Europa Ore 7
L'exit della Svizzera dopo la Brexit
Si sono interrotti i negoziati su un accordo per regolare le relazioni tra Berna e Bruxelles. Le conseguenze possono essere enormi per entrambe le parti, e il precedente del divorzio del Regno Unito ha pesato
La Svizzera è il quarto partner commerciale dell'Ue dopo la Cina, gli Stati Uniti e il Regno Unito e conta per il 6,9 per cento delle esportazioni europee e per il 5,7 per cento delle sue importazioni: ogni giorno ci sono scambi per un valore di circa un miliardo di euro. Per la Svizzera, l'Ue è il primo partner commerciale, che vale il 42 per cento delle sue esportazioni e il 50 per cento delle sue importazioni
La Svizzera ieri ha staccato la spina a un negoziato durato sette anni per cercare di raggiungere un ampio Accordo quadro per regolare le sue relazioni con l'Unione europea, in una decisione che potrebbe avere enormi conseguenze per i rapporti economici con i 27. Il Consiglio federale svizzero ha detto che esistono ancora divergenze sostanziali in alcuni settori chiave dell'accordo quadro e che le condizioni per una conclusione non sono soddisfatte. Di conseguenza il Consiglio federale "ha deciso di non firmarlo", si legge nel comunicato del governo di Berna: "Terminano così i negoziati sulla bozza di accordo. L'Esecutivo ritiene tuttavia che sia nell’interesse comune della Svizzera e dell'Ue salvaguardare la collaudata via bilaterale e portare avanti con convinzione gli accordi esistenti". La risposta della Commissione è stata rapida: "prendiamo atto" e "deploriamo". Per l'Ue, l'accordo era "essenziale per la conclusione di accordi futuri sull'ulteriore partecipazione della Svizzera al mercato interno".
L'Accordo quadro doveva servire a mettersi alle spalle la logica degli accordi bilaterali settoriali che regolano i rapporti tra Ue e Svizzera dal 1972. Nel 1999 le due parti avevano firmato un primo pacchetto di sette accordi settoriali su libertà di movimento delle persone, riconoscimenti dei certificati tecnici, appalti pubblici, agricoltura, aviazione civile, trasporto su strada e ricerca. Ma i sette accordi sono regolati da una "clausola ghigliottina" che mette costantemente in pericolo tutto il pacchetto: se si mette fine a un accordo settoriale (e la minaccia è costante con i molteplici referendum in Svizzera) sei mesi dopo cadono tutti gli altri. Nel 2004 era stato firmato un secondo pacchetto di accordi settoriali sulla partecipazione della Svizzera a Schengen e Dublino, la tassazione del risparmio, i prodotti agricoli processati, l'istruzione, la cooperazione statistica, la lotta alla frode, le pensioni e la partecipazione al programma dell'Ue Media e all'Agenzia dell'ambiente. A tutto ciò si aggiungono altri 120 accordi che regolano la partecipazione della Svizzera al mercato interno, senza un meccanismo delle dispute o normative per garantire la parità di condizioni.
La Brexit c'entra molto con l'attuale contesa sull'accordo quadro con la Svizzera. I negoziati tra Bruxelles e Berna si sono intensificati e complicati dopo il referendum con cui il Regno Unito aveva deciso di uscire perché l'Ue non voleva incoraggiare Londra a scegliere la strada degli accordi settoriali, che avrebbe potuto compromettere il mercato interno. In sostanza - semplificando molto - la Svizzera è stata usata come cavia per dimostrare al Regno Unito che l'Ue faceva sul serio nel difendere i suoi interessi. Nei negoziati Brexit lo ha fatto. E così ha dovuto farlo con l'Accordo quadro. A portare alla rottura di ieri sono tre eccezioni che la Svizzera aveva chiesto rispetto alle regole del mercato interno sulla libertà di movimento delle persone, i benefici sociali e il salario minimo e gli aiuti di stato.
Le conseguenze economiche possono essere gravi per entrambe le parti. La Svizzera è il quarto partner commerciale dell'Ue dopo la Cina, gli Stati Uniti e il Regno Unito e conta per il 6,9 per cento delle esportazioni europee e per il 5,7 per cento delle sue importazioni: ogni giorno ci sono scambi per un valore di circa un miliardo di euro. Per la Svizzera, l'Ue è il primo partner commerciale, che vale il 42 per cento delle sue esportazioni e il 50 per cento delle sue importazioni.
In una conferenza stampa, il presidente della Confederazione elvetica, Guy Parmelin, ha detto di sperare che questo sia "l'inizio di un nuovo capitolo" delle relazioni con l'Ue, proseguendo sulla strada degli accordi bilaterali. Ma la Commissione sembra pensarla in tutt'altro modo. Ieri ha messo fine al riconoscimento reciproco dei dispositivi sanitari. Negli scorsi mesi aveva sospeso la cooperazione nel campo della ricerca e l'equivalenza delle Borse. L'Accordo quadro doveva "assicurare che chiunque operi nel mercato unico, cui la Svizzera ha accesso in misura significativa, si trovi nelle stesse condizioni. È una questione di equità e di certezza giuridica. Avere accesso privilegiato al mercato unico significa rispettare le stesse regole e gli stessi obblighi", ha detto la Commissione. Sui principi che sono stati adottati nel negoziati Brexit non si fanno più concessioni.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 27 maggio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Ieri ci è scappato un errore: abbiamo scritto Budapest al posto di Bucarest, parlando della ratifica parlamentare del Recovery fund in Romania. Ci scusiamo con i lettori.
Giorgetti e Vestager si intendono su Alitalia - “Dopo discussioni e intense trattative a tutti i livelli, la Commissione e le autorità italiane hanno raggiunto un'intesa comune sui parametri chiave per assicurare la discontinuità economica tra ITA e Alitalia", ha detto ieri un portavoce della Commissione dopo un incontro tra Margrethe Vestager e il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, a cui ha partecipato in collegamento anche il ministro dell'Economia, Daniele Franco. Un'intesa comune è un accordo di massima, che andrà messo in pratica, ma è considerato un grande passo avanti per trovare una soluzione e far partire ITA se il governo garantirà i prossimi passaggi. “I contatti ora continueranno a tutta velocità a livello tecnico”, ha detto il portavoce della Commissione. Quanto ai prestiti ponte ad Alitalia, l'esito scontato è che saranno dichiarati illegali. Ma grazie alla discontinuità economica non dovrebbero essere ereditati da ITA. Resteranno in gran parte a carico del contribuente italiano. In ogni caso, come spiega sul Foglio Maria Carla Sicilia, la prossima sarà l'ultima estate di Alitalia.
I dettagli dell'intesa su ITA e Alitalia - Alcuni potrebbero essere molto dolorosi per il governo e incontrare l'opposizione di partiti e sindacati. L'intesa raggiunta da Vestager e Giorgetti prevede il trasferimento diretto dell'aviation da Alitalia a ITA, ma in forma molto ridotta, con meno di metà degli aeromobili, un taglio importante degli slot e una riduzione significativa del personale. Quanti dipendenti avrà ITA? Secondo le nostre informazioni, partirà con meno di 5-6 mila dipendenti e con nuovi contratti. ITA potrà partecipare ai bandi per il marchio Alitalia e la cessione dei servizi di handling e manutenzione. Ma i bandi dovranno essere aperti, trasparenti e competitivi. ITA dovrà rinunciare al programma fedeltà e non potrà ereditare la base clienti di Alitalia. Il che significa non solo i clienti, ma anche i biglietti già emessi. Sarà Alitalia a dover trasportare i passeggeri già prenotati, oppure il governo garantirà i rimborsi. Se il governo sarà tempestivo nei prossimi passaggi e nel trasmettere le informazioni a Bruxelles, la Commissione ha intenzione di prendere una decisione rapida.
Al via il processo ad AstraZeneca a Bruxelles - La Commissione europea ha chiesto a un giudice di Bruxelles di imporre a AstraZeneca 10 euro di penale a dose per ogni giorno di ritardo come compensazione per il mancato rispetto del contratto per la fornitura dei vaccini, nel primo giorno del processo che si è aperto ieri nella capitale del Belgio. L'avvocato della Commissione ha anche chiesto una penalità addizionale di almeno 10 milioni di euro per ogni violazione del contratto che il giudice constata. "AstraZeneca non ha nemmeno cercato di rispettare il contratto", ha detto l'avvocato della Commissione, Rafael Jafferali. "Questo non è un contratto per la fornitura di scarpe o T-shirt", ha risposto l'avvocato di AstraZeneca, Hakim Boularbah. Francesco Guarascio di Reuters racconta tutti i dettagli della prima udienza del processo ad AstraZeneca. La seconda udienza è prevista il 4 giugno, mentre la sentenza potrebbe arrivare nel corso del prossimo mese.
Cummings mette nei guai Johnson e il suo governo - Fino al 13 novembre del 2020, Dominic Cummings faceva parte del governo di Boris Johnson. Anzi ne era l’architetto, il guru, il consigliere capo, il regista. Ieri ha parlato per molte ore ai Comuni inglesi della gestione fallimentare e “senza scuse” della pandemia da parte del suo ex capo e dell'esecutivo. Sul Foglio Paola Peduzzi spiega che Cummings ha rivolto a Johnson accuse ben più gravi dell’impreparazione o dell’improvvisazione o persino della leggerezza: poteva scegliere di salvare più vite e non lo ha fatto.
Il problema Orbán per la politica estera dell'Ue - Domani il premier ungherese, Viktor Orbán, sarà ricevuto dal suo omologo britannico, Boris Johnson, che da dopo la Brexit viene trattato dall'Ue come una questione di politica estera. Dopo essere diventato il cavallo di Troia di Cina e Russia, Orbán lo sarà anche del Regno Unito? L'interrogativo circola tra le capitali europee. Come spieghiamo sul Foglio Orbán sta diventando un vero problema per la politica estera dell'Ue: a Bruxelles c'è chi pensa di farla a 26. Negli ultimi mesi l'Ungheria ha bloccato due dichiarazioni dell'Ue su Hong Kong in meno di un mese, ha impedito ai ministri degli Esteri di adottare conclusioni su Israele e Hamas e ha annacquato le prese di posizioni sulla Russia. L'ultima sorpresa è arrivata la scorsa settimana, quando Budapest ha annunciato il veto sull'accordo cosiddetto “post Cotonou”.
L'Ungheria ratifica il Recovery fund - Nel frattempo il parlamento ungherese ha ratificato la decisione sulle risorse proprie, lo strumento giuridico che consente alla Commissione di indebitarsi sui mercati per finanziare il Recovery fund. E' “un altro passo essenziale verso il lancio della ripresa economica e sociale europea”, ha detto il primo ministro del Portogallo, Antonio Costa, che ha la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue.
I lavoratori migranti più precari di quelli europei - Nel 2020 il 20,3 per cento dei lavoratori dipendenti nati fuori dall'Ue erano impiegati con un contratto temporaneo nell'Ue rispetto all'11,8 per cento di quelli nazionali, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Rispetto al 2019 si è comunque registrato un calo dell'1,5 per cento dei migranti extra-Ue con contratto a tempo determinato contro l'1,2 per cento degli impiegati nati nel paese in cui lavorano. Tra gli stati membri, la quota più alta di impiegati nati fuori dall'Ue con contratti temporanei è stata registrata in Polonia (40,6 per cento), seguita da Cipro (35,8), Spagna (35,1), Portogallo (26,8) e Svezia (25,2). In Italia la quota è appena sotto il 20 per cento.
I tedeschi fuori dalla fornitura per Galileo - Il presidente del Tribunale dell'Ue ieri ha respinto la domanda di sospensione dell'esecuzione delle decisioni dell'Agenzia spaziale europea, che comportano l'esclusione della società tedesca OHB System dall’appalto pubblico per la fornitura di satelliti di transizione Galileo. Secondo il presidente del Tribunale, il bilanciamento degli interessi in gioco fa propendere per la non concessione della sospensione richiesta. L'appalto è stato assegnato a Thales Alenia Space Italia SpA e ad Airbus Defence & Space GmbH.
Accade oggi in Europa
- Vertice Ue-Giappone in videoconferenza
- Consiglio: riunione informale dei ministri degli Esteri
- Consiglio agricoltura e pesca
- Consiglio competitività
- Parlamento europeo: visita del presidente Sassoli in Grecia
- Commissione: il vicepresidente Timmermans riceve il ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti
- Commissione: il commissario Gentiloni partecipa al Summit europeo dell'Institute of International Finance e al dialogo strategico del World Economic Forum
- Parlamento europeo: audizione pubblica alla commissione Libertà civili sul nuovo Patto su migrazione e asilo
- Parlamento europeo: audizione pubblica alla commissione Affari sociali sugli "attacchi di Amazon contro i diritti e le libertà fondamentali dei lavoratori"
- Eurostat: dati sui salari per tipo di lavoro