Europa Ore 7

Per l'Italia inizia la parte più difficile del Recovery

Agli occhi della Commissione “la spina dorsale” del piano dell'Italia sono le riforme strutturali che dovrebbero permettere di risolvere “impedimenti strutturali molto antichi per la crescita della produttività”, ci dice una nostra fonte. Grande importanza anche alla "resilienza istituzionale"

David Carretta

La Commissione europea ieri ha approvato il piano nazionale di ripresa e resilienza presentato dall'Italia, aprendo la strada a un primo versamento di 24,9 miliardi di euro dal Recovery fund già a fine luglio, se il Consiglio Ecofin darà il via libera nelle sue riunioni del prossimo mese. “Il piano italiano è ambizioso, lungimirante e aiuterà a delineare un futuro migliore per gli italiani e l'Ue”, ha detto Ursula von der Leyen, in una conferenza stampa a Roma con Mario Draghi. “Oggi celebriamo qui con l'approvazione del Pnrr quella che io spero sia l'alba della ripresa”, ha detto il presidente del Consiglio Draghi. Fonti della Commissione definiscono quello italiano come un piano “di alta qualità”. Sono previste 190 misure: 58 riforme e 132 riforme accompagnate da 525 target e milestones, che dovranno essere realizzati per ottenere i 68,9 miliardi di sovvenzioni e i 122,6 miliardi di prestiti della Recovery and Resilience Facility.

Per l'Italia inizia il compito più difficile: quello di adottare e implementare tutti gli investimenti e le riforme contenuti nelle quasi 600 pagine del suo Pnrr. Realizzarli secondo il calendario previsto è la precondizione “per ottenere gli esborsi” successivi al prefinanziamento, ci ha spiegato una fonte europea. “Pensiamo che le riforme siano abbastanza sostanziali e importante”, ha detto la fonte, sottolineando che “gran parte dei target e delle milestones sono previste nei primi anni del piano. Questo ha senso perché queste riforme dovrebbero migliorare il clima per attuare gli investimenti”.

Il 37,5 per cento delle risorse andrà alla transizione ambientale. Questo settore è stato uno dei più complicati nelle discussioni tra Roma e Bruxelles, perché la Commissione ha depennato alcuni investimenti che non corrispondevano agli standard ambientali fissati dalla regolamentazione Ue. Dentro ci sono 540 chilometri di ferrovia ad alta velocità, 2.000 chilometri per rinnovare il resto della rete ferroviaria, centinaia di chilometri di ciclabili, le misure per l'efficienza energetica degli immobili pubblici e privati, le rinnovabili off-shore e l'aumento della capacità della rete elettrica. Le risorse per la transazione digitale ammontano al 25,1 per cento del totale e prevedono crediti fiscali per sostenere la digitalizzazione delle imprese, la digitalizzazione della scuola e della pubblica amministrazione, l'infrastruttura per la 5G e il cloud.

Agli occhi della Commissione “la spina dorsale” del piano dell'Italia sono le riforme strutturali che dovrebbero permettere di risolvere “impedimenti strutturali molto antichi per la crescita della produttività”, ci ha spiegato la nostra fonte. Tra le misure previste ci sono investimenti per l'istruzione, gli asili e migliorare il clima delle imprese. “Una delle riforme più importanti è avere ogni anno una legge sulla concorrenza adottata e attuata”, ci ha detto la fonte. Dovrebbe toccare le concessioni nella gestione dei rifiuti, dei porti, delle ferrovie e dei trasporti locali. La Commissione ha dato importanza anche alla “resilienza istituzionale” con la riforma del sistema scolastico (compresa la professione di insegnante) e quella del pubblico impiego. Nel piano ci sono impegni molto precisi sulla riforma della giustizia (sistema penale, civile e fiscale), compreso il diritto fallimentare. Ci sono obiettivi quantificati sulla riduzione della durata dei processi.

Per adeguarsi alle raccomandazioni specifiche indirizzate all'Italia, il piano prevede riforme anche della gestione delle finanze pubbliche, con misure per lottare contro l'evasione fiscale  e una serie di obiettivi in termini di spending review. Per contro non ci sono target e milestones per la riforma generale del fisco, né impegni sulle pensioni. “Le autorità italiane hanno incluso la riforma dell'Irpef nella narrazione del piano”, ma “non ci sono target e milestone”, ci ha spiegato la fonte. Quanto a Quota 100, “scade alla fine del 2021. Non c'è nessuna necessità di un'ulteriore riforma, perché la misura temporanea viene meno”, ci ha detto la fonte.

La Commissione valuta l'impatto del piano sul Pil dell'Italia tra l'1 per cento nel 2021 e il 2,5 per cento nel 2026. Ma l'esecutivo comunitario ha tenuto conto solo degli effetti degli investimenti. Se si includono anche le riforme, l'impatto dovrebbe essere di un Pil del 17 per cento più alto tra 20 anni. La stima sui posti di lavoro creati grazie al Recovery fund è molto conservativa: 240.000 in più, tenendo conto solo degli investimenti. Infine, abbiamo chiesto alla nostra fonte quali siano le differenze più significative tra il piano adottato ieri e quello presentato dal precedente governo. Da parte dell'esecutivo Draghi c'è stato “uno sforzo significativo per espandere e dettagliare i contenuti e il calendario delle riforme”, ci ha risposto la fonte. Inoltre un altro settore su cui ci sono stati cambiamenti significativi è “la governance e l'attuazione del piano”.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 23 giugno, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Approvati i piani di Germania e Lettonia - La Commissione ieri ha dato il via libera anche ai piani di Germania e Lettonia. Il “NextGenerationEu tour” di von der Leyen oggi proseguirà in Belgio e Francia. Sul Foglio spieghiamo che la Commissione non è stata troppo esigente sulle riforme strutturali: dalla Spagna alla Germania, dal Lussemburgo al Belgio, una parte delle raccomandazioni specifiche indirizzate da Bruxelles agli stati membri nel 2019 e 2020 su pensioni, mercato del lavoro e fisco non è stata inclusa nei piani nazionali di ripresa e resilienza. L'interrogativo è come reagiranno i paesi frugali di fronte alla generosità della Commissione sulla mancanza di riforme strutturali. Una bocciatura dei piani alle riunione dell'Ecofin di luglio è altamente improbabile. Ma un diplomatico di uno dei frugali ci ha spiegato che c'è un “bastone” nascosto nell'armadio: le decisioni sugli esborsi successivi al prefinanziamento dovranno essere adottate all'unanimità. Se uno stato membro non rispetta i target e le milestone sulle riforme strutturali, c'è sempre la possibilità di bloccare le erogazioni del Recovery fund.

Il giallo della firma dell'Italia contro la legge di Orbán sull'omosessualità - Al Consiglio Affari Generali di ieri a Lussemburgo, Ungheria e Polonia si sono trovate di nuovo sul banco degli imputati nella procedura dell'articolo 7 del trattato per la violazione dello stato di diritto. Parte importante della discussione tra i ministri è stata sulla nuova legge adottata dal Parlamento in Ungheria che vieta la diffusione di materiale sull'omosessualità ai minori. “E' indegna dell'Europa”, ha detto il ministro lussemburghese, Jean Asselborn, che con i suoi collegi di Belgio e Paesi Bassi ha lanciato una dichiarazione per condannare l'Ungheria e chiedere alla Commissione di agire. Il testo è stato diffuso alle 17 con la firma di 13 paesi: Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svezia. Il Portogallo non ha firmato perché ha la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue. Il grande assente, quando la dichiarazione è stata diffusa dai promotori? L'Italia.

La spiegazione e la firma (tardiva) di Amendola sull'Ungheria - Perché l'Italia non ha firmato subito? “Ho personalmente ribadito con altri ministri in Consiglio Affari Generali l'esigenza di avere chiarimenti sui recenti emendamenti del parlamento ungherese alle disposizioni in materia di minori e istruzioni che lasciano perplessi per i passaggi discriminatori sull'orientamento sessuale”, ha detto il sottosegretario agli Affari europei, Enzo Amendola, in una dichiarazione alle agenzie, dopo la pubblicazione del testo con la firma dei 13 paesi. Ma “non abbiamo aderito alla petizioni di alcuni stati, preferendo attendere la posizione ungherese in Consiglio”, ha aggiunto Amendola. Con un tweet un paio di ore dopo, lo stesso Amendola ha spiegato che “a fine Consiglio Affari Generali non sono arrivati chiarimenti soddisfacenti dall'Ungheria”. Di conseguenza, “dopo dibattito, anche l'Italia ha firmato la richiesta degli altri 13 stati membri dell'Ue”. In un editoriale Il Foglio spiega che Amendola ha fatto bene a firmare a nome dell'Italia, anche se in ritardo: sui diritti Lgbtqi non stiamo con Orbán.

Vestager contro la filiera "ad tech" di Google - La Commissione ieri ha aperto un'indagine formale antitrust per determinare se Google abbia violato le norme sulla concorrenza favorendo i propri servizi di inserzione pubblicitaria online nella cosiddetta filiera "ad tech" a scapito dei fornitori di servizi di tecnologia pubblicitaria concorrenti, di inserzionisti ed editori online. “Google raccoglie dati da utilizzare per scopi pubblicitari mirati, vende spazi pubblicitari e funge anche da intermediario pubblicitario online. Quindi Google è presente a quasi tutti i livelli dell'offerta della catena per la pubblicità display online. Siamo preoccupati che Google abbia reso le cose più difficili per i rivali online sui servizi pubblicitari per competere", ha detto la vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager. Un portavoce di Google ha risposto che il colosso intende confrontarsi “in modo costruttivo con la Commissione per rispondere alle richieste di chiarimento e dimostrare i benefici che i nostri prodotti portano alle aziende e ai consumatori europei”.

La Corte Ue grazia YouTube sulle violazioni del copyright - La Corte di giustizia dell'Ue ha stabilito che i gestori di piattaforme online non violano il diritto d'autore se si limitano a mettere a disposizione la piattaforma, a meno che non contribuiscano a dare accesso al pubblico ai contenuti protetti dal copyright. Chiamati a pronunciarsi sul ruolo di YouTube e Cyando, i giudici di Lussemburgo hanno spiegato che le piattaforme beneficiano dell'esonero dalla responsabilità “a condizione che non svolgano un ruolo attivo idoneo a conferire loro una conoscenza o un controllo dei contenuti caricati sulla loro piattaforma”.

La Commissione lancia una unità di cybersicurezza - La Commissione europea oggi adotterà una raccomandazione per creare una "Joint Cyber Unit", che dovrebbe permettere all'Ue e agli stati membri di coordinarsi e aiutarsi reciprocamente per reagire e rispondere in caso di attacchi. La Commissione vorrebbe creare una piattaforma per riunire autorità di sicurezza pubbliche e società di cybersicurezza per coordinare la risposta e condividere risorse.

Breton vuole l'alleanza per l'aereo a zero emissioni - Dopo le batterie e i semiconduttori, il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, vuole lanciare un'alleanza europea per "l'aereo a zero emissioni". Intervenendo davanti al Paris Air Forum, Breton ha promesso di creare l'alleanza entro la fine dell'anno per riunire "gli attori del futuro ecosistema dell'aereo pulito". L'obiettivo è individuare gli investimenti necessari e identificare eventuali ostacoli. Airbus vuole lanciare un primo aereo a zero emissioni dal 2035. "La Commissione ci metterà soldi", ha promesso Breton. Les Echos ha tutti i dettagli della nuova iniziativa di quello che è diventato il super-commissario della Commissione von der Leyen.

La fiducia consumatori sopra livelli pre-pandemia - A giugno l'indice della fiducia dei consumatori ha fatto un nuovo balzo sia nell'Ue (più 1,5 punti) sia nella zona euro (1,8 punti), secondo la stima flash pubblicata ieri dalla Commissione. A quota -4,5 punti per l'Ue e -3,3 punti per l'area euro, l'indice è ben al di sopra del suo livello pre-pandemia.

Accade oggi in Europa

- Parlamento europeo: mini-sessione plenaria (dibattiti sul Consiglio europeo del 24 e 25 giugno; la politica di coesione; e le interferenze straniere nei processi democratici; discorso del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres)

- Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

- Commissione: punto stampa della presidente von der Leyen con il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres

- Commissione: conferenza stampa dei commissari Schinas e Breton sulla creazione di una unità congiunta di cybersicurezza per rispondere alle crisi e agli incidenti informatici

- Commissione: la presidente von der Leyen in Belgio e in Francia per l'approvazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza

- Commissione: l'Alto rappresentante Borrell a Berlino per la Conferenza sulla Libia

- Parlamento europeo: il presidente Sassoli incontra la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni

- Consiglio: riunione del Coreper

- Banca centrale europea: riunione di politica non monetaria del Consiglio dei governatori