La Germania pensa già a un nuovo Ttip, un accordo di libero scambio tra le due sponde dell'Atlantico, che tuttavia è indigesto per numerose altre capitali. La Francia si aspetta il ritorno degli Usa nell'accordo di Parigi, ma non vuole abbandonare la sua idea di autonomia strategica dell'Ue non solo dalla Cina, ma anche dall'America
L'Unione europea ha gioito (quasi) all'unanimità all'annuncio dell'elezione di Joe Biden come 46esimo presidente degli Stati Uniti e già si proietta verso un futuro di ritorno al passato fatto di relazioni transatlantiche solide incentrate sul multilateralismo e l'ordine globale fondato sulle regole. “L'Ue è pronta a impegnarsi per una forte relazione transatlantica. Covid-19, multilateralismo,cambiamenti climatici e commercio internazionale sono alcune delle sfide che l'Europa vuole affrontare insieme”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nel suo messaggio di congratulazioni a Joe Biden e Kamala Harris. "L'Ue e gli Usa sono amici e alleati (...), insieme abbiamo costruito una partnership transatlantica senza precedenti" che “è alla base di un ordine internazionale liberale, fondato sulle regole", ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: "nel momento in cui il mondo continua a cambiare e che nuove sfide e opportunità compaiono, la nostra partnership rinnovata rivestirà un'importanza fondamentale".
In realtà ciascuno ha le sue idee su come rinnovare la partnership tra l'Ue e gli Usa, dopo quattro anni di conflitti politici e commerciali con l'amministrazione Trump. La Germania pensa già a un nuovo Ttip, un accordo di libero scambio tra le due sponde dell'Atlantico, che tuttavia è indigesto per numerose altre capitali. La Francia si aspetta il ritorno degli Usa nell'accordo di Parigi, ma non vuole abbandonare la sua idea di autonomia strategica dell'Ue non solo dalla Cina, ma anche dall'America. Il dossier su cui l'Ue può realizzare progressi più rapidi è l'Iran, con la possibile decisione di Biden di rientrare nell'accordo sul nucleare. L'altra tema su cui c'è sempre più unità di vedute transatlantiche è tipicamente trumpiano: la Cina. Un'alleanza Ue-Usa sulle tecnologie digitali e sulla riforma delle istituzioni internazionali (compresa l'Organizzazione mondiale del commercio) può frenare le ambizioni globali di Pechino. Ma, come ha ricordato sul Financial Times Philip Stephens, meglio non farsi troppe illusioni: Biden dedicherà i quattro quinti del suo tempo alla politica interna.
In attesa del Ttip sognato dai tedeschi, l'Ue potrebbe salutare la presidenza Trump con un ultimo schiaffo: l'imposizione di dazi su 4 miliardi di euro di importazioni Usa nella disputa per i sussidi a Boeing e Airbus. Il tema è all'ordine del giorno della riunione dei ministri del Commercio di oggi. La Commissione ha preparato una lista di prodotti che vanno dai tavoli di casinò alle arachidi, passando per aerei e trattori, dopo che la Wto ha autorizzato l'Ue a imporre dazi su 4 miliardi di prodotti Usa per i sussidi a Boeing. “Alla luce di questa discussione” tra i ministri “ci aspettiamo che delle decisioni saranno prese e annunciate”, ci ha detto un diplomatico. La decisione potrebbe essere formalizzata oggi o domani. Gli Usa hanno già imposto dazi su 7 miliardi di euro di prodotti dell'Ue per i sussidi a Airbus. Può apparire controintuitivo dopo la vittoria di Biden. Ma la mossa potrebbe servire a procedere a un reset delle relazioni commerciali dopo il suo ingresso alla Casa Bianca il 20 gennaio con la cancellazione reciproca dei dazi e la fine della disputa su Airbus e Boeing.
Michel sabato si è vantato di aver coordinato i messaggi di congratulazioni inviati (soprattutto via Twitter) dai leader dei 27. Il presidente del Consiglio europeo “è stato in contatto con la cancelliera e gli altri leader per comunicare simultaneamente”, ha spiegato un funzionario dell'Ue: “le 7 di sera era l'ora concordata per congratularsi con il presidente eletto e la vice presidente eletta dopo i risultati in Pennsylvania, mostrando al contempo rispetto per il processo elettorale”. Se quasi tutti i leader hanno rispettato le indicazioni orarie, i messaggi mostrano alcune divisioni. “Congratulazioni! I cittadini americani hanno deciso", ha detto Angela Merkel: "la nostra amicizia transatlantica è insostituibile se vogliamo affrontare le grandi sfide dei nostri tempi". Ma il campo trumpiano ha reagito in modo molto meno entusiasta. Il messaggio del premier sloveno Janez Janša, che la scorsa settimana si era spinto a congratularsi a Trump, è arrivato solo ieri pomeriggio: "Non importa da quale partito viene il presidente degli Usa. Non cambierà nulla in futuro". Anche Viktor Orbán è arrivato tardi. "Mi congratulo con lei per la sua campagna presidenziale di successo. Le auguro una buona salute e un successo continuo nello svolgimento dei suoi compiti". Qualcuno a Bruxelles ha notato anche il messaggio di Giuseppe Conte che, invece di felicitarsi con Biden, si è congratulato con il popolo americano.
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