Europa Ore 7
Ritorno al dicembre 2020 sul Covid
Le sanzioni sulla Russia e il braccio di ferro su energia e tassonomia. L'equilibrismo di Lagarde sull'inflazione e i quattro pianeti allineati per riformare l'Europa. Il Covid-19 fa crollare le prenotazioni sulle piattaforme; solo il 23 per cento degli europei verifica le informazioni online
Il Certificato Covid dell'Ue, inventato per garantire la libera circolazione e definito un grande successo, è stato rimesso in discussione dalle decisioni di Italia, Portogallo e Irlanda di introdurre l'obbligo di test per le persone completamente vaccinate o guarite
L'Unione europea è tornata al dicembre del 2020 sul Covid-19, con i singoli governi che abbandonano il coordinamento europeo, introducono misure unilaterali e chiudono le frontiere ai viaggiatori di altri paesi per far fronte alla pandemia. Lo scorso anno la chiusura disordinata dell'Ue era stata provocata dalla variante beta (quella che era stata soprannominata “inglese”). Quest'anno a provocare l'effetto domino è il combinato disposto delle varianti Delta e Omicron. L'argine dei vaccini, che nel corso del 2021 hanno permesso di affrontare con maggior tranquillità la quarta ondata, non regge più. Il Certificato Covid dell'Ue, inventato per garantire la libera circolazione e definito un grande successo, è stato rimesso in discussione dalle decisioni di Italia, Portogallo e Irlanda di introdurre l'obbligo di test per le persone completamente vaccinate o guarite. Nonostante le proteste di circa la metà dei capi di stato e di governo durante il Consiglio europeo di ieri, altri governi hanno annunciato l'intenzione di seguire la linea della chiusura ai viaggi intra-Ue. La Grecia imporrà il test a tutte le persone che arrivano da altri stati membri. La Finlandia potrebbe fare altrettanto.
Durante la discussione sul Covid al Consiglio europeo, Draghi ha spiegato che in Italia ci sono stati già 135.000 morti e una caduta del Pil pari al 9 per cento. “La variante Omicron per ora è meno diffusa in Italia che in altri paesi. Occorre mantenere questo vantaggio a protezione del nostro sistema nazionale”, ha detto Draghi: “questa è la ragione alla base della decisione di far fare i test a chi entra in Italia. Il coordinamento Ue deve essere guidato dal principio di massima cautela”. Anche se Draghi non si è ritrovato completamente isolato, altri leader hanno criticato la decisione dell'Italia. “Non fare la differenza tra vaccinati e non vaccinati non credo sia una buona idea”, ha detto il premier lussemburghese, Xavier Bettel. Anche il primo ministro belga, Alexander De Croo, ha espresso preoccupazioni. Diversi leader hanno chiesto di “evitare misure unilaterali”. Altri hanno sottolineato che l'Italia invia il messaggio sbagliato alla popolazione, “dando l'impressione che non serva a nulla fare il vaccino”, ci ha spiegato una fonte dell'Ue.
Draghi si è opposto a rafforzare le conclusioni finali per insistere maggiormente sul coordinamento dell'Ue e l'allineamento delle regole nazionali su Certificato Covid, test e viaggi. Il testo finale dice tutto e il suo contrario: “Sono necessari continui sforzi di coordinamento per rispondere agli sviluppi sulla base delle migliori evidenze scientifiche disponibili, assicurando al contempo che qualsiasi restrizione sia basata su criteri oggettivi e non mini il funzionamento del mercato unico o danneggi in modo sproporzionato la libertà di movimento tra stati membri o i viaggi verso l'Ue”, dicono le conclusioni: “Il Consiglio europeo sottolinea l'importanza di un approccio coordinato sulla validità del certificato di vaccinazione Covid digitale dell'Ue”. Nei corridoi del Consiglio europeo viene sottolineato che quando si tratta dell'Italia il concetto di “solidarietà” cambia “a seconda delle situazioni”.
L'unica novità da notare è che per la prima volta viene aggiunto il termine “vaccinazione” alla definizione del Certificato Covid dell'Ue. Finora si era evitato per evitare discriminazioni tra vaccinati e non vaccinati, permettendo di ottenerlo anche grazie ai test negativi. Se il Certificato dell'Ue sopravviverà, è quella la direzione verso cui potrebbe andare l'Ue. Ma solo quando sarà superata la prevedibile ondata Omicron. La Commissione intende modificare la durata del Certificato per portarla a nove mesi (sei mesi più tre per permettere di fare i richiami). Il 22 dicembre presenterà un atto delegato che modificherà le regole, ma solo a partire dal primo febbraio 2022.
Un'altra misura unilaterale ieri è stata annunciata dalla Francia contro il Regno Unito. Esattamente come un anno fa, a pochi giorni dal Natale, il governo di Emmanuel Macron ha introdotto restrizioni particolarmente dure nei confronti del Regno Unito. Da sabato, per chi arriva da oltre Manica, i viaggi in Francia per turismo e lavoro sono vietati. Per entrare sul territorio francese serviranno un “motivo imperativo”, un test negativo di meno di 24 ore e una quarantena obbligatoria di 48 ore dopo il tampone. Il governo francese ha chiesto ai suoi cittadini di annullare i viaggi nel Regno Unito. Come lo scorso anno, nei palazzi di Bruxelles c'è chi sospetta che quella di Emmanuel Macron sia una rappresaglia nel conflitto sulle licenza di pesca con Boris Johnson. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha comunque proposto di introdurre l'obbligo di tampone per tutte le persone che entrano nell'Ue da un paese terzo.
Nel frattempo, nella corsa contro l'ondata Omicron, l'Agenzia europea dei medicinali (Ema) ieri ha raccomandato l'autorizzazione di due nuovi farmaci per il trattamento del Covid-19, il Xevudy e il Kineret. La stessa Ema ha anche raccomandato modalità di utilizzo del medicinale Paxlovid di Pfizer nei paesi che lo ritengono opportuno, in attesa dell'approvazione ufficiale a livello di Ue. Sempre ieri, l'Ema ha annunciato una riunione straordinaria il 20 dicembre per decidere se autorizzare il vaccino di Novavax.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 17 dicembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Riemerge la crepa su dialogo o sanzioni sulla Russia - Durante la discussione di ieri sulle minacce russe all'Ucraina, al Consiglio europeo sono riemerse le vecchie fessure sull'atteggiamento da tenere nei confronti di Vladimir Putin. I paesi dell'est hanno insistito per chiedere un linguaggio duro nelle conclusioni del vertice, compreso un chiaro riferimento alle sanzioni di applicare in caso di ulteriore aggressione militare. Francia e Germania hanno difeso l'idea di provare prima con il dialogo. ALcuni stati membri sono preoccupati dai costi che dovrebbero pagare in caso di sanzioni contro Mosca. Secondo diverse fonti, un intervento di Washington ha fatto pendere l'ago della bilancia. Alla bozza di conclusioni che minacciavano "massicce conseguenze e un costo economico" per la Russia, è stata aggiunta questa precisazione: "incluse misure restrittive coordinate con i partner". Basterà per far capire a Putin che l'Ue vuole fare sul serio? Sul Foglio Micol Flammini spiega che Kiev teme che Biden e gli europei siano pronti a cedere sull'autonomia del Donbass.
Braccio di ferro infinito su energia e tassonomia - Al Consiglio europeo di ieri si è ripetuta la spaccatura dell'ultimo vertice di ottobre sull'aumento del prezzo dell'energia e l'inserimento del nucleare nella tassonomia. I due campi appaiono irriconciliabili su entrambi i dossier. Sul prezzo dell'energia, Francia e Spagna guidano il gruppo di paesi che chiedono una riforma del mercato dell'elettricità e, con i paesi dell'est, contestano anche il sistema dello scambio di emissioni Ets nel momento in cui le quote hanno superato i 90 euro a tonnellata di CO2. Germania e Paesi Bassi, insieme agli altri nordici, invece ritengono che il mercato dell'elettricità funzioni bene e vogliono estendere il sistema Ets a immobili e automobili anche a rischio di colpire famiglie e consumatori. Sulla tassonomia, la Francia e i paesi dell'est chiedono l'adozione rapida dell'atto delegato della Commissione con all'interno, oltre al gas come energia di transizione, anche il nucleare come fonte sostenibile di lungo periodo. Il doppio braccio di ferro non augura nulla di buono per i negoziati sul pacchetto "Fit for 55" destinato a mettere in opera gli obiettivi del Green deal.
I quattro pianeti allineati per riformare l'Europa - Il premier olandese, Mark Rutte, alla fine ieri è riuscito a partecipare a una parte dei lavori del Consiglio europeo, dopo aver dibattuto del programma del suo quarto governo nel Parlamento dell'Aia. Rutte non voleva mancare alla cena dell'Eurosummit (il vertice dei capi di stato e di governo della zona euro). I leader hanno discusso soprattutto di come rilanciare i lavori sull'Unione bancaria. Ma questo è solo il primo di una serie di cantieri che si apriranno e chiederanno nei prossimi mesi. Sul Foglio spieghiamo che con Emmanuel Macron in Francia, Olaf Scholz in Germania, Mario Draghi in Italia e un Rutte molto meno frugale nei Paesi Bassi si stanno allineando i pianeti per riformare l'Ue e la zona euro. Compreso il Patto di stabilità e crescita.
L'equilibrismo di Lagarde sull'inflazione - La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, è stata costretta a un complicato esercizio di equilibrismo ieri, dopo che il Consiglio dei governatori ha deciso di uscire dal programma di acquisto titoli per far fronte alla pandemia Pepp ma aumentando gli acquisti del programma tradizionale App. Da un lato, la Bce deve fare i conti con l'impennata dell'inflazione, sempre più difficile da definire transitoria: secondo le nuove stime l'aumento dei prezzi sarà del 3,2 per cento nel 2022, prima di scendere a 1,8 per cento sia nel 2023 sia nel 2024. Dall'altro, ci sono le incertezze legate alla variante Omicron, che avranno un impatto sull'economia, e la necessità di mantenere bassi al più a lungo possibile i tassi per i paesi della zona euro ad alto debito. Secondo Lagarde, l'economia della zona euro si è rafforzata a sufficienza per permettere "una riduzione passo-passo negli acquisti di titoli". Ma "l'accomodamento monetario è ancora necessario per fare in modo che l'inflazione si stabilizzi al nostro obbiettivo del 2 per cento nel medio termine", ha detto Lagarde. Il Pepp lanciato nel marzo 2020 si fermerà a marzo del 2022. L'App passerà dai 20 miliardi di acquisti mensili attuali a 40 miliardi nel secondo trimestre, salvo scendere a 30 miliardi nel terzo e 20 miliardi dal quarto. Lagarde ha ribadito che è improbabile un aumento dei tassi nel 2022, nonostante i livelli di inflazione. Non solo la Bce fa una corsa solitaria rispetto alle altre principali banche centrali, ma è anche divisa al suo interno. Alcuni membri del Consiglio dei governatori hanno espresso la loro opposizione a mantenere una politica accomodante.
La scala mobile delle indennità del Parlamento europeo - A proposito di inflazione, l'Ufficio di presidenza del Parlamento europeo ha adeguato indennità e stipendi percepiti da deputati, funzionari e assistenti all'aumento dei prezzi nell'Ue. Nella riunione del 13 dicembre, l'Ufficio di presidenza ha aumentato del 4,4 per cento l'ammontare dell'indennità di spese generale, delle spese di viaggio e il gettone di presenza giornaliero, in linea con i dati sull'inflazione da ottobre 2020 a ottobre 2021 di Eurostat. Per gli stipendi di deputati, funzionari e assistenti, la base di calcolo è diversa e l'incremento è limitato all'1,9 per cento.
La Corte Ue boccia l'Italia sulle auto immatricolate all'estero - La Corte di giustizia dell'Unione europea ieri ha stabilito che la normativa italiana che vieta ai residenti da un periodo superiore a 60 giorni di circolare sul territorio con un veicolo immatricolato in altro stato membro è contraria al diritto comunitario. Nello specifico, i giudici di Lussemburgo hanno ritenuto la norma introdotta con i decreti Salvini violi il divieto di restrizione alla libera circolazione di capitali, perché finisce per applicare una tassa al comodato d’uso transfrontaliero dei veicoli a motore. La Corte ha stabilito che nell'applicare la normativa italiana i giudici devono tenere conto della temporaneità dell’utilizzo del veicolo sul territorio nazionale. Il caso riguarda una coppia di coniugi sanzionati dalla polizia stradale di Massa Carrara mentre si stava recando al supermercato a bordo di un’automobile immatricolata in Slovacchia, di proprietà della moglie residente in questo paese e guidata dal marito stabilmente residente in Italia.
Solo il 23 per cento degli europei verifica le informazioni online - Nel 2021 il 47 per cento dei cittadini tra i 16 e i 74 anni nell'Ue hanno visto informazioni false e dubbiose su siti e social media, ma appena il 23 per cento ha verificato la correttezza del loro contenuto, secondo un sondaggio pubblicato ieri da Eurostat. La quota più alta di persone che hanno verificato le informazioni è stata registrata in Olanda (45 per cento), Lussemburgo (41 per cento) e Irlanda (39 per cento). I livelli più bassi, invece, sono stati registrati in Lituania (11 per cento), Romania (12 per cento e Polonia (16 per cento). I dati per l'Italia non sono disponibili.
Il Covid-19 fa crollare le prenotazioni sulle piattaforme - Nel 2020 il numero di notti in alloggi affittati per breve periodo e prenotati attraverso Airbnb, Booking, Expedia Group o Tripadvisor è crollato del 47 per cento rispetto al 2019 a causa della pandemia di Covid-19, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat grazie a un accordo tra la Commissione e le quattro piattaforme. Complessivamente il numero di notti prenotate è stato di 272 milioni. A gennaio e febbraio 2020 c'era stato un leggero aumento rispetto al 2019, ma i lockdown del 2020 hanno praticamente azzerato le prenotazioni (-93,2 per cento a aprile e -85,6 per cento in maggio). I mesi estivi hanno registrato un calo meno drastico con -38,2 in luglio e -25,8 in agosto. I grandi paesi più colpiti sono stati Italia (-60,2 per cento) e Spagna (-58,1 per cento).
La Bei finanzia i treni di Trenitalia con 350 milioni di un green bond - La Banca Europea per gli Investimenti (Bei) ha annunciato un sostegno per l'acquisto di convogli moderni ad alta velocità da parte di Trenitalia, sottoscrivendo in private placement un green bond emesso da Ferrovie dello Stato per 350 milioni di euro. Secondo la Bei, il progetto rinforza l'espansione dell'alta velocità e del trasporto sulla rete transeuropea di trasporto (TEN-T) in Italia e Spagna, promuovendo un mercato ferroviario unico e il trasferimento del traffico stradale e aereo a quello ferroviario, in linea con il Quarto pacchetto ferroviario dell'Ue. L'intero progetto prevede l'acquisto di 34 convogli con un aiuto da 550 milioni. La Bei finanzierà il 50 per cento dell'acquisto di 34 convogli ad alta velocità da parte di Trenitalia, 20 dei quali saranno dati in leasing alla controllata spagnola Ilsa e utilizzati sulle linee spagnole ad Alta Velocità Madrid-Siviglia-Malaga, Madrid-Barcellona e Madrid-Valencia-Alicante. I restanti 14 convogli saranno gestiti da Trenitalia e saranno operativi sulle linee ferroviarie Torino-Trieste e Milano-Napoli-Salerno-Reggio Calabria. L'operazione segna la la prima sottoscrizione di un green bond da parte della Bei in linea con la tassonomia europea.
EuroNomine - Il consiglio di amministrazione dell'Agenzia europea sulle droghe ha nominato l'austriaco Franz Pietsch come suo presidente e il lussemburghese Zavier Poos come vicepresidente.
Accade oggi in Europa
– Eurostat: dati sull'inflazione di novembre; dati sulle emissioni nel 2019-2020; dati sulla produzione nel settore delle costruzioni di ottobre; dati sui permessi di soggiorno e lavoro nel 2020; dati sui bambini nelle migrazioni nel 2019-2020