Europa Ore 7
Cosa vuole fare l'Ue su Russia e Ucraina?
Gli Stati Uniti sono tornati ai fondamentali dell'alleanza transatlantica, la Russia sta minacciosamente ammassando truppe al confine con l'Ucraina e l'Europa è chiamata ad assumersi le sue responsabilità
Alla Nato l'allarme è tornato ai livelli del 2014. "Nelle ultime settimane la Russia ha spostato migliaia di truppe pronte al combattimento ai confini dell'Ucraina, il più grande concentramento di truppe russe dall'annessione illegale della Crimea", ha spiegato ieri il segretario generale Jens Stoltenberg
Gli Stati Uniti sono tornati ai fondamentali dell'alleanza transatlantica, la Russia sta minacciosamente ammassando truppe al confine con l'Ucraina e l'Europa è chiamata ad assumersi le sue responsabilità. E' questo il messaggio che indirizzeranno oggi agli europei Antony Blinken e Lloyd Austin durante una riunione d'emergenza dei ministri degli Esteri e della Difesa della Nato. Causa Covid-19 la discussione sarà in videoconferenza. Ma la presenza fisica a Bruxelles del segretario di Stato e del segretario alla Difesa non è solo un fatto simbolico. Blinken è al suo secondo viaggio in poche settimane nella capitale europea, dove ieri ha visto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. "Gli Stati Uniti difendono con fermezza la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina", ha detto Blinken, accusando la Russia di "azioni molto provocatorie". Ma l'Ue cosa farà? Sul Foglio spieghiamo che l'offensiva dell'amministrazione Biden per ristabilire l'alleanza atlantica mette in imbarazzo gli europei.
Alla Nato l'allarme è tornato ai livelli del 2014. "Nelle ultime settimane la Russia ha spostato migliaia di truppe pronte al combattimento ai confini dell'Ucraina, il più grande concentramento di truppe russe dall'annessione illegale della Crimea", ha spiegato ieri il segretario generale Jens Stoltenberg, in una conferenza stampa con Kuleba: "La Russia deve porre fine a questo rafforzamento militare in e attorno all'Ucraina, fermare le sue provocazioni e procedere immediatamente alla de-escalation", ha detto Stoltenberg. Kuleba ha chiesto di preparare “un nuovo round di sanzioni, che alzerebbe il prezzo dell'aggressione russa”. I ministri degli Esteri dell'Ue discuteranno di Ucraina lunedì prossimo. Ma Blinken non vedrà il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Il segretario di Stato ha avuto solo una conversazione telefonica ieri sera con l'Alto rappresentante, Josep Borrell.
E' come se una potenziale guerra tra Russia e Ucraina non riguardasse l'Ue, ma solo la Nato. Il problema riguarda le sanzioni, la Germania e in particolare il completamento di Nord Stream 2. Gli Stati Uniti chiedono di fermare il gasdotto. Ma la Germania è paralizzata dai suoi interessi e dal clima pre-elettorale. Ieri a Berlino Austin ha dato al governo di Angela Merkel ciò che chiedeva: non solo l'abbandono del piano di Donald Trump di ritirare un terzo delle truppe americane dalla Germania, ma anche l'intenzione "stazionare in modo permanente circa 500 soldati in più nell'area di Wiesbaden". "Apprezzo veramente", ha risposto il ministro della Difesa, Annegret Kramp-Karrenbauer. Ma le parole di ringraziamento potrebbero non bastare all'amministrazione Biden.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 14 aprile, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Appena arrivato Johnson&Johnson già fermato - “La sicurezza del vaccino è sempre di primaria importanza”, ha detto ieri la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, dopo la decisione di Johnson&Johnson di interrompere l'uso del suo vaccino nell'Ue prima ancora dell'inizio della campagna di somministrazione. La pausa è dovuta alla decisione delle autorità americane di sospendere Johnson&Johnson a seguito di sei casi di eventi tromboembolici su 7 milioni di vaccini somministrati. “Gli sviluppi con il vaccino Johnson&Johnson negli Usa sono monitorati da vicino dall'Ema e i suoi organismi di farmacovigilanza con una linea (di comunicazione) aperta con la Fda americana e altri regolatori internazionali”, ha detto Kyriakides. Dopo i molteplici problemi legati a AstraZeneca (taglio delle forniture e eventi tromboembolici), i guai con il vaccino di Johnson&Johnson infliggono un nuovo colpo alla campagna di vaccinazione dell'Ue proprio nel momento in cui sembrava accelerare. Johnson&Johnson, il cui vaccino è considerato un “game changer” perché mono dose, dovrebbe consegnare agli stati membri 55 milioni di dosi tra aprile e giugno.
La (poca) efficacia dei vaccini cinesi mette nei guai l'Ungheria - “Non ci pronunciamo sul vaccino cinese”, ma “un principio che abbiamo sostenuto dall'inizio è che è primordiale e essenziale di assicurare la sicurezza e l'efficacia dei nostri vaccini”, ha detto ieri un portavoce della Commissione, a proposito della situazione in cui si trova l'Ungheria dopo che un responsabile di Pechino ha ammesso un'efficacia più bassa dei vaccini cinesi. La questione tuttavia rischia di toccare l'Ue. Budapest deve il successo della sua campagna di vaccinazione alle 5 milioni di dosi di Sinopharm acquistate in gennaio. A un terzo delle persone vaccinate finora è stato somministrato il vaccino cinese. Secondo la proposta della Commissione sul certificato verde digitale, gli stati membri saranno liberi di non riconoscere i vaccini non autorizzati dall'Ema. In altre parole, i cittadini ungheresi che hanno ricevuto Sinopharm potrebbero essere esclusi dalla libera circolazione garantita dal certificato dell'Ue. “E' importante notare che nel momento in cui degli stati membri hanno dubbi sull'efficacia di questo o quel vaccino sarebbe possibile non riconoscere questi vaccini nell'ambito del certificato”, ci ha detto un altro portavoce della Commissione.
Il certificato vaccinale dell'Ue anche per andare a teatro - Il commissario alla Giustizia, Didier Reynders, ieri ha detto che l'obiettivo è far funzionare il certificato verde digitale sui vaccini dell'Ue “alla fine di giugno”, appena in tempo per salvare la stagione estiva. Durante il primo dibattito al Parlamento europeo sul certificato verde digitale, di fronte a una serie di domande da parte dei deputati, Reynders ha ribadito che l'obiettivo è facilitare la libera circolazione delle persone evitando discriminazioni, grazie al fatto che conterrà i dati della vaccinazione, dei risultati di un test negativo o dell'avvenuta guarigione dal Covid-19. In ogni caso la vaccinazione “non può essere una precondizione per beneficiare dei diritti della libera circolazione delle persone o per usare trasporti transfrontalieri”, ha spiegato Reynders. Ma gli stati membri saranno liberi di usare il certificato verde dell'Ue per dare accesso a “eventi culturali”, ha aggiunto Reynders: “Il certificato è per dare possibilità aggiuntive”.
Verso la fine del “sofa gate”? - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri ha fatto il “mea culpa” per il “sofa gate” durante una riunione della Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo a cui ha partecipato con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Michel “ha reiterato le sue scuse pubbliche” e “ha insistito sull'unità e lo spirito di squadra dell'Ue”, ci ha detto una fonte europea. Il presidente del Consiglio europeo ha anche “espresso la necessità di andare avanti e concentrarsi sulle priorità e le sfide dell'Ue”. Von der Leyen ha definito l'incidente di Ankara come “molto imbarazzante”. Diversi capigruppo del Parlamento europeo hanno criticato Michel. Ma alla fine nessuno ha chiesto le sue dimissioni.
Erdogan vuole (di nuovo) una sedia dentro l'Ue - "Restiamo impegnati nel nostro obiettivo di diventare membri a pieno titolo dell'Ue", ha detto ieri il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Incurante del “sofa gate”, Erdogan ha spiegato di augurarsi che “l'incontro della scorsa settimana con i leader dell'Ue rappresenti un punto di svolta nelle relazioni Turchia-Ue”. Il presidente turco ha anche ricordato che la Turchia gioca un ruolo essenziale nel frenare “un grande flusso di migranti” verso l'Europa.
Dopo Karlsruhe, la Polonia prende in ostaggio il Recovery fund - Dopo la Corte costituzionale tedesca è il turno della Polonia di prendere in ostaggio il Recovery fund. Ieri il Parlamento di Varsavia ha rinviato la discussione e il voto sulla decisione sulle risorse proprie, che deve consentire alla Commissione di indebitarsi per finanziare il Recovery fund. La ragione è un conflitto all'interno della coalizione di tre partiti ultra-nazionalisti al governo. In un editoriale il Foglio spiega che sarebbe meglio per tutti andare al voto per togliersi di mezzo i nazionalisti che si prendono a calci.
Per il post Brexit l'Ue pronta a un'intesa pragmatica sull'Irlanda del nord - La Commissione è pronta “a trovare soluzioni rapide e pragmatiche” con il Regno Unito per risolvere alcuni problemi in Irlanda del nord legati alla messa in opera del Protocollo irlandese dell'accordo Brexit, ha detto ieri un portavoce dell'esecutivo comunitario. Lo scoppio di violenza in Irlanda del nord sembra spingere Bruxelles e Londra verso un compromesso. Il portavoce ha annunciato che “presto” potrebbe esserci “un incontro politico” tra il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, e il ministro britannico per la Brexit, David Frost. Nel frattempo, il Parlamento europeo ha deciso di fare un passo verso la ratifica dell'accordo sulle relazioni future. La Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo ieri ha deciso di andare avanti con il voto nelle commissioni, anche se non ha formalmente calendarizzato il via libera in plenaria malgrado il fatto che l'applicazione provvisoria dell'accordo di libero scambio scada il 30 aprile. E' un modo per mantenere la pressione sul governo di Boris Johnson affinché rispetti il Protocollo irlandese.
Per la Corte dei conti l'Ue è in ritardo sui punti di ricarica delle auto elettriche - Secondo un rapporto della Corte dei conti europea, l'Ue è “molto lontana” dall'obiettivo del Green Deal di avere un milione di punti di ricarica per le auto elettriche entro il 2025 e non dispone di una tabella di marcia strategica generale per la mobilità elettrica. “Nonostante alcuni successi, quali la promozione di uno standard comune Ue per i connettori di ricarica dei veicoli elettrici, e il migliorato accesso alle diverse reti di ricarica, permangono ostacoli agli spostamenti con veicoli elettrici nell’Ue”, hanno detto i giudici contabili in un comunicato. La Corte dei conti ha sottolineato che la disponibilità di stazioni di ricarica accessibili al pubblico varia notevolmente da paese a paese, i sistemi di pagamento non sono armonizzati e non sono disponibili informazioni in tempo reale per gli utilizzatori. “Il segmento dei veicoli elettrici e ibridi ricaricabili ha visto crescere considerevolmente la propria quota di mercato”, ma “le reti di ricarica non si stanno sviluppando allo stesso ritmo”, ha detto la Corte dei conti nel suo comunicato.
Solo il 7 per cento delle imprese dell'Ue usa l'AI - Nel 2020 il 7 per cento delle imprese dell'Ue con almeno 10 occupati hanno usato applicazioni di intelligenza artificiale, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Nello specifico, il 2 per cento delle imprese ha usato il machine learning (l'apprendimento automatico) per analizzare big data internamente. Il 2 per cento ha usato un servizio di chat con un dei bot per rispondere ai clienti. Il 2 per cento ha usato robot per condurre operazioni come pulizie o compiti pericolosi o ripetitivi. L'1 per cento ha analizzato big data internamente con sistemi di riconoscimento vocale. Tra gli stati membri è l'Irlanda il paese in cui l'intelligenza artificiale è utilizzata dalla maggior percentuale di imprese (23 per cento), mentre l'Italia è appena sopra la media dell'Ue (8 per cento).
L'agricoltura contribuisce all'1,3 per cento del pil dell'Ue - Nel 2020 il settore agricolo ha contribuito per 171,9 miliardi di euro al Pil dell'Ue, pari al 1,3 per cento del totale, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Complessivamente il settore agricolo vale poco meno del Pil della Grecia. L'industria agricola nell'Ue ha creato 177 miliardi di euro di valore aggiunto. Il valore totale della produzione agricola lo scorso anno è stato di 411,8 miliardi, di cui il 52,8 per cento dalla coltivazione e il 38,6 per cento dall'allevamento animale.
Accade oggi in Europa
- Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
- Commissione: conferenza stampa del commissario Hahn sulla strategia per finanziare il Recovery plan
- Commissione: conferenza stampa dei commissari Schinas e Johansson sulla strategia contro il crimine organizzato e il traffico di esseri umani
- Parlamento europeo: il vicepresidente della Bce, Luis De Guindos, presenta il rapporto annuale della Bce alla commissione Economica
- Parlamento europeo: il membro del board della Bce, Fabio Panetta, presenta i risultati della consultazione pubblica su un euro digitale
- Parlamento europeo: briefing per la stampa sull'Intelligenza artificiale
- Consiglio: riunione del Coreper
- Bce: pubblicazione del rapporto annuale 2020 della Bce
- Bce: la presidente Lagarde partecipa a un evento Reuters Newsmaker
- Corte di giustizia: sentenze nelle cause di Ryanair contro gli aiuti di Danimarca, Svezia e Finlandia alle loro compagnie aeree
- Eurostat: dati sulla produzione industriale a febbraio; dati sulle conseguenze della crisi del Covid-19 sul mercato del lavoro nel quarto trimestre del 2020; dati sull'impatto della crisi Covid-19 sulla produzione industriale; dati sui decessi settimanali alla fine di febbraio
- Nato: riunione straordinaria dei ministri degli Esteri e della Difesa su Ucraina e Afghanistan