Europa Ore 7
La Corte Ue di nuovo contro Polonia e Ungheria
Lukashenka centra tre obiettivi con i migranti e la sospensione della certificazione di Nord Stream 2. L'Ue non difenderà militarmente l'Ucraina, Breton infuriato con la Russia nello spazio e la Germania verso Green pass o lockdown dei non-vaccinati.
I giudici di Lussemburgo hanno anche messo la Commissione di Ursula von der Leyen con le spalle al muro
La Corte di giustizia dell'Unione europea ieri ha nuovamente condannato la Polonia di Mateus Morawiecki sulla mancanza di indipendenza dei giudici e l'Ungheria di Viktor Orbán sui migranti. Con due sentenze destinate ad alimentare lo scontro sullo stato di diritto con Varsavia e Budapest, i giudici di Lussemburgo hanno anche messo la Commissione di Ursula von der Leyen con le spalle al muro, nel momento in cui deve decidere se dare il via libera ai piani di Recovery di Polonia e Ungheria. Nelle ultime settimane la crisi con la Bielorussia sui migranti alla frontiera con la Polonia ha fatto dimenticare il braccio di ferro sullo stato di diritto. La Commissione ha mostrato tutto il suo sostegno al governo del PiS, evitando di condannare i respingimenti nei confronti dei migranti che riescono a superare il confine polacco.
Von der Leyen ha anche evitato di inviare le lettere con cui dovrebbe chiedere a Polonia e Ungheria informazioni nell'ambito del nuovo meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Nei corridoi della Commissione si percepisce la volontà di von der Leyen di uscire dallo stallo sui piani di Recovery, sbloccando almeno la quota di prefinanziamento dei 36 miliardi destinati alla Polonia e dei 7,2 miliardi allocati all'Ungheria. Ma una lettera dei presidenti di cinque gruppi del Parlamento europeo e le sentenze di ieri della Corte dell'Ue dovrebbero portare a ulteriori rinvii.
Della lettera del Parlamento europeo abbiamo già parlato qui ieri. I presidenti dei gruppi del Ppe, dei S&D, di Renew, dei Verdi e della Gue (la Sinistra) hanno scritto a von der Leyen per chiedere di non sbloccare il prefinanziamento del piano di Recovery della Polonia. Il piano della Commissione per uscire dallo stallo è di accettare un semplice impegno del governo di Varsavia sulla riforma della giustizia, senza modifiche immediate alla legislazione nazionale. Questo permetterebbe di sbloccare subito il prefinanziamento (circa 4 miliardi di euro). Le riforme del sistema della giustizia sarebbero indicate nei target e nelle milestone del piano di Recovery, da cui dipendono i successivi esborsi. Per il Parlamento europeo, semplici impegni non bastano. Il piano di Recovery richiede che "le istituzioni incaricate del controllo e della supervisione abbiano il potere giuridico e la capacità amministrativa di esercitare il loro compito", ma "i tribunali polacchi di tutte le istanze hanno dimostrato di non essere in grado", hanno scritto i presidenti dei cinque gruppi. Di conseguenza "un impegno nella forma di milestone e target non sarebbe sufficiente per permettere l'approvazione".
L'ennesima sentenza della Corte di giustizia dell'Ue contro la Polonia sul sistema giudiziario rafforza la posizione del Parlamento europeo. Secondo i giudici di Lussemburgo, il diritto dell’Ue vieta il regime in vigore in Polonia che consente al ministro della Giustizia di distaccare i giudici presso organi giurisdizionali penali superiori. Il ministro della Giustizia, che al contempo occupa la funzione di procuratore generale, può porre fine in qualsiasi momento e senza motivazione al distacco di un giudice. Secondo la Corte dell'Ue, queste disposizioni possono configurare un rischio di "controllo politico del contenuto delle decisioni giudiziarie, in particolare nel settore penale". La Polonia è stata condannata più volte dai giudici di Lussemburgo. La Corte di giustizia dell'Ue ha anche imposto una multa senza precedenti al governo di Varsavia – un milione di euro al giorno – per non aver rispettato una sentenza sul regime disciplinare dei giudici, che limita la loro indipendenza.
Anche l'Ungheria di Orbán sta accumulando sentenze della Corte di giustizia dell'Ue contro alcune delle sue leggi più controverse. Ieri i giudici di Lussemburgo hanno dichiarato illegali le leggi “Stop Soros”, con cui erano state colpite le ong che portano assistenza ai migranti. Secondo la Corte dell'Ue, "sanzionando penalmente l’attività organizzativa realizzata al fine di consentire l'avvio di una procedura di protezione internazionale da parte di persone che non soddisfano i criteri nazionali di riconoscimento di tale protezione, l'Ungheria ha violato il diritto dell’Ue". Considerare l'assistenza ai migranti che cercano asilo come reato "è in contrasto con l'esercizio dei diritti garantiti dal legislatore dell'Ue in materia di sostegno ai richiedenti protezione internazionale".
La reazione di Orbán è stata di mostrare il suo disprezzo per la Corte dell'Ue. “Anche se accettiamo la sentenza sulle leggi Stop Soros, ci riserviamo il diritto di agire contro le attività delle ong finanziate dall'estero, incluse quelle finanziate da George Soros”, ha detto il suo portavoce, Zoltan Kovacs. Come la Polonia, negli ultimi mesi l'Ungheria ha smesso di dare attuazione ad alcune sentenze della Corte dell'Ue. La Commissione ha appena chiesto ai giudici di Lussemburgo di imporre una multa al governo Orbán per non aver dato seguito a un'altra sentenza sul diritto di asilo. Nei fatti anche l'Ungheria contesta la supremazia del diritto dell'Ue e della Corte di Lussemburgo come la Polonia. Si possono versare miliardi di euro di fondi a chi sfida apertamente regole e principi dell'Ue?
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 17 novembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Lukashenka centra tre obiettivi con i migranti puntati contro l'Ue - Nonostante le parole di distensione di Alexander Lukashenka, la situazione è sempre più tesa alla frontiera tra Bielorussia e Polonia. Ieri decine di migranti hanno lanciato pietre e altri oggetti contro le forze polacche schierate dall'altra parte del valico di frontiera di Kuznica. La Polonia ha risposto con il lancio di lacrimogeni. Sul Foglio Micol Flammini ha intervistato Pavel Slunkin: Lukashenka ha già raggiunto tre obiettivi. Con la telefonata di Angela Merkel il dittatore bielorusso si è preso una gran soddisfazione. Ora punta al riconoscimento internazionale, a non sentir più parlare di valori democratici e a sanzioni che non lo buttino giù.
Il regolatore tedesco sospende la certificazione di Nord Stream 2 - Nord Stream 2 ieri ha subìto un'inattesa battuta d'arresto, quando l'Autorità federale tedesca per le reti ha sospeso la procedura di certificazione del gasdotto russo come operatore di trasmissione indipendente, fondamentalmente per ragioni formali. Il via libera a Nord Stream 2 non è compromesso. Ma la notizia è stata sufficiente a far ripartire verso l'alto il prezzo del gas in Europa. Il contratto di dicembre del TTF – il future a un mese olandese utilizzato come riferimento per il mercato europeo – è passato in pochi secondi da 84 a 89,5 euro il Megawatt ora. Operatori e analisti vedono la Russia come la chiave per risolvere il problema dei prezzi dell'energia nel breve periodo per l'Ue. Ma hanno anche ben presente la facilità con cui Vladimir Putin fa oscillare i listini europei. Sul Foglio spieghiamo che questo inverno, che sia per irritazione per Nord Stream 2 o strategia della destabilizzazione, Putin potrebbe decidere di lasciare al freddo l'Europa.
L'Ue non difenderà militarmente l'Ucraina - L'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, ieri ha detto che l'Ue non intende difendere militarmente l'Ucraina in caso di aggressione militare da parte della Russia. Con l'Ucraina “non abbiamo un'alleanza militare. Abbiamo un accordo di associazione”, ha spiegato Borrell, durante una conferenza stampa al termine di una riunione con i ministri della Difesa dei 27. Di fronte a un'aggressione russa, l'Ue è pronta a esprimere “sostegno politico, diplomatico e finanziario”, ha detto Borrell. Ma niente di più. Almeno l'Alto rappresentante ha confermato che l'Ue sta lavorando per inviare una missione di addestramento in Ucraina, anche se i tempi per la decisione si stanno allungando.
Breton infuriato con la Russia nello spazio - Non sono solo gli Stati Uniti ad essere infuriati con la Russia per il lancio di un missile che ha distrutto un satellite mettendo a rischio la stazione spaziale internazionale. “Come commissario incaricato della politica spaziale dell'Ue e in particolare di Galileo e Copernicus, mi unisco alle più forti condanne espresse contro il test condotto dalla Russia lunedì 15 novembre, che ha portato alla distruzione di un satellite”, ha detto ieri il commissario al mercato interno. “Questo test con un'arma anti-satellite ha causato la generazione di un ammontare significato di detriti di una dimensione che potrebbe mettere in pericolo le attività dell'Ue nello spazio”. Breton ha spiegato che i satelliti di Galileo e Copernicus per il momento non sono stati danneggiati, ma è necessario “monitorare da vicino” la situazione per il potenziale impatto sui 240 satelliti europei presenti nello spazio. “Questo evento ci ricorda che lo spazio è sempre più conteso e deve diventare una dimensione a pieno titolo della nostra strategia di difesa”, ha detto Breton.
La Germania verso Green pass o lockdown dei non-vaccinati - In Germania, in attesa del nuovo governo, i tre partiti che intendono formare la coalizione semaforo devono fare i conti con la ripresa della pandemia di Covid-19 e la necessità di reintrodurre delle restrizioni per fermare l'aumento di contagi, ricoveri e decessi. Domani la cancelliera, Angela Merkel, e il suo probabile successore, Olaf Scholz, terranno una videoconferenza con i governatori dei Lander per discutere delle nuove restrizioni. Ma l'orientamento di Socialdemocratici, Verdi e Liberali è di introdurre misure contro i non-vaccinati. Un progetto di legge potrebbe essere presentato in settimana al Bundestag. Il modello sembra essere il Green pass italiano, con l'obbligo di test per andare al lavoro o prendere i trasporti pubblici. Ma il vicepresidente del gruppo della Spd, Dirk Wiese, ha esplicitamente parlato di un "lockdown per i non-vaccinati".
In Lettonia il lockdown dei parlamentari non-vaccinati - Il Parlamento lettone venerdì ha deciso di vietare ai parlamentari che rifiutano il vaccino contro il Covid-19 di votare e partecipare alle discussioni. Il lockdown dei deputati non vaccinati durerà fino a metà del 2022 e prevede di privare i parlamentari del loro stipendio. La decisione è stata approvata con 62 voti su 100 parlamentari. Secondo la televisione di stato, nove deputati lettoni hanno rifiutato il vaccino. Nei Paesi Bassi, i due partiti populisti che si oppongono sempre alle ingerenze dell'Ue in Polonia e Ungheria – il Forum per la democrazia di Thierry Baudet e il Partito della libertà di Geert Wilders – hanno chiesto all'Ue di esprimersi contro la decisione del parlamento lettone.
In Belgio telelavoro obbligatorio all'80 per cento - In Belgio il governo ha deciso di anticipare a oggi la riunione del comitato di concertazione che adotta le misure contro la pandemia di Covid-19. Ieri è scoppiato uno scontro sull'obbligo vaccinale per tutte le persone sopra i 18 anni. La proposta è sostenuta dal Partito socialista francofono, ma il primo ministro, il liberale fiammingo Alexander de Croo, è contrario. “Una falsa buona idea”, ha detto de Croo: “E' facile sulla carta, ma come si fa nella pratica?”. Confrontato a un'incidenza di casi record nell'Europa occidentale (solo l'Austria fa peggio) il Belgio dovrebbe reintrodurre il telelavoro (o smart working) obbligatorio. Ma solo quattro giorni a settimana. Un giorno si dovrebbe andare in ufficio. La decisione potrebbe avere un impatto relativo sulla Commissione, che segue le regole del Belgio per i suoi 32 mila funzionari. “Abbiamo sempre allineato le nostre misure a quelle belghe, e in particolare quelle della regione di Bruxelles”, ci ha detto ieri un portavoce della Commissione. Attualmente la presenza massima nelle direzioni generali è il 50 per cento del personale con l'obbligo di presenza al lavoro “una volta alla settimana”, ha spiegato il portavoce: “Esamineremo l'impatto che potrà avere sulla politica interna della Commissione e vedremo gli aggiustamenti necessari, se necessari”.
Per gli over-50 il 20 per cento in meno di cure mediche a causa della pandemia - Durante la pandemia di Covid-19, l'accesso alle consultazioni e alle cure mediche si è deteriorato in tutti i 27 stati membri dell'Ue, secondo uno studio pubblicato ieri dal Parlamento europeo. In media, il 20 per cento della popolazione sopra i 50 anni non ha ricevuto consultazioni mediche quando era necessario. La percentuale più alta è stata registrata in Ungheria (36,8 per cento), Portogallo (36,2 per cento) e Lettonia (34,0 per cento). Quella più bassa in Danimarca (6,5 per cento), Germania (11,3 per cento), Austria (12,2 per cento) e Svezia (13,6 per cento). In Italia la percentuale è superiore alla media dell'Ue con circa il 23 per cento della popolazione sopra i 50 anni che non ha ricevuto cure mediche necessarie durante la pandemia. Secondo lo studio, i ritardi nelle visite e nelle cure mediche sono stati dovuti alle misure di lockdown o al timore di essere contagiati.
Allarme eccesso di mortalità nei paesi con poche vaccinazioni - L'eccesso di mortalità nell'Ue ha ricominciato a salire durante i mesi estivi a causa della pandemia di Covid-19. Dopo un minimo del +5 per cento registrato in luglio, questo indicatore è aumentato dell'8 per cento in agosto e del 12 per cento in settembre, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat rispetto alla media degli stessi mesi del 2016-19. In settembre la situazione è leggermente peggiorata in gran parte degli stati membri, ma l'eccesso di mortalità maggiore è stato registrato nei paesi con basso tasso di vaccinazione come Bulgaria (+50 per cento), Lituania (+31,3 per cento) e Romania (30,5 per cento). In Italia l'eccesso di mortalità in settembre è stato del 6,4 per cento. L'Ue ha registrato due picchi di eccesso di mortalità nel novembre del 2020 (+40 per cento) e nell'aprile del 2021 (+20 per cento).
Sale la spesa per prestazioni di protezione sociale - Nel 2020 la spesa per prestazioni di protezione sociale come percentuale del pil è aumentata in tutti gli stati membri dell'Unione europea, secondo le stime preliminari pubblicate ieri da Eurostat. Tra i paesi per cui i dati del 2020 sono disponibili, lo scorso anno la spesa per prestazioni di protezione sociale è stata più alta in Francia (36 per cento del Pil), Austria (34 per cento) e Italia (33 per cento). Gli incrementi maggiori rispetto al 2019 sono stati registrati a Malta (28 per cento), in Irlanda (21 per cento) e a Cipro (18 per cento). L'aumento della spesa per la protezione sociale in Italia è stato del 9 per cento. Secondo Eurostat, l'incremento nell'Ue è dovuto principalmente al calo del pil dovuto alla pandemia di Covid-19.
La sicurezza della Commissione affidata ad agenti senza formazione - Il quotidiano belga Le Soir ha rivelato che per anni la sicurezza del Berlaymont, la sede della Commissione europea dove si trovano gli uffici di tutti i commissari, è stata affidata ad agenti senza qualifiche appropriate della società privata G4S. Tutto nasce dalle denunce di Boujama Guerbaoui, un agente di G4S che ha accusato la società di inviare sui siti della Commissione personale non formato e non qualificato. Guerbaoui è stato successivamente licenziato da G4S. La Commissione ha minimizzato, spiegando che "G4S ha lanciato un piano di formazioni dettagliato legato a ciascun incarico e alle persone coinvolte". Ma i servizi del ministero dell'Interno del Belgio - il paese ospitante ha la responsabilità della sicurezza all'esterno del palazzo - hanno aperto un'inchiesta.
Accade oggi in Europa
– Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
– Commissione: conferenza stampa dei commissari Timmermans e Sinkevicius sul pacchetto “Protezione della natura” (suolo e deforestazione)
– Commissione: i commissari Timmermans, Gabriel e Sinkevicius partecipano all'European Business Summit
– Commissione: il vicepresidente Timmermans a Madrid; discorso al Forum dell'ue sull'aria pulita
– Commissione: la vicepresidente Vestager incontra in video conferenza l'Ad di Google e Alphabet, Sundar Pichai
– Commissione: il commissario Gentiloni riceve l'Ad di Snam, Marco Alvera
– Commissione: discorso della commissaria Simson alla tavola rotonda "La rivoluzione dell'Idrogeno" organizzata dalla rappresentanza permanente dell'Italia presso l'Ue e dall'ambasciata d'Italia in Belgio
– Consiglio: riunione del Coreper
– Conferenza sul futuro dell'Europa: riunione della delegazione del Parlamento europeo con tre rappresentanti dell'European Youth Event
– Comitato delle regioni: incontro degli Young Elected Politicians
– Nato: visita del segretario generale Stoltenberg a Roma
– Eurostat: dati sull'inflazione a ottobre 2021; dati sulla produzione nel settore delle costruzioni a settembre 2021; dati sulle nuove imprese e i fallimenti nel terzo trimestre del 2021