Europa Ore 7
La Corte Ue infligge una multa storica alla Polonia
La Francia va alla guerra del pesce post Brexit e il Portogallo va verso elezioni anticipate. Il Parlamento europeo introduce il Green pass e Weber contro Weber sul muro anti-migranti. Come si presenta l'Ue alla Cop 26; l'Iran annuncia la ripresa dei negoziati sul nucleare
Il governo di Varsavia è stato condannato a pagare alla Commissione una penalità di 1 milione di euro al giorno, la sanzione giornaliera più alta mai inflitta da Lussemburgo nella sua storia
La Corte di giustizia dell'Unione europea ieri ha inflitto una multa senza precedenti alla Polonia per non aver sospeso l'applicazione delle norme nazionali sulla Camera disciplinare della Corte suprema, che mette in pericolo l'indipendenza della giustizia. La decisione fa seguito all'ordinanza del 14 luglio del 2021, con cui la Corte di giustizia dell'Ue aveva ordinato al governo di Varsavia di sospendere diverse disposizioni della legge sulla Corte suprema e della legge sull’organizzazione degli organi giurisdizionali ordinari. Constatando l'inazione della Polonia, il governo di Varsavia è stato condannato a pagare alla Commissione una penalità di 1 milione di euro al giorno, la multa giornaliera più alta mai inflitta dalla Corte di Lussemburgo nella sua storia.
La decisione è stata adottata in tempi record: la Commissione aveva chiesto di infliggere una penalità solo il 7 settembre scorso. Le motivazioni dell'ordinanza di ieri sono dure: “Il rispetto delle misure provvisorie ordinate il 14 luglio 2021 è necessario al fine di evitare un pregiudizio grave e irreparabile all'ordine giuridico dell'Unione europea nonché ai valori sui quali l'Unione è fondata, in particolare quello dello Stato di diritto”. La multa è necessaria per “dissuadere” la Polonia “dal ritardare la messa in conformità del suo comportamento con questa ordinanza”.
Il governo polacco ha subito respinto la multa inflitta dai giudici di Lussemburgo. “L'Ue è una comunità di stati sovrani governati da regole chiare” in cui c'è “una chiara divisione delle competenze tra l'Ue e gli stati membri. La questione della regolamentazione dell'organizzazione della giustizia è di competenza esclusiva degli stati membri”, ha detto Piotr Muller, il portavoce del premier Mateusz Morawiecki: “la strada delle punizioni e dei ricatti contro il nostro paese non è la via giusta”. La multa di ieri arriva dopo la guerra giuridica lanciata dal Tribunale costituzionale polacco sulla primazia del diritto dell'Ue. A luglio, il giorno dopo la prima ordinanza sulla Camera disciplinare, il Tribunale costituzionale polacco aveva stabilito che le ordinanze provvisorie della Corte dell'Ue non andavano seguite. L'8 ottobre lo stesso Tribunale costituzionale polacco ha dichiarato incostituzionali gli articoli del trattato che stabiliscono la supremazia del diritto europeo e la necessità per i sistemi giuridici nazionali di darvi applicazione.
Oltre al conflitto giuridico, c'è la guerra politica in corso tra Varsavia e Bruxelles. La sentenza dell'8 ottobre è stata emessa su richiesta di Morawiecki. Il premier polacco la scorsa settimana era finito sul banco degli imputati al Parlamento europeo. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, aveva minacciato di attivare il meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Il premier olandese, Mark Rutte, aveva chiesto di sospendere l'approvazione del piano di Recovery della Polonia. Ma alla fine, durante il Consiglio europeo di giovedì, i capi di stato e di governo hanno preferito seguire la linea indicata dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel: cercare una soluzione attraverso il dialogo e il negoziato politico. In attesa, Von der Leyen ha fatto marcia indietro sul meccanismo di condizionalità. Ma lunedì Morawiecki ha rilanciato lo scontro con un'intervista al Financial Times accusando l'Ue di volere la “terza guerra mondiale” e di “puntare la pistola contro la nostra testa” bloccando i fondi del Recovery fund.
Di fronte all'ennesima provocazione, ieri il premier belga, Alexander De Croo, ha lanciato un avvertimento a Morawiecki. “A chi dà interviste incendiare e pensa che sia necessario dichiarare una nuova guerra mondiale sul Financial Times, voglio dire: stai giocando un gioco pericoloso, stai giocando con il fuoco, quando lanci guerre ai tuoi colleghi europei per ragioni politiche interne”, ha detto De Croo in un discorso al Collegio d'Europa. “La questione non è l'arroganza dei cosiddetti vecchi stati membri”, ma il fatto che “la stragrande maggioranza degli stati membri - dai Baltici al Portogallo - hanno dato il loro accordo alla nostra Unione come unione di valori, e non come bancomat. Non si possono avere le tasche piene di soldi, ma rifiutare i valori”, ha spiegato De Croo.
Il premier belga ha implicitamente criticato i suoi colleghi e la Commissione perché si nascondono dietro alla Corte europea di giustizia. “Il Consiglio non deve permettere che la Corte di giustizia europea combatta da sola questa battaglia. Dobbiamo evitare gli errori passati e non lasciare alla Corte di giustizia il compito di risolvere questa crisi da sola, come abbiamo lasciato la Bce risolvere la crisi del debito sovrano da sola”, ha spiegato De Croo: “Questo è un problema politico fondamentale che deve essere risolto politicamente, dal Consiglio e dal Parlamento europeo, affermando e ancorando al terreno le regole della nostra Unione, lo stato di diritto, la democrazia e tutti diritti fondamentali”. E' una smentita della linea Merkel.
Quella di Merkel sarà anche la linea del nuovo governo rosso-verde-giallo? Per capirlo vale la pena leggere cosa ha scritto sul suo blog Beda Romano, il corrispondente del Sole 24 Ore a Bruxelles, su quanto pesano i secolari sensi di colpa della Germania nei confronti della Polonia. Tra storia e attualità (e affermazioni che abbiamo fatto anche su Europa Ore 7), Romano spiega che la Polonia occupa "un posto molto particolare" nell’esame di coscienza in Germania e, se l’arrivo al potere di una nuova generazione politica potrebbe indurre a cambiamenti di tono, "la Repubblica Federale avrà sempre un occhio di riguardo per la Polonia, anche quando non ne condivide le scelte politiche".
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 28 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
La Francia va alla guerra del pesce post Brexit - La Francia ieri ha annunciato che dal 2 novembre applicherà misure di ritorsione contro il Regno Unito perché il governo di Boris Johnson non ha concesso tutte le licenze di pesca che Parigi aveva chiesto per i suoi pescatori. “Lo avevamo detto, lo abbiamo fatto”, ha detto Clément Beaune: “I pescatori francesi non saranno la variabile di aggiustamento della Brexit”. Le misure annunciate dal governo francese riguardano diversi settori: divieto di sbarco delle imbarcazioni di pesca britanniche nei proti designati; rafforzamento dei controlli sanitari e doganali; controlli sistematici di sicurezza sulle navi britanniche; rafforzamento dei controlli dei camion da e per il Regno Unito. La Francia ha anche chiesto alla Commissione di convocare il consiglio di partnership con il Regno Unito e di preparare sanzioni di carattere commerciale. Inoltre Parigi preannuncia la preparazione di una seconda serie di misure, non esclude di interrompere l'approvvigionamento energetico al Regno Unito e intende bloccare ogni altro accordo con Londra. “Nessun'altra questione della cooperazione europea con il Regno Unito potrà fare progressi senza ristabilire la fiducia e applicare pienamente gli accordi firmati”, ha detto il governo francese in un comunicato. Parigi bloccherà un'eventuale intesa sul Protocollo irlandese?
In Portogallo Costa cade per mano dei populisti di sinistra - Il Portogallo va verso elezioni anticipate, dopo che il Parlamento ieri ha rigettato il progetto di bilancio del primo ministro socialista Antonio Costa, in una crisi che sorprende l'Unione europea e potrebbe mettere a repentaglio i prossimi esborsi del Recovery fund. I due partiti di estrema sinistra, che avevano garantito l'appoggio esterno al governo Costa dal 2015, il Blocco della sinistra e il Partito comunista, hanno confermato il loro “no”, dopo che il premier si è rifiutato di fare troppe concessioni su un progetto di bilancio che doveva ridurre il deficit dal 4,3 per cento nel 2021 al 3,2 per cento nel 2022. Come spiega il Foglio in un editoriale, Costa voleva preservare la credibilità internazionale del Portogallo dall'ingordigia del populismo di estrema sinistra. A nulla sono serviti gli appelli alla responsabilità del presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, di fronte al pericolo di compromettere il piano di Recovery e gli esborsi dell'Ue. Tocca a lui scegliere tra voto anticipato è un improbabile esercizio provvisorio con i dodicesimi. Le elezioni rischiano di non risolvere nulla perché, anche se in testa ai sondaggi, il Partito socialista non dovrebbe ottenere la maggioranza dei seggi.
Il premier “copy and past” del Lussemburgo - Xavier Bettel ieri ha ammesso che avrebbe dovuto fare le cose “in modo diverso”, dopo che un'inchiesta del sito Reporter ha rivelato che il primo ministro del Lussemburgo aveva copiato gran parte di una sua tesi di dottorato all'Università di Nancy in Francia. Secondo l'inchiesta, solo due pagine su 56 della tesi (l'introduzione e la conclusione) non contengono passaggi i cui contenuti siano stati plagiati. Una ventina di pagine sarebbero state direttamente copiate dal sito web del Parlamento europeo. Nove pagine sarebbero state copiate da una relazione preparata dall'eurodeputato greco Georgios Anastassopoulos in 1998 senza citare la fonte. “Il plagio che ho trovato è problematico perché i passaggi più lunghi sono stati presi quasi parola per parola”; ha detto a Reporter Anna-Lena Högenauer, professore all'Università del Lussemburgo: “Non si possono copiare diverse pagine in modo accidentale”. “Dal punto di vista di oggi, riconosco che si sarebbe potuto e si sarebbe dovuto fare in modo diverso”, ha detto Bettel, annunciando che accetterà qualsiasi decisione da parte dell'Università di Nancy.
La Commissione rinvia le regole di Basilea II fino al 2025 - La Commissione europea ieri ha presentato una serie di proposte per rivedere le norme bancarie, compresi i requisiti patrimoniali, per adattarle alle regole dell'accordo di Basilea III. Il pacchetto mira a rafforzare la resilienza degli istituti di credito senza provocare significativi aumenti dei requisiti di capitale e riduce i costi di conformità per le banche più piccole. La normativa di Basilea III entrerà in vigore molto gradualmente fino al 2025. Inoltre, la proposta della Commissione limita l'impatto complessivo sui requisiti patrimoniali. Il vicepresidente Valdis Dombrovskis ha spiegato che i requisiti di capitale aumenteranno del 3-5 per cento nel primo anno e del 8-9 per cento alla fine del periodo transitorio. “Teniamo conto delle specificità del settore bancario dell'Ue”, ha detto Dombrovskis.
La Commissione condanna il furto delle chiavi del Green pass - “Siamo a conoscenza delle presunte manipolazione fraudolente del Certificato Covid dell'Ue” e “seguiamo da vicino gli sviluppi di questo incidente”, ci ha detto un portavoce della Commissione, dopo che la stampa italiana ha riportato la notizia di un presunto furto delle chiavi per generale il Green pass. “Siamo in contatto con le autorità rilevanti degli stati membri che stanno indagando e mettendo in atto misure correttive. Condanniamo fermamente questo atto doloso, che rappresenta un'interferenza in un'area sensibile e strategica, in un momento in cui i servizi sanitari di tutti gli stati membri sono sotto pressione per combattere la pandemia”. Secondo il portavoce, “l'incidente non ha alcun impatto sulla sicurezza e sull'integrità del Gateway dell'Ue gestito dalla Commissione”.
Il Parlamento europeo introduce il Green pass - L'ufficio di presidenza del Parlamento europeo ha deciso di introdurre l'obbligo di certificato Covid per chiunque voglia entrare, compresi gli eurodeputati, dal 3 novembre e almeno fino al 31 gennaio 2022. L'iniziativa era stata contestata da diversi parlamentari e dai sindacati interni come discriminatoria, contraria alla privacy e volta a introdurre surrettiziamente un obbligo vaccinale. Secondo un'email interna inviata ieri, “l'accesso ai palazzi del Parlamento sui tre luoghi di lavoro (Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo, ndr) sarà accordato solo su presentazione di un certificato Covid digitale dell'Ue valido (…). Questa decisione si applica a tutte le persone che chiedono l'accesso ai palazzi del Parlamento”. L'obbligo di Green pass scadrà il 31 gennaio, a meno che nel frattempo di rinnovarlo, modificarlo o abrogarlo.
Weber contro Weber sul muro anti-migranti - Il presidente del gruppo del Ppe, Manfred Weber, ieri ha chiesto alla Commissione di finanziare con il bilancio comunitario la costruzione di un muro alla frontiera tra l'Unione europea e la Bielorussia. "Non capiamo perché l'Ue non possa finanziare una barriera", ha detto Weber: "Lituania, Lettonia e altri (cioè l'innominabile Polonia) meritano il nostro pieno sostegno, inclusi finanziamenti per una frontiera fisica se necessario". La risposta ai dubbi sul perché l'Ue non finanzia muri può essere cercata nella storia della Germania. Ma basta andare a leggersi quel che scriveva su Twitter un certo Manfred Weber, capogruppo del Ppe, il 27 gennaio del 2017, quando Donald Trump, appena entrato alla Casa Bianca, aveva fatto del muro con il Messico la sua priorità. "Noi non costruiamo muri, vogliamo costruire ponti. L'Europa deve essere pronta a una partnership forte con il Messico", aveva detto Weber.
Come l'Ue si presenta alla Cop 26 - Oggi è giovedì ed esce il nuovo numero della rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini spiegano che la staffetta G20-Cop-26 è una corsa a ostacoli per un'Ue che si presenta come campione del multilateralismo e leader con l'esempio sul cambiamento climatico. C'è grande paura che i negoziati sul cima non portino a risultati concreti. A contare più dei presenti sono gli assenti alla Cop-26, ma anche al G20.
Putin ordina a Gazprom di riempire gli impianti di stoccaggio in Europa - Il presidente russo, Vladimir Putin, ieri ha ordinato a Gazprom di iniziare a riempire le sue installazioni di stoccaggio di gas naturale in Europa a partire dall'8 novembre. Poche ore prima il Financial Times aveva rilevato che i livelli di stock negli impianti di Gazprom nei paesi europei sono ai minimi. I dati mostrano che nei paesi in cui Gazprom non ha impianti di stoccaggio, come Italia e Francia, il livello delle riserve di gas sono vicini alla media stagionale, tra il 75 e il 95 per cento. Per contro, i siti di Gazprom in Germania, Austria e Paesi Bassi sono riempiti a un livello inferiore al 30 per cento.
Von der Leyen promette 60 milioni alla Moldavia per il gas - La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri ha promesso 60 milioni di aiuti alla Moldavia per affrontare l'attuale crisi energetica, dopo un incontro con il primo ministro Natalia Gavrilita. Oggi si terrà il consiglio di associazione Ue-Moldavia. Il colosso del gas russo Gazprom ha ridotto le forniture al paese a seguito della scadenza del contratto e ha chiesto più del doppio del prezzo per un rinnovo.
Michel parla con Harris – Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri ha avuto una conversazione telefonica con la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris. "Abbiamo discusso di salute globale, donne nei conflitti e Indo-Pacifico", ha spiegato lo stesso Michel su Twitter.
L'Iran promette di tornare al tavolo dei negoziati - L'Iran ha annunciato la ripresa dei negoziati sull'accordo sul nucleare del 2015, dopo un incontro ieri tra il caponegoziatore della Repubblica islamica, Ali Bagheri, e il direttore politico del Servizio europeo di azione esterna, Enrique Mora. Bagheri ha detto via Twitter di avere avuto un dialogo “molto serio e costruttivo con Mora su elementi essenziali per il successo dei negoziati. Abbiamo concordato di iniziare i negoziati prima della fine di novembre”. Bagheri ha detto che la data esatta sarà annunciata nel corso della prossima settimana. Il bravissimo Laurence Norman del Wall Street Journal ha tutti i dettagli.
La Commissione indaga sull'acquisizione di Arm da parte di NVIDIA - L'Antitrust europeo ha aperto un'indagine approfondita sull'acquisizione di Arm da parte di NVIDIA, minacciando di bloccare una delle grandi operazioni di fusione nel settore dei semiconduttori. Secondo l'analisi della Commissione l'acquisizione di Arma da parte di NVIDIA potrebbe avere "degli effetti distorsivi su numerosi mercati in cui i semiconduttori sono utilizzati", ha detto la vicepresidente Margrethe Vestager, sottolineando la necessità per le imprese che operano in Europa di avere un accesso effettivo alle tecnologie necessarie per fabbricare prodotti semiconduttori di punta a prezzi concorrenziali".
Accade oggi in Europa
– Commissione: conferenza stampa della presidente von der Leyen su vertice del G20 e Cop-26
– Ecofin: riunione informale dei ministri delle Finanze sui piani di Recovery di Estonia, Finlandia e Romania
– Banca centrale europea: conferenza stampa della presidente Lagarde al termine del Consiglio dei governatori
– Consiglio di associazione Ue-Moldavia
– Commissione: il commissario Gentiloni partecipa alla conferenza "Il Futuro dell'Europa" organizzata dalla Business School di Bologna
– Commissione: discorso della commissaria Johansson al lancio del rapporto International Migration Outlook 2021 dell'Ocse
– Commissione: la commissaria Simson riceve Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica
– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
– Comitato economico e sociale: European Migration Forum
– Eurostat: dati sul commercio internazionale di merci per tipologia nel 2019; dati sui bambini a rischio di povertà o esclusione sociale nel 2020; indicatori sulla qualità della vista (governance e diritto fondamentali) nel 2019 e 2020