Europa Ore 7
C'è l'accordo sul bilancio dell'Ue (occhio a Orbán)
La presidenza tedesca considera chiuso il negoziato: prendere o lasciare. C'è una via d'uscita per non farsi incastrare dai veti (e comunque all'Ungheria il Recovery conviene)
Il Parlamento europeo e la presidenza tedesca dell'Ue ieri hanno raggiunto un accordo su tutto il pacchetto di bilancio, ma la partenza del Recovery fund è nelle mani di Viktor Orbán. Il primo ministro ungherese ha minacciato di porre il veto a due elementi essenziali del pacchetto di bilancio su cui serve l'unanimità e la ratifica dei parlamenti nazionali: la regolamentazione sul quadro finanziario pluriennale e la decisione sulle risorse proprie che consente alla Commissione di indebitarsi per finanziare il Recovery fund. L'Ungheria e la Polonia sono contrarie al meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Alcune fonti a Bruxelles temono una crisi politica con un altro rinvio sul pacchetto di bilancio, se il Parlamento europeo non rinuncerà alla condizionalità sullo stato di diritto. Altri spingono per andare a vedere il “bluff” di Orbán, dato che l'Ungheria rischia di perdere miliardi di euro se il pacchetto di bilancio non sarà approvato. La presidenza tedesca dell'Ue considera il negoziato chiuso: prendere o lasciare. La prima discussione tra i governi ci sarà oggi nella riunione degli ambasciatori dei 27 al Coreper.
I prossimi giorni si annunciano dunque turbolenti. L'accordo sul pacchetto di bilancio è arrivato con 6 settimane di ritardo rispetto al calendario previsto dalla presidenza tedesca, con effetto a cascata su molti strumenti finanziari. React-Eu - uno degli strumenti del Recovery fund - entrerà in funzione non prima di metà febbraio, invece del 1 gennaio. La Recovery and Resilience Facility – il principale strumento che fornisce sovvenzioni e prestiti del Recovery fund – potrà versare il primo anticipo solo a tarda primavera, inizio estate. Se lo stallo si dovesse prolungare ci sarebbero ripercussioni anche sul bilancio ordinario: l'Ue inizierebbe il 2021 con un esercizio provvisorio. Ma una via d'uscita per preservare il pacchetto di bilancio, senza toccare il meccanismo sullo stato di diritto, potenzialmente c'è. A luglio, quando venne raggiunto l'accordo tra i leader, Orbán aveva annunciato che la cancelliera Angela Merkel gli aveva garantito la chiusura durante la presidenza tedesca sulla procedura dell'articolo 7 del trattato per chi viola lo stato di diritto. Il dossier è fermo: al Consiglio non si è mai votato sulle sanzioni contro Ungheria e Polonia – i due paesi sotto procedura articolo 7 – perché c'è l'unanimità e si proteggono a vicenda. Votare oggi significherebbe la chiusura della procedura e una sconfitta per lo stato di diritto, ma potrebbe dare a Orbán una vittoria per giustificare il via libera a pacchetto di bilancio.
Il Parlamento europeo non ha ottenuto tutto quello che voleva nel negoziato sul quadro finanziario pluriennale. Rispetto alla richiesta iniziale di 39 miliardi in più, la presidenza tedesca dell'Ue ha concesso solo 16 miliardi. I “soldi freschi” - come si dice a Bruxelles – sono 12,5 miliardi: 11 miliardi verranno dalle multe antitrust, 2,5 miliardi da aggiustamenti vari e 1 miliardo dalla flessibilità (risorse da usare solo in caso di emergenze). Ma il Parlamento può comunque cantare vittoria. I programmi dell'Ue che erano stati tagliati a luglio per indirizzare le risorse agli stati membri riceveranno più fondi nei prossimi sette anni: 4 miliardi a Horizon per la ricerca (per un totale di 84,9 miliardi), 3,4 miliardi alla Sanità (per un totale di 5,1 miliardi), 2,2 miliardi per Erasmus (per un totale di 23,5 miliardi), 1,5 miliardi per le frontiere esterne (per un totale di 7 miliardi), 1 miliardo per gli investimenti (per un totale di 9,4 miliardi).
Ma l'Italia è capace di spendere i soldi del Recovery fund e del bilancio Ue? La domanda si impone, dopo il rapporto pubblicato ieri dalla Corte dei conti dell'Ue sul bilancio 2019. Secondo il documento, l'Italia è ancora il fanalino di coda in Europa per l'assorbimento dei fondi strutturali con poco più del 30 per cento delle risorse spese contro una media del 40 per cento. Il tasso di assorbimento dell'Italia è superiore solo a quello della Croazia ed è più o meno lo stesso livello registrato nel 2021.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 11 novembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Michel invita Biden a una teleconferenza - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha iniziato a preparare le discussioni con i capi di stato e di governo sulle relazioni dell'Ue con l'America di Joe Biden. In vista del Vertice di dicembre, Michel “organizzerà degli incontri in videoconferenza” con gli altri leader per “discutere come ridare energia alle relazioni transatlantiche dopo le elezioni negli Usa”, ci ha spiegato un funzionario dell'Ue. “L'obiettivo è rafforzare il dialogo politico”. Michel “intende focalizzare la discussione su 5 questioni chiave di interesse comune: Covid-19, valori e multilateralismo, clima, commercio e sicurezza e interessi geopolitici comuni”. Poi Michel inviterà Biden a una videoconferenza con i leader dei 27, che dovrebbe essere seguita da un summit fisico a Bruxelles.
Von der Leyen offre una nuova partnership a Biden - In un discorso alla conferenza degli ambasciatori dell'Ue, Ursula von der Leyen ha offerto a Biden una nuova partnership tra Ue e Usa che dovrebbe diventare la "spina dorsale di una nuova alleanza globale". La presidente della Commissione ha riconosciuto che non si può "tornare indietro" e "ritornare esattamente allo stesso programma di cinque anni fa" perché il "mondo è cambiato, così come gli Usa e l'Europa". Von der Leyen vuole "una nuova agenda transatlantica" e ritiene che sia l'Ue a dover "prendere l'iniziativa" sui temi del futuro. "Salute, clima, digitale, riforma del sistema multilaterale fondato sulle regole sono alcuni dei settori chiave su cui penso che l'Europa possa prendere l'iniziativa e proporre una nuova agenda positiva agli Stati Uniti", ha detto von der Leyen.
Vestager vs Amazon – La vicepresidente responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, ieri ha annunciato l'avvio di un'inchiesta formale contro Amazon per aver abusato della sua posizione dominante attraverso il suo Marketplace. “Amazon potrebbe avere usato su ampia scala dati sensibili di venditori indipendenti per competere contro di loro”, ha detto Vestager. L'abuso di posizione dominante riguarda l'utilizzo dei “big data” forniti dai venditori indipendenti che alimentano automaticamente l'algoritmo di vendita di Amazon permettendogli di piazzare i suoi prodotti in modo più facile e a prezzi più competitivi. Amazon ha risposto di essere in disaccordo con le conclusioni preliminari della Commissione e che continuerà a "fare ogni sforzo per assicurare che abbia una comprensione accurata dei fatti". Il colosso ha ricordato che ci sono "più di 150 mila imprese europee che vendono attraverso i nostri negozi che generano decine di miliardi di euro di entrate annuali".
Un Digital Service Act contro i Gafa - La nuova offensiva contro Amazon prefigura la posizione molto dura che la Commissione dovrebbe adottare contro i giganti del digitale nel Digital Service Act che sarà presentato a dicembre. Nel mirino di Vestager e del commissario al Mercato interno, Thierry Breton, finiranno i cosiddetti “gatekeeper” dei dati, le grandi piattaforme che svolgono una funzione di controllo di accesso al mercato come Google, Amazon, Facebook e Apple (Gafa). Secondo una bozza del Digital Service Act, i gatekeepers non dovrebbero usare i dati generati o raccolti sulla piattaforma o su altri servizi per le proprie attività commerciali, a meno che questi dati non siano accessibili anche per gli altri venditori. Inoltre, la nuova normativa potrebbe vietare alle piattaforme di dare preferenza alle proprie attività commerciali rispetto a quelle dei concorrenti.
L'Ue avrà il vaccino Pfizer, ma gli stati membri sono pronti? - La Commissione oggi darà il via libera alla firma del contratto con Pfizer e BioNTech per l'acquisto di 300 milioni di dosi di vaccino contro il Covid-19. “E' il vaccino più promettente”, ha detto von der Leyen: “una volta che sarà disponibile, il nostro piano è di consegnarlo rapidamente ovunque in Europa”. All'Italia dovrebbero essere assegnate circa 40 milioni di dosi dell'intero ordine effettuato dall'Ue. L'interrogativo è se gli stati membri siano pronti. Il 26 ottobre la Commissione ha chiesto agli stati membri di presentare entro metà novembre le loro strategie nazionali per la vaccinazione. Ma ieri i portavoce della Commissione hanno rifiutato di dire se i governi hanno risposto all'appello.
Merkel calma Macron su Islam europeo e mini-Schengen - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha annunciato che il terrorismo sarà all'ordine del giorno del Vertice di dicembre. Nell'Ue c'è la tentazione di inseguire la strada tracciata da Emmanuel Macron con l'idea di un “Islam europeo”. Michel ha ribadito che vuole creare un istituto europeo per formare gli imam in Europa per fare in modo che non ci siano compromessi sui valori fondamentali. Angela Merkel è più prudente. La presidenza tedesca dell'Ue ha preparato una bozza di dichiarazioni per la riunione di venerdì dei ministri dell'Interno dei 27 molto meno duro della versione preparata su impulso di Francia e Austria, che chiedeva sanzioni contro chi rifiuta di integrarsi. La cancelliera è cauta anche sulla rifondazione di Schengen. Macron ha implicitamente criticato l'Italia parlando di “falle” nella sicurezza alle frontiere esterne che mettono a rischio tutti. L'idea del presidente francese è una “mini-Schengen”. Merkel preferisce lavorare per completare il cantiere della cooperazione nell'anti-terrorismo che non è stato ancora completato a cinque anni dall'attacco a Parigi del 13 novembre 2015.
L'Armenia si è arresa nel Nagorno-Karabakh - L'Alto rappresentante Josep Borrell ieri ha accolto "con favore la cessazione delle ostilità nel Nagorno Karabakh", auspicando che l'accordo tra Armenia e Azerbaigian aiuti a prevenire "l'ulteriore perdita di vite umane" e sia "un primo passo verso una soluzione globale". Borrell ha chiesto "negoziati" che garantiscano un'intesa "sostenibile". Ma, come spiega Micol Flammini, gli scontri sono finiti con tre vincitori e uno sconfitto: Erevan. L’accordo con russi e azeri è poco chiaro e non ci sono riferimenti al futuro status dell'enclave.
L'Italia condannata per i PM10 - La Corte di giustizia dell'Unione europea ieri ha condannato l'Italia per aver violato tra il 2008 e il 2017 in modo ripetuto e sistematico i valori limite di particelle PM10 previsti dalle regole comunitarie per lottare contro l'inquinamento dell'aria. Per i giudici di Lussemburgo, l'Italia non ha manifestamente adottato in tempo utile le misure appropriate ed efficaci affinché il periodo di superamento dei valori limite fissati per le particelle PM10 sia il più breve possibile.
Accade oggi in Europa
- Commissione: riunione del collegio dei commissari
- Commissione: dichiarazioni della presidente von der Leyen e conferenza stampa della commissaria Kyriakides sulle proposte per costruire un'Unione europea della sanità
- Parlamento europeo: sessione plenaria e dibattito sull'esito delle elezioni presidenziali
- Consiglio: riunione del Coreper
- Bce: intervento della presidente Lagarde al Forum on Central Banking
- Bce: pubblicazione del bollettino economico mensile
- Corte dei conti: rapporto sul mercato dell'unione dei capitali
- Eurostat: statistiche trimestrali sull'occupazione