Europa Ore 7

Rutte riporta lo stato di diritto al Vertice europeo

I Républicains in Francia si ispirano dalla Polonia e l'Ue prepara la rappresaglia contro Johnson sulla Brexit. Nei Paesi Bassi più 48 per cento di casi, in Romania è crisi Covid; al Parlamento europeo dibattito sull'estremismo di destra dopo gli eventi Roma e Gozi contesta la classifica dei suoi redditi fuori dal Parlamento e Gozi contesta la classifica dei suoi redditi fuori dal Parlamento

David Carretta

Il mandato a sollevare il tema mette in difficoltà il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Nel frattempo ieri sera è scoppiata una rissa tra il primo ministro olandese e il premier sloveno, Janez Jansa, via Twitter

Il Consiglio europeo della prossima settimana potrebbe essere costretto a tornare a occuparsi di stato di diritto, dopo che il primo ministro olandese, Mark Rutte, ha annunciato l'intenzione di chiedere alla Commissione di non approvare il piano di Recovery della Polonia. Il motivo è la sentenza con cui il Tribunale costituzionale polacco ha stabilito la primazia del diritto nazionale su quello europeo. Una mozione approvata dalla Camera dei deputati dell'Aia impegna il primo ministro a usare tutti gli strumenti a disposizione per fare in modo che i fondi non siano versati alla Polonia. Rutte, che aveva guidato un'offensiva analoga contro Viktor Orbán e la sua legge anti-Lgbt in giugno, ha annunciato che al Consiglio europeo chiederà alla Commissione di “non approvare il piano di Recovery, in ogni caso di aspettare fino a quando la questione di quale diritto ha la priorità non sarà risolta”. Come spieghiamo sul Foglio, la resa dei conti sullo stato di diritto è vicina. Nel frattempo ieri sera è scoppiata una rissa tra Rutte e il premier sloveno, Janez Jansa, via Twitter.

 

Nei Paesi Bassi il Parlamento è sacro e il governo è obbligato a seguire le sue direttive nell'Ue. Per questo la mozione adottata martedì dalla Camera è così importante. Rutte ha a sua disposizione anche il “freno di emergenza” che era riuscito a strappare nei negoziati del luglio 2020 sul Recovery fund (e contro cui si era battuto Giuseppe Conte): un diritto di veto temporaneo sull'esborso dei fondi. Secondo la mozione della Camera dei deputati olandese, “Polonia vuole porsi al di fuori dell'ordinamento giuridico europeo”. Di conseguenza “invita il governo a non approvare i 36 miliardi di euro del piano di Recovery, prima che la Polonia si conformi alle raccomandazioni del semestre europeo della Commissione per garantire l'indipendenza della magistratura”. Il testo contiene anche un invito a Rutte a chiedere alla Commissione di non concludere la sua valutazione del piano polacco. La mozione “esorta il governo a pronunciarsi al prossimo Consiglio europeo per l'attivazione e l'attuazione del meccanismo per lo stato di diritto il prima possibile”. Si tratta del meccanismo di condizionalità che permette di bloccare anche gli altri fondi europei ai paesi che non rispettano i principi fondamentali.

 

Il mandato a Rutte a sollevare il tema mette in difficoltà il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Il vertice dei capi di stato e di governo della prossima settimana deve già discutere di un tema potenzialmente divisivo come l'aumento del prezzo dell'energia. A giugno la discussione sulla legge anti-Lgbt di Orbán era durata quasi due ore, con toni particolarmente accessi. All'epoca Rutte aveva esplicitamente evocato l'uscita dell'Ungheria dall'Ue, spiegando che non aveva più senso che stesse dentro. Ma non potendola sbattere fuori, l'obiettivo era “mettere in ginocchio l'Ungheria su questo tema". Il problema è che al Consiglio europeo i capi di stato e di governo decidono per consenso. Uno scontro aperto con Polonia e Ungheria (a cui potrebbe aggiungersi la Slovenia) rischierebbe di compromettere altri dossier. Altri paesi preferiscono che sia la Commissione a essere in prima fila nella battaglia. E l'Italia? “Sostiene la Commissione europea nel rispetto del primato dello Stato di diritto nell'Unione e partecipa attivamente a questo sforzo anche nel contesto delle riforme avviate attraverso il Piano nazionale di Ripresa e resilienza”, ha detto il sottosegretario Vincenzo Amendola, dopo aver incontrato la vicepresidente della Commissione Vera Jourova.

 

A proposito di Slovenia, che ha la presidenza di turno dell'Ue, ieri è tornato a colpire il maresciallo Twitto. E' il soprannome del premier Janez Jansa, conosciuto per i suoi tweet aggressivi e polemici contro avversari e oppositori stile Donald Trump. Questa volta a essere stata presa di mira è una delegazione del Parlamento europeo che questa settimana era in Slovenia per verificare le condizioni dello stato di diritto, in particolare la sua capo-missione, l'olandese Sophie in't Veld. Jansa ha ritwittato una vignetta in cui lei e altri deputati venivano definiti “burattini” di George Soros. "Chiediamo con urgenza al premier Jansa di smetterla con le provocazioni nei riguardi degli europarlamentari. Gli attacchi ai membri di questo palazzo sono attacchi ai cittadini europei. Una collaborazione costruttiva con la presidenza di turno dell'Ue può essere basata solo sulla fiducia e sul reciproco rispetto”, ha risposto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. Oggi in't Veld farà una conferenza stampa. Ma non è finita.

 

Ieri pomeriggio è stato Rutte a rispondere direttamente a Jansa definendo il suo tweet su in't Veld “disgustoso. Lo condanno con la massima fermezza". Il messaggio è stato trasmesso anche all'ambasciatore sloveno all'Aia. Un paio d'ore dopo è arrivato un altro messaggio da Jansa: "Bene Mark, non perdere tempo con ambasciatori e libertà dei media in Slovenia. Insieme a in't Veld, proteggete i gionralisti che vengono uccisi nelle strade" in Olanda. Boom! In una situazione potenzialmente esplosiva prima del Vertice del 21 e 22 ottobre, Michel si è sentito in dovere di intervenire. Il presidente del Consiglio europeo ha parlato al telefono sia con Rutte sia con Jansa, prima di pubblicare a sua volta un tweet: "I membri del Parlamento europeo dovrebbero essere in grado di fare il loro lavoro liberi da ogni forma di pressione. Il rispetto reciproco tra istituzioni e dentro il Consiglio europeo è il solo modo di andare avanti", ha scritto Michel (senza menzionare Jansa). Capita anche nelle migliori famiglie di litigare ogni tanto, no?

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 15 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

I Républicains in Francia si ispirano dalla Polonia - Dopo Michel Barnier, che aveva proposto un referendum per imporre uno scudo costituzionale volto a permettere alla Francia di non rispettare le sentenze della Corte di giustizia dell'Ue sull'immigrazione, anche un'altra potenziale candidata alle presidenziali dei Républicains, Valerie Pecresse, ha contestato la primazia del diritto europeo. “L'Europa è l'Europa delle nazioni”, ha detto Pecresse: “Questo vuol dire che le nostre leggi costituzionali, la nostra identità costituzionale, quella di ciascuno stato sovrano, deve primeggiare sulla giurisdizione europea”. Insomma come la sentenza del Tribunale costituzionale polacco. In un editoriale il Foglio spiega che in Francia il morbo anti-Ue ha contagiato non solo l'estrema destra, ma anche quello che dovrebbe essere in centrodestra moderato.
 

L'Ue prepara la rappresaglia contro BoJo sulla Brexit - L'Ue spera nel meglio ma si prepara al peggio nei negoziati con il Regno Unito sul Protocollo irlandese dell'accordo Brexit. Secondo il Financial Times, gli ambasciatori di cinque stati membri hanno incontrato il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, e gli hanno chiesto di preparare le misure di rappresaglia se il governo di Boris Johnson deciderà di attivare l'articolo 16 del Protocollo che permette la sua sospensione unilaterali in caso di gravi problemi economici. Non è solo la Francia a chiedere di lavorare a una reazione "robusta": anche Germania, Paesi Bassi, Spagna e Italia, tradizionalmente più comprensivi nei confronti di Londra, sono favorevoli. Tra le opzioni ci sarebbe un taglio all'accesso del Regno Unito alle forniture energetiche dell'Ue, l'imposizione di dazi sulle importazioni di dazi e, in ultima istanza, la fine dell'accordo di libero scambio post-Brexit. Oggi Sefcovic vedrà a pranzo il ministro britannico per la Brexit, David Frost. Un portavoce del governo britannico ieri ha detto che l'offerta della Commissione sul Protocollo irlandese è uno "sforzo considerevole", ma "c'è ancora un divario sostanziale tra le nostre due posizioni".


Nei Paesi Bassi più 48 per cento di casi, in Romania è crisi Covid - Nella settimana dal 5 al 12 ottobre i Paesi Bassi hanno registrato un aumento del 48 per cento dei casi positivi al Covid-19 rispetto alla settimana precedente. Secondo l'Istituto nazionale di salute pubblica Rivm, “l'aumento autunnale previsto sembra essere iniziato”. Nel frattempo in Romania, uno dei paesi dell'Ue con i tassi di vaccinazione più bassi (circa il 30 per cento della popolazione), la crisi sanitaria è ai massimi. I posti letto in ospedale sono esauriti e sono iniziati trasferimenti di malati verso altri paesi dell'Ue. Il Collegio dei medici di Bucarest ha pubblicato una lettera per denunciare il fatto che il sistema sanitario ha “raggiunto il limite” e ci sono “centinaia di paziente che muoiono negli ospedali”.

Al Parlamento europeo dibattito sull'estremismo di destra dopo Roma - La conferenza dei presidenti del Parlamento europeo ieri ha deciso di tenere un dibattito sulla “crescita dell'estremismo di estrema destra in Europa alla luce degli eventi di Roma”. L'assalto alla sede della Cgil durante la manifestazione contro il Green pass ha lasciato il segno anche in Europa. La discussione in plenaria è stata calendarizzata per mercoledì pomeriggio su richiesta di alcuni gruppi.

Gozi contesta la classifica dei suoi redditi fuori dal Parlamento - Sandro Gozi è in seconda posizione nella classifica dei deputati europei che guadagnano di più per attività al di fuori del Parlamento europeo, secondo un rapporto pubblicato questa settimana da Transparency International Eu. Al primo posto c'è il polacco del Ppe ed ex ministro degli Esteri, Radosław Sikorski, con entrate extra Parlamento europeo comprese tra 588.048 e 804.000 euro l'anno. Sikorski ha dichiarato 12 attività extraparlamentari. Gozi, che è stato eletto in Francia ed è membro del gruppo di Renew, ha dichiarato 20 attività esterne per entrate che si collocano tra i 360.072 e i 720.000 euro. Gozi ci ha spiegato che le cifre citate sono sbagliate (per eccesso) e ci ha detto di andare a vedere quelle più precise della Haute Autorité pour la transparence de la vie publique in Francia (il paese in cui è stato eletto). Effettivamente vi compaiono incarichi e remunerazioni in gran parte precedenti al suo ingresso al Parlamento europeo (consulenze per istituzioni pubbliche e docenze universitarie). Secondo Gozi, “non ha senso” mettere insieme redditi prima e dopo l'entrata in funzione da deputato.

Il rapporto di Transparency International Eu - Le attività extraparlamentari possono essere di carattere professionale (avvocati, medici, consulenze, giornalismo, eccetera). Secondo Transparency International Eu, il 27 per cento dei 705 membri del Parlamento europeo hanno dichiarato tra i 3,9 e gli 11,5 milioni di euro di entrate da attività esterne. L'ammontare preciso è impossibile da calcolare perché i deputati sono obbligati a dichiarare quanto guadagnano sulla base di fasce di entrate. Il gruppo del Ppe, che è il più grande, è il primo nella lista per totale di entrate extra-parlamentari, seguito da Renew e Socialisti&Democratici. In termini di numero di deputati che dichiarano entrate extra-parlamentare, è l'estrema destra di Identità e democrazia a guidare la classifica con il 38 per cento. Secondo il rapporto, 29 deputati europei potrebbero guadagnare di più grazie alle attività esterne rispetto al loro stipendio di parlamentari di 105.092 euro l'anno. I redditi extraparlamentari "non sono illegali ma possono generare un conflitto di interesse potenziale o reale", ha ricordato Transparency International Eu, criticando il Parlamento europeo per non agire con abbastanza forza in caso di violazione delle regole etiche.

I tre candidati al premio Sakharov - Le commissioni Affari esteri e Sviluppo ieri hanno selezionato con un voto i tre candidati al premio Sakharov per la libertà di espressione, che sarà attribuito dalla conferenza dei presidenti del Parlamento europeo il 21 ottobre. Alexei Navalny è il primo candidato, sostenuto dai gruppi del Partito popolare europeo e Renew Europe per il suo coraggio nella lotta per la libertà, la democrazia e i diritti umani in Russia. Un gruppo di donne afghane è stato candidato dai gruppi dei Socialisti&Democratici e dei Verdi per la loro lotta per l'uguaglianza e i diritti umani. La terza candidata è la boliviana Jeanine Áñez, proposta dal gruppo dei Conservatori e riformatori europei, perché simbolo della repressione contro i dissidenti in America latina. La cerimonia di consegna del premio Sakharov si terrà nella sessione plenaria di Strasburgo il 15 dicembre.

Il premio Caruana Galizia all'inchiesta su Pegasus - Il premio Daphne Caruana Galizia per il giornalismo del Parlamento europeo è stato assegnato per la prima volta ieri ai giornalisti del Progetto Pegasus coordinato dal Consorzio Forbidden Stories sullo spyware utilizzato per spiare leader politici, dissidenti, oppositori e giornalisti in diversi paesi. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha ricordato che l’assassinio di Caruana Galizia è stato un “momento di svolta per il giornalismo europeo, per la nostra politica e le nostre società (...). Bisogna trovare misure efficaci per sanzionare coloro che limitano la libertà dei media e attaccano i giornalisti e assicurarsi che lo stato di diritto non sia minato nei nostri stati membri perché è la spina dorsale del giornalismo indipendente”, ha detto Sassoli, ricordando che "senza giornalismo indipendente non ci sono società libere”. Oltre 200 giornalisti si sono candidati. In qualità di rappresentante dei 29 membri della giuria europea, il Segretario generale della Federazione internazionale dei giornalisti, Anthony Bellanger, ha consegnato il premio di 20 mila euro ai rappresentanti del consorzio Forbidden Stories, Sandrine Rigaud e Laurent Richard. L'inchiesta premiata - Pegasus: la nuova arma globale per mettere a tacere i giornalisti • Storie proibite - ha svelato che più di 50 mila numeri telefonici sono stati selezionati per essere sottoposti a sorveglianza da clienti della società israeliana NSO Group dal 2016 in poi.

Il Parlamento europeo vuole estendere il roaming gratis - La commissione Industria del Parlamento europeo ha votato a favore della proroga del regolamento “Roam like at Home”, che ha permesso di abolire le tariffe di roaming all'interno dell'Ue, per altri dieci anni. Il regolamento del 2017 scade il 30 giugno 2022. I deputati vogliono anche estendere gli obblighi per gli operatori, imponendo la stessa qualità e velocità delle connessioni mobili all'estero rispetto a quelle di cui usufruiscono in patria. Il Parlamento vuole vietare la pratica di passare dalla 4G alla 3G quando un utente si trova all'estero. I deputati, infine, propongono di porre fine alle tariffe aggiuntive per le chiamate intra-Ue – per esempio dall'Italia al Belgio – per le quali c'è un tetto di 19 cent il minuto. Il rapporto è stato approvato con 67 voti a favori, 7 astensioni e nessun contrario.

 

 


Accade oggi in Europa

– Consiglio Occupazione e Affari sociali

– Conferenza sul futuro dell'Europa: panel dei cittadini a Strasburgo (fino a domenica)

– Commissione: la vicepresidente Jourová a Firenze partecipa alla conferenza "Come assicurare il rispetto dello stato di diritto" e visita il Centro per il pluralismo e la libertà dei media

– Parlamento europeo: conferenza stampa pre-sessione plenaria

– Parlamento europeo: conferenza stampa di Sophie in't Veld, capo delegazione della commissione Libertà civili, sulla missione di tre giorni in Slovenia

– Parlamento europeo: evento conclusivo del progetto “L'Europa ancora da scrivere” presso il salone del Libro di Torino (dalle 10h30 alle 11h30 è possibile seguire l'evento in video-collegamento registrandosi su SalTo+)

– Eurostat: dati sul commercio internazionale di merci ad agosto 2021; dati sulle condizioni di reddito e di vita nel 2020; dati sull'eccesso di mortalità fino ad agosto 2021