Europa Ore 7

L'Ue è pronta a una nuova procedura contro BoJo sulla Brexit

"Tutte le opzioni legali sono sul tavolo", ci ha detto una fonte dell'Ue. Ma al Parlamento europeo si comincia a discutere di un'opzione nucleare: non procedere alla ratifica dell'accordo sulle relazioni future

David Carretta

La Commissione sta valutando di aprire una procedura di infrazione contro il Regno Unito o di avviare una procedura arbitrale prevista dall'accordo Brexit, dopo la decisione unilaterale di Londra di prolungare un periodo di grazia previsto dal Protocollo irlandese sui controlli dei prodotti alimentari britannici destinati all'Irlanda del nord

Quanto vi manca la Brexit? Tra mutazioni del coronavirus, scarsità di vaccini e crisi economica, l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea e dal suo mercato interno è passato in secondo piano. Ma il governo di Boris Johnson sembra sul punto di riportare la Brexit sotto i riflettori. La Commissione sta valutando di aprire una procedura di infrazione contro il Regno Unito o di avviare una procedura arbitrale prevista dall'accordo Brexit, dopo la decisione unilaterale di Londra di prolungare un periodo di grazia previsto dal Protocollo irlandese sui controlli dei prodotti alimentari britannici destinati all'Irlanda del nord. Il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, oggi ne discuterà con gli ambasciatori dei 27 nella riunione del Coreper. "Tutte le opzioni legali sono sul tavolo", ci ha detto una fonte dell'Ue. Ma al Parlamento europeo si comincia a discutere di un'opzione nucleare: non procedere alla ratifica dell'accordo sulle relazioni future.

Sefcovic la scorsa settimana ha accusato il governo Johnson di violare "per la seconda volta" l'accordo sulla Brexit e il protocollo irlandese, che prevedono la creazione di una frontiera interna al Regno Unito per tenere aperti i confini tra Irlanda e Irlanda del nord. La prima volta fu il progetto di legge sul mercato interno, che di fatto cancellava i controlli sulle merci tra l'isola della Gran Bretagna e l'Irlanda del nord. La questione venne superata grazie all'accordo sulle relazioni future firmato da Johnson poco più di due mesi fa. Ma le pressioni degli unionisti nordirlandesi e i problemi logistici ed economici per chi si approvvigiona (come i supermercati) in Gran Bretagna hanno spinto Johnson a fare l'ennesima retromarcia. Il periodo di grazie che consente di evitare i controlli è stato unilateralmente prolungato da fine marzo a fine ottobre. David Frost, che Johnson ha rimesso ai comandi della Brexit a Londra, è sospettato di questa mossa poco da gentleman.

Sefcovic presenterà agli ambasciatori due opzioni. La prima è una procedura di infrazione ai sensi dell'accordo Brexit, che potrebbe concludersi con una sentenza della Corte di Giustizia dell'Ue. La seconda è ricorrere a una procedura di risoluzione delle dispute che coinvolgerebbe un organismo arbitrale indipendente. Downing Street ieri ha fatto conoscere la posizione di Johnson. Il primo ministro è "sicuro che tutto può essere risolto (...) con buona volontà e immaginazione". Johnson ha detto che sarà "piacevolmente sorpreso quando il buon senso inizierà a prevalere". E qui entra in gioco il Parlamento europeo. La ratifica dell'accordo sulle relazioni future - in particolare l'intesa di libero scambio che ha consentito di evitare dazi e quote tra le due sponde della Manica - deve essere ratificato entro la fine di aprile. I documenti sono pronti. Ma, secondo quanto ci hanno riferito alcune fonti interne, alcuni parlamentari sono tentati dall'opzione di rinviare la ratifica per costringere Johnson a maggiore buon senso sull'Irlanda del nord.

Nel frattempo i danni reali della Brexit continuano ad accumularsi. L'inizio del 2021 è stato segnato dai pescatori scozzesi che non riuscivano più a esportare crostacei e molluschi verso i loro clienti nell'Ue. Nelle prime settimane dell'anno ci sono stati ritardi doganali e costi aggiuntivi per clienti e fornitori. Ora stanno arrivando le cifre statistiche. Secondo i dati dell'ufficio delle dogane francesi, le esportazioni verso il Regno Unito sono crollate del 13 per cento in gennaio rispetto alla media dei sei mesi precedenti. Le importazioni dal Regno Unito in Francia hanno registrato un calo del 20 per cento. Dati simili sono stati registrati in Germania, con un tonfo delle esportazioni tedesche del 30 per cento su base annuale. Con l'Italia va ancora peggio: le esportazioni verso il Regno Unito sono scese del 38 per cento, mentre le importazioni britanniche hanno subìto un tracollo del 70 per cento. Secondo l'Observer, di fronte alle difficoltà di approvvigionamento e il rischio di penurie di alimentari, Frost starebbe pensando di alleggerire i controlli sulle importazioni dall'Ue a partire dall'1 aprile.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 9 marzo, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Von der Leyen minaccia altri blocchi all'export di AstraZeneca - La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri ha minacciato di vietare altre esportazioni di vaccini di AstraZeneca prodotti nell'Unione europea, se la società farmaceutica non rispetterà i suoi impegni contrattuali aumentando in modo consistente le forniture di dosi agli stati membri. Von der Leyen ha ribadito il suo sostegno alla decisione dell'Italia di bloccare 250 mila dosi in partenza per l'Australia. A febbraio, dopo aver ridotto le forniture per il primo trimestre del 2020 da 120 a 32 milioni, AstraZeneca alla fine aveva promesso 40 milioni di dosi entro marzo. Finora ne ha consegnate poco più di 10 milioni. "AstraZeneca ha consegnato all'Ue meno del 10 percento dell'importo ordinato nel periodo da dicembre a marzo", ha spiegato von der Leyen: "Se una società non consegna, non possiamo permettere esportazioni".

La cattiva notizia dietro le finte buone notizie di Ursula - L'affidabilità di AstraZeneca è diventato il principale problema della strategia dell'Ue e delle campagne di somministrazioni negli stati membri. Nel fine settimana Von der Leyen ha spiegato che le dosi complessive per i paesi europei nel secondo trimestre passeranno da 50 a 100 milioni al mese. Ma dietro alla buona notizia si nasconde una pessima notizia: un taglio delle stime sulle forniture di tutti i produttori che erano state elaborate appena poche settimane fa. Al vertice in videoconferenza del 25 febbraio von der Leyen aveva presentato ai leader una tabella che prevedeva circa 490 milioni di dosi potenziali per il secondo trimestre. Ieri la stima è stata rivista nettamente al ribasso. Von der Leyen ha parlato di 300 milioni di dosi tra aprile e giugno, incluso il vaccino Johnson & Johnson che dovrebbe essere autorizzato dall'Ema giovedì. La Commissione non ha voluto dire quali società farmaceutiche consegneranno meno dosi del previsto. Un fallimento ormai appurato sui vaccini è la comunicazione confusa e la mancanza di trasparenza della squadra von der Leyen.

Un'alleanza transatlantica per proteggere la produzione di vaccini - Il commissario Thierry Breton, a capo della Task force dell'Ue sulla produzione di vaccini, ieri ha avuto una riunione in teleconferenza con la sua controparte americana, Jeff Zients. “Abbiamo un interesse condiviso nell'evitare problemi nella catena di approvvigionamento delle molte componenti necessarie” alla produzione dei vaccini, ha spiegato la Commissione. L'Ue vuole innanzitutto evitare il rischio di vedersi bloccare dagli Usa ingredienti come i lipidi, essenziali alla produzione di vaccini mRNA di Pfizer e Moderna. A Bruxelles c'è preoccupazione anche per Johnson & Johnson, perché i piani iniziali prevedevano di effettuare le operazioni di infialatura e finitura negli Usa. Breton ha spiegato di voler “non solo lavorare insieme (all'America), ma anche armonizzare le relazioni che esistono perché le catene di approvvigionamento tra l'Europa e gli Usa sono strettamente legate”.

L'alleanza transatlantica sui valori che Harris chiede all'Ue - La vicepresidente americana, Kamala Harris, ha usato il suo discorso al Parlamento europeo in occasione della giornata internazionale della donna per inviare un messaggio più generale all'Ue molto simile a quello lanciato da Joe Biden alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. “Il presidente Joe Biden e io non vediamo l'ora di lavorare con i membri di questo Parlamento e di rafforzare l'Alleanza Transatlantica”, ha detto Harris. "Oggi ci troviamo a dover affrontare delle crisi su quasi tutti i fronti: una pandemia che ha tolto la vita a più di due milioni e mezzo di persone in tutto il mondo, un clima mutevole che minaccia il futuro della nostra terra e un aumento dei sentimenti populisti che minacciano le democrazie ovunque. Né gli Stati Uniti né l'Europa sono immuni da questi rischi”. Secondo Harris, “oggi è essenziale lavorare insieme per promuovere quei principi che rafforzano le democrazie: responsabilità e trasparenza, stato di diritto e diritti umani”.

La Commissione contro il Belgio sulle frontiere - La Commissione ieri si è detta “sorpresa di aver letto sulla stampa” della decisione del governo del Belgio di prolungare il divieto di viaggi essenziali da e per il paese fino al 18 aprile. “Esamineremo rapidamente tutte le opzioni sul tavolo”, ha detto un portavoce della Commissione. E' una minaccia di aprire una procedura di infrazione? La Commissione ha ricordato che sulle restrizioni ai movimenti di persone “gli stati membri devono rispettare il principio di proporzionalità previsto dal diritto dell'Ue. Non pensiamo che un divieto di viaggiare rispetti questo principio”, ha detto il portavoce, ricordando di aver chiesto al Belgio di sostituirlo con “misure più mirate”.

Il divario salariale tra uomini e donne al 14,1 per cento nell'Ue - Nel 2019 le donne hanno guadagnato in media il 14,1 per cento degli uomini nell'Ue, secondo  alcuni dati pubblicati ieri da Eurostat in occasione della festa internazionale della donna. Le differenze sul gap salariale di genere interne all'Ue sono significative. I peggiori sono Estonia (21,7 per cento), Lettonia (21,2), Austria (19,9) e Germania (19,2). I migliori sono Lussemburgo (1,3 per cento), Romania (3,3), Italia (4,7) e Belgio (5,8). “Uguale salario per uguale lavoro. Le donne in Europa guadagnano in media il 14,1% in meno degli uomini. Questo non è più accettabile”, ha detto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli: “Siamo pronti a lavorare alla proposta della Commissione per una trasparenza salariale vincolante che metteremo al centro del nostro lavoro”.

Il 78 per cento di donne nella sanità dell'Ue - La quota di donne che lavora nel settore della sanità era del 78 per cento nell'Unione europea durante il terzo trimestre del 2020, secondo alcuni dati pubblicati sempre da Eurostat. "Questa giornata internazionale delle donne è per tutte le donne che hanno affrontato con coraggio la crisi del Covid-19. Dal prendersi cura dei malati negli ospedali a istruire i propri figli in lockdown", ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. “La pandemia di Covid-19 non soltanto ha consolidato le ingiustizie e le disuguaglianze, ma rischia di cancellare decenni di conquiste delle battaglie delle donne europee sul diritto al lavoro, alla condivisione del lavoro di cura, alla autonomia nelle relazioni, al rispetto e al diritto delle proprie scelte nelle relazioni affettive”, ha detto Sassoli.

Due deputati Cdu-Csu con le mani sulle mascherine - Due esponenti politici della Cdu e della Csu in Germania sono rimasti coinvolti in uno scandalo per l'accusa di essersi arricchiti durante la pandemia con le forniture di mascherine. Nikolas Löbel della Cdu si è dimesso dal Bundestag, dopo che è uscita la notizia che la sua impresa ha guadagnato migliaia di euro con gli accordi di fornitura delle mascherine. Georg Nüsslein si è dimesso dalla leadership della Csu bavarese e ha annunciato che non si ricandiderà in settembre a seguito di un'inchiesta per corruzione legata sempre agli acquisti di mascherina.

La bugia tragica della studentessa che accusò il professor Paty - Le accuse di islamofobia contro il professore di storia e geografia, Samuel Paty, ucciso lo scorso ottobre in Francia, erano state inventate. La verità è stata rivelata dal Parisien: l'adolescente che aveva accusato Pay ha confessato di non essere presente il giorno della lezione sulle caricature di Maometto. Sul Foglio Mauro Zanon racconta la bugia tragica della studentessa che per prima accusò il professor Paty.

 

Accade oggi in Europa

- Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sui programmi InvestEU e EU4Healts, sulla pesca, sulla situazione in Georgia e sul rapporto annuale del Mediatore)

- Parlamento europeo: conferenza stampa del gruppo S&D; conferenza stampa del gruppo Gue; conferenza stampa di Puigdemont, Comin e Ponsati sulla revoca dell'immunità

- Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari (in agenda gli obiettivi digitali per il 2030 e gli aiuti umanitari dell'Ue nel contesto della pandemia Covid-19)

- Commissione: il vicepresidente Timmermans partecipa alla conferenza Milano per le donne

- Commissione: il commissario Gentiloni partecipa alla conferenza New Techniques and Technologies for Official Statistics

- Consiglio europeo: visita del presidente Michel in Kenya

- Consiglio: riunione del Coreper

- Comitato economico e sociale: audizione sui diritti fondamentali, lo stato di diritto e la ripresa post Covid-19

- Eurostat: dati su Pil e occupazione nel quarto trimestre

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