Europa Ore 7

La Commissione blocca i fondi del Recovery per Orbán

Il nuovo governo dei Paesi Bassi uguale a quello vecchio; Eurostat annuncia la catastrofe demografica dell'Ue nel 2050. Vestager mantiene le eccezioni Covid agli aiuti di stato fino a metà 2022 e grazia le compagnie ex Tirrenia. La disoccupazione continua a scendere nell'area euro

David Carretta

È stallo tra Europa e governo ungherese sul piano nazionale di ripresa e resilienza che dovrebbe permettere all'Ungheria di ottenere 7,2 miliardi di sussidi. Il Parlamento europeo era disponibile a fare un compromesso, ma il governo di Budapest che il prossimo anno ha di fronte elezioni e vuole giocare la carta dello scontro con l'Ue, è stato inamovibile

Come avevamo anticipato ieri su Europa Ore 7, è stallo tra la Commissione europea e il governo di Viktor Orbán sul piano nazionale di ripresa e resilienza che dovrebbe permettere a Budapest di ottenere 7,2 miliardi di sussidi dal Recovery fund. La scadenza per il via libera della Commissione era stata prorogata di comune accordo alla fine di settembre. Ieri era l'ultimo giorno del mese. "Non c'è decisione oggi", ha detto un portavoce della Commissione: "Non siamo ancora nella posizione di concludere la valutazione" del piano ungherese. La risposta del governo Orbán è stata immediata e nel puro stile del premier ungherese. “Chiaramente discriminatorio”, ha detto il suo portavoce Zoltan Kovacs: “trattenere i fondi del Recovery plan è parte della campagna organizzata dal mainstream e dalla sinistra europea contro l'Ungheria perché resistiamo contro la diffusione dell'ideologia LGBTQ nelle scuole e nei media”.

 

In realtà, dopo diverse settimane di negoziati tra i funzionari della Commissione e quelli ungheresi per cercare di trovare un compromesso, non c'è ancora soluzione perché il governo Orbán non vuole intromissioni sul modo in cui gestirà i fondi e sul suo sistema giudiziario. La Commissione era disponibile a fare un compromesso che avrebbe permesso di salvare la faccia a tutti: dare il via libera al piano nazionale ungherese, sbloccando il prefinanziamento pari al 13 per cento dei fondi (quasi un miliardo), ma condizionando gli ulteriori esborsi a diverse riforme. In particolare la Commissione vuole che l'Ungheria si impegni ad aderire al database “Arachne” (lo strumento informatico di valutazione del rischio in cui vengono iscritti i beneficiari finali dei fondi), a riformare il sistema degli appalti pubblici, a garantire l'accesso ai documenti e a nominare un certo numero di procuratori indipendenti. Ma il governo Orbán, che il prossimo anno ha di fronte elezioni e vuole giocare la carta dello scontro con l'Ue, è stato inamovibile.

 

Anche il Parlamento europeo vuole intromettersi nel braccio di ferro. La conferenza dei presidenti ieri ha deciso di mettere la questione del piano di Recovery dell'Ungheria all'ordine del giorno della plenaria della prossima settimana a Strasburgo. L'iniziativa è partita dal gruppo Renew, che chiede alla Commissione di bocciare il piano nazionale di ripresa e resilienza ungherese. “La Commissione europea deve trovare il coraggio e la volontà politica di adottare un'azione decisa contro il regime autocratico e cleptocratico di Orbán”, ha detto l'eurodeputata di Momentum, Katalin Cseh. Un'anticipazione del dibattito della prossima settimana potrebbe arrivare oggi. Nel pomeriggio è prevista una conferenza stampa dell'eurodeputata dei Verdi, Gwendoline Delbos-Corfield, che ha guidato la visita questa settimana di una delegazione del Parlamento europeo in Ungheria, dove ci sono stati incontri con i ministri della Giustizia e dell'Interno, il sindaco di Budapest, rappresentanti dell'opposizione e della  società civile.

 

Nel frattempo, in Ungheria, l'opposizione continua ad organizzarsi per sfidare Orbán alle elezioni del prossimo anno. Questa settimana c'è stato il primo turno delle primarie tra i sei partiti – dal partito socialista all'estrema destra del Jobbik, passando per i Verdi e i liberali di Momentum – che si sono uniti per presentare candidati comuni, compreso quello per il posto di premier. Più di 633 mila persone hanno partecipato alle primarie, malgrado un attacco hacker al sistema online il primo giorno di votazioni. Secondo i risultati preliminari usciti ieri al ballottaggio dovrebbero andare l'europarlamentare della Coalizione democratica, Klara Dobrev, e il sindaco di Budapest, Gergely Karacsony. Avvocato di 49 anni, vicepresidente del Parlamento europeo, Dobrev è arrivata in testa con circa il 35 per cento dei voti. Karacsony, che nel 2019 aveva battuto a sorpresa il candidato di Fidesz nelle elezioni comunali di Budapest, era il favorito nei sondaggi, ma si è fermato al 28 per cento. Il conservatore  Peter Marki-Zay, sindaco di una città del sud dell'Ungheria, si è piazzato al terzo posto con circa il 20 per cento, davanti a Péter Jakab del Jobbik (13,5 per cento) e Andras Fekete-Gyor di Momentum (3,5 per cento).

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 1 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

I Paesi Bassi verso un nuovo governo come quello vecchio - Più di sei mesi dopo le elezioni nei Paesi Bassi, i quattro partiti che erano parte della coalizione che sosteneva il governo Rutte 3 ieri si sono messi d'accordo per formare il governo Rutte 4. Oltre al partito liberale VVD del primo ministro, Mark Rutte, la nuova-vecchia coalizione sarà formata dai liberali di sinistra dei D66, dai crstiano democratici della CDA e dal piccolo partito conservatore ChristenUnie. Le trattative si sono sbloccate dopo che la leader dei D66, Sigrid Kaag, ha accettato la coalizione con la ChristenUnie, che in precedenza aveva escluso per le divergenze sui temi sociali come l'eutanasia. Kaag ha spiegato che la sola alternativa erano nuove elezioni e che questo avrebbe "giovato a favore dei populisti". Rutte, che occupa il posto di premier dal 2010 ed è soprannominato “Teflon”, ha assicurato che la nuove-vecchia coalizione può essere "un nuovo inizio" e che non sarà la "continuazione" del suo vecchio governo. Molto dipenderà dall'attribuzione dei ministeri chiave. Il leader della CDA, Wopke Hoekstra, considerato un falco dell'austerità, resterà al ministero delle Finanze?

 

Sarkozy condannato per lo scandalo Bygmalion - Quasi 10 anni dopo le elezioni presidenziali del 2012, l'ex presidente Nicolas Sarkozy ieri è stato condannato dal Tribunale di Parigi a un anno di carcere per finanziamento illegale della sua campagna. L'inchiesta - conosciuta come l'Affaire Bygmalion - ha rivelato un sistema di false fatturazioni tra società private vicine all'allora Ump e la squadra di campagna elettorale di Sarkozy per restare sotto le soglie di spesa previste dalla legge. L'ex presidente avrebbe lasciato correre le spese malgrado chiari rischi di superare i limiti di spesa, beneficiando così della frode. La pena a un anno di carcere dovrebbe essere convertita in arresti domiciliari con sorveglianza elettronica. L'avvocato di Sarkozy ha annunciato che farà appello contro la sentenza.

 

L'allarme dell'Ecdc sulla pandemia dei non vaccinati - Di qui al mese di novembre c'è un alto rischio di un aumento dei contagi e dei decessi nei paesi dell'Ue che non hanno raggiunto una copertura vaccinale sufficientemente elevata nella popolazione complessiva, ha avvertito ieri il Centro europeo per la prevenzione e il controllo della malattia (Ecdc). In un rapporto sulla valutazione rapida del rischio, l'Ecdc spiega che nonostante siano state amministrate 565 milioni di dosi di vaccini finora, solo il 61,1 per cento della popolazione totale nell'Ue è completamente vaccinata. Tra gli stati membri si va dal 18,4 per cento al 79,4 per cento della copertura vaccinale. I paesi con una copertura al livello della media attuale dell'Ue o al di sotto che intendono allentare le restrizioni "hanno un alto rischio di sperimentare un aumento significativo di casi, ricoveri e mortalità da qui alla fine di novembre 2021. In uno scenario come questo, a causa della circolazione molto alta del virus, anche le popolazioni vulnerabili completamente vaccinate sono a rischio di essere infettate con un esito severo", avverte l'Ecdc. Per i paesi sopra l'attuale livello della media dell'Ue di copertura vaccinale hanno "un rischio più basso gestibile", a meno che non ci sia "un rapido declino dell'efficacia del vaccino", spiega l'Ecdc.

 

Eurostat annuncia la catastrofe demografica dell'Ue nel 2050 - Il tasso di dipendenza delle persone anziane nell'Unione europea è cresciuto in modo significativo negli ultimi vent'anni, ma nel 2050 l'Unione europea rischia una vera catastrofe demografica con meno di due adulti tra i 20 e i 64 anni per ogni persona con più di 65 anni, secondo una proiezione pubblicata ieri da Eurostat. Nel 2001 il tasso di dipendenza degli anziani era al 25,9 per cento. In altre parole c'erano circa quattro adulti in età lavorativa (20-64 anni) per ogni persona con più di 65 anni. Al primo gennaio del 2020, il tasso è passato al 34,8 per cento, cioè ci sono meno di tre adulti in età lavorativa per ogni persona con più di 65 anni. Le regioni dove si concentrano i tassi di dipendenza degli anziani più alti si trovano in Grecia, Spagna, Francia, Italia, Portogallo, Finlandia e Germania dell'est. Secondo Eurostat, il tasso di dipendenza degli anziani nei prossimi trent'anni crescerà in tutte le 1.169 regioni dell'Ue, con un'unica eccezione (Harz in Germania). A livello di Ue, il tasso dovrebbe raggiungere il 56,7 per cento il primo gennaio 2050, quando ci saranno meno di due adulti in età lavorativa per ciascun anziano sopra i 65 anni. Secondo le proiezioni di Eurostat, le regioni in cui si concentreranno i tassi di dipendenza degli anziani più alti - tra il 63,4 e il 70,1 per cento o sopra il 70,1 per cento - si trovano in Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Bulgaria, Estonia, Lettonia e Germania dell'Est.

 

Ex membro della Corte dei conti privato di 2/3 della pensione - La Corte di giustizia dell'Ue ha stabilito che l'ex membro della Corte dei conti europea, il belga Karel Pinxten, ha violato gli obblighi che derivavano dal suo incarico presso l'istituzione e ha deciso di privarlo dei due terzi dei suoi diritti alla pensione. Lo scandalo legato a Pinxten era esploso nel 2017 quando era stato denunciato all'Olaf, l'ufficio antifrode dell'Ue, per l'utilizzo a fine privato di risorse della Corte dei conti. La stessa magistratura contabile ha stabilito che Pinxten ha violato i suoi obblighi con diverse condotte : l'esercizio non dichiarato e illegale di un'attività in seno all'organismo dirigente di un partito politico; l'uso abusivo di risorse della Corte dei conti per finanziare attività non legate alla sua funzione; l'uso di una carta carburante per veicoli appartenenti a terzi; e un conflitto di interessi con un'entità controllata dalla Corte dei conti. Secondo la Corte di giustizia dell'Ue, Pinxten è responsabile di "mancanze di un livello di gravità importante" e ha infranto "gli obblighi che derivano dalla sua carica". Tuttavia i giudici di Lussemburgo hanno riconosciuto alcune attenuanti, limitando la sanzione a un taglio dei due terzi della pensione.

 

L'Avvocato generale contro la Spagna sulle collaboratrici domestiche - La Spagna potrebbe violare le regole dell'Unione europea sul divieto di discriminazioni di genere, perché la sua legislazione esclude i collaboratori domestici dalle prestazioni di disoccupazione, quando in realtà sono quasi esclusivamente donne. E' questo il parere espresso dall'Avvocato generale della Corte di giustizia dell'Ue, Maciej Szpunar, in un caso sollevato da una collaboratrice domestica in Spagna che voleva versare contributi a titolo di tutela contro il rischio di disoccupazione per acquisire il diritto alle prestazioni. Secondo l'Avvocato generale, il principio di non discriminazione fondata sul sesso in materia di sicurezza sociale deve essere rispettato dagli stati membri quando esercitano la loro competenza in materia di sicurezza sociale e, in particolare, di prestazioni di disoccupazione. Contrariamente alle affermazioni del governo spagnolo, l'Avvocato generale ritiene che l'esclusione prevista dalla normativa nazionale crei un particolare svantaggio per le collaboratrici domestiche. Inoltre, l'esclusione porta a rafforzare la concezione sociale tradizionale dei ruoli consentendo non solo di sfruttare la posizione strutturalmente più debole delle persone che integrano tale categoria, ma anche di sottostimare il valore del loro lavoro, che al contrario dovrebbe essere riconosciuto e valorizzato dalla società.

 

Vestager mantiene le eccezioni Covid agli aiuti di stato fino a metà 2022 - La Commissione ieri ha inviato agli stati membri la bozza di proposta per estendere il quadro temporaneo degli aiuti di stato fino al 30 giugno 2022, ma preconizzando la via da seguire per l'eliminazione graduale dei sostegni pubblici in situazioni di crisi alla luce della ripresa dell'economia europea. Per accelerare ulteriormente la ripresa, la proposta adatta anche l'ambito di applicazione del quadro temporaneo, consentendo agli stati membri misure di investimento di lungo periodo e di sostegno alla solvibilità delle imprese per un periodo limitato. “Finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel, con una forte ripresa dell'economia europea, grazie agli imponenti progressi compiuti nel campo delle vaccinazioni e alla ripresa della nostra vita sociale ed economica”, ha detto la vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager: “Allo stesso tempo dobbiamo essere consapevoli delle disparità tra gli stati membri e della necessità di evitare effetti precipizio quando si ritira il sostegno pubblico”.

 

Vestager grazia le compagnie ex Tirrenia - La Commissione ieri ha concluso che le compensazioni degli obblighi di servizio pubblico concesse a partire dal 2011 a Laziomar sono conformi alle norme dell'Ue in materia di aiuti di Stato, compresa quella concessa dopo l'acquisizione da parte della Compagnia Laziale di Navigazione. La Commissione ha anche concluso un'indagine approfondita su alcune misure a favore di Saremar, che erano state dichiarate illegali nel 2014, perché la società sarà cancellata dal registro delle imprese al termine della procedura di liquidazione. "Come le due decisioni relative all'ex Gruppo Tirrenia che abbiamo adottato all'inizio di quest'anno, le decisioni odierne contribuiranno allo sviluppo economico e sociale delle isole e garantiranno al contempo la certezza del diritto agli operatori”, ha detto la vicepresidente responsabile della Concorrenza, Margrethe Vestager: “Dobbiamo garantire che le piccole isole, come quelle della regione Lazio, e i loro residenti siano collegati al continente con servizi di trasporto marittimo regolari e affidabili durante tutto l'anno”.

 

La disoccupazione continua a scendere nell'area euro - Ad agosto il tasso di disoccupazione dell'area euro è sceso al 7,5 per cento rispetto al 7,6 per cento registrato in luglio e al 8,6 per cento dell'agosto 2020, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Nell'Ue il tasso di disoccupazione di agosto è stato del 6,8 per cento, contro il 6,9 per cento di luglio e il 7,7 per cento dell'agosto del 2020. Secondo Eurostat, 14,5 milioni di persone sono disoccupate nell'Ue, di cui 12,2 milioni nell'area euro. Rispetto a luglio il calo dei disoccupati è stato di 224 mila unità nell'Ue e 261 mila nell'area euro.

 


Accade oggi in Europa

– Commissione: il vicepresidente Timmermans partecipa al pre-COP26 a Milano

– Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell in visita nella regione del Golfo (fino al 3 ottobre)

– Parlamento europeo: audizione del capo della procura europea, Laura Kövesi, in commissione Controllo di bilancio

– Parlamento europeo: conferenza stampa dell'eurodeputata Gwendoline Delbos-Corfield su una visita di una delegazione del Pe in Ungheria

– Consiglio: riunione del Coreper

– Eurostat: stima flash sull'inflazione nell'area euro a settembre; dati sull'invecchiamento della popolazione in Europa; prezzi alla produzione dei servizi nel secondo trimestre del 2021; dati sui permessi di costruzione nel secondo trimestre del 2021; dati sulla produzione e il commercio di caffè nel 2020