Europa Ore 7
Scontro dentro l'Ue sugli aiuti di stato ai chip
Il muro anti-migranti e lo stallo sul piano di Recovery della Polonia. L'Ue blocca 17 aerei di Lukashenka, per Borrell dietro c'è la mano di Putin. L'Ue si prepara a sanzionare il gruppo Wagner e la speranza di un governo anti-corruzione in Bulgaria. L'allerta terrorismo in Regno Unito
Dietro le quinte è in corso uno scontro tra commissari e stati membri su quanto allargare le maglie, in particolare nel settore del digitale
La Commissione europea domani dovrebbe presentare le sue nuove regole sugli aiuti di stato per affrontare il mondo post pandemia e in particolare la doppia transizione climatica e digitale. La politica sulla concorrenza dovrà essere "fit for new challenges": adatta a nuove sfide. Ma dietro le quinte è in corso uno scontro tra commissari e stati membri su quanto allargare le maglie, in particolare nel settore del digitale. La posta in gioco è alta. La prova? Ieri la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha scelto di visita uno dei campioni europei nel settore dei semiconduttori: la società olandese ASML che è all'avanguardia nella tecnologia per le macchine che fabbricano chip e microchip avanzati. Von der Leyen si è fatta accompagnare dal premier olandese, Mark Rutte. Ma anche dalla sua vicepresidente per il Digitale, Margrethe Vestager, e dal commissario al Mercato interno, Thierry Breton. I due sono ai ferri corti su quanto margine di manovra dare agli stati membri per concedere aiuti di stato nel settore dei semiconduttori.
Lo scontro tra Vestager e Breton – come racconta Bloomberg – è andato in scena pubblicamente venerdì scorso, anche se a distanza. In mattinata, in un discorso a Lovanio in Belgio, Vestager ha lanciato un avvertimento sul rischio di allentare troppo le regole sugli aiuti di stato. Il pericolo è di incoraggiare i produttori di semiconduttori a mettere i governi "gli uni contro gli altri" per ottenere quanti più sussidi pubblici possibili. Alla fine il rischio è che "siano i contribuenti a pagare il conto, senza che rimanga molto", ha spiegato Vestager. L'Ue può essere dipendente da altri paesi per chip e microchip. Ma "l'autosufficienza è un'illusione" che potrebbe portare a "chip più cari e un impatto negativo su tutti i tipi di mercati", ha avvertito Vestager. Secondo la vicepresidente della Commissione, è meglio diversificare le catene di approvvigionamento facendo sforzi per risolvere vulnerabilità e penurie.
Poche ore dopo, sempre venerdì, è stato Breton a parlare. In un discorso a Dresda in Germania, il commissario francese ha detto che è "naif" e di "vedute ristrette" pensare di poter avere un controllo parziale della catena di approvvigionamento e rimanere dipendenti dal resto del mondo. Per Breton, l'Europa ha bisogno di regole che le permettano di avere una "piena capacità produttiva" nel settore dei semiconduttori.
Breton era in visita nella Silicon Saxony: la regione della Sassonia dove vengono prodotti chip e microchip. Bosch ha appena annunciato un investimento da 400 milioni di euro per il 2022. L'Europa e in particolare il settore automobilistico tedesco deve fronteggiare una penuria di semiconduttori che ha costretto alcune fabbriche a fermare la produzione. L'ambizione di Breton è recuperare il terreno perduto soprattutto sui chip e microchip più avanzati. Vestager, invece, si è accorta che il colosso americano Intel sta offrendo un investimento da diversi miliardi di euro nell'Ue, ma allo stato membro che in cambio offrirà di più in termini di sussidi. Anche l'Italia è interessata e in discussione con Intel. Le cifre che circolano vanno da un investimento di 4 miliardi e mille posti di lavoro a 40 miliardi e diecimila posti di lavoro. Cosa e chi sceglierà von der Leyen? L'interventismo industriale di Breton o la prudenza del libero mercato di Vestager?
Sul suo account Twitter ieri von der Leyen ha pubblicato solo foto con Vestager e Rutte. I Paesi Bassi fanno parte del gruppo di sei paesi (con Danimarca, Finlandia, Irlanda, Romania e Svezia) che la scorsa settimana hanno scritto una lettera per chiedere a Vestager di non allentare troppo le regole. I sei paesi nella sostanza hanno accusato Francia e Germania di voler fare un colpo di mano statalista sugli aiuti di stato. Attenzione però ai tweet che ingannano. “Per avere successo abbiamo bisogno di più cooperazione tra attività di ricerca in questo settore; di migliorare sul design dei chip; di rafforzare la capacità di produzione per i chip; di più cooperazione con l'industria, che svilupperà nuovi prodotti europei che useranno chip all'avanguardia”, ha detto Von der Leyen, La presidente della Commissione vuole "raddoppiare" la quota di mercato dell'Ue nei chip "entro il 2030". All'inizio del prossimo anno la Commissione proporrà l'European Chips Act. Ma servono investimenti e soldi. E alla fine i due grandi elettori di von der Leyen sono stati Germania e Francia.
A proposito di aiuti di stato, il governo olandese sta adottando un approccio molto diverse per evitare che Shell trasferisca la sua sede dai Paesi Bassi al Regno Unito. Secondo il Financial Times, il primo ministro Mark Rutte sta cercando una maggioranza in Parlamento per cancellare una tassa del 15 per cento sui dividendi, dopo che Shell ha annunciato di voler porre fine alla sua struttura duale e trasferire la sua sede fiscale nel Regno Unito. L'annuncio è "una sorpresa non benvenuta", ha detto il governo olandese.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 16 novembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
La Polonia annuncia la costruzione del muro anti-migranti - La Polonia inizierà a dicembre la costruzione di un muro lungo la frontiera con la Bielorussia, dove attualmente sono ammassati circa 3-4 mila migranti utilizzati dalla Bielorussia come rappresaglia per le sanzioni dell'Ue. La costruzione dovrebbe essere completata nel primo semestre del 2022. "L'impresa che dobbiamo realizzare è un investimento assolutamente strategico e prioritario per la sicurezza della nazione e dei suoi cittadini”, ha detto in una nota il ministro polacco dell'Interno, Mariusz Kaminski.
Ancora stallo sul piano di Recovery della Polonia - La crisi con la Bielorussia sui migranti ha permesso al governo nazionalista di Varsavia di far dimenticare per qualche giorno lo scontro con la Commissione sullo stato di diritto. Ieri ci ha pensato Paolo Gentiloni a ricordare che continua lo stallo sull'approvazione del piano di Recovery della Polonia a causa della mancanza di indipendenza della giustizia. “Stiamo ancora discutendo con le autorità polacche e non ci siamo ancora”, ha detto Gentiloni alla Cnbc, riconoscendo che “la necessità di un sistema giudiziario in Polonia è una questione eminentemente politica”. Interrogato sulla possibilità di esborsi senza risolvere il problema dell'indipendenza della giustizia, il commissario all'Economia ha risposto con un “no”. Nel frattempo, i presidenti di cinque gruppi al Parlamento europeo (Ppe, S&D, Renew, Verdi e Sinistra) hanno scritto alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per chiedere di non sbloccare il prefinanziamento del piano di Recovery della Polonia sulla base di semplici impegni a riformare la giustizia. Il Recovery richieste che "le istituzioni incaricate del controllo e della supervisione abbiano il potere giuridico e la capacità amministrativa di esercitare il loro compito", ma "i tribunali polacchi di tutte le istanze hanno dimostrato di non essere in grado". Di conseguenza "un impegno nella forma di milestone e target non sarebbe sufficiente per permettere l'approvazione", hanno scritto i cinque gruppi.
L'Ue blocca 17 aerei di Lukashenka - Nel pacchetto di sanzioni concordato ieri dai ministri degli Esteri dell'Ue vengono colpiti i contratti di leasing della compagnia aerea bielorussa, Belavia, con le società irlandesi. Su 30 aerei della flotta di Belavia, 17 sono attualmente in leasing con società con sede in Irlanda. I contratti "saranno sostanzialmente tagliati", ha detto il ministro irlandese degli Esteri, Simon Coveney, dopo il Consiglio Affari esteri di ieri. Nel frattempo il suo omologo tedesco, Heiko Maas, ha minacciato di escludere dall'Ue tutte le compagnie aeree che trasportano migranti verso Minsk. “La situazione è così drammatica che anche il diniego dei diritti di sorvolo o i permessi di atterraggio nell'Ue non possono essere più esclusi”, ha detto Maas. Da Lukashenka ieri sono arrivate parole, che alcuni hanno voluto vedere come segnali di distensione. "Non vogliamo alcun conflitto alla nostra frontiera. sarebbe assolutamente dannoso per noi". Lukashenka ha detto di essere pronto a rimettere "tutti" i migranti "negli aerei che li riporteranno a casa", ma "nessuno vuole tornare". Ma basteranno le sanzioni dell'Ue? Sul Foglio Micol Flammini spiega le misure che servono per fermare Lukashenka: l'export bielorusso è andato molto bene anche quest'anno in Europa.
Per Borrell c'è la mano di Putin dietro a Lukashenka - L'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, ha implicitamente accusato Vladimir Putin di spingere il dittatore bielorusso, Alexander Lukashenka, a usare i migranti contro l'Ue. “E' chiaro che Lukashenka fa quello che fa perché ha il forte sostegno della Russia”, ha detto Borrell dopo la riunione del Consiglio Affari esteri. Secondo l'Alto rappresentante, è chiaro dal “modo in cui (il ministro degli Esteri Sergei) Lavrov descrive quello che accade in Bielorussia e da la colpa all'Ue. Francamente non penso che Lukashenka sia in grado di fare quello che fa senza un forte sostegno con la Russia”, ha ribadito Borrell. L'Alto rappresentante ha anche chiesto al regime bielorusso di occuparsi del rimpatrio dei migranti alla frontiera con la Polonia. “Non potranno andare nell'Ue, ma non possono morire al freddo alla frontiera”, ha detto Borrell.
Cresce l'allarme per la minaccia russa all'Ucraina - Nella conferenza stampa al termine del Consiglio Affari esteri, l'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha detto di non sapere se la crisi con la Bielorussia sui migranti e le minacce della Russia contro l'Ucraina siano collegate. “Non conosco i segreti dei colloqui tra Putin e Lukashenka”, ha detto Borrell. “Ma è vero che il segretario di Stato (americano Antony) Blinken a Kiev ha lanciato un forte avvertimento. Se il segretario Blinken dice questo, deve avere buone ragioni”, ha aggiunto Borrell. I ministri degli Esteri di Germania e Francia hanno pubblicato una dichiarazione congiunta di sostegno all'Ucraina, promettendo di essere "fermi nel loro incrollabile sostegno all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina" di fronte ai movimenti di truppe e materiale militare da parte della Russia. "Qualsiasi nuovo tentativo di minare l'integrità territoriale dell'Ucraina avrebbe serie conseguenze", hanno detto Heiko Maas e Jean-Yves Le Drian.
L'Ue si prepara a sanzionare il gruppo Wagner - Dopo la riunione di ieri dei ministri degli Esteri dell'Ue, l'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha annunciato l'intenzione di sanzionare il gruppo Wagner, l'organizzazione paramilitare russa di Evgenij Prigožin, che alcuni descrivono come milizia privata al servizio del Cremlino. I mercenari di Wagner hanno operato o operano nei conflitti del Donbass in Ucraina, in Siria e in Libia. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'offerta di un contratto al governo del Mali, che la Francia ha considerato come un'ingerenza in una sua zona di influenza. "C'è la volontà comune dell'Ue di stabilire un quadro giuridico di sanzioni contro il gruppo Wagner che ha usato mercenari russi intervenuti in alcuni teatri in maniera anonima, con azioni destabilizzanti per conto di altri”, ha detto il ministro francese degli Esteri, Jean-Yves Le Drian. Borrell ha annunciato che le sanzioni potrebbero essere adottate al prossimo Consiglio Affari esteri di dicembre, quando “gli organismi tecnici avranno finito il loro lavoro”.
Speranza di un governo anti-corruzione in Bulgaria - Il successo del nuovo partito "Continuiamo il cambiamento", arrivato in testa alle elezioni legislative di domenica con oltre il 25 per cento dei voti, sta sollevando speranze di un'uscita dalla lunga crisi politica che perdura dalla scorsa primavera in Bulgaria. Il paese è andato al voto tre volte dal mese di aprile. "Continuiamo il cambiamento", fondato a settembre da due quarantenni laureati a Harvard, Kiril Petkov e Assen Vassilev, ha nettamente superato il partito conservatore Gerb dell'ex primo ministro Boyko Borissov, che si è fermato a circa il 22 per cento dei voti. "Avremo una maggioranza di 121 parlamentari su 240 seggi e la Bulgaria avrà un governo di coalizione regolare", ha detto Petkov, favorito per diventare primo ministro. Petkov ha spiegato che negozierà con tutti i partiti che avevano partecipato alle manifestazioni contro il governo Borissov lo scorso anno su un programma minimo di riforme. Oltre a "Continuiamo il cambiamento" la prossima coalizione potrebbe includere il Partito socialista, il movimento populista "C'è un popolo così", il partito liberale Bulgaria democratica. Secondo diversi osservatori, tuttavia, i negoziati per la formazione del governo si annunciano difficili.
Lagarde non vuole fare danni con i tassi - Christine Lagarde ieri ha ribadito che la Banca centrale europea non ha intenzione di alzare i tassi di interesse nel 2022, malgrado abbia ammesso che i livelli di inflazione resteranno più alti (e più a lungo) di quanto immaginato alcuni mesi fa. "In un momento in cui il potere d'acquisto è già ridotto a causa delle bollette più alte per l'energia e il carburante, un inasprimento inappropriato delle condizioni di finanziamento non è auspicabile e rappresenterebbe un freno ingiustificato alla ripresa", ha detto la presidente della Bce in un'audizione al Parlamento europeo. "Se dovessimo adottare misure di inasprimento ora, questo potrebbe causare molti più danni che bene", ha spiegato Lagarde. La presidente della Bce ha ribadito che le condizioni per un aumento dei tassi nel 2022 sono "molto improbabili". Per contro ha aggiunto di non volersi "avventurare nel 2023". Ieri l'amministratore delegato di Deutsche Bank, Christian Sewing, ha lanciato un appello alla Bce ad agire contro l'inflazione. "Penso che la politica monetaria deve prendere delle contromisure, e prima è meglio è", ha detto Sewing.
La maltese Metsola corre per prendere il posto di Sassoli - L'eurodeputata maltese, Roberta Metsola, ieri ha formalizzato la sua candidatura dentro il Partito popolare europeo per la presidenza del Parlamento europeo, diventando di fatto la favorita per succedere a David Sassoli al giro di boa di metà legislatura in gennaio. Metsola può ottenere il sostegno dei gruppi di Renew e dei Verdi, ma rimangono due ostacoli sulla via per sedere sullo scranno più alto della plenaria. Il primo è ottenere la candidatura ufficiale del gruppo del Ppe. Finora solo l'austriaco Othmar Karas è entrato nella corsa, ma altri due pesi massimi potrebbero decidere di farsi avanti: l'olandese Esther de Lange e la polacca Ewa Kopacz. Il secondo è il gruppo dei Socialisti&Democratici, che potrebbe decidere di ripresentare la candidatura di Sassoli, anche se per l'attuale presidente del Parlamento europeo la scommessa sarebbe rischiosa.
Accordo sul bilancio 2022 dell'Ue! - Il Consiglio dell'Ue e il Parlamento europeo questa notte hanno trovato un accordo a sorpresa e negli ultimi minuti utili sul bilancio per l'anno 2022, nonostante un conflitto sulla richiesta di nuovi funzionari da assumere al Parlamento. L'ammontare complessivo del bilancio è di circa 170 miliardi di euro. Il compromesso? Una dichiarazione che sarà allegata al bilancio nella quale i governi esprimono il loro scontento per la proliferazione di posti di funzionari e agenti a contrattato al Parlamento europeo. La richiesta di assumere 142 funzionari e 180 agenti esterni "non è in linea con lo spirito dell'accordo sul quadro finanziario pluriennale". Il Consiglio dell'Ue vuole che il Parlamento europeo sia più trasparente e spieghi nel dettaglio le motivazioni della sua politica del personale. "Il Consiglio di conseguenza si dispiace che il Parlamento europeo rifiuti di giustificare ai cittadini europei" le nuove assunzioni. "Ci siamo assicurati che il livello di staff per il futuro rimanga stabile", ha detto la presidenza slovena dell'Ue.
Allerta terrorismo nel Regno Unito - L'allerta terrorismo ieri è stato rialzato al livello "severo" dal governo di Boris Johnson, dopo che il Regno Unito è stato colpito da due attentati in un mese. A determinare l’allerta è stato “l’atto di terrorismo” di domenica a Liverpool, sventato dai riflessi pronti di un tassista, che ha chiuso il proprio passeggero nell’auto ed è scappato mentre l’uomo faceva detonare l’esplosivo che aveva addosso. Il un editoriale il Foglio spiega che la possibilità di un attentato è molto alta e che il livello successivo è il più grave, quando l’attentato sembra imminente. Ma i media britannici mostrano grande cautela.
Accade oggi in Europa
– Consiglio Difesa
– Consiglio: consiglio di cooperazione Ue-Uzbekistan
– Commissione: il commissario Gentiloni partecipa alla Conferenza "Italia e Europa: il futuro dei sistemi sanitari dopo la pandemia"; incontra l'Ad di Ryanair, Micheal O'Leary; partecipa all'incontro dei ministri delle Finanze del G7
– Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell riceve il premier del Chad, Albert Pahimi Padacké
– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulle leggi "Stop Soros" in Ungheria; sentenza sull'indipendenza dei giudici in Polonia
– Eurostat: stima flash del Pil e dell'occupazione nel terzo trimestre del 2021; dati sull'eccesso di mortalità fino a settembre 2021; dati sui benefit sociali