europa ore 7
I limiti della cooperazione pandemica dell'Ue
Il documento della Commissione sulle lezioni da trarre dalla crisi sanitaria e il primo Vertice di Mario Draghi. Le promesse di Puigdemont e l'età media delle madri europee
Su frontiere e vaccini si vedono i limiti della collaborazione tra gli europei. Oggi i capi di stato e di governo dei ventisette si riuniranno per discutere di varianti del coronavirus, dosi di vaccini, certificati vaccinali, restrizioni e lockdown delle frontiere. A un anno dall'arrivo del Covid-19 molto è cambiato in Ue, ma alcune difficoltà sono rimaste le stesse
I capi di stato e di governo dell'Unione europea oggi torneranno a riunirsi in un Vertice in teleconferenza per discutere di varianti del coronavirus, dosi di vaccini, certificati vaccinali, restrizioni e lockdown delle frontiere. A un anno esatto dall'arrivo della pandemia ai vertici dell'Ue - il Covid-19 fece il suo ingresso durante il Consiglio europeo del 21 febbraio 2020 dedicato al bilancio 2020-27 - tutto è cambiato in Europa, ma sul fronte della cooperazione molto è rimasto come prima. Tutto è cambiato con il Recovery fund e la sospensione delle regole del Patto di Stabilità e Crescita e sugli aiuti di stato. Ma la cooperazione mostra tutti i suoi limiti su frontiere e vaccini. Come nel marzo dello scorso anno, alcuni stati membri - tra cui la Germania - hanno deciso di introdurre unilateralmente controlli alle frontiere, ostacolando non solo la libera circolazione delle persone ma anche quella delle merci. Malgrado la strategia sui vaccini sia stata affidata all'Ue, gli stati membri restano divisi su quali debbano essere le priorità. La Commissione di Ursula von der Leyen sarà incaricata dai leader di preparare un documento per trarre le lezioni della pandemia. L'importante è che poi la imparino anche loro.
Sulle frontiere chiuse il conflitto rischia di essere ai massimi livelli. La Francia sta cercando in ogni modo di fare in modo che la Germania chiuda i confini con la Mosella, dove si registra un'impennata di casi dovuti alla variante britannica. Italia, Austria, Repubblica ceca e Slovacchia subiscono le conseguenze della decisione di Berlino di imporre controlli. La Polonia ha minacciato a sua volta di chiudere i confini con Repubblica ceca e Slovacchia. La Commissione ha inviato una lettera a Germania, Belgio, Ungheria, Danimarca, Finlandia e Svezia per richiamarli all'ordine sulla chiusura delle frontiere. Le loro misure sarebbero sproporzionate. Alcuni stati membri, come i Paesi Bassi, sono convinti che la Commissione abbia fatto bene. In gioco c'è il funzionamento del mercato unico. Ma il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, difende i sei paesi. “Non penso che abbiano violato le conclusioni dell'ultimo Consiglio europeo, che specificavano che erano necessario misure restrittive sui viaggi non essenziali”, ci ha detto una fonte vicina a Michel.
Sui vaccini ogni paese ha le sue priorità, malgrado il fatto che l'Ue si trova di fronte a un cambio di paradigma: tra poche settimane il collo di bottiglia non sarà più la produzione di dosi, ma la capacità dei singoli stati membri di somministrarle alla loro popolazione. Eppure (quasi) tutti pensano ad altro. La Grecia, la Spagna e il Portogallo vogliono un passaporto vaccinale che consenta di viaggiare e di salvare la stagione turistica, ma la Germania e la Francia sono contrarie. Il Belgio vuole togliere il controllo sulle esportazioni perché le sue industrie farmaceutiche sono in difficoltà con i clienti extra-europei, ma la Commissione teme altre polemiche dopo quelle sulla priorità data da AstraZeneca al Regno Unito. Cinque paesi vogliono puntare tutto sulla produzione “made in Europe” di vaccini rMNA, come Pfizer-BioNTech e Moderna, che possono essere utilizzati in caso di vaccinazione annuale, ma altri ritengono prioritaria la produzione immediata.
Oggi è giovedì e sul Foglio c'è la rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini spiegano perché l'Ue si è ritrovata a guardare storto AstraZeneca: taglio delle forniture, accuse di Francia e Germania, bugie e tentazione di trovare un alibi per i ritardi. Nel frattempo, nel momento in cui i cittadini tedeschi si mostrano scettici su questo vaccino, Ursula von der Leyen annuncia che lei si farebbe somministrare senza problemi AstraZeneca.
Questo sarà anche il primo vertice Ue di Mario Draghi come presidente del Consiglio. In realtà Draghi è un habitué, dato che per otto anni anni ha partecipato ai Consigli europei in qualità di presidente della Banca centrale europea. Anche se via teleconferenza, l'accoglienza sarà calorosa. “Felicissimo di lavorare di nuovo con Mario Draghi”, ha scritto su Twitter Charles Michel ieri, dopo una discussione (sempre in teleconferenza) con il presidente del Consiglio sull'agenda del Vertice, il Covid-19 e i vaccini, il G20, il Recovery fund e la situazione nel Mediterraneo orientale. “Dobbiamo collaborare strettamente insieme per affrontare le nostre sfide comuni”, ha spiegato Michel.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 25 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
L'Ue consulta sui lavoratori della gig-economy - La Commissione ieri ha lanciato la prima fase di una consultazione delle parti sociali su come migliorare le condizioni delle persone che lavorano tramite piattaforme digitali. Secondo l'esecutivo comunitario, il lavoro tramite piattaforme può offrire maggiore flessibilità e più opportunità, anche di reddito aggiuntivo, a coloro che hanno maggiori difficoltà a entrare nei mercati tradizionali. Tuttavia alcuni tipi di lavoro tramite piattaforme sono associati a condizioni precarie, assenza di trasparenza e prevedibilità degli accordi contrattuali, problemi di salute e sicurezza e insufficiente tutela sociale. Altri problemi riguardano la dimensione transfrontaliera e la gestione dei lavoratori mediante algoritmi. L'obiettivo della consultazione, che durerà almeno sei settimane, è raccogliere le opinioni delle parti sociali sulla direzione delle possibili azioni dell'Ue per migliorare le condizioni dei lavoratori della gig-economy. “Dobbiamo assicurarci che queste nuove forme di lavoro rimangano sostenibili ed eque”, ha detto la vicepresidente Margrethe Vestager. “Con la transizione digitale già in corso non possiamo perdere di vista i principi basilari del nostro modello sociale europeo”, ha aggiunto il commissario Nicolas Schmit.
Altri 10 anni di roaming senza costi aggiuntivi - Il collegio dei commissari ieri ha proposto anche un nuovo regolamento per far sì che i cittadini europei possano continuare a usufruire del roaming senza costi aggiuntivi quando viaggiano nell'Ue per altri 10 anni. Le norme che hanno portato all'abolizione del sovrapprezzo del roaming scadono nel 2022. Oltre alla proroga decennale, la principale novità della proposta della Commissione è il diritto per i consumatori di usufruire all'estero di una connessione di rete mobile pari a quella del proprio paese in termini di qualità e velocità, se sono disponibili reti equivalenti. In un editoriale il Foglio spiega che è una buona notizia, ma nel settore delle telecomunicazioni la Commissione ha ancora del lavoro da fare.
Una nuova strategia contro gli effetti del cambiamento climatico - La Commissione, sempre ieri, ha presentato una nuova strategia di adattamento ai cambiamenti climatici che definisce i passi da compiere per mitigare i suoi effetti come ondate di calore, siccità, deforestazione e erosione delle coste. Secondo la Commissione, le perdite economiche dovute alla maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi sono in aumento e nell'Ue superano i 12 miliardi di euro l'anno. Le stime dell'esecutivo comunitario dicono che esporre l'economia dell'Ue a un riscaldamento globale di 3 gradi centigradi comporterebbe una perdita annua di almeno 170 miliardi di euro. Secondo la Commissione, l'adattamento ai cambiamenti climatici deve coinvolgere tutte le componenti della società e tutti i livelli di governance. Le priorità saranno migliorare la conoscenza degli effetti e delle soluzioni di adattamento e intensificare la pianificazione e la valutazione del rischio climatico.
Le elezioni nei Paesi Bassi non bloccheranno il Recovery fund - Le elezioni politiche nei Paesi Bassi il 17 di marzo non dovrebbero compromettere il lancio del Recovery fund. Oggi la Camera bassa del parlamento olandese voterà per ratificare la “decisione sulle risorse proprie” che alza i tetti del bilancio 2021-27 dell'Ue per consentire alla Commissione di andare sui mercati e finanziare con debito comune la Recovery and Resilience Facility. Se come atteso ci sarà il via libera, la palla passerà poi al Senato olandese, che dovrebbe discutere della ratifica della “decisione sulle risorse proprie” in marzo. “Ho fiducia che riusciremo a ratificare entro l'1 aprile”, ci ha detto un diplomatico dei Paesi Bassi.
Amnesty toglie a Navalny lo status di prigioniero di coscienza - Amnesty International ha deciso di togliere lo status di "prigioniero di coscienza" al leader dell'opposizione russa, Alexei Navalny. La ragione? Alcuni discorsi nazionalisti di qualche anno fa. Così l'ong si è trasformata in uno strumento della propaganda del Cremlino. In un editoriale il Foglio spiega che Amnesty contribuisce a oscurare i torti e le ingiustizie del regime russo contro quello che, a prescindere dalle sue idee, è un prigioniero politico.
Puigdemont promette di lottare per la sua immunità - L'ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, ha promesso di “lottare fino all'ultimo minuto, all'ultimo secondo” per difendere la sua immunità di parlamentare europeo e quella di altri due deputati indipendentisti catalani, Toni Comin e Carla Ponsati. Martedì la commissione Giuridica del Parlamento europeo ha votato con 15 “sì”, 8 “no” e 2 astensioni per togliere l'immunità ai tre europarlamentari catalani. La plenaria si esprimerà in marzo. "Se la decisione del Parlamento europeo fosse strettamente fondata sulla base dei diritti fondamentali e democratici, questa partita la vinceremmo”, ha detto Puigdemont durante una conferenza stampa ieri. “Altra cosa invece se la decisione sarà soggetta alla pressione esercitata dallo Stato spagnolo e di alcuni dei suoi partiti in particolare”.
Le italiane sono le madri più anziane d'Europa - Le madri italiane sono le più “anziane” dell'Unione europea ad avere il loro primo figlio, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat relativi al 2019. In Italia l'età media delle donne alla nascita del primo figlio si attesta a 31,3 anni contro una media del 29,4 anni nell'Ue. Bulgaria e Romania sono i paesi con le madri più giovani, rispettivamente a 26,3 e 26,9 anni.
Accade oggi in Europa
- Consiglio europeo informale
- Parlamento europeo: conferenza stampa del presidente Sassoli
- Parlamento europeo: audizione pubblica della commissioni Ambiente e Industria con i dirigenti di AstraZeneca (Pascal Soriot), Moderna (Stéphane Bancel), CureVac (Franz-Wener Haas), Novavax (Stan Erck), Johnson&Johnson (Paul Stoffels), Pfizer (Angela Hwang), Sanofi (Thomas Triomphe) e i commissari Breton e Kyriakides
- Parlamento europeo: audizione del commissario Lenarcic alla commissione Sviluppo
- Parlamento europeo: audizione pubblica della commissione Commercio internazionale sull'accordo Ue-Mercosur
- Consiglio: riunione dei ministri dell'industria
- Commissione: discorso della vicepresidente Vestager alle Giornate dell'industria dell'Ue
- Commissione: discorso del commissario Gentiloni all'inaugurazione dell'anno accademico del Master in giornalismo e comunicazione multimediale della Luiss
- Commissione: dati sugli indicatori del sentimento economico e del clima delle imprese di febbraio 2021
- Comitato economico e sociale: sessione plenaria; dibattito con il commissario Hahn sui piani nazionali di ripresa e resilienza
- Corte di giustizia: conclusioni dell'Avvocato generale sulla procedura di infrazione contro l'Ungheria per le leggi "Stop Soros"; conclusioni dell'Avvocato generale sul velo islamico nel luogo di lavoro
- Eurostat: dati sull'uso dell'internet delle cose
- Transparency international: conferenza stampa su un rapporto sulla lobby del big tech a Bruxelles