Europa Ore 7
Sassoli rinuncia a candidarsi per un secondo mandato
Draghi e Macron sulla stessa linea sul Patto di stabilità e la riforma di Schengen. Il caos Certificato Covid al Consiglio europeo e la ribellione Tory sul Covid pass. Michel indurisce i toni contro la Russia e Borrell condanna le sentenze contro i prigionieri politici in Bielorussia
L'errore è stato di scommettere che l'arrivo di una nuova coalizione a Berlino guidata dal socialdemocratico Olaf Scholz e l'uscita di scena di diversi leader del Ppe avrebbero potuto rimettere in discussione l'accordo tra Ppe, S&D e Renew di inizio legislatura
David Sassoli ieri ha rinunciato a candidarsi per un secondo mandato come presidente del Parlamento europeo, aprendo la strada all'elezione della maltese del Partito popolare europeo, Roberta Metsola, per la seconda metà della legislatura. L'annuncio di Sassoli è arrivato dopo che la leadership del suo gruppo dei Socialisti & Democratici (S&D) ha deciso di non presentare un proprio candidato, constatando la mancanza di sostegno sufficiente per sperare nell'elezione. “C'è da registrare l'impossibilità di una convergenza tra (i liberali di) Renew e i S&D”, ha detto Sassoli ai deputati socialisti: “Abbiamo fatto tanto per allargare la maggioranza Ursula. Io non voglio spaccare il fronte europeista. Per questo non sono disponibile”. E' stato il Foglio con Valerio Valentini a dare per primo la notizia del ritiro di Sassoli dalla corsa per la presidenza del Parlamento europeo.
Le possibilità di Sassoli di essere rieletto si erano ridotte al minimo, quando il gruppo di Renew ha annunciato la sua volontà di rispettare un accordo concluso a inizio legislatura da Ppe, S&D e liberali che prevedeva di assegnare a un popolare il posto di presidente del Parlamento per la seconda parte del mandato. Secondo alcune indiscrezioni, era stato Emmanuel Macron in persona a comunicare a Sassoli la decisione di non sostenerlo in un incontro a Strasburgo il 2 dicembre in occasione della commemorazione di Valéry Giscard d'Estaing.
Anche i Verdi hanno lasciato intendere che non avrebbero appoggiato Sassoli. Il gruppo ecologista la scorsa settimana ha annunciato di voler favorire le candidature di donne e persone che sostengono i valori di un Parlamento più femminista, durevole e democratico. Inoltre, fonti dei S&D ci hanno spiegato che la presidente del gruppo, la spagnola Iratxe Garcia, non si è mai realmente battuta per Sassoli, mantenendo un atteggiamento ambiguo nelle discussioni con il Ppe e Renew. “Candidarsi sarebbe stato suicida per Sassoli”, ci ha detto un deputato. L'unica speranza sarebbe stata di vincere contro Metsola per pochi voti, grazie al sostegno dei gruppi dell'estrema sinistra e dell'estrema destra.
Durante la riunione del gruppo S&D ieri sera, Garcia ha spiegato che intende riaprire i negoziati con gli altri gruppi su assetti dentro il Parlamento europeo e contenuti programmatici. Il voto dei S&D a Metsola non è scontato. Sassoli ha lanciato un avvertimento sul “pericolo che i socialisti spariscano dalle foto delle istituzioni europee. Quindi negoziamo su tutto” per dare “il segnale chiaro che in Europa non si torna indietro e alle vecchie politiche del rigorismo”. Metsola è contesta anche per le sue posizioni anti-abortiste. Ma si ritrova praticamente senza avversari.
Renew non presenterà un candidato, ma chiede in cambio il mantenimento delle presidenze di commissione attualmente attribuite ai liberali. Nemmeno i Verdi sembrano intenzionati a presentare una candidatura simbolica. Il gruppo della Sinistra ha nominato la spagnola Sira Rego come candidata, mentre i Conservatori e riformatori europei puntano sul polacco del Partito Legge e Giustizia, Kosma Zlotowski. Nessuno dei due ha possibilità di farcela. Lo stesso vale per un eventuale candidato del gruppo di estrema destra di Identità e Democrazia.
L'errore di Sassoli è stato di scommettere che l'arrivo di una nuova coalizione a Berlino guidata dal socialdemocratico Olaf Scholz e l'uscita di scena di diversi leader del Ppe avrebbero potuto rimettere in discussione l'accordo tra Ppe, S&D e Renew di inizio legislatura. “Gli equilibri dentro il Consiglio europeo sono una cosa. Il Parlamento europeo è il Parlamento europeo. Ha la sua autonomia”, ci ha spiegato un'altra fonte. Del resto, lo stesso Sassoli era stato eletto nel luglio 2019 grazie a una rivolta dei deputati contro i capi di stato e di governo, che avevano indicato il socialista bulgaro, Sergey Stanishev, come presidente del Parlamento europeo.
L'altra lezione è la forza del Ppe che, malgrado si sia ridimensionato dentro al Consiglio europeo, continua a esercitare un'influenza predominante nelle istituzioni dell'Ue. Se Metsola sarà eletta, a gennaio il Ppe avrà la presidente della Commissione, quella del Parlamento europeo, quella dell'Eurogruppo, oltre una serie di uomini in posizione chiave (come il presidente della Corte dei Conti, Klaus-Heiner Lehne, o il segretario generale del Parlamento europeo, Klaus Welle). Ai socialisti rimane solo l'Alto rappresentante Josep Borrell. Se spariranno dalla foto delle istituzioni europee, i socialisti devono dare la colpa a loro stessi e all'incapacità di essere un vero partito come il Ppe.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 15 dicembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Draghi e Macron sulla stessa linea sul Patto di stabilità - Sul Foglio oggi Valerio Valentini racconta l'intesa tra Mario Draghi e Emmanuel Macron su un manifesto per la nuova Ue. Il presidente del Consiglio italiano e il presidente francese dovrebbero agire di comune accordo a Bruxelles, in particolare sulla revisione del Patto di stabilità e crescita. Approfittando del semestre di presidenza francese dell'Ue, Draghi e Macron convengono che la revisione delle regole di bilancio non si debba fare contro il Partito popolare europeo, ma insieme a loro. A dividere i due leader, però, rischia di essere la questione Schengen.
La Commissione vuole derogare a Schengen per salvare Schengen - La Commissione europea ieri ha presentato una riforma del Codice di frontiera Schengen destinata a mettere in seria difficoltà l'Italia, perché amplia la possibilità di introdurre i controlli ai confini in caso di movimenti secondari di migranti. “Schengen è il gioiello della nostra corona”, ha spiegato il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas: “Come tutti i successi, deve essere rafforzato di fronte alle molte sfide che deve affrontare”. La logica (bizzarra) è che per salvare Schengen occorre allargare le eccezioni che permettono di chiudere le frontiere. Su pressione di Francia e Paesi Bassi, la Commissione inserisce diverse eccezioni per introdurre controlli alle frontiere e limitare la libera circolazione. Il nuovo articolo 25 del Codice di frontiera Schengen prevede la possibilità di introdurre o prolungare i controlli alle frontiere in caso di terrorismo, crimine organizzato, pandemia, e “ unasituazione caratterizzata da movimenti non autorizzati su ampia scala di cittadini di paesi terzi tra stati membri".
Una riforma di Schengen dolorosa per l'Italia - Il sottosegretario agli Affari europei, Vincenzo Amendola, si è voluto rassicurante. "Il testo della Commissione è abbastanza diverso dalle anticipazioni lette sulla stampa. L'attivazione della chiusura dei confini è dovuta solo a casi emergenziali, relativi a fenomeni ben individuati. E' una direttiva che negozieremo, ma non c'è quell'allarme su una preponderanza dei movimenti secondari su quelli primari”, ha detto Amendola. Ma, come spieghiamo sul Foglio, la riforma di Schengen mette su fronti opposti Mario Draghi e Emmanuel Macron. Una delle priorità della presidenza francese dell'Ue è bloccare i movimenti secondari, che l'Italia usa come valvola di sfogo.
Jourova critica l'Italia sull'obbligo di test malgrado il Certificato Covid - La vicepresidente della Commissione, Vera Jourova, ha espresso una critica nei confronti del governo italiano, dopo l'annuncio di un'ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, per imporre un test ai cittadini dell'Ue anche se sono completamente vaccinati e in possesso del Certificato Covid dell'Ue. “Il Certificato Covid non è morto. E' uno dei grandi successi dell'Ue”, ci ha detto Jourova durante una conferenza stampa al termine del Consiglio Affari generali. “Quando la Commissione aveva proposto la regolamentazione volevamo mantenere il principio che le persone potessero viaggiare se vaccinate, con test o guarite”, ma “gli stati membri hanno voluto mantenere un'eccezione”. L'imposizione del test ai viaggiatori vaccinati “sarà una delle cose discusse dal Consiglio europeo”, ha spiegato Jourova. “Queste decisioni individuali danneggeranno, forse danneggiare è troppo forte... mineranno la fiducia della gente sul fatto che ci sono condizioni uguali in tutta Europa”, ha detto la vicepresidente della Commissione: “Gli stati membri hanno il diritto di farlo e spero che non porti alla morte del Certificato Covid”.
Il caos Certificato Covid al Consiglio europeo - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nella lettera di invito ai leader per l vertice che si apre domani, ha spiegato che “il coordinamento delle nostre misure, basate sulle migliori prove scientifiche disponibile, è fondamentale, in particolare per preservare la mobilità”. L'Italia non è il solo paese ad aver imposto un test ai vaccinati con Certificato Covid. Anche il Portogallo ha fatto altrettanto a fine novembre, seguito dall'Irlanda. Un diplomatico di uno stato membro ci ha spiegato che, imponendo un test ai vaccinati come deciso dall'Italia, c'è “un rischio reale di rimessa in discussione del Certificato Covid”, malgrado il suo successo interno ed esterno. “Abbiamo una cinquantina di paesi al mondo che hanno concluso accordi di equivalenza. E' un successo. E ora siamo noi strappiamo dei piccoli pezzi del Certificato Covid con questa esigenza”, ci ha detto il diplomatico. Il grande timore dopo le decisioni di Portogallo, Irlanda e Italia è un effetto domino negli altri paesi che comprometta definitivamente il Certificato Covid.
La ribellione Tory contro Johnson sul Covid pass - Boris Johnson ieri è stato costretto a ricorre ad affidarsi ai laburisti alla Camera dei Comuni per far approvare le nuove restrizioni contro il Covid-19, inclusa l'introduzione di un certificato vaccinale. Il cosiddetto “Piano B” che dovrebbe essere attivato per lottare contro la variante Omicron è stato approvato con 369 “sì” e 126 “no”. Ma 99 deputati conservatori hanno votato contro il “Piano B”, 20 di più della maggioranza di 79 di cui beneficia Johnson alla Camera dei comuni. Il Guardian spiega che bastano 56 deputati Tory per far scattare un voto di sfiducia alla leadership di Johnson. Questa prospettiva mette in dubbio la volontà del primo ministro di mettere in pratica dure restrizioni nei prossimi giorni.
Rutte assente dal Consiglio europeo - Il premier olandese, Mark Rutte, non dovrebbe partecipare ai lavori del vertice di domani. Dopo nove mesi di negoziati, Rutte è riuscito finalmente a trovare un accordo per formare il suo quarto governo di coalizione. Il dibattito alla Camera bassa del Parlamento dell'Aia è calendarizzato per domani. Rutte dovrebbe dunque essere rappresentato dal premier belga, Alexander De Croo.
Michel indurisce i toni contro la Russia - Nella sua lettera di invito ai leader per il vertice di domani, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha utilizzato toni più duri contro la Russia sulla minaccia di invasione dell'Ucraina. "Affronteremo anche la questione del rafforzamento militare russo lungo la frontiera con l'Ucraina. Un ulteriore aggressione militare contro l'Ucraina avrà come risposta conseguenze massicce e un costo severo", ha scritto Michel.
Borrell condanna le sentenze contro i prigionieri politici in Bielorussia - Sul Foglio Micol Flammini spiega come Alexander Lukashenka sta continuando la sua campagna per mettere in galera per decenni la Bielorussia libera. Ieri, uno dei principali oppositori al regime da cui tutto è cominciato, Sergei Tikhanovsky, è stato condannato a diciotto anni di carcere. Tikhanovsky è il marito della candidata alle scorse presidenziali Sviatlana Tsikhanouskaya. Insieme a lui altri cinque esponenti dell'opposizione sono stati condannati a lunghe pene detentive, che l'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, ha definito come “infondate”. Con oltre 900 prigionieri politici in Bielorussia, l'Ue condanna “con forza la continua e flagrante violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali operata dal regime di Minsk”, ha detto Borrell.
Il nuovo governo in Bulgaria apre sull'adesione di Macedonia del nord e Albania - Non appena arrivato al potere, il nuovo primo ministro bulgaro, Kiril Petkov, ha annunciato la possibilità di togliere il veto all'avvio dei negoziati di adesione con la Macedonia del nord, che paralizzano anche i negoziati con l'Albania. "Siamo dalla parte giusta della Nato e dell'Ue al 100 per cento", ha detto Petkov al Financial Times: sulla Macedonia del nord "proporremo un nuovo processo, molto veloce, con un calendario limitato di appena sei mesi". Il tono è opposto a quello usato dai precedenti governi, in particolare quello di Boyko Borissov, che aveva preso in ostaggio l'allargamento ai Balcani occidentali utilizzando un conflitto storico con la Macedonia del nord a fini di politica interna. "Lasciamo che le due popolazioni inizino a parlare dei benefici di lavorare insieme" e "le discussioni sui compromessi saranno molto più facili", ha detto Petkov. Nel frattempo il Consiglio Affari generali di ieri ha adottato conclusioni sull'allargamento, riaffermando l'impegno dei 27 al processo di adesione dei Balcani occidentali.
La Corte difende i diritti dei bambini con due mamme - La Corte di giustizia dell'Ue ieri ha riconosciuto i diritti dei figli di due persone dello stesso sesso, anche nei paesi in cui non è possibile avere due mamme o due papà. Il caso riguarda una bambina nate in Spagna nel 2019, figlia di due mamme di cui una di cittadinanza Bulgara, sposate dal 2018. L'atto di nascita rilasciato dalle autorità spagnole riconosce le due madri come genitori. I giudici di Lussemburgo hanno deciso che il paese di cui la bambina è cittadina, cioè la Bulgaria, è obbligato a rilasciare un documento di identità o un passaporto senza richiedere la previa emissione di un atto di nascita bulgaro, perché l'ipotesi di due genitori dello stesso sesso non è contemplata dalla legislazione nazionale. Secondo la Corte Ue, la Bulgaria è obbligata a riconoscere il documento della Spagna che consente al figlio delle due madri di esercitare con entrambe il suo diritto di circolare e soggiornare liberamente nell'Unione.
Accade oggi in Europa
– Summit della partnership orientale
– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sul Consiglio europeo del 16 dicembre; sulla risposta dell'Ue alla ripresa del Covid-19; sulle linee guida della Commissione sul linguaggio inclusivo; sullo stato dell'arte della Recovery and Resilience Facility; sulle misure di emergenza proposte dalla Commissione al confine con la Bielorussia; e sui diritti fondamentali in Polonia)
– Parlamento europeo: consegna del premio Sakharov e conferenza stampa
– Parlamento europeo: il presidente Sassoli incontra la nipote di Alexey Navalny, Daria Navalnaya, e il suo consigliere politico, Leonid Volkov
– Commissione: conferenza stampa dei commissari Timmermans e Simson sul pacchetto energia e clima
– Commissione: conferenza stampa del commissario Sinkevičius sull'applicazione del diritto penale alla protezione dell'ambiente
– Commissione: la commissaria Urpilainen riceve la rappresentante speciale per il Sahel, Emanuela del Re
– Consiglio: riunione del Coreper
– Eurostat: dati sulla catena alimentare europea; dati sulla produttività del lavoro e del capitale nel 2020; dati sulla parità del potere d'acquisto nel 2018-2020