Europa Ore 7
Rutte mette fine allo status di “frugale” dei Paesi Bassi
Più reati ambientali nell'Ue e la giravolta dell'Italia sui test per i vaccinati al Consiglio europeo. La Commissione irritata con l'Italia sul Certificato Covid. Il premio Sakharov a Navalny e i piccoli segnali di divisione sulla Russia
Ci sono voluti più 273 giorni al premier olandese per formare un accordo tra il suo partito liberal-conservatore del VVD, i liberali di sinistra dei D66, i cristiano democratico della CDA e il partito dei Cristiano-Uniti. I partiti sono gli stessi della precedente coalizione ma il programma è molto diverso e porta il chiaro marchio dei D66
Raramente i pianeti politici dell'Unione europea sono sembrati così allineati come in questa fine del 2021. Emmanuel Macron vuole fare del semestre francese di presidenza dell'Ue un momento di svolta per chiudere dossier fondamentali e rilanciare il progetto europeo. A Berlino da pochi giorni è al potere la coalizione semaforo di Olaf Scholz che nel suo contratto di governo prevede un'Europa federale. L'Italia ha Mario Draghi come presidente del Consiglio e, se non si sposterà al Quirinale a inizio 2022, ha intenzione di mettere tutto il suo peso nella revisione del Patto di stabilità e crescita. Già di per sé questo trio inedito avrebbe buone possibilità di realizzare grandi cose. Ieri si è aggiunto il premier olandese, Mark Rutte, che ha presentato un accordo di coalizione che di fatto mette fine allo status di “frugale” dei Paesi Bassi e annuncia molta più ambizione da parte del suo nuovo governo sull'integrazione europea.
Ci sono voluti più 273 giorni a Rutte per formare una coalizione tra il suo partito liberal-conservatore del VVD, i liberali di sinistra dei D66, i cristiano democratico della CDA e il partito dei Cristiano-Uniti. Il record di 225 giorni dopo le elezioni del 2017 è stato superato. I partiti sono gli stessi della precedente coalizione Rutte. Ma il programma è molto diverso e porta il chiaro marchio dei D66, che a sorpresa erano arrivati al secondo posto nelle elezioni del 17 marzo. "Ci è voluto molto tempo, ma il risultato è buono", ha detto ieri Rutte. L'accordo di 47 pagine prevede tagli alle tasse sul lavoro, la possibile legalizzazione della marijuana e un aumento del 7,5 per cento salario minimo. Uno dei capitoli più interessanti è quello sulle finanze pubbliche. Il prossimo governo Rutte prevede di aumentare i livelli di deficit e debito per finanziare programmi destinati alla costruzione di immobili (1,6 miliardi) e a lottare contro il cambiamento climatico (35 miliardi) e le missioni nell'agricoltura (25 miliardi), ma anche a costruire due nuove centrali nucleari. Nei prossimi quattro anni il debito pubblico dovrebbe superare (di poco) la soglia del 60 per cento di Pil. Il deficit dovrebbe collocarsi attorno al 2,5 per cento per una serie di misure una tantum.
E' sulla zona euro che il programma del quarto governo Rutte può fare la differenza. L'accordo di coalizione rimane vago sulla revisione del Patto di stabilità e crescita. C'è un'apertura alla modernizzazione delle regole fiscali, a condizione che serva alla sostenibilità di bilancio e alla convergenza economica. Ma la linea frugale di Wopke Hoekstra dovrebbero essere finita: il ministero delle Finanze dovrebbe passare ai D66. "La tradizionale visione olandese sulla disciplina per gli altri governi degli stati membri sarà sostituita da una visione più costruttiva sulla modernizzazione delle regole di bilancio dell'Ue", ci ha detto una fonte dei D66: per la zona euro "la riduzione del debito non sarà più la prima priorità". Il prossimo governo Rutte chiederà agli altri stati membri di "mantenere un debito che è sostenibile quando si tengono in conto investimenti e crescita", ci ha spiegato la fonte dei D66. E' una posizione analoga - se non più avanzata - a quella del nuovo governo Scholz in Germania. In ogni caso segna una svolta che va nella direzione della revisione del Patto di stabilità e crescita auspicata da Macron e Draghi.
Più in generale, sull'Europa il nuovo governo Rutte passerà dalla "modalità reattiva del decennio passato a una posizione più attiva", ci ha detto la fonte dei D66: "Con questo nuovo accordo di coalizione, il governo olandese sarà ampiamente allineato alla coalizione semaforo in Germania". Il governo Rutte intende "formare o unirsi" a coalizioni di altri paesi su diversi temi tra cui la politica migratoria. Il nuovo esecutivo chiederà anche "risposte immediate alle minacce ai valori fondamentali europei, come lo stato di diritto, la democrazia e i diritti fondamentali dei cittadini", ci ha spiegato la fonte. Nel mirino ci sono Polonia e Ungheria contro i quali l'Aia chiederà di usare "gli strumenti disponibili". Il prossimo governo Rutte potrebbe anche violare il tabù della riforma dei trattati per abbandonare il veto in politica estera, introdurre nuove risorse proprie (tra cui una tassa minima sui profitti realizzati nell'Ue), ampliare i poteri del Parlamento europeo, istituzionalizzare il sistema degli Spitzenkandidaten e seguire le raccomandazioni della Conferenza sul futuro dell'Europa.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 16 dicembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Nessun divieto dell'Ue di vendere case in classe G - Il tema ha appassionato i media italiani per alcuni giorni sulla base di una bozza (molto) preliminare della proposta di direttiva sull'efficienza degli immobili nell'ambito del Green deal. La polemica, alimentata da qualche lobby del settore immobiliare, è stato facilmente strumentalizzata dai soliti sovranisti, ma anche da alcuni politici più filo-europei. Ma alla fine era un falso allarme, che il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, ha voluto svelare parlando in italiano durante la conferenza stampa di ieri. “Bruxelles non vi dirà che non potete vendere la vostra casa se non è ristrutturata. E nessun burocrate di Bruxelles confischerà la vostra casa se non è ristrutturata”, ha detto Timmermans: "Il patrimonio culturale è protetto e le case estive possono essere esentate. La nostra proposta non contiene alcun divieto di vendita o affitto per gli edifici che saranno qualificato come classe G, cioè di quel 15 per cento di edifici identificati con la peggiore efficienza energetica nel singolo paese. La proposta lascia agli stati membri la libertà di decidere come far rispettare lo standard minimo”, ha spiegato Timmermans, ricordando che “si potrà ottenere un sostegno dal governo italiano o dall'Ue per aumentare il valore della propria casa e ridurre la propria bolletta energetica. Ci vuole un po' di sforzo, ma ne vale la pena”. Dopo il divieto del Natale, di chiamarsi Maria, del vino e della birra, anche il divieto di vendere le case a bassa efficienza energetica si è rivelato un mito.
Come la Commissione vuole rendere più efficienti gli immobili - I dettagli sulla proposta della Commissione per decarbonizzare gli immobili pubblici e residenziali si trova qui. Le grande linee sono queste. Entro il 2030 tutti i nuovi immobili dovranno essere a emissioni zero. Gli stati membri dovranno classificare in classe G il 15 per cento degli immobili con la peggior performance energetica e portarli alla classe F entro il 2027 per quelli non residenziali ed entro il 2030 per quelli residenziali. Ci saranno obblighi di certificazione energetica degli immobili sulla base di una classificazione armonizzata. Gli stati membri dovranno presentare dei piani nazionali per rinnovare gli immobili con l'obiettivo di arrivare a zero emissioni entro il 2050. Tra le molte misure contenute nella proposta della Commissione, ce n'è una che provocherà altre polemiche in Italia: a partire dal 2040 dovrebbe essere vietata la vendita di caldaie e boiler a gas o gasolio.
Più reati ambientali nell'Ue - Ieri la Commissione ha anche presentato una proposta di nuova direttiva che mira a lottare contro la criminalità ambientale, obbligando gli stati membri a introdurre delle misure di diritto penale in questo settore. La direttiva prevede un livello minimo per le sanzioni e punta a rafforzare la cooperazione nella repressione. Dovrebbero essere introdotti anche nuovi reati penali ambientali a livello di Ue, come il commercio illegale di legna, il riciclaggio illegale di imbarcazioni e il sequestro illegale di acqua. Qui ci sono i dettagli.
La giravolta dell'Italia sui test per i vaccinati al Consiglio europeo - Mario Draghi potrebbe essere chiamato a dare spiegazioni sulla decisione del suo governo di imporre tamponi anche alle persone completamente vaccinate e in possesso del Certificato Covid dell'Ue che arrivano da altri stati membri. Nonostante l'Italia non sia l'unico paese ad aver scelto questa strada (anche Portogallo e Irlanda lo hanno fatto), alcune capitali sono particolarmente irritate perché la decisione mette in discussione lo stesso Certificato Covid dell'Ue. Altri governi, pur aspettandosi un chiarimento da Draghi, sono più comprensivi. “E' un diritto individuale degli stati membri di prendere questa decisione”, ha spiegato un diplomatico di uno stato membro: “Cerchiamo il più possibile di farlo collettivamente, ma a seconda di situazioni specifiche c'è sempre la possibilità per decisioni nazionali o ragionali”. Secondo il diplomatico, “sui tamponi intra-Ue, per il momento la situazione è ragionevolmente gestibile, anche se alcuni come Italia stanno prendendo nuove misure. Ma probabilmente dovremo adattarci all'inizio dell'anno per Omicron e non sappiamo ancora cosa ci aspetta”. L'effetto domino che può portare alla fine del Certificato Covid, tuttavia, è già iniziato. Ieri è stata la Grecia ad annunciare che richiederà a tutti i viaggiatori – compresi quelli completamente vaccinati dai paesi dell'Ue – un tampone molecolare per entrare.
La Commissione irritata (ma non troppo) con l'Italia sul Certificato Covid - La Commissione di Ursula von der Leyen si è mostrata irritata anche ieri per le modalità con cui l'Italia ha introdotto l'obbligo di test per l'ingresso dei cittadini europei. "Non abbiamo ricevuto nessuna notifica dall'Italia", ha detto un portavoce, ricordando che gli stati membri “sono obbligati a informare” la Commissione e gli altri governi su eventuali restrizioni ai viaggi. Il portavoce ha ricordato che le restrizioni come i test e le quarantene per chi ha il Certificato Covid devono essere "proporzionate", "giustificate" e “di breve durata”. La previsione di questa newsletter però è che la Commissione non andrà oltre qualche parola di rimprovero. “A volte gli stati membri devono agire in fretta”, ha detto una fonte della Commissione. Sul Foglio Luciano Capone e Giovanni Rodriquez spiegano che le frontiere blindate sono una falsa sicurezza del governo su Omicron. In realtà, la stretta dell'esecutivo per chi si sposta tra stati dell'Ue (tamponi anche per i vaccinati) è una misura che dà una finta certezza, al prezzo di minare la fiducia nei vaccini e tra paesi europei.
L'Ecdc chiede di limitare i contatti per rallentare Omicron - La parola lockdown non c'è, ma il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ieri ha pubblicato una valutazione del rischio molto allarmante sulla variante Omicron. Una parte del contenuto era stato anticipato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, davanti al Parlamento europeo. “Per metà gennaio Omicron sarà la variante dominante in Europa”, ha detto von der Leyen. La presidente della Commissione ha voluto rassicurare: “Abbiamo contratti che prevedono vaccini adattati alle varianti e per Omicron l'adattamento del vaccino richiederà al massimo 100 giorni”. Nella sua valutazione del rischio, l'Ecdc è molto meno rassicurante. La raccomandazione è introdurre misure immediate per ridurre i contatti sociali e imporre altri interventi non-farmaceutici. Altrimenti - avverte l'Ecdc - i livelli di trasmissione di Omicron “potrebbero sopraffare rapidamente i sistemi sanitari dell'Ue”.
Il Consiglio europeo snobba l'obbligo vaccinale - Un paio di settimane fa, quando il dibattito riempiva giornali e televisioni in Germania a causa dei bassi tassi di vaccinazione e di un dibattito al Bundestag sul tema, Ursula von der Leyen aveva chiesto una discussione a livello di Ue sull'obbligo vaccinale. Ma il tema è stato snobbato da ambasciatori e sherpa che hanno preparato la riunione di oggi del Consiglio europeo. “Alcuni stati membri potrebbero sollevare il tema. Ma non c'è una dimensione europea”, ci ha spiegato una fonte del Consiglio europeo: “L'obbligo vaccinale rientra nelle competenze nazionali”.
Piccoli segnali di divisione sulla Russia - Il tema più caldo del Consiglio europeo di oggi dovrebbe essere la minaccia della Russia di invasione militare dell'Ucraina. L'intenzione dei capi di stato e di governo è di inviare un chiaro messaggio a Vladimir Putin: in caso di ulteriore aggressione, ci saranno conseguenze massicce e un alto costo per la Russia. In sostanza il messaggio sarà questo, ci ha spiegato un ambasciatore: “Non farlo oppure se questa linea rossa sarà superata ci sarà un prezzo altissimo da pagare. L'Ue ha gli strumenti per rendere questo prezzo molto alto”. Eppure ci sono segnali di divisioni tra i 27. Francia, Germania, Italia e Spagna vogliono promuovere il dialogo con Putin. I paesi dell'est, per contro, vorrebbero un'azione immediata da parte dell'Ue. “Non dovremmo aspettare per una mossa” russa, “ma inviare un chiaro segnale di deterrenza”, ha detto a Bloomberg la premier estone, Kaja Kallas.
Il premio Sakharov a Navalny - È stata Daria Navalnaya, la figlia di Alexei Navalny, a ricevere ieri il premio Sakharov per la libertà di espressione del Parlamento europeo a nome del padre attualmente detenuto in Russia. Il presidente del Parlamento David Sassoli, nel suo discorso introduttivo ha elogiato il coraggio di Navalny “è stato minacciato, torturato, avvelenato, arrestato, incarcerato, ma non sono riusciti a farlo smettere di parlare... Come disse una volta lui stesso, la corruzione prospera dove non c'è il rispetto per i diritti umani, e credo che avesse ragione”, ha detto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, chiedendo la liberazione immediata e incondizionata di Navalny. Daria Navalnaya ha spiegato di aver scritto al padre per chiedergli cosa dire nel discorso di ieri davanti alla plenaria del Parlamento europeo. “Lui mi ha risposto: digli che nessuno deve azzardarsi ad equiparare la Russia al regime di Putin. La Russia fa parte dell'Europa e ci sforziamo di diventarne parte. Ma vogliamo anche che l'Europa si sforzi di rimanere fedele a se stessa, a quelle idee straordinarie che ne costituiscono il fulcro. Ci impegniamo per un'Europa delle idee, per la celebrazione dei diritti umani, per la democrazia e l'integrità”.
Non è tutto oro quel che Metsola - Oggi è giovedì ed esce il nuovo numero della rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini spiegano cosa raccontano dell'Ue le ragazze di Malta. Una è Roberta Metsola, favoritissima per diventare il prossimo presidente del Parlamento europeo, dopo che David Sassoli ha rinunciato a correre per un secondo mandato. L'altra è Helena Dalli, la commissaria alle pari opportunità che aveva promosso e poi ritirato le linee guida sul linguaggio inclusivo che hanno fatto tanto discutere per la presunta abolizione del Natale. Metsola e Dalli sono i volti europei di questo paese e rappresentano anche le due anime dell’isola, dove tutto è doppio, persino gli orologi. La prima molto competente, conservatrice, è contro l'aborto. La seconda è il suo opposto, ed è l'incarnazione del politicamente corretto.
Accade oggi in Europa
– Consiglio europeo
– Banca centrale europea: conferenza stampa della presidente Lagarde al termine del Consiglio dei governatori
– Parlamento europeo: conferenza stampa del presidente Sassoli dopo il suo intervento al Consiglio europeo
– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti su MeToo e le conseguenze per le istituzioni dell'Ue; sul divieto dell'Ue sull'uso di animali selvatici nei chichi; sulle violazioni dei diritti umani in Russia e il caso Memorial; sulla situazione a Cuba; sul lavoro forzato in Serbia; e sulle barriere alla libertà di movimento delle merci)
– Commissione: i commissari Reynders e Johansson a Washington partecipano all'incontro ministeriale Giustizia e Affari Interni Ue-Usa
– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulla revoca di un'amnistia, il principio Ne bis in idem e il mandato d'arresto europeo; sentenza sull'obbligo in Italia di immatricolare un veicolo per le persone residenti da più di 60 giorni; conclusioni dell'Avvocato generale sugli aiuti di Stato concessi dal Lussemburgo a Fiat; conclusione dell'Avvocato generale sull'esecuzione di un mandato d'arresto europeo da parte della Polonia
– Eurostat: stime sui conti economici del settore agricolo nel 2021; dati sui pernottamenti di breve periodo offerti dalle piattaforme nel 2020; dati sul commercio internazionale di merci nell'ottobre del 2021