Europa Ore 7
L'altra crisi dei migranti a Ceuta
Da lunedì mattina, migliaia di migranti sono stati in grado di attraversare la frontiera ra il Marocco e la Spagna. L'Ue esprime solidarietà a Madrid, ma fare a meno di rabat non si può
Nel caso del Marocco, i migranti sono usati come arma nella disputa con la Spagna sul Sahara occidentale. Le relazioni tra Madrid e Rabat si sono degradate da fine aprile quando la Spagna ha accolto il capo del Fronte Polisario (gli indipendentisti del Sahara occidentale), Brahim Ghali, per delle cure mediche
Come risolvere un conflitto politico con un paese dell'Unione europea? Semplice: basta aprire il rubinetto dei migranti. Da lunedì mattina, migliaia di migranti sono stati in grado di attraversare la frontiera di Ceuta tra il Marocco e la Spagna. Contrariamente a quanto avviene normalmente, le forze dell'ordine marocchine sono rimaste a guardare. Nella sola giornata di lunedì le autorità spagnole hanno registrato più di 5 mila ingressi illegali a Ceuta, una delle due enclave della Spagna nel Nord Africa con Melilla. Ieri altre centinaia di migranti hanno aggirato la barriera terrestre arrivando a nuoto a Ceuta. Una lunga carovana di migranti si è incamminata da località fino a 100 chilometri di distanza. Il governo di Madrid ha annunciato l'invio di rinforzi della guardia civile e della polizia nazionale. "Agiremo con fermezza di fronte a qualsiasi sfida e circostanza", ha detto il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, parlando di una "grave crisi" per la Spagna e per l'Europa.
I leader delle istituzioni comunitarie hanno espresso “appoggio e solidarietà alla Spagna”, come ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel: “Le frontiere della Spagna sono le frontiere dell'Ue”. La minaccia implicita è di mettere in discussione la partnership con il Marocco. “Cooperazione, fiducia e impegno condiviso dovrebbero essere i principi di una forte relazione tra l'Ue e il Marocco”, ha spiegato Michel. L'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha ricordato che “la questioni delle migrazione è una parte importante della relazione” con Rabat. Ma la Spagna e l'Ue possono fare a meno del Marocco? La risposta è “no”. Lo si capisce dalle parole della commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, ieri davanti al Parlamento europeo. “La cosa importante ora è che il Marocco continui a impegnarsi per evitare le partenze irregolari”, ha detto Johansson: “Coloro che non hanno il diritto di restare devono essere rimpatriati". La realtà è che, nel momento in cui appaltano il controllo di una frontiera esterna a un paese terzo, l'Ue e i suoi stati membri si espongono al ricatto politico o finanziario.
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, è diventato un modello. La Turchia ha strumentalizzato la questione dei migranti siriani, minacciando di aprire le sue frontiere con la Grecia, per ottenere concessioni politiche e finanziarie dall'Ue. Nel caso del Marocco, i migranti sono usati come arma nella disputa con la Spagna sul Sahara occidentale. Le relazioni tra Madrid e Rabat si sono degradate da fine aprile quando la Spagna ha accolto il capo del Fronte Polisario (gli indipendentisti del Sahara occidentale), Brahim Ghali, per delle cure mediche. Il Marocco ha convocato l'ambasciatore spagnolo, mentre il ministero degli Esteri di Rabat ha ricordato a Madrid che "la preservazione della partnership bilaterale è una responsabilità condivisa, che si nutre di un impegno permanente per salvaguardare la fiducia reciproca (...) e salvaguardare gli interessi strategici dei due paesi".
Come se ne esce? La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha detto che servono “soluzioni comuni dell'Ue alla gestione delle migrazioni” e “questo può essere fatto con un accordo sul nuovo Patto su migrazione (e asilo)”. Secondo il presidente del Parlamento europeo, “abbiamo bisogno di una politica europea comune sulla migrazione e di impegni condivisi con i paesi vicini per gestire insieme le migrazioni". In realtà, i negoziati tra i governi dei 27 sul nuovo Patto sono bloccati. Nessuno al Consiglio è pronto a scommettere su un rapido accordo, tanto meno nel momento in cui aumentano gli arrivi di migranti dalla Libia o dal Marocco. La richiesta dell'Italia di solidarietà sugli sbarchi a Lampedusa, per ora, è caduta nel vuoto. Solo l'Irlanda ha promesso di accogliere 10 richiedenti asilo. L'Ue è divisa anche sui salvataggi in mare dei migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo. “Salvare vite umane in mare deve essere una priorità per l'Ue”, ha detto Sassoli. La Commissione ha una visione diversa. "Salvare vite in mare è un obbligo morale e giuridico”, ma "dobbiamo lottare contro i trafficanti che hanno le mani sporche di sangue, che fanno promesse di facili viaggi verso l'Europa”, ha spiegato Johansson, annunciando un “piano di azione contro il traffico dei migranti”.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 19 maggio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Niente accordo a 27 sul Medio Oriente - I ministri degli Esteri dell'Ue ieri non sono riusciti a trovare un accordo unanime su una dichiarazione per chiedere il cessate il fuoco nel conflitto in corso tra Israele e Hamas. L'Ungheria ha rifiutato di appoggiare il documento costringendo l'Alto rappresentante, Josep Borrell, a giustificarsi sostenendo che un Consiglio informale non produce dichiarazioni formali. "26 su 27 stati membri hanno sostenuto il senso generale della discussione", ha spiegato Borrell: "Il testo riconosce che la priorità è l'immediata cessazione di tutta la violenza e l'attuazione di un cessate il fuoco". Il primo obiettivo dell'Ue è di "proteggere i civili e dare pieno accesso umanitario a Gaza", ha detto l'Alto rappresentante. "Sosteniamo pienamente il diritto di Israele di difendersi", ma "questo deve essere fatto in modo proporzionato e rispettando il diritto internazionale umanitario". Borrell ha assicurato che l'Ue rinnoverà il suo impegno "con partner chiavi, in particolare l'amministrazione americana", per rilanciare il Quartetto. La grande novità sarebbe l'impegno europeo "ad aprire un orizzonte politico" con il "rilancio potenziale del processo di pace".
La Finlandia ratifica il Recovery fund grazie all'opposizione pro Ue - Il Parlamento finlandese ieri ha approvato la ratifica della decisione sulle risorse proprie, lo strumento giuridico che permette alla Commissione di indebitarsi sui mercati per finanziarie il Recovery fund, rimuovendo uno degli ultimi ostacoli per attuare il programma di stimoli da 750 miliardi di euro dell'Ue. Alcuni deputati dell'opposizione hanno permesso al governo di Sanna Marin di avere la super-maggioranza dei due terzi necessaria per la ratifica parlamentare. Su 199 membri del Parlamento, 134 hanno votato a favore, 57 contro e 2 si sono astenuti. Tra i deputati di Kokoomus, il partito di centrodestra pro-europeo all'opposizione che fa parte del Ppe, 26 deputati hanno votato a favore, 10 contro e 2 si sono astenuti.
Meno cinque ratifiche per il Recovery - Finora 22 stati membri hanno ratificato la decisione sulle risorse proprie. All'appello mancano Austria, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia e Romania, ha detto ieri il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, che ha lanciato un appello a procedere alla ratifica “il più presto possibile, prima della fine di questo mese, perché è nell'interesse dell'Ue. E' una precondizione per andare sui mercati finanziari e raccogliere i fondi per iniziare gli esborsi” del Recovery fund, ha detto Dombrovskis: “E' importante per gli stati membri che aspettano per questi fondi”.
I piani nazionali di Recovery approvati in giugno? - In un dibattito al Parlamento europeo ieri, la presidenza portoghese del Consiglio dell'Ue ha annunciato di voler approvare i piani nazionali di ripresa e resilienza legati al Recovery fund già a giugno, anche se le risorse potrebbero arrivare nelle capitali solo alla fine dell'estate. “Il Consiglio è pronto ad adottare i piani nazionali di ripresa e resilienza in giugno”, ha detto il ministro degli Esteri del Portogallo, Augusto Santos Silva: “Il Consiglio farà tutto il possibile per adottare i piani il più presto possibile e assicurare che una parte del prefinanziamento possa iniziare ad arrivare ad alcuni stati membri prima della fine dell'estate”.
Contrazione dello 0,6 per cento nel primo trimestre - Nel primo trimestre del 2021 il pil della zona euro si è contratto dello 0,6 per cento, mentre quello dell'Unione europea è calato dello 0,4 per cento, secondo la stima flash pubblicata ieri da Eurostat. Queste contrazioni seguono quelle del quarto trimestre del 2020 (-0,7 per cento per la zona euro e -0,5 per cento per l'Ue) e il forte rimbalzo del terzo trimestre del 2020 (+12,5 per cento per la zona euro e +11,7 per cento per l'Ue). Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, il pil della zona euro ha perso l'1,8 per cento, mentre quello dell'Ue l'1,7 per cento. Nei primi tre mesi dell'anno Eurostat registra anche un calo dell'occupazione dello 0,3 per cento sia nell'area euro sia nell'Ue.
Karlsruhe delude nuovamente i no-euro - La Corte costituzionale tedesca ieri ha rigettato un nuovo ricorso volto a impedire alla Banca centrale europea di acquistare titoli di debito sovrano, chiudendo una lunga saga giudiziaria sul programma di quantitative easing (Pspp) che era stato lanciato da Mario Draghi nel 2015 per sostenere la zona euro. Nel maggio del 2020 i giudici di Karlsruhe avevano messo in discussione la validità del programma, sostenendo che la Bce non aveva fornito spiegazioni sulla proporzionalità degli acquisti di titoli. Ma dopo i documenti forniti dalla Bce al Bundestag e al governo di Berlino, i giudici costituzionali hanno ritenuto un nuovo ricorso inammissibile e infondato. La motivazione è importante, anche in vista di un altro ricorso contro il programma di acquisti pandemico Pepp: “Il governo federale e il Bundestag hanno valutato in modo sostanziale le decisioni di politica monetaria adottate dalla Bce (…) inclusa la valutazione di proporzionalità”. In un editoriale il Foglio spiega che è un duro colpo per i no-euro tedeschi, ma anche italiani, che a ogni occasione gridano "aspettate Karlsruhe e vedrete che viene giù tutto".
La Brexit globale fa crollare l'export del Regno Unito - Nei primi tre mesi dell'anno, dopo la fine del periodo transitorio dell'accordo Brexit che aveva permesso la permanenza britannica nel mercato interno e nell'unione doganale, le esportazioni del Regno Unito verso l'Ue sono crollate del 35,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat sugli scambi commerciali internazionali. Anche le esportazioni dell'Ue verso il Regno Unito hanno subito un calo, più moderato, del 14,3 per cento. Il surplus commerciale dell'Ue rispetto al Regno Unito è passato da 30,4 miliardi di euro nel primo trimestre del 2020 a 35,8 miliardi nello stesso periodo di quest'anno. Nei primi tre mesi dell'anno Eurostat ha registrato un leggero calo dello 0,9 per cento sia nelle esportazioni sia nelle importazioni dell'Ue verso il resto del mondo.
BoJo pronto a usare la forza maggiore per cancellare il Protocollo irlandese - Il governo di Boris Johnson potrebbe invocare la forza maggiore per disapplicare il Protocollo sull'Irlanda del nord dell'accordo Brexit, secondo la radio televisione irlandese RTE. L'ipotesi è contenuta nella lettera inviata dal Regno Unito alla Commissione nell'ambito della procedura di infrazione avviata dall'Ue il 15 marzo per la decisione di Londra di sospendere unilateralmente alcune disposizioni del Protocollo ed estendere il periodo di grazia sui controlli alle merci dirette verso l'Irlanda del nord senza consultare Bruxelles. Secondo RTE, nella lettera il governo britannico attribuisce al Protocollo la responsabilità delle violenze in Irlanda del nord: "Le implicazioni percepite del Protocollo sull'identità e i legami dell'Irlanda del Nord con il Regno Unito sono stati almeno in parte tra i fattori" che hanno contribuito alle rivolte.
Più di 200 milioni di dosi somministrate nell'Ue - Ieri mattina l'Unione europea ha superato la soglia di 200 milioni di dosi somministrate, secondo i calcoli effettuati dall'Afp sulla base dei dati diffusi dai diversi stati membri. Nell'Ue ci sono 53 milioni di persone adulte già completamente vaccinate, mentre poco meno di 100 milioni attendono la seconda dose. In poco più di un mese - dal 14 aprile, quando era stata superata la soglia di 100 milioni di dosi - sono stati somministrati altri 100 milioni di vaccini. E la campagna dovrebbe accelerare ulteriormente nelle prossime sei settimane, con un raddoppio delle forniture di Pfizer-BioNTech e un aumento consistente delle consegne di Johnson&Johnson.
Via libera al Fondo per la transizione (verde) giusta - Il Parlamento europeo ha approvato definitivamente la creazione di un Fondo per una transizione giusta da 17,5 miliardi di euro per aiutare gli stati membri a far fronte all'impatto sociale ed economico della transizione verso la neutralità climatica. Il pacchetto comprende 7,5 miliardi del bilancio 2021-27 dell'Ue 1 altri 10 miliardi dal Recovery fund. Per essere ammissibili, i progetti dovranno concentrarsi su diversificazione economica, riconversione o creazione di posti di lavoro, oppure contribuire alla transizione verso un'economia europea sostenibile, circolare e climaticamente neutrale. Il regolamento contiene una norma diretta contro la Polonia, l'unico paese a non accettare ancora l'obiettivo della neutralità climatica. L'accesso al Fondo sarà subordinato all'adozione di impegni a livello nazionale per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Prima di un tale impegno formale, gli stati membri avranno diritto solo al 50 per cento della loro dotazione nazionale. La Polonia è il principale beneficiario del Fondo per la transizione giusta. Basterà per convincere Varsavia a accettare la neutralità climatica al Consiglio europeo del 24 e 25 maggio? Molti a Bruxelles ritengono di "sì".
Dombrovskis e Gentiloni presentano il piano per riformare la tassazione - La Commissione ieri ha presentato una comunicazione sulla tassazione per le imprese nel 21o secolo. La principale novità è la presentazione nel 2023 di un nuovo quadro di riferimento "Business in Europe: Framework for Income Taxation" (Imprese in Europa: quadro per l'imposizione dei redditi, denominato anche "BEFIT"), che dovrebbe costituire un codice unico della tassazione delle imprese europee. BEFIT sostituirà la proposta sulla cosiddetta CCCTB, la base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società, che sarà ritirata dalla Commissione per la mancanza di accordo tra i governi. In realtà molto del lavoro nell'Ue sulla tassazione dipenderà dai risultati dei negoziati all'Ocse sulla tassazione delle multinazionali e del settore digitale. Il commissario Paolo Gentiloni ha detto che un accordo “è possibile, anche per l'incontro del G20 che ci sarà a metà di luglio”. Ma “sarà un accordo di principio”. Per “l'attuazione, i dettagli, le convenzioni internazionali ci vorrà più tempo”, ha spiegato Gentiloni.
L'Ombudsman contro le porte girevoli tra Commissione e lobby - Il mediatore europeo, Emily O'Reilly, ieri ha annunciato il lancio di una vasta inchiesta sulla pratica delle cosiddette "porte girevoli”, cioè il passaggio dei suoi funzionari dall'istituzione al settore privato. L'inchiesta ha come obiettivo di verificare come l'amministrazione dell'Ue applica le regole etiche che incombono al suo personale quando passa nel settore privato. L'Ombudsman esaminerà 100 decisioni della Commissione su richieste di quadri superiori e intermedi per un nuovo posto di lavoro o un congedo non pagato per intraprendere un'altra attività. Saranno esaminate le porte girevoli da 14 direzioni generali, dai gabinetti dei commissari, dal servizio giuridico, dal segretariato generale, dal gruppo di riflessione interno e dal comitato di esame della regolamentazione. "La percezione che le regole non sono correttamente applicate rischia di mettere in dubbio il fatto che l'amministrazione dell'Ue agisce pienamente nell'amministrazione dell'Ue agisce pienamente nell'interesse pubblico", ha detto O'Reilly: la pratica delle porte girevoli ha un "potenziale effetto corrosivo" che viene sottovalutato.
La Corte Ue contesta la riforma della giustizia in Romania - La Corte di giustizia dell'Unione europea con una serie di sentenze ha sollevato profili di possibile illegittimità di alcune riforme della giustizia in Romania con il diritto dell'Ue.
La pandemia colpisce i treni passeggeri - Nel quarto trimestre del 2020 le restrizioni sanitarie dovute alla seconda ondata della pandemia di Covid-19 hanno provocato un crollo del numero di passeggeri nel trasporto ferroviario degli stati membri dell'Ue, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Il calo maggiore è stato osservato in Irlanda (-74 per cento rispetto al quarto trimestre del 2019), seguita da Grecia (-68 per cento) e Italia (-61 per cento). In termini assoluti, Eurostat ha registrato 337.775.000 passeggeri in meno in Germania e 144.920.000 in Italia. Tra i grandi paesi, l'impatto è stato inferiore in Francia, con un calo del 34 per cento pari a 97.570.000 passeggeri. Nel terzo trimestre del 2020 Eurostat aveva registrato una leggera ripresa del traffico dei passeggeri ferroviari.