Europa Ore 7

Accordo nella coalizione Ursula: Metsola presidente

Le prime divergenze franco-tedesche sul Patto di stabilità; l'Austria vuole guidare la coalizione degli "Stati della responsabilità"; il Regno Unito fornisce armi anti-carro all'Ucraina. Truppe russe in Bielorussia e Baerbock avverte Putin. Cummings è pronto a giurare che Johnson ha mentito

David Carretta

Se non ci saranno franchi tiratori, la deputata maltese del Ppe dovrebbe essere eletta al primo turno di votazione, nonostante le polemiche per le sue posizioni anti-abortiste

Roberta Metsola, deputata maltese del Ppe, oggi dovrebbe succedere a David Sassoli come presidente del Parlamento europeo, dopo che i gruppi dei popolari, socialisti e liberali ieri hanno trovato un accordo sulla spartizione degli incarichi e alcune priorità per la seconda metà della legislatura. L'annuncio è arrivato nel pomeriggio con un tweet del gruppo dei Socialisti&Democratici, che aveva minacciato di non votare Metsola se non avesse ricevuto garanzie, compreso il suo rafforzamento nella struttura amministrativa del Parlamento: “Abbiamo raggiunto un accordo con il Ppe e Renew per assicurare una maggioranza di lavoro stabile fino alle elezioni del 2024: forte rappresentazione istituzionale per i deputati socialisti e abbiamo concordato un documento di lavoro con le nostre priorità su stato di diritto, diritti delle donne, dimensione sociale e regole fiscali”. Se non ci saranno franchi tiratori, Metsola dovrebbe essere eletta al primo turno di votazione, nonostante le polemiche per le sue posizioni anti-abortiste.

 

Il testo dell'accordo sottoscritto da Manfred Weber per il Ppe, Iratxe Garcia per S&D e Stéphane Séjourné per Renew è di quattro pagine e otto punti: valori, clima, salute, digitale, economia, sociale, sicurezza, migrazione, affari esteri e istituzioni. Ma manca la parte che è stata davvero oggetto di trattativa: quella sulla spartizione degli incarichi politici e amministrativi. Non è chiaro se i socialisti abbiano ottenuto la testa del segretario generale, Klaus Welle,  in cambio del loro voto a Metsola. A quanto ci è stato riferito, il Ppe non ha opposto eccessiva resistenza. Anche perché uno dei possibili sostituti di Welle è un alto funzionario legato ai popolari: lo spagnolo Jaume Duch, attuale portavoce del Parlamento europeo e capo della comunicazione. Un altro nome che circolava nei corridoi è quello del socialdemocratico tedesco Markus Winkler, che era stato assistente e capo-gabinetto dell'ex presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Abbiamo raccolto anche una voce sul possibile capo-gabinetto di Metsola in caso di elezione. Uno dei favoriti sarebbe l'italiano Alessandro Chiocchetti, che viene dal Ppe, ha lavorato nel gabinetto di Antonio Tajani ed è considerato vicino a Welle.

 

Sono quattro i candidati per la presidenza del Parlamento europeo. Oltre a Metsola, ci sono la svedese Alice Kuhnke per i Verdi, il polacco Kosma Złotowski per i Conservatori e riformatori europei e la spagnola Sira Rego per la Sinistra. Questa mattina alle 9.00, i quattro candidati faranno una breve presentazione, Il presidente viene eletto a maggioranza assoluta dei voti validi espressi a scrutinio segreto, ossia il 50 per cento più uno. Se nessuno viene eletto entro il terzo turno, i due candidati con il maggior numero di voti al terzo turno procedono a una quarta e ultima votazione, nella quale viene eletto chi ha il maggior numero di voti. Due anni e mezzo fa Sassoli era stato eletto alla seconda votazione, dopo che alcuni deputati popolari e liberali avevano dirottato i loro voti sui candidati dei Verdi e dei Conservatori e riformatori europei. Metsola “molto probabilmente sarà la prossima presidente”, ha ammesso ieri la verde Kuhnke.

 

Dopo l'elezione del presidente toccherà ai vicepresidenti, Ieri abbiamo dato conto dei candidati dei grandi gruppi. Ieri si sono moltiplicati i pretendenti del campo sovranista. Il candidato dei Conservatori e riformatori europei dovrebbe essere il lettone Roberts Zile. Il gruppo Identità e democrazia presenterà il nome di Mara Bizzotto. Il Fidesz, che siede nei non-iscritti, ha deciso per una candidatura indipendente: Lívia Járóka, che era già stata vice-presidente quando il partito di Viktor Orbán sedeva nel Ppe. Fuori dal campo sovranista, c'è la candidatura indipendente dell'italiano del Movimento 5 stelle, Fabio Massimo Castaldo. I vicepresidenti sono quattordici. Se si aggiungono i candidati dei Verdi e della Sinistra, almeno tre candidati sovranisti o indipendenti rischiano di rimanere delusi.

 

In qualità di prima vicepresidente, ieri Metsola ha presieduto la cerimonia di commemorazione di Sassoli. L'elogio funebre di Enrico Letta ha emozionato, così come il discorso del presidente francese Emmanuel Macron. Ci permettiamo di citare un passaggio di Letta: “La cerimonia di venerdì scorso a Roma è stata un inno all'Europa. Anche nel momento finale, David ci ha lasciato una grande eredità. Quel giorno, con quella bandiera europea, quel sentire tante lingue che si intrecciavano, abbiamo tutti sentito davvero che l'Europa non è solo direttive, istituzioni e acronimi. No. L'Europa sono innanzitutto le sue persone, le sue anime, i suoi cuori. Sì abbracci, emozioni, sorrisi”. E un passaggio di Macron: “L'Europa che difendeva è solidale: solidarietà tra i suoi cittadini, come tra i suoi membri. L'Europa che difendeva è forte, della forza dell'unità”. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, non ha potuto partecipare alla cerimonia. Arrivata a Strasburgo, von der Leyen ha scoperto che il suo autista era stato testato positivo al Covid-19 ed è rientrata di corsa a Bruxelles, dove si è messa in auto-isolamento. Qui le parole che von der Leyen non ha potuto dire.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 18 gennaio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Prime divergenze franco-tedesche sul Patto di stabilità - La riunione dell'Eurogruppo di ieri è stata meno noiosa del previsto, almeno nelle dichiarazioni pubbliche dei ministri delle Finanze della zona euro. Al suo debutto il tedesco Christian Lindner non ha usato la diplomazia a cui aveva abituato il suo predecessore Olaf Scholz, quando ha commentato un'intervista con la quale il francese Bruno Le Maire ha definito “obsolete” le regole sul debito del Patto di stabilità e crescita. “La crescita viene prima della stabilita”, ha detto Le Maire. “Una piccola risposta a Bruno”, ha reagito Lindner: “Bruno e io stesso siamo politici realistici e non siamo dei sognatori su futuri sviluppi del Patto di stabilità”. L'intervento a gamba tesa del debuttante tedesco è arrivato subito dopo. “Ai miei occhi il Patto ha dimostrato la sua flessibilità durante la crisi. Ma ora è il momento di ricostruire cuscinetti fiscali. Abbiamo bisogno di resilienza non solo nel settore privato ma anche nel settore pubblico”, ha spiegato Lindner. L'affondo finale è stato sull'Unione bancaria. La posizione della Germania sulla riduzione dei titoli sovrani nei bilanci delle banche non è cambiata. “Sono molto a favore di ridurre il debito sovrano. E questo è uno dei dettagli importanti per completare l'Unione bancaria per risolvere il problema del nesso con il debito sovrano”, ha detto Lindner.

 

L'Austria vuole guidare la coalizione degli "Stati della responsabilità" - Meno sorpresa ha destato la presa di posizione del nuovo ministro austriaco della Finanze, Magnus Brunner, che si candida a guidare il fronte degli “Stati della responsabilità” per difendere le regole del Patto di stabilità. Questa nuova coalizione, che dovrebbe prendere il posto dei frugali, è stata evocata da Brunner in un'intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung. I potenziali alleati nella zona euro e nell'Ue sono Finlandia, Danimarca e Svezia. Anche Slovacchia, paesi Baltici e Repubblica ceca potrebbero unirsi. “Il debito resta debito, non c'è alcun dubbio. Ed è per questo che ci impegniamo a tornare a regole di bilancio più severe quando la crisi sarà finita”, ha detto Brunner al suo arrivo all'Eurogruppo: Vienna sostiene "con forza il ritorno a una politica finanziaria seria e solida”.

 

Gentiloni cammina su una corda sottile - Il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, si dice "ottimista", ma cammina su una corda sottile, nel momento in cui si riaprono le vecchie fratture sul Patto di stabilità. Secondo Gentiloni, non si devono ripetere “le vecchie discussioni”, ma “affrontare una situazione totalmente nuova per il livello di debito che tutti abbiamo accumulato e l'enorme necessità di investimenti e aiuti per la transizione climatica. “Abbiamo bisogno di stabilità, ma abbiamo anche bisogno di crescita sostenibile”, ha detto Gentiloni. La proposta formale della Commissione sulla revisione delle regole fiscali dovrebbe essere presentata a giugno, quando ci sarà più chiarezza sulle posizioni degli stati membri. Solo allora inizierà il negoziato vero e proprio sulla riforma del Patto di stabilità. La decisione più difficile per Gentiloni arriverà molto prima: l'orientamento di politica fiscale per gli stati membri nel 2023, quando il Patto sarà riattivato e con ogni probabilità non ci saranno ancora le nuove regole. Le linee guida fiscali saranno pubblicate “nelle prossime settimane”, ha annunciato Gentiloni.

 

Il Regno Unito fornisce armi anti-carro all'Ucraina - Il segretario britannico alla Difesa, Ben Wallace, ieri ha annunciato che "alla luce del comportamento sempre più minaccioso della Russia", il Regno Unito ha iniziato a fornire all'Ucraina "un nuovo pacchetto di assistenza per la sicurezza", destinato ad "aumentare le capacità di difesa" di Kiev. La fornitura, partita ieri su un aereo C-17, comprende armi leggere anticarro di nuova generazione. Inoltre, "un piccolo contingente di personale britannico fornirà addestramento iniziale per un breve periodo di tempo", ha spiegato Wallace. Il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, si è detto "profondamente grato con il popolo e il governo del Regno Unito per l'assistenza militare robusta" che apre “un nuovo capitolo della nostra partnership strategica". Nel frattempo, a Kiev rischia di aprirsi un'altra crisi a vantaggio di Mosca: l'ex presidente, Petro Poroshenko, è tornato sperando in un rientro da eroe. Non lo ha avuto, ma ha accusato il presidente, Volodymyr Zelensky, di non garantire all'Ucraina l'unità necessaria per affrontare la Russia. Come spiega sul Foglio Micol Flammini, la tensione tra Poroshenko e Zelensky fa un rumore che piace a Mosca.

 

Truppe russe arrivano in Bielorussia - La Bielorussia ieri ha annunciato che a febbraio terrà esercitazioni militari congiunte con la Russia ai confini con l'Unione europea, in quella che potrebbe diventare una nuova fase dell'escalation della tensione tra Vladimir Putin e l'Occidente. Il segretario del Consiglio di sicurezza bielorusso, Alexander Volfovich, ha spiegato che i soldati e il materiale militare pesante russi hanno già iniziato ad arrivare in Bielorussia. Sui social network sono state diffuse le immagini di treni carichi di veicoli militari. Il leader bielorusso, Alexander Lukashenka, ha parlato di “normali esercitazioni” per far fronte “a un certo scenario per resistere a ovest (Polonia e paesi Baltici) e a sud (Ucraina). Nel frattempo, c'è allarma in Svezia, dove i servizi di intelligence hanno lanciato un'inchiesta su due droni che la scorsa settimana hanno sorvolato due impianti nucleari a Forsmark, a nord di Stoccolma, e Oskarshamn, nel sud est del paese. Alcuni analisti sospettano che dietro ci sia la Russia.

 

Baerbock avverte Putin, ma c'è tensione con l'Ucraina - "Ogni ulteriore atto aggressivo avrà un costo alto per la Russia, economicamente, strategicamente e politicamente", ha detto ieri il ministro tedesco degli Esteri, Annalena Baerbock, durante una conferenza stampa con il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba nel corso di una visita a Kiev. Tuttavia Baerbock non ha chiarito quali sarebbero i costi per Vladimir Putin, né se il governo di Olaf Scholz è pronto a rinnegare Nord Stream 2. Il ministro tedesco ha tuttavia sottolineato la “dimensione geopolitica” del gasdotto. "La diplomazia è l'unica strada", ha detto Baerbock, che ha escluso di fornire armi all'Ucraina. Niente di nuovo, dunque, tranne il nervosismo che sta emergendo a Kiev per l'attitudine tedesca. Sintomo che l'Ucraina non si fida della Germania, Kuleba ha chiesto che "né Berlino né Parigi prendano decisioni sull'Ucraina senza l'Ucraina, o giochino dietro alle nostre spalle nelle relazioni con la Russia". La prima prova ci sarà oggi, quando Baerbock incontrerà il ministro russo degli Esteri, Sergei Lavrov, a Mosca.

 

Gazprom non prenota capacità aggiuntiva per l'Ue - Gazprom ieri non ha prenotato capacità aggiuntiva nei gasdotti che portano il gas russo verso l'Ue attraverso l'Ucraina e la Bielorussia, spingendo verso l'alto il prezzo di riferimento per il mercato europeo. Gazprom ha anche comunicato che i livelli di gas stoccato nei suoi impianti in Europa è del 25 per cento più basso rispetto allo scorso anno e che il 62,6 per cento del gas iniettato durante l'estate è già stato utilizzato.

 

Borrell chiede la liberazione di Navalny - A un anno dall'arresto e dall'incarcerazione di Alexei Navalny, ieri l'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell, ha ribadito la richiesta di “rilascio immediato e incondizionato senza ulteriori ritardi” del leader dell'opposizione russa. “L'Ue è stata chiara nel considerare l'accusa e il verdetto contro Alexei Navalny come politicamente motivati”, ha detto Borrell. Secondo l'Alto rappresentante, la Russia deve “rispettare la misura provvisoria concessa dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per quanto riguarda la natura e la portata del rischio per la vita di Navalny”.

 

Stoltenberg corre in salita per arrivare alla banca centrale norvegese - Il mandato di Jens Stoltenberg come segretario generale della Nato sta volgendo al termine e, nonostante le tensioni con la Russia, l'ex primo ministro norvegese ha puntato gli occhi su un nuovo incarico: presidente della Banca centrale, la Norges Bank, che controlla anche il ricchissimo fondo sovrano della Norvegia. Ma, come spiega il Financial Times, la candidatura sta incontrando una crescente opposizione dopo le rivelazioni delle cene di Stoltenberg con una parte dell'élite norvegese. La principale rivale è Ida Wolden Bache, l'attuale vicepresidente della Banca centrale norvegese. La scelta del nuovo governatore della Norges Bank è attesa per il prossimo mese. Stoltenberg ha assicurato che, anche in caso di nomina, continuerà a guidare la Nato fino alla fine del suo mandato a settembre.

 

La Polonia vuole il suo ambasciatore alla guida dell'allargamento - Il governo nazionalista di Varsavia vuole piazzare il suo ambasciatore presso l'Ue, Andrzej Sadoś, alla testa della direzione generale dell'Allargamento (Dg Near). Come scrive Politico.eu, l'ipotesi crea un certo malessere dentro la Commissione per la coppia che si troverebbe a pilotare una delle politiche più importanti per l'Ue. Il commissario all'Allargamento, Olivér Várhelyi, è già accusato di aver dato una mano al leader nazionalista serbo Milorad Dodik in Bosnia Herzegovina e di aver chiuso un occhio su democrazia e stato di diritto negli altri paesi candidati all'adesione dei Balcani occidentali. Sempre a proposito di Polonia, in un editoriale il Foglio spiega che il governo di Varsavia minaccia il veto ogni volta che sarà possibile, se la Commissione non sbloccherà il piano e i soldi del Recovery, che rimangono in sospeso a causa del conflitto sull'indipendenza della giustizia.

 

Cummings pronto a giurare che Johnson ha mentito sulle feste a Downing Street - L'ex consigliere di Boris Johnson, Dominic Cummings, ieri ha accusato il primo ministro di aver mentito al Parlamento sulle feste a Downing Street. Johnson "sapeva di essere a una festa con dei drink perché gli era stato detto che era una festa con dei drink e in effetti era una festa con dei drink", ha spiegato Cummings sul suo blog a proposito del party a Downing Street del maggio 2020 in pieno lockdown. "Il primo ministro ha mentito al parlamento sulle feste", ha detto Cummings: "Non solo io, ma anche altri testimoni oculari che ne hanno discusso in quel momento testimonierebbero sotto giuramento che questo è quello che è successo". Sul Foglio Paola Peduzzi spiega che il destino di BoJo dipende da Sue Gray, la donna più potente del Regno, di cui probabilmente non avete mai sentito parlare.


 

Accade oggi in Europa

– Parlamento europeo: sessione plenaria (elezione del presidente ed eventualmente dei vicepresidenti)

– Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

– Commissione: conferenza stampa dei commissari Schinas e Gabriel su un pacchetto sull'insegnamento superiore nell'Ue

– Ecofin

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Agenzia europea dei medicinali: conferenza stampa dell'Ema sul Covid

– Eurostat: dati sulla raccolta di latte di mucca del novembre 2021

– Nato: conferenza stampa a Berlino del segretario generale Stoltenberg con il cancelliere Scholz