Sulla Brexit c'è un'offerta che BoJo non può rifiutare
La Commissione europea ha presentato al governo britannico un pacchetto di misure per risolvere i problemi legati all'applicazione del Protocollo irlandese nell'accordo di divorzio del Regno Unito dall'Ue
Brexit, l'offerta della Commissione europea a Boris Johnson
La Commissione europea ieri ha presentato un'offerta che il governo di Boris Johnson faticherà a rifiutare per risolvere i problemi legati all'applicazione del Protocollo irlandese dell'accordo Brexit. L'80 per cento delle merci che transiteranno dalla Gran Bretagna verso l'Irlanda del nord non sarà più controllato, comprese le salsicce (e la carne fresca) su cui il Regno Unito era pronto a lanciare una guerra. Ma c'è una condizione. Johnson e il suo ministro per la Brexit, David Frost, devono rinunciare a una linea rossa altamente simbolica per i Brexiters: come prevede il Protocollo che loro stessi hanno chiesto, negoziato e firmato, la Corte di giustizia dell'Ue continuerà a estendere la sua giurisdizione sull'Irlanda del nord per il mercato unico. Il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, ieri ha chiesto esplicitamente al governo di Londra di negoziare “in modo onesto” e di rinunciare a linee rosse e scadenze artificiali”. In un discorso a Lisbona martedì, Frost ha detto chiaramente che la Corte è una linea rossa e che il Regno Unito è pronto a invocare l'articolo 16 del Protocollo che porterebbe alla sua sospensione e al rischio di una guerra commerciale. “Speriamo nel meglio, ma ci prepariamo per il peggio”, ci ha detto un alto funzionario dell'Ue. Dopo aver fatto grandi concessioni, la Commissione sembra pronta a reagire se Johnson rifiuterà la sua offerta.
Questo è un estratto di Europa Ore 7 di martedì 28 settembre, la newsletter di David Carretta realizzata con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo. Per ricevere la versione integrale nella tua mail iscriviti qui. È gratis
La domanda che tutti si pongono a Bruxelles è se ci si possa fidare della coppia Johnson-Frost. L'ex principale consigliere del premier britannico, Dominic Cummings, ieri ha sostanzialmente risposto di “no”. Come spiega il Guardian, Cummings ha detto che sin dall'inizio il governo Johnson non aveva intenzione di applicare il Protocollo: era tutta tattica e nessuna buona fede. Cummings ha anche svelato un altro dettaglio significativo. Fino al novembre del 2020, cioè ben dopo la firma dell'accordo Brexit (compreso il Protocollo irlandese) e mentre si stava ancora negoziando l'intesa sulle relazioni future, Johnson non aveva capito le implicazione dell'uscita dall'unione doganale. E' sempre stata l'impressione di Bruxelles: un negoziato condotto sulla base delle contingenze di politica interna, senza comprendere le implicazioni più ampie. Gli effetti si vedono in Irlanda del nord, dove il Protocollo ha provocato una serie di intoppi nella catena di approvvigionamento di generi alimentari e medicinali. L'Ue aveva avvertito delle implicazioni, ma Johnson è andato dritto per la sua strada della “hard Brexit” infischiandosene dei nord-irlandesi. Ci sarà un'altra ragione di politica interna per far deragliare i nuovi negoziati sul Protocollo e attivare l'articolo 16?
Sefcovic ieri ha voluto usare “toni positivi”. Ha evitato di parlare di cosa potrebbe succedere con l'articolo 16 (in sostanza la fine del regime “zero dazi, zero quote” di cui beneficia il Regno Unito). Il pacchetto presentato da Sefcovic rappresenta una concessione significativa. Di fatto l'Ue affida all'Irlanda del nord il controllo della frontiera doganale. I controlli ufficiali sull'80 per cento delle merci verranno rimossi non solo per i supermercati, ma per tutti i commerci. In cambio l'Ue chiede un rafforzamento del monitoraggio della catena di approvvigionamento. Per le imprese della Gran Bretagna significa un enorme taglio della burocrazia: un solo certificato che dichiara che tutti i prodotti delle diverse classi presenti su un camion o su un cargo rispettano le regole dell'Ue, invece che un certificato per ciascun prodotto. Sulle dogane, l'Ue propone di ridurre di metà le formalità, allargando la nozione di prodotti che non sono a rischio di entrare nel mercato interno. Vale anche per le famose salsicce, considerate come “prodotto identitario”. In cambio l'Ue vuole che ciascun prodotto sia etichettato come “Uk only” o “Northern ireland only”. Un'altra misura importante riguarda i medicinali. Il pacchetto è completato da un meccanismo di consultazione delle categorie in Irlanda del nord.
Sefcovic ha invitato domani a pranzo Frost. “Se il Regno Unito insite con preoccupazioni di carattere costituzionale rimarrà un ampio divario tra le idee che abbiamo messo sul tavolo e ciò che il Regno Unito chiede”, ci ha spiegato l'alto funzionario dell'Ue. Bruxelles chiede a Johnson di essere “realista nelle sue richieste e concentrarsi sulla stabilità e la prevedibilità invece che su problemi costituzionali di alto livello”. Sefcovic ha detto che sarebbe “molto felice di iniziare il nuovo anno con un nuovo accordo e nuove regole in vigore” sul Protocollo irlandese. Ma tutto dipende dall'umore di BoJo. Un portavoce del governo britannico ieri sera ha ribadito che servono "cambiamenti significativi per affrontare i problemi fondamentali al cuore del Protocollo, inclusa la governance".