Europa Ore 7
Quanto è seria la minaccia di Ungheria e Polonia? Merkel vuole scoprirlo
La presidenza tedesca dell'Unione europea ha deciso di andare a vedere il bluff di Budapest e Varsavia sullo stato di diritto, lanciando già oggi le procedure per l'approvazione del pacchetto di bilancio dell'Ue concordato con il Parlamento europeo
Diverse fonti europee ci hanno spiegato che la minaccia di Orbán è molto più seria di quella di Morawiecki. Le ragioni sono finanziarie e ideologiche
La presidenza tedesca dell'Unione europea ha deciso di andare a vedere il bluff di Ungheria e Polonia sullo stato di diritto, lanciando già oggi le procedure per l'approvazione del pacchetto di bilancio dell'Ue concordato con il Parlamento europeo la scorsa settimana. Malgrado la minaccia di veto di Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki, l'ambasciatore tedesco Michael Clauss ha messo all'ordine del giorno del Coreper (l'organismo dove siedono i rappresentanti permanenti degli stati membri presso l'Ue) di oggi tre punti: un accordo di principio sul quadro finanziario pluriennale 2021-27; il voto per confermare l'intesa con il Parlamento sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto; e l'avvio della procedura scritta sulla cosiddetta “decisione sulle risorse proprie” (che serve alla Commissione per andare sui mercati ed emettere debito per finanziare il Recovery fund). Solo su uno dei tre provvedimenti c'è il voto a maggioranza a qualificata: il meccanismo sullo stato di diritto. Una volta adottato, Ungheria e Polonia potrebbero mettere il veto sia al quadro finanziario pluriennale sia alla decisione sulle risorse proprie. Quanto è seria la loro minaccia?
Diverse fonti europee ci hanno spiegato che la minaccia di Orbán è molto più seria di quella di Morawiecki. Le ragioni sono finanziarie e ideologiche. Il governo del partito Diritto e giustizia (PiS) in Polonia usa i fondi europei in modo clientelare nelle regioni più povere del paese, dove si concentra la base del suo elettorale. Con la crisi economica provocata dal Covid-19, i fondi comunitari diventano ancor più importanti per mantenere il consenso del PiS. Varsavia è il principale beneficiario del bilancio ordinario dell'Ue: nel 2018 Bruxelles ha trasferito alla Polonia 16,3 miliardi, pari al 3,43 per cento del Pil. Con i vari strumenti del Recovery fund, la Polonia dovrebbe ricevere più di 27 miliardi aggiuntivi in sei anni. Nella lettera inviata all'Ue la scorsa settimana, Morawiecki ha lasciato la porta aperta a un voto favorevole durante il Coreper a tutto il pacchetto , limitandosi a citare la mancata ratifica da parte del parlamento polacco. “La Polonia non è il principale problema”, ci ha detto una fonte europea.
In teoria anche Orbán avrebbe tutto l'interesse a passare all'incasso, evitando di lanciarsi in una battaglia ideologica sullo stato di diritto. L'Ungheria sarà il primo beneficiario pro-capite del Recovery fund: oltre 7,5 miliardi, che si aggiungeranno al bilancio comunitario ordinario (nel 2018 Bruxelles ha trasferito a Budapest 6,3 miliardi di euro, pari al 5 per cento del Pil). Martedì il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha chiamato Orbán per capire le sue intenzioni. Giovedì è stata la cancelliera tedesca, Angela Merkel, a prendere il telefono in mano per convincere il premier ungherese a cedere. Venerdì mattina Orbán è andato in radio e ha detto che se passa la condizionalità sullo stato di diritto, l'Ue si trasformerà in “una seconda Unione Sovietica”.
I diplomatici che hanno letto la lettera inviata da Orbán per annunciare il veto sul bilancio sono molto preoccupati. Nella lettera, il primo ministro ungherese spiega che per lui il problema non sono i soldi (e che semmai questo diventerà un problema per i paesi del sud). Il testo si chiude con le parole di Martin Lutero alla Dieta di Worms del 1521, dove era stato convocato dall'imperatore Carlo V per fare abiura sulla sua riforma del cristianesimo. "Qui io sto fermo, non posso fare altrimenti", ha scritto Orbán. Se il veto sarà confermato al Coreper di oggi o nei prossimi giorni, Michel potrebbe essere costretto a convocare un Consiglio europeo straordinario per cercare di trovare una via d'uscita.
Sul Foglio del fine settimana Paola Peduzzi ha spiegato quanto costa l'illiberalismo, mentre Micol Flammini racconta le ultime derive di Orbán in Ungheria su legge elettorale anti-opposizione, riforma della Costituzione per distrarre dalla pandemia e acquisto del vaccino russo Sputnik V per contraddire l'Ue. Qui, invece, una sintensi sul perché il meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto fa tanta paura ai governi di Ungheria e Polonia: può far più male dell'articolo 7 del trattato. In attesa di un accordo definitivo che sblocchi il Recovery fund, fa discutere l'intervista del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ieri a Repubblica. L'idea di cancellazione del debito e di associarla alla sostenibilità è "benzina", ci ha detto un funzionario dell'Ue. Per due ragioni, oltre al fatto che secondo il trattato è illegale. Primo, alcuni investitori potrebbero iniziare a dubitare della sostenibilità del debito dell'Italia (e di altri paesi del club Med). Secondo, a Bruxelles e Francoforte l'ipotesi alimenta antichi pregiudizi e vecchi conflitti.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di lunedì 16 novembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
C'è una bozza di trattato per il post Brexit - I negoziati su un accordo di libero scambio tra Unione Europea e Regno Unito per il post Brexit potrebbero essere a un punto di svolta. David Frost, il capo-negoziatore britannico, ieri ha detto che "negli ultimi giorni ci sono stati alcuni progressi in una direzione positiva" nei negoziati con la squadra dell'Ue diretta da Michel Barnier. "Ora abbiamo anche bozze di testi di trattato comuni, anche se ovviamente non sono ancora concordati alcuni elementi significativi ", ha spiegato Frost, che ieri è arrivato a Bruxelles per un altro round di trattative. I due punti più controversi rimangono il level playing field e la pesca. Un accordo è "molto difficile ma molto fattibile", ha detto il ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney in un'intervista a Sky News. Ma “ora stiamo esaurendo il tempo”.
Giovedì la prossima scadenza Brexit - L'Ue vorrebbe chiudere l'intesa post-Brexit entro giovedì, quando i capi di stato e di governo terranno un incontro informale in teleconferenza per discutere di Covid-19. Bruxelles ritiene che tocchi a Boris Johnson decidere se vuole o no un accordo di libero scambio con l'Ue. Dentro il governo britannico, il cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak e il ministro Michael Gove stanno facendo pressione per evitare un "no deal". Ma non è detto che l'uscita di Dominic Cummings da Downing Street faciliti l'accordo, nel momento in cui Johnson deve rassicurare l'ala dura dei brexiters del suo partito. Un accordo è possibile solo se "è compatibile con la nostra sovranità e la ripresa del controllo delle nostre leggi, del nostro commercio e delle nostre acque", ha detto Frost.
Prepararsi ai piani di emergenza per la hard Brexit - Se non ci sarà intesa sull'accordo post Brexit entro giovedì, la Commissione dovrebbe far scattare i piani d'emergenza per un'uscita "hard" del Regno Unito dal mercato interno e dall'unione doganale. L'esecutivo comunitario dovrebbe adottare una serie di misure unilaterali che permettano di preservare alcuni settori essenziali come quello del traffico aereo. Inoltre l'Ue e gli stati membri dovrebbero lanciare campagne di informazione dirette a imprese e cittadini per informarli dei cambiamenti dal 1 gennaio 2021. Il principale: il ritorno dei dazi e delle quote dell'Organizzazione mondiale del commercio.
Vestager in auto-isolamento Covid-19 - La vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager, ieri ha annunciato di essersi messa in quarantena dopo un contatto stretto con un positivo al Covid-19. "Lavorerà da casa la prossima settimana"; ha detto Vestager. La vicepresidente responsabile del Digitale rischia di mancare un appuntamento importante: all'ordine del giorno del collegio dei commissari mercoledì dovrebbe esserci un regolamento sulla governance europea sui dati.
Raccomandazioni Ue su isolamento e test antigenici - Mercoledì la Commissione adotterà due proposte di raccomandazione destinate agli stati membri per affrontare la crisi sanitaria del Covid-19. La prima dovrebbe uniformare le misure legate all'isolamento e alla quarantena. La seconda dovrebbe accelerare l'uso di test rapidi antigenici per la diagnosi dell'infezione SARS-CoV-2. La mappa dell'Ue pubblicata alla fine della scorsa settimana dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie è quasi tutta rossa: l'unica regione verde è in Finlandia, mentre quelle arancioni sono meno di una decina.
Breton minaccia di escludere i Gafa dal mercato Ue - Il commissario Thierry Breton ha annunciato che l'Ue potrà escludere dal suo mercato interno i giganti del digitale che non rispetteranno le regole europee. Il 2 dicembre la Commissione presenterà la sua proposta di Digital Service Act. "Devono essere applicabili regole strette", ha detto Breton alla Welt am Sonntag: "abbiamo bisogno dell'arsenale appropriato di possibili misure: imporre multe, escludere imprese o parti dei loro servizi dal mercato unico, insistere sulla separazione strutturale se vogliono mantenere accesso al mercato unico, o una combinazione di tutto questo", ha detto Breton. Il commissario rischia di scontrarsi con la vicepresidente Vestager, che nelle ultime settimane si era detta contraria alla separazione strutturale dei giganti del digitale.
La Francia vuole un “Patto di sicurezza” per Schengen - Il ministro francese per gli Affari europei, Clément Beaune, ieri ha anticipato alcune delle proposte che Emmanuel Macron dovrebbe presentare a dicembre su Schengen. “Non è qualcosa che bisogna gettare alle ortiche e non è un lusso o un capriccio di persone che sono contro le frontiere per principio”, ma "bisogna essere più fermi e stretti sul controllo delle frontiere esterne, ha detto Beaune alla radio Europe1. “E' come per la moneta: è un questione di fiducia. Oggi quando si è un paese membro della zona euro ci sono delle regole per verificare quali sono i deficit e quali sono le spese pubbliche. Non abbiamo questo nel settore della sicurezza. Ci vuole una sorta Patto di sicurezza con cui si verifica regolarmente ciò che ogni paese fa per controllare le frontiere esterne comuni”, ha detto Beaune.
La solidarietà di Macron sui migranti è più Frontex in Italia - Beaune ha confermato che con la sua iniziativa per la rifondazione di Schengen Macron ha nel mirino l'Italia, accusata di non fare abbastanza per controllare i migranti che arrivano sul suo territorio e di non impedire i movimenti secondari verso altri paesi. L'elemento di fragilità di Schengen sono “i paesi di primo ingresso”, ha detto Beaune.“Sì, certamente, credo che bisogna fare pressione, ma con della solidarietà” perché “non è colpa dell'Italia per geografia si situa più vicina delle coste africane e dei flussi migratori”, ha spiegato Beuane: “Dobbiamo aiutare con delle azioni europee. Si chiama Frontex”. Tradotto: nei negoziati sul nuovo Patto su migrazione e asilo la Francia metterà molto più l'accento sulla necessità per i paesi di primo ingresso di accettare i guarda-frontiere Ue di Frontex che sul ricollocamento dei richiedenti asilo.
Il calendario della settimana in Europa
Lunedì 16 novembre
- Consiglio: riunione del Coreper sul pacchetto di bilancio e il Recovery fund
- Consiglio Agricoltura e pesca
- Consiglio europeo: videoconferenza del presidente Michel con il consiglio esecutivo della American Chamber of Commerce
- Commissione: discorso del vicepresidente Timmermans e della commissaria Vălean all'European Business Summit
- Commissione: discorso del commissario Gentiloni alla Digital Financecommunity Week
- Parlamento europeo: dibattito alla commissione Ambiente con la commissaria Kyriakides sull'Unione europea della salute
- Parlamento europeo: dibattito alla commissione Libertà civili con la commissaria Johansson sul terrorismo
- Brexit: negoziati a Bruxelles tra l'Unione europea e il Regno Unito
- Eurostat: conti economici del settore agricolo nel 2019
Martedì 17 novembre
- Consiglio Affari generali
- Consiglio Agricoltura e pesca
- Parlamento europeo: il presidente Sassoli incontra in videoconferenza il vice-presidente del governo spagnolo, PAblo Iglesias
- Commissione: audizione del commissario Gentiloni partecipa alla commissione Finanze del Parlamento italiano
Mercoledì 18 novembre
- Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
- Commissione: riunione della Task force Recovery and Resilience
- Commissione: il commissario Gentiloni partecipa all'Assemblea dell'Anci
- Consiglio: riunione del Coreper
- Parlamento europeo: il presidente Sassoli apre la European Strategy and PolicyAnalysis System (ESPAS) Annual Conference
- Eurostat: dati sull'inflazione di ottobre
Giovedì 19 novembre
- Consiglio europeo informale in teleconferenza sul Covid-19
- Consiglio Affari esteri
- Consiglio Competitività (mercato interno e industria)
- Parlamento europeo: audizione della presidente della Bce Lagarde davanti alla commissione Affari economici
- Parlamento europeo: conferenza di alto livello su migrazione e asilo con Sassoli, von der Leyen, Schaeuble, Frandi e Vitorino
- Commissione: i commissari Dombrovskis, Gentiloni e Urpilainen partecipano a un evento sull'Africa organizzato da Friends of Europe
- Commissione: il commissario Wojciechowski partecipa a un evento organizzato da Slow Food
- Eurostat: dati sulla produzione nel settore delle costruzioni di settembre; dati sulla produzione e il commercio di vino nel 2019
- Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sui prodotti contenenti cannabidiolo
Venerdì 20 novembre
- Consiglio Affari esteri (difesa)
- Consiglio Competitività (spazio)
- Commissione: il commissario Gentiloni partecipa alla riunione virtuale dei ministri delle Finanze e dei banchieri centrali del G20
Sabato 21 novembre
- G20: i presidenti Michel e von der Leyen partecipano al summit del G20
Domenica 22 novembre
- G20: i presidenti Michel e von der Leyen partecipano al summit del G20