Europa Ore 7
L'ora delle scelte interne ed esterne della Germania
La Cdu supera indenne l'ultima prova regionale prima del voto di settembre: l'AfD perde consensi. La Merkel deve fare una scelta sulla politica internazionale, ora che arriva Biden in Europa, con le idee molto chiare su Cina e Russia
Sulla base dei sondaggi attuali, a Berlino non sarebbe possibile formare una coalizione a due partiti. Nei prossimi tre mesi e mezzo i tedeschi saranno chiamati a scegliere se concentrare i loro voti su Cdu e Verdi (magari per vederli governare insieme) oppure rischiare una lunga fase di incertezza per la formazione di una coalizione a tre partiti dopo il 26 settembre
La Cdu in Germania ha superato indenne l'ultima prova elettorale regionale prima delle elezioni legislative del 26 settembre, dopo aver ampiamente superato ieri Alternativa per la Germania nel voto per rinnovare il parlamento della Sassonia-Anhalt. Guidata a livello locale dal governatore uscente Reiner Haseloff, la Cdu è riuscita a incrementare il suo numero di voti rispetto a quattro anni fa. Alla vigilia delle elezioni, il timore era di vedere il centrodestra moderato superato dall'estrema destra. Il nuovo leader della Cdu e candidato alla cancelleria dell'unione con la Csu, Armin Laschet, può tirare un sospiro di sollievo. Secondo gli exit poll, la Cdu ha ottenuto il 36 per cento (+6,2) contro il 22,5 per cento di AfD (-1,8). L'estrema sinistra della Linke e i socialdemocratici della Spd hanno ottenuto il peggior risultato della loro storia, rispettivamente con l'11 e l'8,5 per cento. I Verdi, che aspirano alla cancelleria in settembre, non sono riusciti a decollare in questo Land dell'est, fermandosi al 6,5 per cento (lo stesso risultato dei liberali della Fdp).
I risultati in Sassonia-Anhalt, tuttavia, non chiariscono l'orizzonte in vista delle legislative. A livello nazionale la Cdu sta risalendo leggermente, mentre la bolla Verde ha iniziato a sgonfiarsi. AfD perde terreno, ma non a sufficienza per rilanciare le sorti dell'Unione Cdu-Csu. Sulla base dei sondaggi attuali, a Berlino non sarebbe possibile formare una coalizione a due partiti. Nei prossimi tre mesi e mezzo i tedeschi saranno chiamati a scegliere se concentrare i loro voti su Cdu e Verdi (magari per vederli governare insieme) oppure rischiare una lunga fase di incertezza per la formazione di una coalizione a tre partiti dopo il 26 settembre. I soprannomi sono già stati inventati: coalizione Jamaica per Cdu-Verdi-Fdp; coalizione semaforo per Verdi-Fdp-Spd; coalizione Kenya per Cdu-Verdi-Spd.
Nel frattempo, è la cancelliera Angela Merkel a essere chiamata a fare una scelta, ma sul piano internazionale, dopo che il presidente americano, Joe Biden, ha fissato le sue priorità per i vertici del G7, della Nato e con l'Unione europea. In un intervento pubblicato dal Washington Post in vista della visita in Europa, Biden ha messo nero su bianco che intende affrontare le “sfide”, “minacce” e “attività nocive” dei governi di Cina e Russia, cioè due interlocutori su cui la Germania non ha ancora deciso da che parte stare. Durante i suoi quattro mandati, Merkel è stata fedele a una linea: separare la politica internazionale dagli interessi economici della Germania. Dall'accordo sugli investimenti tra Ue e Cina al gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2, c'è una contraddizione tra la retorica di Merkel dell'ordine globale basato sulle regole e le azioni portate avanti dalla cancelliera per tutelare le imprese della Germania.
Sulla Cina, quel che Biden propone all'Europa è un “decoupling” (una separazione) tecnologico. "Le principali democrazie del mondo offriranno un'alternativa di alto livello alla Cina per l'aggiornamento delle infrastrutture fisiche, digitali e sanitarie”, ha scritto il presidente americano: “Dato che le nuove tecnologie rimodellano il nostro mondo in modo fondamentale, esponendo vulnerabilità come gli attacchi ransomware e creando minacce come una sorveglianza invasiva basata sull'Intelligenza artificiale, le democrazie del mondo devono assicurare insieme che i nostri valori governino l'uso e lo sviluppo di queste innovazioni – e non gli interessi degli autocrati”. Ma anche su economia e commercio, Biden intende mettere gli europei di fronte alle loro responsabilità rispetto a Pechino. “Ci concentreremo sull'assicurare che le democrazie di mercato, non la Cina o chiunque altro, scrivano le regole su commercio e tecnologia per il ventunesimo secolo”, ha scritto il presidente americano.
Sulla Russia, Biden ha promesso di affrontare le “sfide alla sicurezza europea, a partire dall'aggressione in Ucraina” e di non “esitare a rispondere a future attività dannose”. Venerdì Putin ha annunciato con toni trionfali (e minacciosi) il completamento della prima sezione di Nord Stream 2, spiegando che l'Ucraina dovrà mostrare “buona volontà” se vuole che il gas russo continui a transitare sul suo territorio verso l'Europa. Sta tutta lì la posta strategica del gasdotto russo-tedesco: Nord Stream 2 permette a Putin di ricattare Kiev privandola delle risorse che incassa grazie al transito del gas. Merkel è stata costretta a rispondere. "Per il governo tedesco rimane centrale che l'Ucraina resti un paese di transito anche dopo Nord Stream 2", ha detto il suo portavoce Steffen Seibert. Nel momento in cui Berlino e Washington stanno negoziando su Nord Stream 2, il socialdemocratico Nils Schmid (favorevole a Nord Stream 2) ha spiegato che le parole di Putin "non aiutano, ma irritano".
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di lunedì 7 giugno, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Accordo storico sulla Global Tax - I ministri delle Finanze del G7 sabato hanno raggiunto un accordo “storico” sulla tassazione internazionale delle multinazionali, fissando un livello di aliquota globale di almeno il 15 per cento. "Ho il piacere di annunciare che dopo anni di discussioni i ministri delle Finanze del G7 hanno raggiunto un accordo storico per riformare il sistema di tassazione globale"; ha detto il cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, che ha la presidenza del G7. "Le possibilità di un accordo globale sono notevolmente aumentate", ha spiegato il commissario Paolo Gentiloni: "Ora dobbiamo fare l'ultimo miglio per espandere questo consenso ai membri del G20 e a tutti i paesi coinvolti nel quadro inclusivo dell'Ocse”. In un editoriale Il Foglio spiega che la svolta è destinata a rivoluzionare non solo la tassazione dei giganti del digitale, ma anche dei colossi europei come le multinazionali del lusso francesi e le case automobilistiche tedesche.
La terza via dell'Ue sui brevetti dei vaccini - La Commissione europea venerdì ha presentato all'Organizzazione mondiale del commercio la sua proposta per risolvere l'impasse sui vaccini contro il Covid-19. Nessun sostegno alla richiesta di India e Sud Africa di sospendere la protezione dei brevetti: la terza via dell'Ue si fonda sull'utilizzo delle regole esistenti, comprese le licenze obbligatorie. L'obiettivo è di incrementare sin da subito la produzione e la distribuzione delle dosi. Come? La priorità è sbloccare le esportazioni dei vaccini e delle componenti per la loro fabbricazione. Secondo, l'Ue vuole incoraggiare le società farmaceutiche a produrre di più e a rendere disponibili vaccini a prezzi convenienti (Pfizer-BioNTech e Moderna hanno già preso impegni). Terzo, l'Ue intende facilitare l'uso delle licenze obbligatorie già previste dall'accordo Trips. In un editoriale il Foglio spiega che la terza via dell'Ue è una soluzione più efficace del “waiver” sulla protezione della proprietà intellettuale.
Orbán blocca un'altra dichiarazione su Hong Kong - Nel giorno dell'anniversario di Tiananmen, mentre le autorità di Hong Kong impedivano ai cittadini del territorio di commemorare il massacro del 1989, l'Ungheria ha impedito per la terza volta in tre mesi all'Unione europea di pubblicare una dichiarazione per condannare la repressione del movimento democratico, provocando una inusuale e dura reazione pubblica della Germania. "L'Ungheria ha bloccato nuovamente una dichiarazione dell'Ue su Hong Kong. Tre settimane fa era sul Medio Oriente. La politica estera e di sicurezza comune non può funzionare sulla base di una politica di veto. Abbiamo bisogno di un dibattito serio sui modi per gestire il dissenso, incluso il voto a maggioranza qualificata", ha scritto su Twitter Migeul Berger, il sottosegretario tedesco agli Affari esteri. A maggio sul Foglio avevamo spiegato perché Orban è diventato un problema per la politica estera dell'Ue e le soluzioni che sta studiando il Servizio europeo di azione esterna diretto da Josep Borrell.
Budapest si rivolta contro l'università cinese di Orbán - Diverse migliaia di persone hanno manifestato sabato a Budapest contro il progetto di Viktor Orbán di costruire un campus dell'università cinese Fudan nella capitale ungherese. Il sito direkt36 ha svelato i dettagli finanziari e operativi del progetto, che rischia di costare caro all'Ungheria. L'università sarà costruita grazie a un prestito cinese da 1,3 miliardi di euro e il campus sarà costruito interamente con materiali e forza lavoro dalla Cina. Il sito, che inizialmente doveva ospitare alloggi per gli studenti ungheresi con difficoltà economiche, dovrebbe essere completato entro il 2024. "Il Fidesz sta svendendo le case degli studenti ungheresi e il loro futuro, solo per poter portare l'università d'élite della dittatura cinese nel paese", ha detto il sindaco di Budapest Gergely Karacsony. A proposito di Cina, il Financial Times ha notato che in Italia Mario Draghi sta raffreddando le relazioni con Pechino a due anni dalla firma del memorandum di intesa sulla nuova via della Seta.
La carovana del Parlamento europeo torna a Strasburgo - Dopo un'assenza di 15 mesi oggi il Parlamento europeo torna a Strasburgo per la sua sessione plenaria. Ma non sarà un ritorno felice. Il presidente David Sassoli ha ceduto alle pressioni della Francia per porre fine all'esilio delle plenarie a Bruxelles, nonostante i rischi sanitari e le restrizioni ai viaggi ancora in vigore. Diversi gruppi politici avevano chiesto di aspettare la sessione di luglio, prima di riprendere con la carovana del Parlamento europeo. Prima del viaggio serve ancora fare un test negativo prima di entrare in Francia. A Strasburgo è in vigore il coprifuoco (dalle 21 fino a dopodomani, poi alle 23). Il ritorno in Belgio comporterà una quarantena di dieci giorni e un doppio tampone per deputati, funzionari e assistenti. Molti di loro hanno deciso di boicottare questa sessione.
A Strasburgo il 30 per cento dei deputati, il 15 dei funzionari - Abbiamo chiesto al Parlamento europeo e ai gruppi politici quali sono le loro stime di partecipazione alla sessione di questa settimana. L'amministrazione del Parlamento europeo ci ha risposto che invierà un terzo del personale che normalmente va a Strasburgo. Il Partito popolare europeo prevede un terzo dei deputati e il 15 per cento dei funzionari. I Socialisti&Democratici stimano che tra un terzo e un quarto dei loro deputati saranno fisicamente a Strasburgo, mentre i funzionari saranno attorno al 15 per cento. I Verdi non manderanno nessun funzionario e solo uno dei due co-presidenti farà la trasferta (Ska Keller). I Conservatori e riformatori europei prevedono una “presenza molto limitata”. L'eccezione parziale è il gruppo di Renew, di cui fanno parte i parlamentari europei di Macron. Andranno “meno del 50 per cento dei deputati”, ci ha detto il loro portavoce. Ma ci sarà “la totalità della delegazione francese, tranne un deputato”.
Frost rinnega il Protocollo irlandese di Johnson - Il ministro britannico per la Brexit, David Frost, ha chiesto all'Unione europea di cambiare il Protocollo su Irlanda e Irlanda del nord dell'accordo Brexit. "L'equilibrio che avevamo sperato non è stato trovato. Vediamo turbolenze politiche (...) e proteste di strada", ha scritto Frost sul Financial Times: "Abbiamo sottovalutato l'effetto del Protocollo sui movimenti di merci verso l'Irlanda del nord, con alcuni fornitori in Gran Bretagna che semplicemente non mandano i loro prodotti a causa della burocrazia richiesta" e " c'è meno scelta sugli scaffali dei supermercati". Piccolo pro-memoria: il Protocollo era stato voluto dal primo ministro, Boris Johnson, per evitare che tutto il Regno Unito dovesse restare nel mercato unico e nell'unione doganale dell'Ue.
Il calendario della settimana in Europa
Lunedì 7 giugno
- Consiglio Giustizia e Affari interni (ministri della Giustizia)
- Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti su Piccole e medie imprese nell'Ue, Rapporto annuale sulla Concorrenza e Strategia sulla biodiversità)
- Corte dei conti: rapporto su Frontex
Martedì 8 giugno
- Consiglio Giustizia e Affari interni (ministri dell'Interno)
- Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti su Certificato Covid dell'Ue, Valutazione della Commissione dei piani nazionali di ripresa e resilienza, Repressione sistematica in BIelorussia, Situazione dei diritti umani a Cuba e Situazione in Afghanistan)
- Commissione: collegio dei commissari
- Commissione: discorso del commissario Gentiloni all'Euronext ESG Summit ‘Financing the Blue and Green Economy'
- Parlamento europeo: il presidente Sassoli incontra il ministro francese per gli Affari europei, Clément Beaune; incontro in videoconferenza con la Speaker della Camera Nancy Pelosy
- Corte di giustizia dell'Ue: udienza nelle cause presentate dall'Italia e dal Comune di Milano sull'attribuzione della sede dell'Ema a Amsterdam
Mercoledì 9 giugno
- Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sul Consiglio europeo di maggio, Preparazione dei vertici del G7 e del G20, Stato di diritto e meccanismo di condizionalità, e Cyberattacchi contro l'Ue)
- Parlamento europeo: cerimonia del premio Lux
- Consiglio: riunione del Coreper
- Commissione: la vicepresidente Vestager partecipa all'evento "Innovation Day 2021" organizzato dall'Economic Council tedesco
- Commissione: il commissario Gentiloni partecipa alla Bitkom's Digital Finance Conference e a un'audizione della commissione Affari europei del Bundestag tedesco
- Commissione: discorso della commissaria Johansson a un evento su uno studio sui programmi di rimpatrio, riammissione e reintegrazione in Africa
- Comitato economico e sociale: sessione plenaria (dibattito con il vicepresidente Timmermans sul Green deal)
- Osservatorio europeo sulle droghe: conferenza stampa di presentazione del rapporto annuale
- Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulle sanzioni contro l'ex presidente ucraino Yanukovych; sentenza nella causa di Ryanair contro gli aiuti di stato della Germania alla compagnia charter Condor
Giovedì 10 giugno
- Consiglio Ambiente
- Parlamento europeo: sessione plenaria
- Commissione: la presidente von der Leyen partecipa alla Settimana digitale dell'ambiente organizzata dal presidente della Repubblica federale tedesca, Frank-Walter Steimeier, e dalla German Environmental Foundation
- Banca centrale europea: conferenza stampa della presidente Lagarde al termine della riunione del Consiglio dei governatori
- Banca centrale europea: pubblicazioni delle previsioni macro-economiche per l'area euro
- Comitato economico e sociale: sessione plenaria (dibattito con il commissario Reynders sullo stato di diritto)
- Corte di giustizia dell'Ue, sentenza sui mutui in franchi svizzeri rimborsabili in euro; conclusioni nelle cause sulle emissioni dei veicoli "Euro 6"
Venerdì 11 giugno
- Vertice del G7: i presidenti del Consiglio europeo e della Commissione, Michel e von der Leyen, partecipano al summit del G7 sotto presidenza del Regno Unito
- Consiglio Energia
- Commissione: visita del vicepresidente Schinas a Roma; incontri con i ministri Garavaglia, Franceschini, Di Maio e Lamorgese
- Commissione: il commissario Várhelyi incontra il segretario di stato della Santa sede, Pietro Parolin, in Vaticano
- Alde: congresso dell'Alleanza dei liberali e democratici per l'Europa
Sabato 12 giugno
- Vertice del G7: i presidenti del Consiglio europeo e della Commissione, Michel e von der Leyen, partecipano al summit del G7 sotto presidenza del Regno Unito
- Alde: congresso dell'Alleanza dei liberali e democratici per l'Europa
Domenica 13 giugno
- Vertice del G7: i presidenti del Consiglio europeo e della Commissione, Michel e von der Leyen, partecipano al summit del G7 sotto presidenza del Regno Unito