Europa ore 7
Nostalgici, sognatori e trumpisti. Cosa pensano i leader Ue delle elezioni americane
I 27 sono spaccati in tre campi, che si sono distinti per la cacofonia delle loro reazioni al voto oltreoceano
L'Europa ieri si è svegliata con l'incubo della rielezione di Donald Trump, è andata a dormire sognando la vittoria di Joe Biden, ma con il timore di risvegliarsi oggi con una crisi costituzionale in America. L'Ue deve fare i conti con le sue divisioni sulla sua politica transatlantica
L'Europa ieri si è svegliata con l'incubo della rielezione di Donald Trump, è andata a dormire sognando la vittoria di Joe Biden, ma con il timore di risvegliarsi oggi con una crisi costituzionale in America. A prescindere da chi sarà proclamato 46esimo presidente degli Stati Uniti, l'Ue deve però fare i conti con le sue divisioni sulla sua politica transatlantica. I 27 sono spaccati in tre campi, che ieri si sono distinti per la cacofonia delle loro reazioni al voto americano. Il primo gruppo, capitanato dalla Germania, è quello dei nostalgici che vorrebbero tornare alla relazione transatlantica pre-2016. Il secondo gruppo, guidato dalla Francia, è quello dei sognatori di un'Europa sovrana in grado di fare a meno degli Usa. Il terzo gruppo, composto prevalentemente da paesi dell'Est, è quello dei trumpisti per ideologia e convenienza. In questo contesto, i leader delle istituzioni Ue ieri sono rimasti silenti. L'unico a parlare – per non dire granché – è stato l'Alto rappresentante Josep Borrell: “Il popolo americano ha parlato. In attesa del risultato elettorale, l'Ue resta pronta a continuare a costruire una forte partnership transatlantica basata sui nostri valori e storia condivisa”.
I nostalgici
La Germania ha avuto una reazione di panico di fronte alla prospettiva di altri quattro anni di Trump. Quando il presidente uscente ha chiesto l'intervento della Corte suprema, il ministro tedesco della Difesa, Annegret Kramp-Karrenbauer, ha denunciato “una situazione molto esplosiva” e evocato “una crisi costituzionale negli Usa”, mentre il ministro tedesco delle Finanze, Olaf Scholz, ha accusato Trump di agire “in modo antidemocratico”. L'establishment tedesco, che sia politico o industriale, sogna un ritorno allo status quo ante Trump: una stretta relazione commerciale accompagnata dalla garanzia di sicurezza degli Usa per l'Europa (in particolare quella dell'Est, ma anche in termini di gendarme nel vicinato meridionale come la Turchia). La vittoria di Biden sarebbe rassicurante per la Germania, ma Berlino rischia di sottovalutare il fatto che il trumpismo è sopravvissuto in queste elezioni ed è destinato a restare anche se il prossimo inquilino alla Casa Bianca sarà Biden.
I sognatori
Il presidente francese, Emmanuel Macron, non intende rinunciare alla sua idea di sovranità europea e al concetto di autonomia strategica (anche se più economica che politica) anche in caso di ingresso di Biden alla Casa Bianca. “L'America da tempo non è più un partner amichevole degli europei, ma un rivale commerciale”, ha detto ieri il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire. A urne americane ancora aperte, il suo collega agli Affari europei, Clément Beaune, ha spiegato che esiste “una tentazione europea”, quella “di credere che se vince Biden queste elezioni segneranno la fine di una parentesi”. Ma gli europei non devono farsi illusioni: “non vivremo mai più nel mondo di prima, quello della guerra fredda, quando vivevamo sotto la protezione americana”. Macron, che a differenza di Merkel ha conosciuto solo Trump come inquilino della Casa Bianca, è convinto di poter gestire la relazione con il presidente americano sul piano personale limitando i danni per la Francia e per l'Ue. Il presidente francese è pronto a sfruttare anche una destabilizzazione ulteriore della Nato per giocare la carta della difesa europea.
I trumpisti
Il premier sloveno, Janez Jansa, ieri è stato il primo leader europeo a pubblicare una messaggio di congratulazioni a Trump, che si è rivelato poco tempestivo. “E' abbastanza chiaro che il popolo americano ha eletto Donald Trump e Mike Pence per altri quattro anni”, ha scritto Jansa su Twitter. Un ministro del governo ungherese di Viktor Orban, Gulyas Gergely, ieri ha spiegato di sperare “con tutto il cuore” nella vittoria del repubblicano, anche se ha poche chance perché Biden è “sostenuto da Soros”. Il governo nazionalista in Polonia, che sulla sicurezza si fida più degli Usa che dell'Ue, ha legato il suo destino a quello di Trump, dopo aver accettato di ospitare truppe americane ritirate dalla Germania. L'uscita di scena di Trump priverebbe la destra sovranista nazionalista al governo e all'opposizione nei paesi Ue del loro leader globale.
Oggi è giovedì e sul Foglio c'è la rubrica “EuPorn – il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini raccontano come l'Ue ha trascorso la notte elettorale americana in piedi, a contare uno stato dopo l'altro, trattenendo il respiro. E spiegano il processo di ricostruzione dell’anima europea, che in questo momento passa attraverso tre crisi: il suo rapporto con la nuova America, la lotta al terrorismo e la gestione della pandemia.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 5 novembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Rischio "hard Brexit" al rialzo, divergenze molto serie
Nonostante quasi due settimane di negoziati per cercare un'intesa su un accordo di libero scambio tra Unione Europea e Regno Unito, il rischio di "no deal" e di una "hard Brexit" l'1 gennaio 2021 torna a salire. Il capo-negoziatore dell'Ue, Michel Barnier, ieri ha aggiornato gli ambasciatori dei 27 e i rappresentanti del Parlamento europeo sulle discussioni con la sua controparte britannica, David Frost. "Malgrado gli sforzi dell'Ue per trovare soluzioni, rimangono divergenze molto serie sul level playing field, la governance e la pesca", ha detto Barnier, ricordando che queste sono "condizioni essenziali per una partnership economica" futura. "L'Ue è pronta a tutti gli scenari", ha aggiunto Barnier. Il tempo sta scadendo. Il Parlamento europeo ha bisogno di alcune settimane per ratificare un eventuale accordo.
BoJo vuole continuare a cercare soluzioni
"Abbiamo appena finito due settimane di intensi negoziati con l'Ue. Sono stati fatti progressi, ma sono d'accordo con Barnier che rimangono ampie divergenze su alcune questioni centrali”, ha detto ieri David Frost. Il capo-negoziatore britannico ha spiegato di voler “continuare a lavorare per trovare soluzioni che rispettano pienamente la sovranità del Regno Unito”. Secondo alcuni osservatori, una vittoria di Joe Biden negli Stati Uniti potrebbe spingere Boris Johnson a fare concessioni. O almeno questa è la speranza di molti a Bruxelles e nelle altre capitali dei 27.
Intesa sul meccanismo sullo stato di diritto?
Oggi potrebbe essere la giornata dell'accordo tra la presidenza tedesca dell'Ue e il Parlamento europeo sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Un trilogo – la riunione tra Consiglio, Parlamento e Commissione per trovare un'intesa – è previsto in mattinata. In molti scommettono su una fumata bianca. Il Parlamento europeo ha ottenuto diverse concessioni, malgrado il rischio di provocare le ire di Polonia e Ungheria e il loro conseguente veto sul pacchetto di bilancio.
Scholz esclude di ritoccare il Recovery fund
Il ministro tedesco delle Finanze, Olaf Scholz, ieri ha escluso di accettare le richieste del Parlamento europeo di modificare la bozza di regolamento della Recovery and Resilience Facility, il principale strumento di Next Generation Eu. Interrogato sull'idea dei principali gruppi di raddoppiare l'anticipo per il Recovery fund nel 2021 (per l'Italia passerebbe da 20 a 40 miliardi) Scholz ha risposto seccamente: “perdersi nei dettagli non ha molto senso”. L'Ecofin di ieri ha rinnovato la richiesta al Parlamento europeo di accettare il pacchetto di bilancio concordato dai leader a luglio.
Proseguono i lockdown dell'Europa
In Grecia il governo dovrebbe annunciare un nuovo lockdown nazionale a partire da venerdì mattina, secondo il quotidiano Kathimerini. Nel frattempo, proseguono le polemiche in Francia per la gestione del secondo lockdown da parte del governo di Jean Castex. Il primo ministro è stato costretto a smentire il portavoce del governo, Gabriel Attal, che aveva annunciato un nuovo coprifuoco a Parigi. Martedì il governo è stato sconfitto due volte all'Assemblea nazionale sul progetto di legge per prorogare lo stato di emergenza sanitaria. In prima lettura i deputati avevano ridotto il periodo dello stato d'emergenza dal 16 febbraio 2021 al 14 dicembre. Un altro emendamento approvato (contro il parere del governo) prevedeva che il Parlamento dia il suo accordo per prolungare il lockdown oltre il 30 novembre. Ieri la maggioranza di Emmanuel Macron è stata compatta ribaltando il primo voto. Ma la tensione nell'establishment rimane altissima.
Il virus mutato nei visoni danesi e il rischio pandemia bis
La Danimarca ha deciso di abbattere 17 milioni di visoni, dopo che è stata scoperta negli allevamenti del paese una mutazione del coronavirus trasmissibile all'uomo, con il rischio di minare lo sviluppo di futuri vaccini. "Il virus mutato nei visoni potrebbe essere un rischio per l'efficacia di un futuro vaccino", ha detto il primo ministro Mette Frederiksen. Le autorità sanitarie danesi hanno scoperto 12 casi di coronavirus mutato nell'uomo. "Lo scenario peggiore è avere una pandemia che ricomincia da capo con origine la Danimarca", ha detto il direttore dell'Agenzia nazionale sulle malattie infettive e le minacce biologiche, Kåre Mølbak.
Via libera alle sanzioni contro Lukashenka
Gli ambasciatori dell'Unione Europea ieri hanno dato il via libera alle sanzioni contro Alexander Lukashenka per le frodi elettorali e la repressione in Bielorussia. Sono passati quasi tre mesi dalle elezioni presidenziali. La strategia del dialogo e delle sanzioni incrementali per convincere il regime a dialogare con l'opposizione non ha funzionato. Lukashenka e altri 14 funzionari bielorussi dovrebbero finire nella lista nera dell'Ue, che prevede il divieto di ingresso ed il congelamento dei beni nel territorio, venerdì quando il provvedimento sarà pubblicato in gazzetta ufficiale.
La Commissione frettolosa nel chiudere la procedura sui voucher
La Commissione europea ha chiuso in modo un po' troppo frettoloso la procedura di infrazione avviata contro l'Italia per la possibilità che era stata concessa alle compagnie aeree di evitare di rimborsare i passeggeri per i voli annullati attraverso l'emissione di voucher. L'esecutivo comunitario ha posto fine alle sue contestazioni, dopo che l'Italia ha modificato la legislazione introdotta all'inizio della crisi Covid-19. Tuttavia "siamo consapevoli che ci sono ancora dei problemi per quei viaggiatori e passeggeri che hanno ricevuto un voucher negli scorsi mesi", ha detto un portavoce della Commissione. Il commissario alla Giustizia, Didier Reynders, ha scritto una lettera la scorsa settimana per chiedere che i passeggeri che preferiscono il rimborso al voucher siano effettivamente rimborsati. Un'altra lettera sarà inviata nei prossimi giorni dalla commissaria ai Trasporti, Adina Valean, per chiedere urgentemente all'Italia di "rimediare alla situazione", ha detto il portavoce.
Marine è convinta che Matteo non la tradirà
In un'intervista a Mauro Zanon, la leader del Rassemblement national, Marine Le Pen, dice che Matteo Salvini non tradirà il gruppo di estrema destra al Parlamento europeo. Le voci di un avvicinamento della Lega al Ppe sono "sciocchezze, menzogne", perché "Salvini è stato chiaro, dicendo che la sua formazione non entrerà mai a far parte di quel gruppo".
Accade oggi in Europa
- Commissione: il commissario Gentiloni presenta le previsioni economiche d'autunno
- Commissione: il commissario Gentiloni partecipa alla Europe's Strategic Choices Conference della Chatham House
- Parlamento europeo: sessione in videoconferenza della plenaria dell'Assemblea parlamentare Euro-Latino Americana (EuroLat)
- Eurostat: dati sul commercio al dettaglio di settembre; rapporto sull'invecchiamento della popolazione; dati sul trasporto ferroviario di passeggeri