europa ore 7
Lo shutdown di bilancio dell'Ue
Il deal Brexit non è tra poche ore. Procedura per le concessioni balneari. Mi si è ristretto il M5s Europa
A causa dello stallo sul pacchetto di bilancio per il veto di Ungheria e Polonia, è sempre più probabile che l'Ue inizi il 2021 in esercizio provvisorio. I finanziamenti che si fermeranno e le spese autorizzate
Come gli Stati Uniti anche l'Unione europea potrà dire di avere il suo shutdown. A causa dello stallo sul pacchetto di bilancio causato dal veto di Ungheria e Polonia, ci sono probabilità sempre più alte che l'1 gennaio 2021 l'Ue inizi l'anno con l'esercizio provvisorio dei dodicesimi. Cosa significa? Le istituzioni europee potranno spendere un dodicesimo al mese di quello che è stato speso l'anno precedente. Cosa più grave, si fermeranno i finanziamenti per vecchi e nuovi programmi Ue chiave come Erasmus, la ricerca di Horizon, l'ambiente, il clima. Anche la politica di coesione – gli aiuti alle regioni del Sud in Italia – subirà un pesanti tagli. Le uniche spese che saranno autorizzate sono quelle per la politica agricola comune, l'amministrazione, gli aiuti umanitari e la politica estera. Per il resto, l'Ue potrà solo pagare le fatture dei programmi e progetti avviati e conclusi. Ma sempre restando nei limiti dei dodicesimi. C'è ancora una possibilità di evitare lo shutdown. Se ci sarà una svolta al Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre per superare il veto di Ungheria e Polonia, la Commissione potrebbe adottare subito una proposta di bilancio per il 2021 da far votare al Parlamento europeo nella sua sessione del 14-17 dicembre. Ma le probabilità appaiono basse.
I segnali che arrivano da Budapest e Varsavia “non augurano nulla di buono”, ci ha spiegato ieri un diplomatico europeo. Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki perseverano con il loro veto a causa del meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Se i premier ungherese e polacco chiederanno al Vertice del 10 e 11 una dichiarazione dei capi di Stato e di governo per chiarire ciò che è già scritto nelle proposte sul tavolo l'avranno. “Sentiamo dire che la preoccupazione di Budapest e Varsavia è che la condizionalità sullo stato di diritto possa essere usata per fare pressioni su altre questioni come le migrazioni. Se questa è la loro preoccupazione, siamo pronti a dichiarare che non sarà fatto”, ha detto il diplomatico europeo: “è facile, perché la condizionalità è legata al bilancio non a altri temi. Se la preoccupazione è l'obiettività della Commissione, siamo pronti a fare un compromesso nel senso di dire in modo esplicito queste cose”. Ma “c'è una linea rossa”: l'accordo raggiunto con il Parlamento europeo sulla condizionalità sullo stato di diritto non si tocca. “Sosteniamo l'idea della Commissione di esplorare altre strade” come un Recovery fund a 25 senza Ungheria e Polonia, ha aggiunto il diplomatico.
Nel frattempo, però, c'è la grande dello shutdown e del bilancio del 2021. L'esercizio provvisorio dei dodicesimi dovrebbe lasciare il posto a un bilancio per il prossimo anno, ma senza il nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-27. In quel caso “le nuove risorse disponibili saranno di 25-30 miliardi in meno rispetto a quanto previsto”, ci ha detto un alto funzionario della Commissione. C'è un problema di tetto del bilancio, in parte legato alla Brexit e alla crisi del Covid-19, Senza accordo sul pacchetto, e in particolare sulla cosiddetta decisione delle risorse proprie, il tetto al bilancio Ue rimane all'1,2 per cento del reddito nazionale lordo. Ma il reddito nazionale lordo dell'Ue oggi “è inferiore di quanto fosse prima in parte a causa della Brexit e in parte come risultato della pandemia Covid che ha ridotto le dimensioni della nostra economia del 10 per cento”, ha detto il funzionario della Commissione. Il bilancio Ue funziona con gli impegni (di spesa) e i pagamenti (effettivi).
Per molti programmi dell'Ue viene meno la base giuridica del periodo di programmazione finanziaria 2014-2020. “Se non c'è un accordo su nuovo bilancio 2021 non si possono impegnare crediti per gli studenti e Erasmus si ferma immediatamente”, ha spiegato il funzionario della Commissione. Sui pagamenti rispetto ai programmi già avviato, non sarà possibile onorare tutti gli impegni esistenti per mancanza di risorse. La politica di coesione potrebbe subire “tagli del 50-75 per cento”, ci ha detto il funzionario della Commissione.
Il messaggio della Commissione sullo shutdown è indirizzato anche a Budapest e Varsavia. Ungheria e Polonia sono grandi beneficiari della politica di coesione e rischiano di perderci un sacco di soldi, oltre a quelli di un Recovery fund a 25. Alcuni paesi spingono anche perché venga adottato il più rapidamente possibile il nuovo meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Se così, anche senza il nuovo quadro finanziario pluriennale, Budapest e Varsavia potrebbero vedersi tagliare i pochi fondi che restano a disposizione dell'Ue.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 4 dicembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
L'accordo Brexit non è tra poche ore - Le aspettative di una svolta oggi nei negoziati sulle relazioni future tra Regno Unito e Unione europea sono bassissime. Il ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney, ieri mattina aveva sollevato qualche speranza dicendo che i negoziati erano “alla fine”. Ma è stato subito smentito. “Non ho l'impressione che siamo a poche ore dall'accordo”, ci ha detto il diplomatico europeo: su aiuti di stato, pesca e governance dell'accordo “non ci siamo ancora”. Alcuni stati membri sono preoccupati che il capo-negoziatore dell'Ue, Michel Barnier, faccia troppe concessioni. “Siamo a millimetri di distanza dalle nostre linee rosse” e “in alcuni casi ci camminiamo sopra”, ha detto il diplomatico europeo: “alcuni stati membri hanno espresso preoccupazioni a Barnier perché per la fiducia serve anche trasparenza su ciò che sta accadendo nei negoziati”. A un evento dell'European Policy Centre, Stefaan de Rynck, uno dei consiglieri di Barnier, ha spiegato che “l'esito rimane incerto” perché “rimangono divergenze significative”. Questa è una “maratona” ma l'Ue “non può garantire che arriveremo al traguardo con un accordo anche se entrambe le parti lo vogliono”, ha detto de Rynck. I negoziati, in realtà, sono frenetici. Barnier potrebbe tornare a Bruxelles. Appuntamento a lunedì per il prossimo aggiornamento.
A Calais ci sono già le code pre-Hard Brexit - Un'associazione di trasportatori del Pas-de-Calais ieri ha denunciato una “gestione calamitosa” dei flussi di Tir in direzione del Regno Unito, dopo che un forte aumento del traffico ha generato lunghe code. La ragione? I britannici stanno accumulando stock di merci prima dell'1 gennaio 2021 quando finirà il periodo transitorio e, in caso di no deal, saranno imposti dazi e quote sulle merci in provenienza dall'Ue sulla base delle regole della Wto. “Il piano di gestione del traffico non è all'altezza della posta in gioco e non c'è ancora la Brexit”, ha detto all'Afp il segretario generale della Fédération Nationale des Transports Routiers (FNTR) du Pas-de-Calais, Sébastien Rivéra: “E' già catastrofico da due settimane e lo sarà fino alla fine dell'anno”.
Schiaffo dell'Avvocato della Corte Ue a Orbán sull'articolo 7 - L'avvocato generale della Corte di giustizia dell'Unione europea ritiene che il ricorso presentato dall'Ungheria contro l'attivazione della procedura dell'articolo 7 da parte del Parlamento europeo debba essere respinto. Budapest contestava le procedure di voto usate dai deputati per far scattare la procedura sullo stato di diritto. Il parere dell'avvocato generale, Michal Bobek non è vincolante. Ma i giudici di Lussemburgo generalmente seguono i suoi consigli.
Sanzioni contro la disinformazione - Nell'ambito del piano di azione per la democrazia presentato ieri, la Commissione ha ipotizzato l'istituzione di un regime di sanzioni contro la disinformazione. “Non dobbiamo restare passivi perché per anni abbiamo visto il trend crescente di attività coordinate e mirate da parte di attori maligni dall'estero”, ha detto la vicepresidente Vera Jourova, citando “Russia e Cina” ma anche “alti attori governativi e non governativi”. Secondo Jourova, “gli attacchi contro la società europea portano frutti, perché sono in grado di influenzare la qualità della democrazia e minare la fiducia della gente nele istituzioni democratiche. Ciò che abbiamo visto durante il Covid la dice lunga”. Per Jourova, “gli autori che hanno inondato gli spazi informativi non possono rimanere impuniti”. La Commissione propone di sviluppare una scatola degli attrezzi per “rispondere alle operazioni straniere di interferenza e influenza, inclusi nuovi strumenti che permettano di imporre costi sui responsabili”.
Lesbos, Frontex e la grande ipocrisia dell'Ue - La Commissione ieri ha firmato un piano con la Grecia e le agienzie dell'Ue per costruire un nuvo centro di accoglienza sull'isola di Lesbos a inizio settembre 2021, dpoo l'incendioc he ha distrutto il campo di Moria. Il nuovo centro dovrebbe garantire adeguate condizioni di vita ai migranti e migliorare la gestione degli arrivi e delle richieste di asilo. Ma la politica dell'Ue non cambia: i migranti devono restare bloccati nelle isole greche. Luca Gambardella racconta chi è Leggeri: il satrapo dei confini europei. Qui, invece, in un editoriale il Foglio spiega perché bisogna mettere fine all'ipocrisia di Frontex.
Ci si è ristretto il M5s Europa - Quattro deputati eletti con il Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo hanno deciso di lasciare la delegazione e il partito contestando la linea adottata dalla dirigenza nell'ultimo anno. Corrao, Pedicini, Evi e D'Amato formeranno una delegazione a sé nei non-iscritti. Sono la componente più vicina a Casaleggio e Di Battista e sperano di entrare nel gruppo dei Verdi. Con Valerio Valentini spieghiamo quel che è successo e perché nella secessione dal M5s in Europa.
Il Ppe si tiene alla larga dal Mes in Italia - Il Partito popolare europeo non vuole intervenire nelle polemiche che riguardano il Mes in Italia. Silvio Berlusconi segue Matteo Salvini? Pazienza. Come spiega il Foglio in un editoriale, il Ppe ha altro di cui occuparsi e non vuole salvare il governo Conte con Pd e M5s che contestano l'ortodossia dell'Ue. Alla fine sarà la realtà a far uscire l'Italia dalla realtà parallela in cui vive la sua politica.
Michel propone un trattato Onu sulle pandemie - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri ha proposto a una sessione speciale dell'Assemblea generale dell'Onu l'istituzione di un trattato internazionale sulle pandemie. “Sapevamo che il mondo non era immune a una pandemia maggiore. Epèpure abbiamo abbassato la guardia”, ha detto Michel: “dobbiamo imparare le lezioni e trarne le conclusioni”. Il trattato pandemico di Michel, sotto l'ala dell'Organizzazione mondiale della salute, dovrebbe essere ancorato alla mobilitazione e solidarietà collettiva e coprire i seguenti settori: monitoraggio dei rischi; finanziamento e coordinamento della ricerca; sistema efficiente di allerta e condivisione delle informazione; accesso alla sanità; rafforzamento dei sistemi sanitari e sicurezza delle catene di approvvigionamento.
Rischio multa sulle concessioni balneari - La Commissione europea ha inviato ieri una lettera di messa in mora all'Italia sulle concessioni balneari, contestando la mancata applicazione di una sentenza della Corte di giustizia dell'Ue e la proroga fino al 2033. "Gli Stati membri sono tenuti a garantire che le autorizzazioni, il cui numero è limitato per via della scarsità delle risorse naturali (ad esempio le spiagge), siano rilasciate per un periodo limitato e mediante una procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi", ha ricordato la Commissione: "L'obiettivo è fornire a tutti i prestatori di servizi interessati - attuali e futuri - la possibilità di competere per l'accesso a tali risorse limitate, di promuovere l'innovazione e la concorrenza leale e offrire vantaggi ai consumatori e alle imprese, proteggendo nel contempo i cittadini dal rischio di monopolizzazione di tali risorse". Il 14 luglio 2016 la Corte di giustizia dell'Ue ha dichiarato illegale la normativa e la pratica in Italia di prorogare automaticamente le autorizzazioni vigenti delle concessioni balneari. Ma "l'Italia non ha attuato la sentenza della Corte". Anzi "da allora ha prorogato ulteriormente le autorizzazioni vigenti fino alla fine del 2033 e ha vietato alle autorità locali di avviare o proseguire procedimenti pubblici di selezione per l'assegnazione di concessioni", ha accusato la Commissione.
Le altre infrazioni contro l'Italia - La Commissione ha aperto una procedura di infrazione contro l'Italia per l'abuso di contratti a tempo determinato nel settore pubblico. La Commissione ha anche inviato una seconda lettera di messa in mora all'Italia per violazione della direttiva sui nitrati, invitandola a adeguarsi alla legislazione europea sulla protezione delle acque dall'inquinamento di origine agricola. Infine la Commissione ha aperto una procedura per non aver aperto il mercato italiano ai fornitori del servizio europeo di telepedaggio.
Come cambia Berlino - Daniel Mosseri racconta come si sta trasformando Berlino: non è più la Cenerentola della Germania. E' meno sexy, ma meno povera e la pandemia ha contribuito a questa trasformazione. Oggi al posto della discoteca fetish KitKat c’è un centro tamponi.
Accade oggi in Europa
- Commissione: l'Alto rappresentante Borrell e il commissario Gentiloni partecipano ai Dialoghi mediterranei 2020 di Roma
- Eurostat: dati sul trasporto aereo nel 2020