Europa Ore 7
Macron alza i toni con Putin. Sarà la volta buona?
Il commissario Hahn chiede continuità sul governo in Italia e voterà contro la proposta della Commissione sulla tassonomia. L'Ue cambia approccio alla pandemia e punta alla libertà dei vaccinati. Conto alla rovescia per le elezioni in Portogallo
“Non possiamo che constatare che la Russia sta diventando una potenza di disequilibrio nel Caucaso, ai confini dell'Europa e in qualche altra regione”, ha spiegato il presidente francese. Se “tutti i canali” del dialogo “devono essere usati”, ha comunque lanciato un avvertimento: “Se dovesse esserci un'aggressione, la risposta ci sarà e il costo sarà molto elevato”
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ieri ha alzato i toni con il suo omologo russo, Vladimir Putin, accusando Mosca di “una moltiplicazione di atti di destabilizzazione nei confronti dei paesi che facevano parte dell'Unione Sovietica”. Pur ribadendo la sua volontà di “dialogo esigente” e di un negoziato su “un nuovo ordine di sicurezza e stabilità in Europa”, è la prima volta dall'inizio della crisi attorno all'ucraina che Macron usa parole così dure nei confronti della Russia. “Non possiamo che constatare che la Russia sta diventando una potenza di disequilibrio nel Caucaso, ai confini dell'Europa e in qualche altra regione”, ha spiegato Macron in una conferenza stampa con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Il presidente francese ha menzionato la destabilizzazione di Putin in “Moldavia, Ucraina, Bielorussia e nel Caucaso” e i conflitti ibridi con “gli attacchi cyber, l'uso della minaccia della migrazione, le manovre militari”. Se “tutti i canali” del dialogo “devono essere usati”, Macron ha comunque lanciato un avvertimento: “Se dovesse esserci un'aggressione, la risposta ci sarà e il costo sarà molto elevato”. Sarà la volta buona?
Come spieghiamo sul Foglio, Francia, Germania e Italia si ritrovano isolate nell'Unione europea, dove una maggioranza di paesi (dell'est e del nord) vuole preparare sanzioni sufficientemente forti da scoraggiare un'aggressione di Putin. Le trattative continuano. La Germania frena. La Francia ha una posizione ambigua. Un'intesa dentro l'Ue e con gli Stati Uniti sulle sanzioni è più vicina, ma non c'è ancora. La linea del dialogo difesa finora da Macron e Scholz, così come dall'Italia, nasconde interessi politici ed economici. Ieri a Berlino il presidente francese e il cancelliere tedesco hanno insistito sul dialogo per arrivare a una de-escalation. Oggi a Parigi si terrà una riunione del formato Normandia (Francia, Germania, Russia e Ucraina) a livello di funzionari. In conferenza stampa Scholz ha parlato a lungo del ruolo che può giocare l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ricordando il suo ruolo nella “politica di distensione” durante la Guerra fredda. Macron ha annunciato che venerdì parlerà al telefono con Putin. Ma un conto è parlare con un pacchetto di sanzioni pronto, un altro è il dialogo fine a sé stesso, che finora non ha portato a un calo delle tensioni.
Sul potenziale successo della diplomazia incombe un grande interrogativo che occupa le menti dei diplomatici a Bruxelles e nelle capitali: Putin ha una via di fuga per poter innescare la marcia indietro? Le sue richieste alla Nato di chiudere le porte all'Ucraina e ad altri potenziali candidati sono inaccettabili per l'Ue (Svezia e Finlandia sono infuriate). La sua pretesa di ritirare le truppe Nato dai paesi dell'est che ne sono membri non è negoziabile. Putin ha bisogno di rivendicare una vittoria per non invadere l'Ucraina. Sul Foglio Micol Flammini spiega che ci sono due vie di fuga e un calendario per Putin. Tra le ipotesi ci sono il riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass (ipotesi giudicata poco credibile a Bruxelles) e lo stazionamento delle truppe russe in Bielorussia dove già si trovano per condurre esercitazioni. Ma lo stesso Macron ha ammesso di non sapere se Putin possa uscire nel vicolo cieco dell'escalation in cui si è infilato da solo. “C'è uno stato finale (un punto di caduta, ndr) che non è visibile” ed “è preoccupante per gli europei”, ha detto Macron.
Sempre sul Foglio Paola Peduzzi spiega come i megafoni sovranisti in Europa si sono messi al servizio della propaganda russa: da Zemmour a Carlson, dicono che è l'occidente a far salire la tensione, a inviare truppe, a minacciare sanzioni e, dunque, a costringere Mosca a difendersi per forza di cose. A proposito, la commissione speciale del Parlamento europeo sulle interferenze straniere e la disinformazione ieri ha pubblicato il suo rapporto finale. Secondo il documento, le opinioni pubbliche e i governi europei sono inconsapevoli della gravità della minaccia posta da regimi autocratici stranieri, in particolare Russia e Cina. L'insufficienza di sistemi di difesa ha reso più facile per attori malevoli di colpire infrastrutture critiche, condurre cyber attacchi, reclutare ex politici e propagare la polarizzazione nel dibattito pubblico. La commissione speciale del Parlamento europeo chiede di istituire un regime di sanzioni speciali dell'Ue contro la disinformazione.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 26 gennaio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Il commissario Hahn chiede continuità sul governo in Italia - Il commissario al Bilancio, l'austriaco Johannes Hahn, ieri ha rotto il silenzio che si era imposta la Commissione di Ursula von der Leyen sull'elezione del presidente della Repubblica. In un'intervista a Marco Bresolin della Stampa, Hahn ha detto di auspicare "continuità" in Italia e che "la situazione continui così com'è perché vorremmo che i soldi fossero ben spesi". Sono i soldi europei del Recovery fund. Il messaggio di Hahn è stato interpretato come l'auspicio che Mario Draghi resti alla presidenza del Consiglio, anche se in realtà l'austriaco non lo ha detto esplicitamente. Ma le sue parole confermano i timori degli ambienti comunitari per il rischio di destabilizzazione del governo in caso di elezione di Draghi al Quirinale.
Hahn voterà contro la proposta della Commissione sulla tassonomia - Il commissario Hahn ha anche annunciato che ha intenzione di votare contro la proposta di tassonomia della Commissione se, come previsto dalla bozza, sarà inclusa l'energia nucleare. “Se rimane com'è ora, allora parliamo di un periodo transitorio (per il nucleare) che è in realtà molto di più di 100 anni”, ha detto Hahn alla Stampa e a un gruppo di altri giornali europei: “Non considero questo come transizione”. Le sue critiche si aggiungono a quelle di Germania, Austria (il paese di Hahn), Lussemburgo, Spagna e della Piattaforma sulla finanza sostenibile. La discussione dentro il collegio dei commissari si annuncia tesa. Ma non è la prima volta che Hahn decide di votare in dissenso dagli altri commissari.
L'Ue cambia approccio alla pandemia e punta alla libertà dei vaccinati - Meno attenzione ai colori della mappa del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), più importanza alla status vaccinale delle persone: sono queste le fondamenta della Raccomandazione sui viaggi approvata ieri dai ministri per gli Affari europei dell'Ue, che dovrebbe servire da base per il nuovo approccio sulle restrizioni alla libera circolazione durante la pandemia. Lo strumento principale è sempre il Certificato Covid dell'Ue. Ma le persone completamente vaccinate (e con il booster dopo 9 mesi) non dovrebbero più essere infastidite con obblighi di test. Le persone non vaccinate, per contro, saranno sottoposte a tamponi (in partenza o arrivo) e quarantena, in particolare se provengono dalle zone rosse e rosso scuro. Anche la classificazione delle regioni cambia. La nuova mappa dell'Ecdc non si fonderà solo sull'incidenza dei positivi in una settimana, ma anche sul tasso vaccinale delle regioni o degli stati membri.
La Danimarca cancella le restrizioni e declassa la gravità del Covid-19 per la società - La Raccomandazione dell'Ue sui viaggi è anche un segnale della volontà di riapertura di gran parte degli stati membri, malgrado l'aumento dei casi dovuti alla variante Omicron. Il governo danese oggi dovrebbe annunciare che il 31 gennaio toglierà tutte le restrizioni sul Covid-19, perché gli ospedali sono in grado di gestire l'ondata di positivi Omicron. Con una popolazione di meno di 6 milioni di abitanti, la Danimarca ha registrato quasi 1 milioni di casi negli ultimi due mesi, praticamente il doppio che nei 18 mesi precedenti. Ma il numero di ricoveri negli ospedali è rimasto stabile e i pazienti in terapia intensiva sono diminuiti. Ieri sono stati registrati 46.950 nuovi casi, ma le persone ricoverate erano appena 918, di cui 44 in terapia intensiva. Cosa ancor più significativa: secondo il quotidiano Jyllands-Posten, il governo riclassificherà il Covid-19 come una malattia che non costituisce più una minaccia per la società.
I Paesi Bassi riaprono bar e ristoranti - Il governo di Mark Rutte ha deciso la riapertura di bar e ristoranti, allentando ulteriormente il mini-lockdown che era stato introdotto a dicembre nei Paesi Bassi per fronteggiare la variante Omicron. La decisione è stata presa malgrado il record di contagi dall'inizio della pandemia (in media 52.303 al giorno nell'ultima settimana). “Stiamo prendendo un rischio”, ha detto Rutte: “Stiamo facendo un grande passo per sbloccare i Paesi Bassi nel momento in cui il numero di infezioni stanno sfondando il tetto”. Il 14 gennaio, il governo Rutte aveva già riaperto i negozi non essenziali e servizi come i parrucchieri. Il lockdown ha permesso di guadagnare tempo per lanciare la terza dose: domenica il 56,6 per cento delle persone adulte avevano ricevuto il booster. Gli ingressi in terapia intensiva sono crollati dell'80 per cento dal picco di dicembre.
Bulgaria e Ungheria i paesi dell'Ue più corrotti - Transparency International ieri ha pubblicato il suo Indice di Percezione della Corruzione (CPI), che misura la percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica in 180 paesi di tutto il mondo, L'indice si fonda sull’opinione di esperti, che assegnano una valutazione che va da 0 per i paesi ritenuti molto corrotti a 100 per quelli considerati “puliti”. L'Italia ha guadagnato 14 punti dal 2012 a oggi e ora si colloca al 42o posto su 180 paesi. Nella classifica dell'Ue, gli stati membri considerati più corrotti sono la Bulgaria (78esimo posto con 42 punti) e l'Ungheria (73esimo posto con 43 punti), seguiti da Romania (66esimo), Croazia (63esimo) Grecia (58esimo), Slovacchia (56esimo) e Repubblica Ceca (49esimo). I paesi meno corrotti nell'Ue (e nel mondo) sono la Danimarca e la Finlandia, entrambe con 88 punti.
Il 16 febbraio la sentenza sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto - La Corte di giustizia dell'Ue ha annunciato che si pronuncerà il 16 febbraio sul ricorso presentato dai governi di Polonia e Ungheria contro il meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto, che permette di sospendere i fondi dell'Ue ai paesi che violano i principi fondamentali. Il regolamento, seppur in vigore, non è stato ancora applicato dalla Commissione, in attesa della pronuncia dei giudici di Lussemburgo. In caso di via libera, l'aspettativa è che Ursula von der Leyen invii contestazioni formali ai governi di Varsavia e Budapest poche settimane dopo la decisione della Corte di giustizia dell'Ue. A meno che la presidente della Commissione non preferisca aspettare le elezioni legislative in Ungheria, che si terranno a inizio aprile. Il calendario politico influenza anche le discussioni sulla procedura dell'articolo 7 contro Polonia e Ungheria. La presidenza francese dell'Ue ha deciso di tenere un dibattito sulla Polonia al Consiglio Affari generali di febbraio, rinviando quello sull'Ungheria a maggio. Il ministro francese, Clément Beaune, ieri si è giustificato spiegando che è “buona pratica” lasciare che la campagna elettorale si svolta senza polemiche sulle procedure sullo stato di diritto.
Conto alla rovescia per le elezioni in Portogallo - A proposito di elezioni, i portoghesi sono chiamati alle urne domenica per rinnovare il Parlamento, dopo le dimissioni del governo del socialista Antonio Costa seguite alla rottura con i suoi alleati di sinistra, il Blocco di Sinistra e il Partito comunista. I sondaggi degli ultimi dieci giorni sono stati amari per Costa. Se fino a metà gennaio il suo Partito socialista stava allungando, ora i conservatori del Partito socialdemocratico stanno recuperando. Due degli ultimi cinque sondaggi danno i conservatori leggermente in testa, mentre un terzo prevede un sostanziale pareggio. Gli altri due sondaggi vedono, invece, i socialisti con un vantaggio dal 3,9 al 5,6 per cento, ma senza maggioranza in Parlamento. A causa dall'avanzata del partito di estrema destra Chega, nessuna delle due formazioni potrebbe riuscire a formare una coalizione maggioritaria. Sul Foglio Marcello Sacco spiega che il Portogallo vota tra pandemia, crisi a sinistra e alleanze difficili.
Un uomo alla presidenza della commissione Donne del Parlamento - Ieri il Parlamento europeo ha proseguito l'esercizio di rinnovamento delle presidenze delle sue commissioni. La verde tedesca Anna Cavazzini è stata confermata alla presidenza della commissione Mercato interno. Due sono le novità. La prima è l'elezione di un uomo, il polacco Robert Biedroń, come nuovo presidente della commissione Donne, dove prende il posto della socialdemocratica austriaca Evelyn Regner. Biedroń nel 2001 era stato uno dei fondatori dell'organizzazione Campagna contro l'Omofobia, nel 2019 ha fondato il partito progressista Wiosna ("Primavera"), poi confluito nell'alleanza di centrosinistra Lewicka ("La Sinistra"). L'altra novità è l'elezione del francese Younous Omarjee, eletto con il partito di estrema sinistra La France Insoumise e iscritto al gruppo della Sinistra, come presidente della commissione Regionale.
Accade oggi in Europa
– Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
– Commissione: conferenza stampa dei commissari Vestager e Breton sul digitale nel prossimo decennio
– Commissione: discorso del commissario Gentiloni nella Giornata internazionale delle dogane
– Commissione: il commissario Varhelyi in visita a Kiev in Ucraina
– Servizio europeo di azione esterna: riunione ministeriale Ue-G5 Sahel
– Presidenza francese dell'UE: riunione informale dei ministri dell'Istruzione
– Consiglio: riunione del Coreper
– Comitato delle regioni: sessione plenaria (dibattito sull'agricoltura con il commissario Wojciechowski)
– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sull'abuso di posizione dominante di Intel nel mercato dei microprocessori; sentenza nella causa Leonardo contro Frontex su un appalto di droni marittimi
– Eurostat: dati sull'elettricità da rinnovabili nel 2020