Europa Ore 7
L'Ue cerca di uscire dall'irrilevanza su Gaza
Il campo pro palestinese, in Europa, si è ridotto sempre di più. L'Ue avrebbe leve da utilizzare con i palestinesi, grazie alle centinaia di milioni di euro destinati ai territori attraverso aiuti diretti o umanitari in Cisgiordania e a Gaza
Cosa aspettarsi dalla riunione in teleconferenza dei ministri degli Esteri dei 27? La posizione di Borrell, negoziata con i 27, è questa: “Se Israele ha il diritto di proteggere la sua popolazione da questo tipo di attacchi, deve agire in modo proporzionato e evitare vittime civili”. L'Alto rappresentante cammina su un filo sottile non a causa di quanto accade sul terreno, ma per le posizioni diverse degli stati membri
I ministri degli Esteri dell'Unione europea oggi cercheranno di trovare un posto per loro nella nuova escalation del conflitto israelo-palestinese innescata dal lancio di missili da parte di Hamas contro Israele. L'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha convocato i capi delle diplomazie dei 27 a un incontro straordinario per cercare di coordinare le loro posizioni, nel momento in cui l'Ue pena non solo a farsi sentire, ma ad avere una linea sul Medio Oriente. Al di là degli appelli alla de-escalation e alla moderazione, la realtà è che le divisioni tra gli stati membri e il disimpegno europeo dalla regione rendono l'Ue un non-attore. La realtà è che l'Ue si è fatta sorprendere dagli accordi di Abramo promossi dall'Amministrazione Trump e, in segreto, sperava che potessero archiviare il conflitto israelo-palestinese. La realtà è che l'Ue spera nell'Amministrazione Biden per uscire dal proprio imbarazzo. “Abbiamo bisogno dell'impegno americano”, ha detto il ministro francese per gli Affari europei, Clément Beaune, nel fine settimana: “E' chiaro che sono loro che hanno oggi le principali leve diplomatiche, anche se l'Europa deve essere più presente”. A proposito degli accordi di Abramo, sul Foglio Giuliano Ferrara spiega perché non funzionano: la lotta tra israeliani e arabi non la si risolve con la geopolitica.
Il Monde oggi ricorda che, al momento della sua nomina come Alto rappresentante nel 2014, Federica Mogherini aveva detto di voler contribuire alla soluzione dei due stati entro la fine del suo mandato nel 2019. Sette anni dopo, il suo successore Borrell ci ha messo quasi una settimana per pubblicare un comunicato nel quale affermava di essere “impegnato attivamente negli sforzi diplomatici per contribuire a disinnescare” il conflitto. “La priorità e il messaggio dell'Ue in questo contesto rimangono chiari: la violenza deve finire subito”. Cosa aspettarsi dalla riunione in teleconferenza dei ministri degli Esteri dei 27? La posizione di Borrell, negoziata con i 27, è questa: “Se Israele ha il diritto di proteggere la sua popolazione da questo tipo di attacchi, deve agire in modo proporzionato e evitare vittime civili”. L'Alto rappresentante cammina su un filo sottile non a causa di quanto accade sul terreno, ma per le posizioni diverse degli stati membri. “Nessuno ha messo sul tavolo la questione delle sanzioni”, ha spiegato ieri il portavoce di Borrell: “Cerchiamo di risolvere la situazione attraverso i normali strumenti diplomatici”.
Nel corso degli ultimi anni, il campo pro-palestinese dentro l'Ue si è ridotto sempre di più. Oltre al Lussemburgo e alla Spagna, in pochi sono pronti a spendersi per fornire una sorta di salva-condotto ad Hamas. Lo si è visto nelle dichiarazioni della scorsa settimana. Gran parte dei leader hanno seguito la strada tracciata da Angela Merkel sul diritto di Israele a difendersi. La Francia teme di importare sul suo territorio il conflitto, con una nuova ondata di antisemitismo. Ungheria, Polonia, Repubblica ceca e Romania hanno rafforzato i legami con Israele e in particolare il primo ministro, Benjamin Netanyahu. Che sia sui vaccini, il turismo o il gas nel Mediterraneo orientale, lo stesso hanno fatto Cipro e Grecia. Paradossalmente l'Ue avrebbe leve da usare con i palestinesi, grazie alle centinaia di milioni di euro destinati ai territori attraverso aiuti diretti o umanitari, non solo in Cisgiordania ma anche a Gaza. Tra il 2007 e il 2019 sono stati sbloccati 210 milioni per il rafforzamento delle istituzioni dell'Autorità palestinesi. Dal 2000 sono stati stanziati 700 milioni di euro di aiuti umanitari. Da un lato, è il prezzo per lavarsi la coscienza. Dall'altro, è il costo dell'irrilevanza politica.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 18 maggio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Biden apre alle esportazioni di dosi (ma meno dell'Ue) - Il portavoce della Commissione ieri ha annunciato che Ursula von der Leyen venerdì sarà a Roma per presiedere con Mario Draghi il Global Health Summit (e poi sabato avrà un'udienza con papa Francesco). In un editoriale il Foglio spiega che sarebbe l'occasione perfetta per l'Ue per iniziare a organizzare la donazione di dosi non utilizzate ai paesi poveri e vincere la battaglia globale della "vaccine diplomacy". Nel frattempo il presidente americano, Joe Biden, ha autorizzato l'esportazione di vaccini dagli Stati uniti. Oltre ai 60 milioni di dosi AstraZeneca già promessi, l'Amministrazione Biden dovrebbe permettere l'esportazione di 20 milioni di dosi di Pfizer-BioNTech, Moderna e Johnson&Johnson. Ma attenzione prima di salutare la svolta umanitaria di Biden. Le dosi potranno uscire dagli Usa dalla fine di giugno. Inoltre 20 milioni è quello che viene esportato dall'Ue ogni settimana.
Ue e Usa firmano una tregua sui dazi (contro la Cina) - Il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, il rappresentante americano per il Commercio, Katherine Tai, e il segretario al Commercio, Gina Raimondo, ieri hanno annunciato una tregua nel conflitto commerciale tra Ue e Usa sui dazi imposti dall'Amministrazione Trump contro le importazioni di acciaio e alluminio. L'Ue ha deciso di sospendere il raddoppio dei dazi adottati in rappresaglia ai dazi americani, che era previsto per giugno, in uno “sforzo per rilanciare le relazioni transatlantiche”, ha spiegato Dombrovskis: “Questo ci darà spazio per trovare soluzioni comuni a questa disputa”. Ma la parte più interessante è contenuta nella dichiarazione congiunta. Dombrovskis, Tai e Raimondo si sono detti d'accordo che Usa e Ue sono “alleati e partner” e possono fare fronte comune per fare in modo che “paesi come la Cina che sostengono politiche commerciali distorsive ne rispondano”.
Il Green deal avrà un'economia blu sostenibile - La Commissione ieri ha presentato una serie di proposte per un'economia blu sostenibile nell'Unione europea per fare in modo che i settori legati agli oceani, ai mari e alle coste realizzino gli obiettivi del Green deal. Secondo l'esecutivo comunitario, tutti i settori dell'economia blu (pesca, acquacoltura, turismo costiero, trasporto marittimo, attività portuali e costruzioni navali) dovranno ridurre il loro impatto ambientale e climatico. Nella comunicazione della Commissione - tra le altre cose - viene indicata la volontà di sviluppare energie rinnovabili offshore, decarbonizzare il trasporto marittimo e inverdire i porti.
Più 157 per cento di arrivi nel Mediterraneo centrale - Nei primi quattro mesi dell'anno il numero di migranti arrivati nell'Unione europea attraverso la rotta del Mediterraneo centrale è aumentato del 157 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020, secondo i dati pubblicati ieri da Frontex. Ma attenzione: non solo lo scorso anno i flussi si sono praticamente interrotti a causa del Covid-19, ma i dati assoluti per il momento sono lungi dall'essere allarmanti. Da gennaio ad aprile, il numero di migranti sbarcati in Italia e Malta è stato di 11.602. Ma, nel solo mese di aprile, il dato si ferma a 1.550. Inoltre, in termini di ingressi irregolari, la rotta dei Balcani costituisce ancora la principale porta verso l'Europa con 11.606 migranti individuati alle frontiere con i Balcani occidentali.
La Commissione non si arrende di fronte al coma del nuovo Patto migratorio - L'EuObserver ieri ha rivelato quanto difficili siano i negoziati tra i governi sul nuovo Patto su migrazione e asilo proposto dalla Commissione di Ursula von der Leyen. In un documento riservato emergono almeno tre punti in cui le divergenze tra gli stati membri sembrano insormontabili, in particolare sul concetto di rimpatri sponsorizzati di migranti illegali. “Le discussioni non saranno mai facili. Vista la sensibilità del tema e le difficoltà delle questioni da risolvere” il Patto “richiede molti negoziati. Ma non per questo ci arrenderemo”, ha detto il portavoce della Commissione, Eric Mamer: “Continueremo a spingere” per un accordo “perché occorre un sistema che funzioni e che prenda in considerazione tutti i diversi interessi in gioco”. Nel frattempo solo l'Irlanda ha risposto positivamente alla richiesta dell'Italia di attivare la relocation per i migranti sbarcati a Lampedusa nelle ultime settimane. Il governo di Dublino ha promesso di accogliere 10 richiedenti asilo.
Si riaccendono le tensioni sul Protocollo irlandese dell'accordo Brexit - Il Regno Unito e l'Unione europea sembrano tornati su una rotta di collisione sul Protocollo irlandese dell'accordo Brexit, dopo che il governo di Boris Johnson ha chiesto alla Commissione di rivedere le regole sulle merci britanniche destinate all'Irlanda del nord. Il ministro per la Brexit, David Frost, domenica ha scritto sul Mail on Sunday che la situazione creata dal Protocollo (cioè una barriera doganale interna al Regno Unito) “non può essere sopportata a lungo”. La Commissione ieri ha risposto per le rime, ricordando che il Protocollo è stato firmato da Boris Johnson ed è la conseguenza del tipo di Brexit scelta dal primo ministro britannico. “Come ha detto la presidente von der Leyen, abbiamo bisogno di soluzioni, non di frasi a effetto, se vogliamo far funzionare il Protocollo a beneficio di tutti in Irlanda del nord”, ha detto un portavoce: “L'Ue e il Regno Unito hanno concordato appena un anno fa e dopo lunghi negoziati con Johnson e David Frost che il Protocollo è il migliore strumento per garantire pace e stabilità in Irlanda del nord. Fornisce una soluzione in Irlanda del nord ai problemi creati dalla Brexit e il tipo di Brexit che l'attuale governo ha scelto”. Almeno, in un'audizione parlamentare, Frost ieri ha ammesso che il suo governo ha sottovalutato “l'effetto spaventoso sulle imprese britanniche che vogliono spostare merci in Irlanda del nord”.
Il 12,3 per cento degli europei in smart working causa Covid - Nel 2020 a seguito delle restrizioni introdotte per la pandemia di Covid-19 il 12,3 per cento delle persone occupate nell'Ue ha lavorato da casa, contro circa il 5 per cento dell'ultimo decennio, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. La differenza storica tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi si è ridotta significativamente lo scorso anno. La quota di lavoratori dipendenti in smart working è passata dal 3,2 per cento del 2019 al 10,8 per cento del 2020, mentre quella dei lavoratori autonomi è passata dal 19,4 per cento del 2019 al 22 per cento del 2020. In termini di genere, sono le donne ad aver lavorato più da casa (13,2 per cento contro l'11,5 per cento degli uomini). Tra gli stati membri, è la Finlandia il paese con la quota più alta di lavoratori che hanno lavorato da casa (25,1 per cento) seguita da Lussemburgo (23,1) e Irlanda (21,5). In fondo alla classifica ci sono Bulgaria (1,2), Romania (2,5) e Croazia (3,1). L'Italia è appena sotto la media dell'Ue con il 12,2 per cento.
La Pesca di Delia è Igp - La Commissione europea ha approvato la registrazione della Pesca di Delia, prodotta nella zona sud-occidentale della Sicilia, nel registro delle indicazioni geografiche protette (Igp). La Commissione ha riconosciuto la spiccata dolcezza della "Pesca di Delia", che è il risultato delle condizioni climatiche, ambientali e del suolo della zona di produzione: "combinati con l'abilità dei produttori locali, questi frutti si distinguono da frutti simili coltivati altrove", ha detto la Commissione. Inoltre la “Pesca di Delia” grazie ai suoi tre periodi di maturazione, che vanno da fine maggio a inizio ottobre, ha un periodo di produzione particolarmente lungo rispetto alle pesche e nettarine prodotte in altre zone.
EuroNomine - La Commissione europea ha nominato la finlandese Michaela Moua come suo primo coordinatore anti-razzismo, con il compito di interagire con gli stati membri, il Parlamento europeo, la società civile e il mondo accademico per rafforzare le risposte politiche contro il razzismo. Ex campionessa di basket (in Italia ha giocato nell'Acer Priolo e nella Juventus Pontedera), Michaela Moua ha studiato Sviluppo internazionale, ha avuto diversi ruoli di responsabilità in ong che combattono il razzismo e la discriminazione, ed ha lavorato al ministero della Giustizia in Finlandia.
Accade oggi in Europa
- Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sui piani nazionali di Recovery, sulle operazione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, sui rapporti con la Turchia, sulla strategia dell'Ue nel conflitto israelo-palestinese)
- Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
- Commissione: conferenza stampa dei commissari Dombrovskis e Gentiloni sulla tassazione delle multinazionali
- Consiglio: riunione straordinaria dei ministri degli Esteri sul conflitto tra Israele e Hamas
- Consiglio: riunione dei ministri dell'Istruzione, della gioventù, della cultura e dello sport
- Consiglio: riunione informale dei ministri della Coesione
- Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell ospita una cena con i leader dei Balcani occidentali
- Commissione: il vicepresidente Schinas incontra in videoconferenza il segretario per la Sicurezza interna degli Usa, Alejandro Mayorkas
- Parlamento europeo: conferenze stampa dei gruppi dei Socialisti&Democratici e della Sinistra; conferenza stampa sui programmi Erasmus+, Europa Creativa e il Corpo europeo di solidarietà
- Ombudsman: conferenza stampa del Mediatore europeo, Emily O'Reilly
- Corte di giustizia dell'Ue: sentenze su una serie di cause sulla riforma della giustizia in Romania
- Eurostat: stima flash su Pil e occupazione nel primo trimestre del 2021; dati sul commercio internazionale di merci di marzo; dati sui passeggeri nel trasporto ferroviario nel quarto trimestre 2020