Europa Ore 7
La Germania si è piantata sui vaccini
Il Parlamento europeo vuole accelerare la sua riforma e inizierà a discutere "Fit for 55". Oggi e domani i riflettori sono tutti puntati sullo Stato dell'Unione. In Norvegia vincono i laburisti e il governo britannico rompe il contratto sui vaccini con Valneva
Le vaccinazioni non stanno raggiungendo i numeri sperati: i tedeschi sono finiti sotto la media dell'Ue, che è al 65,9 per cento. Sebastian Duillen, direttore dell'IMK scrive: “Questo è tragico per la Germania; il nostro livello stagna a un livello che non è sufficiente per controllare davvero la pandemia”
La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, domani dovrebbe rivendicare il successo della campagna di vaccinazione in Europa nel suo discorso sullo Stato dell'Unione davanti al Parlamento europeo. Ma c'è un grande paese in cui le vaccinazioni non stanno raggiungendo i numeri sperati, con potenziali ripercussioni per tutta l'Ue: la sua Germania. Immersi in campagna elettorale, i tedeschi che andranno alle urne il 26 settembre non sembrano quasi essersene accorti. Nel dibattito televisivo di domenica tra il socialdemocratico Olaf Scholz, il cristiano-democratico Armin Laschet e la verde Annalena Baerbock se n'è discusso solo qualche minuto. Eppure i numeri – quelli della prima dose che mostrano i trend delle future settimane per i completamente vaccinati – iniziano a essere preoccupanti. Secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, in Germania solo il 65,8 per cento della popolazione ha ricevuto la prima dose contro il 72,4 dell'Italia e oltre il 78 per cento di Spagna e Francia. I tedeschi sono così finiti sotto la media dell'Ue che è al 65,9 per cento.
A prima vista tutto sembra andare bene in Germania. Gli adulti completamente vaccinati sono il 73,4 per cento, poco sopra la media dell'Ue. Ma i dati relativi alle persone sopra i 18 anni che hanno ricevuto almeno una dose mostrano nettamente lo scarto che si sta creando tra la Germania e altri grandi e piccoli paesi. In testa alla classifica c'è il Portogallo con il 96,5 per cento degli adulti che hanno ricevuto almeno una dose. Subito dietro c'è la Francia (93,3 per cento) che, da luglio, grazie al Green pass è riuscita a superare una decina di paesi. Seguono Irlanda (92,0), Malta (90,9), Danimarca (89,5), Spagna (89,2), Belgio (85,7), Paesi Bassi (85,1), Svezia (83,1), Italia (82,1) e Cipro (79,2). La Germania è solo al dodicesimo posto con il 78,8 per cento degli adulti che hanno ricevuto la prima dose. Il paese che ad aprile e maggio vaccinava con il turbo, somministrando oltre un milione di dosi in alcuni giorni della settimana, ha decisamente rallentato. Nelle due settimane trascorse dal primo settembre, meno di un milione di tedeschi ha ricevuto la prima dose.
Sebastian Duillen, direttore dell'IMK (l'Istituto di politica macroeconomica), ieri su Twitter ha fatto notare che sei mesi fa c'erano enormi polemiche in Germania sul fatto che l'Ue avesse fallito gli acquisti dei vaccini. Vale la pena leggere tutto il thread di Duillen sulle conseguenze del rallentamento delle vaccinazioni in Germania. Effettivamente Von der Leyen e la sua commissaria alla Sanità, Stella Kyriakides, erano state aspramente criticate sui media, ma anche da alcuni esponenti del governo. Oggi quasi nessuno sembra voler riconoscere quello che Duillen definisce “un fallimento interamente nazionale”. I fattori che incidono sul rallentamento delle vaccinazioni possono essere diversi: scetticismo ed esitazione, scarsa comunicazione nazionale, mancanza di leadership della classe politica a livello di Lander e nazionale. Ma “questo è tragico per la Germania”, ha scritto Duillen: “Il nostro livello stagna a un livello che non è sufficiente per controllare davvero la pandemia”.
Perché gli altri dovrebbero preoccuparsi tanto del tasso di vaccinazione in Germania? In fondo ci sono stati membri messi molto peggio. In Bulgaria solo il 21,3 per cento della popolazione è completamente vaccinato, secondo i dati dell'Ecdc. In Romania appena il 32,6 per cento. Ma occorre tenere conto del peso economico e politico della Germania. Duillen ha spiegato che l'IMK aveva stimato una solida ripresa nella seconda metà dell'anno basandosi su un'altra previsione: che la Germania sarebbe rimasta tra i primi della classe nell'Ue per tasso di vaccinazione. Ora “c'è un grave rischio che la quarta ondata dell'infezione con la variante Delta colpisca la Germania duramente in inverno e che ritardi la ripresa economica”, ha avvertito Duillen. E qui arrivano le conseguenze per tutti. Se la Germania rallenta, rallenta anche tutta la zona euro. Se la Germania si richiude perché aumentano nuovamente le infezioni, altri paesi dell'Ue potrebbero essere tentati di fare altrettanto.
A proposito di Germania, a dodici giorni dalle elezioni è allarme rosso. Scholz è nettamente in testa e i numeri attuali dei sondaggi dicono che potrebbe formare una coalizione tra Spd, Verdi ed estrema sinistra della Linke. Un governo Rosso-Verde-Rosso non piace agli elettori. Ma sia Scholz sia Baerbock nel dibattito televisivo di domenica sono stati attenti a non escludere questa possibilità, anche se la candidata dei Verdi ha messo una linea rossa sulla Nato e la politica estera. A proposito di Scholz, invece, sul Foglio Paola Peduzzi spiega com'è che il candidato cancelliere della Spd ha tanta fiducia in sé stesso.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 14 settembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Il Parlamento europeo vuole accelerare la sua riforma - Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha annunciato l'intenzione di accelerare le riforme interne legate ai metodi di lavoro delle sessioni plenarie, alle prerogative legislative e di controllo, alla diplomazia parlamentare e alla comunicazione istituzionale. I gruppi politici sono “uniti per procedere veloci con le riforme”, ha detto Sassoli, dopo una riunione straordinaria della conferenza dei presidenti. “Già dalle prossime plenarie il Parlamento europeo attuerà in via sperimentale il ritorno in presenza con alcune proposte di modifica dei lavori, come l'introduzione di un numero limitato di dibattiti chiave in prime time, uno slot dedicato e selettivo per i dibattiti di politica estera in presenza dell'Alto Rappresentante, l'utilizzo del catch the eye e della carta blu nei dibattiti con la Commissione e il Consiglio, la possibilità per i deputati di parlare dal podio centrale e di sedere nelle prime file nel corso dei dibattiti che li riguardano”, ha spiegato Sassoli.
La Commissione tutta concentrata sullo Stato dell'Unione - Il collegio dei commissari torna a riunirsi oggi a Strasburgo con un'agenda particolarmente carica. La Commissione dovrebbe approvare un pacchetto di misure per prepararsi e rispondere alle emergenze sanitarie, una raccomandazione sulla protezione e la sicurezza dei giornalisti, la strategia dell'Ue per la cooperazione nella regione Indo-pacifica, una comunicazione sul nuovo Bauhaus e il programma decennale per il digitale con i piani fino al 2030. Ma nessun vicepresidente, commissario o portavoce andrà in sala stampa per fare annunci e spiegare i provvedimenti: tutto è rinviato a giovedì. Oggi e domani i riflettori devono essere esclusivamente puntati su Ursula von der Leyen per il suo secondo discorso sullo Stato dell'Unione da quando è presidente della Commissione.
I prezzi energetici caldi raffreddano l'entusiasmo per il Green deal - Oggi il Parlamento europeo inizierà a discutere “Fit for 55”, il pacchetto di provvedimenti proposto dalla Commissione per ridurre le emissioni di almeno il 55 per cento entro il 2020. Ma, come spieghiamo sul Foglio, l'impennata dei prezzi dell'energia in Europa sembra rallentare l'entusiasmo dei governi per il Green deal. Con gli aumenti in bolletta, il timore è una rivolta dell'opinione pubblica stile gilet gialli. Il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ieri ha spiegato che in Italia “lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20 per cento e il prossimo trimestre aumenta del 40 per cento”. Secondo Cingolani, "la transizione ecologica e la transizione sociale devono andare insieme", altrimenti "le categorie più vulnerabili pagheranno un conto che non spetta a loro".
In Norvegia vincono i laburisti - A proposito di prezzi dell'energia, anche le elezioni di ieri in Norvegia potrebbero contribuire alla volatilità dei prezzi. Il paese è uno dei grandi esportatori di idrocarburi verso l'Ue. Dopo otto anni di governo conservatore - secondo i conteggi preliminari - ha vinto il Partito laburista del milionario Jonas Gahr Store, che però dovrà trovare almeno due partner di coalizione. Uno dei due è la Sinistra socialista, che ha fatto campagna elettorale per porre fine a nuove licenze di esplorazione. Store è contrario, ma potrebbe limitare le trivellazioni alle aree che sono già sviluppate.
Per la Corte dei conti, pochi rimpatri favoriscono la migrazione irregolare - Secondo una relazione speciale pubblicata ieri dalla Corte dei conti europea, la cooperazione tra l'Ue e i paesi terzi "non riesce a garantire in modo efficiente il rimpatrio dei migranti in situazione irregolare sul territorio dell'Ue". I giudici contabili ritengono che nel periodo 2015-20, i progressi realizzati con gli accordi di riammissione siano stato soltanto modesti". Per la Corte dei conti, i tentativi dell'Ue di far rispettare gli obblighi di riammissione non sono stati "sufficientemente efficaci". I numeri citati nel rapporto dicono che dal 2008, ogni anno circa, mezzo milione di cittadini non-Ue ha ricevuto un'ingiunzione a lasciare il territorio, ma meno di uno su cinque è effettivamente rimpatriato nel proprio paese. Il verdetto contenuto nella relazione è esplicito: "Le inefficienze di tale sistema nell’Ue costituiscono un incentivo alla migrazione irregolare".
Il balzo dei dazi Brexit nel Regno Unito - Le imprese e i consumatori del Regno Unito hanno dovuto pagare il 42 per cento in più di dazi doganali sulle merci a causa degli effetti della Brexit, secondo dati pubblicati ieri dalla società contabile UHY Hacker Young. Nei primi sette mesi dell'anno i dazi sono saliti 2,2 miliardi di sterline rispetto ai 1,6 miliardi dello stesso periodo del 2020. Se la pandemia può aver avuto un impatto lo scorso anno, i dati di quest'anno mostrano il livello più alto di dazi in un decennio (il precedente record di 2 miliardi di sterline risale al 2017). L'aumento è dovuto in gran parte ai dazi doganali dovuti alle regole di origine, che si applicano alle merci importate nell'Ue che sono state fabbricate o contengono componenti prodotti fuori dall'Ue. Secondo UHY Hacker Young, i dazi non sono l'unico costo aggiuntivo per imprese e consumatori: "Importare merci dall'Ue è diventato molto più complicato e lungo per le imprese britanniche a causa della burocrazia necessaria".
Il Regno Unito rompe il contratto sui vaccini con Valneva - Il governo britannico ieri ha annunciato di aver rotto il contratto per la fornitura di vaccini contro il Covid-19 della società farmaceutica francese Valneva. Londra ha accusato Valneva di aver violato i suoi obblighi contrattuali. In un comunicato la società ha detto di "smentire con forza" l'accusa. Il portavoce del Downing Street non ha voluto svelare i dettagli della disputa, ma ha garantito che non ci sarà "alcun impatto sulla nostra fornitura di vaccini" per l'autunno e l'inverno dato che Valneva non è stato ancora autorizzato dall'agenzia dei medicinali britannica. Il contratto tra il Regno Unito e Valneva aveva creato polemiche al momento dell'annuncio all'inizio dell'anno, perché Londra era riuscita ad anticipare l'Ue assicurandosi 140 milioni di dosi, di cui una parte prodotte a West Lothian in Scozia.
Il garante per la privacy in Irlanda praticamente immobile - L'Autorità per la protezione dei dati in Irlanda, che è responsabile di applicare la legislazione europea ai Big Tech americani con sede a Dublino (Google, Facebook, Apple, Microsoft e Twitter, tra gli altri) non è stato in grado di risolvere la quasi totalità delle denunce di abusi sulla privacy. Secondo un'analisi dell'Irish Council for Civil Liberties, il 98 per cento delle 164 denunce significative sono ancora irrisolte. Il Financial Times ha tutti i dettagli.
Gli autisti di Uber diventano dipendenti nei Paesi Bassi - Il tribunale di Amsterdam ha stabilito che Uber deve riconoscere lo status di lavoratore dipendente e applicare il contratto collettivo di lavoro per il trasporto taxi a tutti i suoi autisti nei Paesi Bassi. Secondo il tribunale, Uber considerava i suoi lavoratori come autonomi solo sulla carta, ma li tratta effettivamente da dipendenti attraverso diverse funzionalità della sua app gestionale che dimostrano una "relazione di dipendenza lavorativa".
Accade oggi in Europa
– Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti su "Pacchetto Fit for 55"; "Disastri naturali in Europa"; "Afghanistan"; "Libano"; "Relazioni con la Russia"; "Nuova strategia Ue-Cina; "Direttiva sulla Blue Card")
– Parlamento europeo: il presidente Sassoli incontra la commissaria Johansson
– Parlamento europeo: conferenze stampa dei gruppi politici
– Consiglio europeo: il presidente Michel incontra il premier belga, Alexander De Croo
– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
– Eurostat: dati sulla produzione e il commercio internazionale dei prodotti high-tech nel 2020; dati sui voli aerei commerciali a agosto