banche della zona euro potrebbero raggiungere 1.400 miliardi di euro". La stima è considerata esagerata dentro l'Eurogruppo. Il sospetto è che Enria voglia spingere per la creazione di una bad bank europea. “Non c'è discussione politica attiva su questa questione e non diventerà parte della discussione dell'Eurogruppo”, ha detto la nostra fonte europea. Ma i ministri delle Finanze sono comunque preoccupati dalle implicazioni dei NPLs sul futuro dell'unione bancaria. Una delle idee è iniziare a trattare in modo diverso i crediti deteriorati pre e post Covid- 19. “Ogni NPLs creato prima di marzo di quest'anno non è il risultato del Covid”, ha spiegato la fonte europea: “C'è un riconoscimento, che potrebbe formalizzarsi in consenso, che i NPLs che erediteremo dalla crisi Covid sono di natura molto diversa da quelli che abbiamo ereditato dalla crisi finanziaria”.
EuroNomine 1 - L'eurodeputato del Partito democratico, Brando Benifei, è stato eletto presidente del Gruppo Spinelli, il network di parlamentari che prende il nome da uno dei padri fondatori e persegue l'obiettivo della riforma federale dell’Ue. Il Gruppo Spinelli ha deciso una nuova riorganizzazione in vista soprattutto della Conferenza sul Futuro dell'Europa.
EuroNomine 2 - L'estone Andrus Ansip è stato eletto il 26 ottobre vicepresidente della commissione Mercato interno del Parlamento europeo. Ansip era stato vicepresidente della Commissione di Jean-Claude Juncker, responsabile per il digitale. La sua nomina è considerata una buona notizia per le imprese del digitale, messe sotto pressione dalla tendenza di alcuni parlamentari europei di voler regolamentare in modo eccessivo il settore.
Accade oggi in Europa
- Eurogruppo (in videoconferenza)
- Commissione: discorso del vicepresidente Timmermans alla Circular Economy Stakeholder Conference
- Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell presiede il dialogo strategico Ue-Pakistan
- Eurostat: dati sulle bancarotte nel trimestre