Europa Ore 7

La Polonia sceglie lo scontro sullo stato di diritto

La fredda bozza del Vertice Ue sui prezzi dell'energia, la calda bozza sul Digitale e quella molto italiana sulle migrazioni. Rassicurazioni sul Covid-19 e il successo del Green pass. Merkel fa spallucce sul Patto di stabilità, la Nato punta l'attenzione sulla Cina e la Russia ritira la sua delegazione

David Carretta

Pur assicurando che “rimane un membro leale dell'Ue" e "riconosce la primazia" del diritto europeo "sulle leggi nazionali", il primo ministro polacco Morawiecki ha fatto ricorso a tutte le argomentazioni che fanno temere una Polexit giuridica: oggi interverrà in un dibattito al Parlamento europeo, a cui parteciperà anche Ursula von der Leyen. La Commissione sta valutando una serie di possibili risposte

Il primo ministro polacco, Mateusz  Morawiecki, ha scelto lo scontro con l'Unione europea di fronte al rischio di vedersi bloccare decine di miliardi di euro di aiuti comunitari per le continue violazioni allo stato di diritto. In una lettera di cinque pagine inviata ieri ai presidenti di Consiglio europeo, Commissione e Parlamento europeo, Morawiecki ha detto che l'Ue potrebbe trasformarsi in “un organismo centralizzato, guidato da istituzioni prive di controllo democratico” che usa la leva finanziaria per “usurpare poteri” e “imporre la propria volontà sugli stati membri per fas et nefas”. La citazione latina significa "in modo lecito o illecito" e sottolinea l'intenzione di raggiungere un obiettivo a tutti i costi. Pur assicurando che la Polonia “rimane un membro leale dell'Ue" e "riconosce la primazia" del diritto europeo "sulle leggi nazionali", Morawiecki ha fatto ricorso a tutte le argomentazioni che fanno temere una Polexit giuridica: la sovranità assoluta del suo paese, compreso il diritto di contestare le competenze dell'Ue e le sentenze della Corte europea di giustizia. Come spieghiamo sul Foglio, nonostante la richiesta di “dialogo”, la lettera di Morawiecki segna un'ulteriore escalation nella resa dei conti con l'Ue sullo stato di diritto.

 

Morawiecki oggi interverrà in un dibattito al Parlamento europeo sulla Polonia, a cui parteciperà anche Ursula von der Leyen. Dopo la sentenza del Tribunale costituzionale polacco, la Commissione sta valutando una serie di possibili risposte. La prima è lanciare una nuova procedura di infrazione, che tuttavia potrebbe durare un paio d'anni prima di arrivare a una prima condanna della Corte di giustizia dell'Ue. La seconda è chiedere una multa alla Corte di giustizia perché la Polonia non ha rispettato una precedente sentenza sulla primazia del diritto dell'Ue, ma la sanzione sarebbe essenzialmente simbolica. La terza è attivare il meccanismo di condizionalità che permette di bloccare i fondi ordinari dell'Ue ai paesi che non rispettano i principi fondamentali, ma tra lettere di richiesta di informazioni, notifiche formali e diritto di risposta per lo stato membro interessato, potrebbe passare un anno prima che la Commissione decida di stoppare le erogazioni. La quarta è aggiornare la procedura dell'articolo 7 del trattato sulle violazioni sistematiche dei principi fondamentali, ma le sanzioni rimangono impossibili fino a che Polonia e Ungheria si proteggono a vicenda con il diritto di veto in Consiglio.

 

L'Ue è dunque disarmata? In parte sì, ma non del tutto. L'arma più efficace nelle mani della Commissione in questo momento è il piano di Recovery presentato dalla Polonia per un ammontare di 36 miliardi tra sovvenzioni e prestiti. Il via libera da parte della Commissione era già in stallo per il rifiuto del governo di Varsavia di adeguarsi alle raccomandazioni della Commissione sull'indipendenza della giustizia nell'ambito del semestre europeo. La sentenza del Tribunale costituzionale polacco rende l'approvazione ancora meno probabile. “Non vedo come la Commissione possa dare il via libera”, ci ha spiegato una fonte europea. Von der Leyen è sotto pressione anche del Parlamento europeo, che minaccia di portare la Commissione davanti alla Corte di giustizia dell'Ue perché non ha ancora attivato il meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto contro Polonia e Ungheria. Se Angela Merkel venerdì ha chiesto di risolvere la disputa con “colloqui” e “compromessi” evitando i tribunali, l'arrivo della coalizione “semaforo” a Berlino con Olaf Scholz come cancelliere potrebbe spostare definitivamente il pendolo a favore della linea dura. Sia i Verdi sia i liberali della Fdp hanno un approccio più duro sullo stato di diritto.

 

Nella sua lettera Morawiecki ha denunciato “ricatti finanziari, punizioni, affamare stati non subordinati, pressioni antidemocratiche e centraliste” che non devono “trovare spazio” nell'Ue. Il fatto è che sempre più governi e parlamenti degli stati membri si chiedono perché dovrebbero finanziare regimi illiberali come quello polacco e ungherese. La scorsa settimana la Camera dei deputati olandese ha chiesto al premier Mark Rutte di usare il “freno di emergenza” per bloccare l'esborso dei fondi del Recovery alla Polonia. Nei prossimi sei anni il governo di Varsavia dovrebbe incassare oltre 120 miliardi di euro di sovvenzioni tra Recovery fund, React-Eu, politica di coesione, politica agricola comune e Fondo per la transizione giusta. Contrariamente a quanto sostiene Morawiecki nella sua lettera, l'Ue rimane un'organizzazione di stati sovrani. E alcuni di loro sembrano decisi a non finanziare più le derive del suo governo nazionalista a Varsavia.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 19 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

La fredda bozza del Vertice Ue sul costo dell'energia - Abbiamo messo le mani sulla bozza di conclusioni del Consiglio europeo di giovedì e venerdì, il cui tema più scottante è l'aumento dei prezzi dell'energia. Il documento sarà discusso oggi dai ministri per gli Affari europei ed è soggetto a potenziali modifiche. Ma dal testo emerge chiaramente che alcuni stati membri sono freddi di fronte alla prospettiva di interventi radicali da parte dell'Ue, come quelli chiesti da Francia e Spagna, per esempio disaccoppiando il prezzo del gas da quello dell'elettricità. "Il Consiglio europeo ha affrontato la recente impennata nei prezzi dell'energia e considerato l'impatto dell'aumento dei prezzi su cittadini e imprese, in particolare i nostri cittadini e Pmi vulnerabili, che faticano a riprendersi dalla pandemia di Covid-19", si legge nella bozza. "La toolbox presentata dalla Commissione (...) contiene misure utili sia nel breve sia nel lungo periodo". Gli stati membri saranno invitati a fare "il migliore uso di questa toolbox" per "fornire sollievo nel breve periodo ai consumatori più vulnerabili e sostenere le imprese europee".

 

Concretamente cosa vuole fare il Vertice sull'energia? - La risposta in breve è “poco o niente”. Presentando la “toolbox”, la Commissione ha escluso riforme al mercato dell'energia (la Germania è contraria), non ha detto nulla sul nucleare (la Germania non lo vuole tra le fonti per la transizione climatica) e è stata poco ambiziosa sugli acquisti comuni di gas che saranno solo volontari (la Germania non intende partecipare). La bozza di conclusioni del Vertice è ancor più vaga: la Commissione è semplicemente invitata a considerare misure di medio lungo periodo per assicurare energia "a un prezzo che sia abbordabile per famiglie e imprese, aumentare la resilienza del sistema energetico dell'Ue, fornire sicurezza delle forniture e sostenere la transizione alla neutralità climatica". Come accade spesso quando gli stati membri non sono d'accordo, sarà chiesto alla Banca europea per gli investimenti di aumentare gli investimenti nella transizione energetica con l'obiettivo di ridurre rischi futuri di perturbazioni.

 

La calda bozza del Vertice Ue sul Digitale - Una parte consistente della bozza di conclusioni del Vertice è dedicata alla trasformazione digitale dell'Ue. Al di là delle solite formule di rito su crescita economica, creazione di posti di lavoro, competitività e sovranità, il documento fornisce dettagli interessanti sulle priorità dei leader. Il Consiglio europeo chiederà un accordo "entro la fine dell'anno" sul regolamento che deve estendere il roaming gratuito e "il più presto possibile" sul Digital Services Act e il Digital Markets Act. Inoltre il vertice chiederà progressi sulla portabilità e interoperabilità dei dati, su un quadro regolatorio favorevole all'innovazione nell'intelligenza artificiale e su standard comuni per l'identità digitale europea. Un capitolo a parte riguarda la penuria di microchip e la necessità di promuovere un "ecosistema europeo" nel settore. Inoltre, un paragrafo è dedicato alle attività cyber maligne volte a "minare i nostri valori democratici e la sicurezza delle funzioni al cuore delle nostre società". I leader sottolineeranno la necessità di "coordinamento e preparazione effettivi di fronte alle minacce alla cybersicurezza", compresa la possibilità di creare una Joint Cyber Unit.

 

La bozza molto italiana sulle migrazioni - La bozza di conclusioni del Vertice ha di che soddisfare Mario Draghi, che a giugno si era impuntato per avere una discussione al Consiglio europeo sul tema delle migrazioni. L'Italia sembra aver adottato un approccio realistico, abbandonando le richieste di una svolta sulla solidarietà e concentrandosi sulla dimensione esterna. Il Consiglio europeo chiederà alla Commissione di rendere operativi e attuare "senza ritardi" gli otto piani di azione per paesi di origine e transito che sono stati finora presentati, con "calendari concreti e adeguato sostegno finanziario". I leader faranno pressioni sulla Commissione per presentare proposte per finanziare le azioni su tutte le rotte migratorie, usando almeno il 10 per cento dei fondi destinati alla politica di sviluppo.

 

La bozza relativamente rassicurante sul Covid-19 - La prima parte della bozza di conclusioni del Consiglio europeo è dedicata al Covid-19. "le campagne di vaccinazione in Europa hanno portato progressi significativi", ma "è necessario rimanere all'erta", si legge nel testo. I leader dovrebbero impegnarsi  a fare sforzi per superare l'esitazione vaccinale, incluso affrontando la disinformazione, per aumentare i tassi di vaccinazione. Inoltre, il Consiglio europeo chiederà alla Commissione di modificare le due raccomandazioni sulla libertà di movimento interna all'Ue.

 

Dall'Ue esportato un miliardo di dosi di vaccino - La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri ha annunciato che dall'Unione europea è stato esportato un miliardo di dosi di vaccini nel resto del mondo. “Abbiamo mantenuto la nostra promessa. Abbiamo sempre condiviso la nostra capacità in modo equo con il resto del mondo”, ha detto von der Leyen, sottolineando che per ciascuna dose destinata all'Ue, un'altra è stata esportata. La nota dolente riguarda le donazioni. I principali beneficiari dell'export europeo sono stati paesi ricchi. “Abbiamo consegnato circa 87 milioni di dosi a basso e medio reddito attraverso Covax”, ha detto von der Leyen. La promessa dell'Ue è di donare 200 milioni di dosi entro fine del 2021 e 500 milioni entro settembre del 2022. “L'Ue sta facendo la sua parte”, ha risposto von der Leyen: “Altri paesi devono rafforzare il loro sforzo”. La presidente della Commissione ha annunciato di voler lavorare con Mario Draghi e Joe Biden per unire i leader del G20 nel vertice della prossima settimana “dietro l'obiettivo” di donare più dosi.

 

Missione compiuta per Breton sulla produzione di vaccini - Sommando il miliardo di dosi che è stato esportato dall'Ue ai 750 milioni di dosi che sono state già consegnate ai 27 stati membri, il calcolo è presto fatto: l'obiettivo che era stato fissato in marzo da Thierry Breton di far produrre in Europa due miliardi di dosi di vaccino contro il Covid-19 nel 2021 è sul punto di essere raggiunto. Il commissario al Mercato interno, nominato capo della Task force sui vaccini quando scoppiò il caso AstraZeneca, all'epoca era stato preso per matto per aver fissato un target così ambizioso. Lui si è messo a girare il continente per cercare di favorire accordi tra le case farmaceutiche per fare dell'Ue il più grande produttore ed esportatore al mondo. Missione (quasi) compiuta. Ancora ieri l'Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha annunciato di aver autorizzato due siti produttivi in Italia a produrre il vaccino di Pfizer-BioNTech. Uno è quello di Catalent ad Anagni. L'altro è quello di Pantheon Italia Spa a Monza. Insieme produrranno 85 milioni di dosi in più nel 2021.

 

L'Ema avvia la valutazione sul vaccino per i bambini - L'Ema ieri ha annunciato di aver iniziato a valutare una richiesta per estendere l'uso del vaccino di Pfizer-BioNTech ai bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni. La valutazione dovrebbe durare “un paio di mesi, a meno che siano necessarie informazioni supplementari”, ha spiegato l'Ema. L'agenzia ieri ha anche approvato una modifica al confezionamento dello stesso vaccino, che dovrebbe facilitarne la distribuzione e la somministrazione.

 

La Commissione canta vittoria per il Green pass - Il Certificato Covid digitale dell'Ue (come viene chiamato a Bruxelles il Green pass) "è una storia di successo internazionale", ha detto ieri un portavoce della Commissione, presentando una relazione sulla sua messa in opera in tutta l'Ue. Dalla sua introduzione sono oltre 591 milioni i certificati generati dal sistema, favorendo la ripresa dei viaggi e sostenendo l'industria del turismo. Il certificato Covid "costituisce uno standard globale ed è attualmente l'unico sistema già operativo a livello internazionale" con 43 paesi su quattro continenti collegati al sistema, ha detto la Commissione. Oltre a quelli già collegati, sono in corso discussioni tecniche con 28 paesi terzi per farli entrare nel sistema. La Commissione ha sottolineato che 20 stati membri utilizzano il Certificato Covid digitale dell'Ue anche a livello nazionale per accedere a grandi eventi, ristoranti, cinema e musei.

 

Merkel fa spallucce sul Patto di stabilità - Oggi Valdis Dombrovskis e Paolo Gentiloni rilanciano la consultazione sulla governance economica della zona euro in quello che dovrebbe essere il calcio di inizio della revisione del Patto di stabilità e crescita. Meglio abbassare le aspettative. Le domande che verranno poste dalla Commissione – a quanto ci è stato raccontato – non preannunciano una rivoluzione. Ieri è intervenuta Angela Merkel. “Il Patto di stabilità così' com'è prevede una molteplicità di possibilità”, ha detto la cancelliera uscente: “Io non guardo con grande entusiasmo all'idea di un cambiamento del patto. Ma questa sarà una decisione con cui dovrà confrontarsi il prossimo governo tedesco". Il suo probabile successore, Olaf Scholz, ha detto che il Patto è già abbastanza flessibile e che questo “non è il momento di grandi programmi di austerità. In un editoriale il Foglio spiega che Scholz dice una costa scontata: nessuno si aspetta che, tra livelli di debito e investimenti necessari alla transizione climatica, il Patto venga applicato come in passato.

 

La Nato punta l'attenzione sulla Cina e la Russia ritira la sua delegazione - Sono due notizie separate, ma mostrano le manovre in corso attorno all'organizzazione della Nato in vista del summit del 2022 che deve ridefinire il concetto strategico dell'Alleanza atlantica. Il segretario generale, Jens Stoltenberg, ha rilasciato un'intervista al Financial Times per dire che la Nato si focalizzerà di più sulla Cina. Nel frattempo il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha annunciato che la Russia chiude la sua rappresentanza alla Nato dal primo novembre, sancendo la rottura delle relazioni dopo l'espulsione di alcune spie. Negli ultimi giorni del governo di Angela Merkel, la Germania mantiene la sua linea di ambiguità. “La decisione di Mosca di chiudere la rappresentanza russa alla Nato danneggia ulteriormente le relazioni Nato-Russia e prolunga la situazione già difficile in cui ci troviamo”, ha detto il ministro tedesco degli Esteri, Heiko Maas, salvo aggiungere. “La Germania rimane aperta al dialogo”.

 

In Francia Robert Ménard fa da pontiere dell'ultra destra - Un tempo era l'eroe della libertà di espressione e della difesa dei giornalisti sotto attacco in tutto il mondo. Ora Robert Ménard è ridotto a fare il pontiere dell'ultra destra in vista delle elezioni presidenziali in Francia dove Eric Zemmour e Marine Le Pen rischiano di escludersi a vicenda in caso di candidature concorrenti. Come spiega sul Foglio Mauro Zanon, il sindaco di Béziers e fondatore di Reporter senza frontiere ha lanciato un appello a Zemmour e Le Pen a unirsi e "far passare la Francia davanti all'ego degli uni e degli altri".

 

Dietro all'anti-Orbán c'è la scelta del sindaco di Budapest - L'opposizione ha scelto Péter Márki-Zay come suo candidato per sfidare Vikor Orbán alle elezioni legislative della prossima primavera. Sul Foglio Micol Flammini spiega che dietro al successo dell'economista conservatore c'è il passo indietro del sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, che ha capito che l'attacco a Orbán deve venire da destra. Se fossero elezioni normali Márki-Zay e Karácsony sarebbero agli antipodi. Ma quelle del 2022 non saranno elezioni normali in Ungheria.

 

L'Uefa sponsorizza uno spot della Commissione sul clima - La Commissione ieri ha annunciato una nuova campagna in collaborazione con l'Uefa incentrata sulle azioni individuali per lottare contro il cambiamento climatico. Grazie a questa partnership, uno spot pubblicitario con calciatori famosi promuove piccoli gesti per risparmiare energia e tagliare emissioni. Lo spot, che è costato 700 mila euro alla Commissione, sarà trasmesso in 57 paesi durante la Champions League e altre competizioni maggiori dell'Uefa. Il risparmio per l'Ue sarà considerevole, dato i costi della pubblicità durante le partite di calcio. Ricordandoci del sostegno della Commissione all'Uefa nel conflitto con la Super League, abbiamo chiesto se non ci sia un conflitto di interessi. Un portavoce della Commissione ci ha risposto di "no": il servizio giuridico ha detto che non ci sono problemi. Ma chi sono i grandi sponsor dell'Uefa? Alcune delle società responsabili delle emissioni di CO2: Gazprom, Qatar Airways, Volkswagen. Secondo la giornalista del Financial Times Mehreen Khan, è un autogol della Commissione.

 

 


Accade oggi in Europa

– Consiglio Affari Generali

– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti su lo Stato di diritto in Polonia e la primazia del diritto dell'Ue con Morawiecki e von der Leyen; il programma di lavoro della Commissione per il 2022; il bilancio generale dell'Ue per il 2022; la situazione in Tunisia; le relazioni Ue-Taiwan)

– Commissione: riunione del collegio dei commissari

– Commissione: conferenza stampa dei commissari Dombrovskis e Gentiloni sulla revisione della governance economica

– Commissione: conferenza stampa del commissario Várhelyi sul pacchetto allargamento

– Parlamento europeo: audizione alla commissioni Esteri del commissario Várhelyi sul pacchetto allargamento

– Parlamento europeo: conferenze stampa dei gruppi politici

– Commissione: il commissario Gentiloni partecipa agli "Online Green Talks" organizzati da RCS Academy e Corriere della Sera

– Commissione: visita del vicepresidente Timmermans in Indonesia

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Banca centrale europea: discorso di Fabio Panella a una conferenza della Bce e Cebra sugli aspetti internazionali delle monete digitali e del fintech

– Banca centrale europea: pubblicazione della Dichiarazione finanziaria consolidata dell'Eurosistema

– Eurostat: dati sulla produzione nel settore delle costruzioni di agosto 2021; statistiche sul commercio internazionale di merci per settore economico nel 2019