Europa Ore 7
L'impossibile dilemma inflazione per la Bce
Scontro dentro la Commissione sulla tassonomia: cresce il malumore per il metodo von der Leyen, verdi, Socialisti e Cdu-Csu contro. I depositi di Gazprom in Europa al 16 per cento e il ponte navale del gas. Gli Usa inviano altri 2 mila soldati in Ue, pronta a uscire dal Mali
“Il rialzo ha un impatto sulla crescita e il potere d'acquisto dei cittadini. Per questo i ministri delle Finanze sono naturalmente preoccupati”, ha detto ieri il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe
Per quanto tempo la Banca centrale europea potrà fare finta di niente di fronte all'impennata dell'inflazione? Ieri Eurostat ha pubblicato la sua stima flash sull'aumento dei prezzi di gennaio: lo scorso mese l'inflazione annuale della zona euro è stata del 5,1 per cento, in ulteriore aumento rispetto al 5,0 per cento registrato in dicembre. La speranza di un raffreddamento dei prezzi, dopo alcuni segnali in questo senso in Germania e Spagna, è andata in fumo. Così, oggi, Christine Lagarde e i suoi colleghi del Consiglio dei governatori della Bce si trovano confrontati a un dilemma: non modificare nulla della politica monetaria ultra accomodante oppure seguire la strada della Federal Reserve e della Banca d'Inghilterra iniziano a immaginare una stretta sui tassi? Gran parte degli analisti ritiene che in conferenza stampa Lagarde confermerà lo status quo, giustificandosi con il fatto che l'inflazione di fondo – esclusi energia e alimentari – sta calando. Ma il dibattito nel Consiglio dei governatori oggi rischia di trasformarsi in un ring tra colombe e falchi. E, come spiega il Financial Times, i mercati scommettono contro la promessa di Lagarde di non alzare i tassi per tutto il 2022.
“Il rialzo dell'inflazione ha un impatto sulla crescita e il potere d'acquisto dei cittadini. Per questo i ministri delle Finanze sono naturalmente preoccupati”, ha detto ieri il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, in un'audizione davanti al Parlamento europeo. Donohoe è stato costretto ad abbandonare la narrazione della transitorietà dell'aumento dei prezzi che era stata utilizzata dall'Eurogruppo e dalla Bce nella seconda metà del 2021. I fattori che spingono i prezzi verso l'alto “ci stanno mettendo più tempo a scomparire rispetto a quanto previsto”, ha detto Donohoe, riferendosi all'impennata dell'energia e ai problemi alle catene di approvvigionamento. Tra gli aumenti in bolletta e quelli al supermercato, sempre più governi iniziano a sentire la pressione politica dell'inflazione. Del resto l'Eurogruppo ha avuto una discussione tesa sulla questione nella sua riunione di gennaio. Ma Donohoe non si è discostato dalla linea che dovrebbe difendere Lagarde nella conferenza stampa di oggi: “Non ci sono effetti significativi di secondo impatto (sui salari) e ci si aspetta un graduale ribasso dell'inflazione a partire da quest'anno”. Nelle scorse settimane Lagarde ha spiegato che la Bce non aumenterà i tassi nel corso del 2022 perché si aspetta che l'inflazione si attesti al 2 per cento alla fine dell'anno.
Il problema è che il dilemma della Bce sull'inflazione appare irrisolvibile. Da un lato, c'è l'impatto dell'aumento dei prezzi sul potere d'acquisto dei cittadini, con tutto lo scontento politico che questo genera. Le classi medie e quelle più basse soffrono e le disuguaglianze si allargano. Una serie di aumenti salariali non sarebbe la soluzione, perché rischia solo di alimentare una spirale con l'inflazione. Dall'altro, la Bce non può muoversi troppo in fretta e con troppa energia per raffreddare i prezzi. Non solo una stretta della politica monetaria avrebbe un impatto negativo sulla ripresa economica in corso, ma anche e soprattutto ci sarebbero conseguenze sul debito pubblico di alcuni stati membri come l'Italia. Sui mercati i rendimenti dei titoli sovrani sono già cresciuti.
Il grande non-detto della strategia post pandemia è la monetizzazione dei debiti accumulati dai governi negli ultimi due anni. Non potendola fare alla luce del sole perché vietato dal trattato, la Bce attua la monetizzazione in modo molto discreto con acquisti di titoli e tassi bassi, mentre l'inflazione erode la montagna di debito. Ma un conto è lasciare andare l'inflazione al 3 per cento per un po', un altro è il 5 per cento di dicembre e gennaio. Come ha detto al Monde, Eric Dor, direttore dell'Ieseg, "il sostegno della banca centrale sembra abbastanza indispensabile, altrimenti si rischia di dirigersi verso una crisi del debito sovrano".
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 3 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Scontro dentro la Commissione sulla tassonomia - La Commissione europea ieri ha presentato la sua proposta per inserire gas e nucleare nella tassonomia, la classificazione degli investimenti sostenibili che dovrebbero contribuire a realizzare gli obiettivi del Green deal. Fatto raro: il collegio dei commissari si è spaccato. Tre commissari di paesi contrari al nucleare (l'austriaco Johannes Hahn, lo spagnolo Josep Borrell e la portoghese Elisa Ferreira) hanno votato contro. Ma, durante il dibattito, altri quattro commissari hanno sollevato obiezioni, criticando il metodo usato della presidente, Ursula von der Leyen, e alcune scelte finali. E non commissari qualsiasi, ma pesi massimi: l'olandese Frans Timmermans (che è il responsabile per il Clima), la danese Margrethe Vestager, il belga Didier Reynders e l'italiano Paolo Gentiloni. Dopo la discussione, von der Leyen ha chiesto chi votava contro, in tre hanno alzato la mano, e la tassonomia è stata approvata senza tenere conto delle criticità sollevate dai quattro. Gentiloni è riuscito comunque a far inserire un chiarimento nel testo per specificare che la classificazione riguarda non solo l'energia sostenibile, ma anche quelle di transizione.
Cresce il malumore per il metodo von der Leyen - Parte dello scontro interno alla Commissione sulla tassonomia è dovuto al metodo usato da Ursula von der Leyen. La presidente ha scelto di gestire direttamente il dossier, accentrando le decisioni nel suo gabinetto, fondamentalmente per due ragioni. Primo, per gli interessi del suo paese: la Germania sta per spegnere le sue ultime tre centrali nucleari e, con l'uscita dall'energia atomica, ha bisogno di molto gas per continuare a tenere le luci accese e far girare l'industria. L'unica modifica sostanziale della bozza sulla tassonomia che la Commissione aveva inviato alle capitali il 31 dicembre va incontro a una richiesta del governo tedesco: allungare i tempi entro cui le centrali a gas devono rispettare alcuni parametri. La seconda ragione dell'accentramento da parte di von der Leyen è che la proposta sulla tassonomia è il frutto di un “grande scambio” tra Francia e Germania: Parigi ha avuto il nucleare, Berlino ha ottenuto il gas e, nonostante le proteste di alcune capitali, sarà praticamente impossibile arrivare alla maggioranza di 20 stati membri necessaria al Consiglio dell'Ue per bocciare la proposta della Commissione. Ma i compromessi politici hanno “un prezzo: la mancanza totale di credibilità della tassonomia perché per alcuni finanziatori la tassonomia sarà inutilizzabile”, ci ha spiegato l'eurodeputato verde olandese, Bas Eickhout. La commissaria ai Mercati finanziari, Mairead McGuinness, ci ha invece risposto che l'accusa di “greenwashing” è ingiustificata: la tassonomia “riconosce per la necessità” di gas e nucleare “nella transizione”.
Verdi, Socialisti e Cdu-Csu contro la tassonomia di Ursula - Il Parlamento europeo ha la possibilità di rigettare l'atto delegato sulla tassonomia proposto ieri dalla Commissione. Con la pubblicazione della proposta scatta un periodo di tempo di quattro mesi, prorogabili di altri due, entro cui il Consiglio e il Parlamento europeo possono esprimersi per bocciarla. L'eurodeputato verde tedesco, Michael Bloos, ci ha spiegato che attualmente ci sono circa 250 deputati pronti a votare contro. Per il rigetto serve la maggioranza assoluta, ma “c'è una situazione molto dinamica”, ha detto Bloos. I Socialisti e Democratici hanno già detto che, “per come stanno le cose ora, non possiamo sostenere l'atto delegato”. Il voto contrario dell'estrema sinistra è già acquisito. La sorpresa viene dal Partito popolare europeo, dove si moltiplicano le voci in dissenso. L'eurodeputato della Cdu. Peter Liese, che è portavoce del Ppe per l'Ambiente, negli scorsi giorni aveva consigliato alla Commissione di ritirare la proposta di atto delegato. Ieri il capo-delegazione della Csu, Markus Ferber, ha avvertito che il voto al Parlamento europeo “non sarà in alcun modo un esercizio a prova di fuoco”. Quanto a Renew, ufficialmente il gruppo liberale seguirà la linea pro nucleare di Emmanuel Macron. Ma Bas Eickhout ci ha assicurato che “alcuni membri individuali” voteranno contro.
La tassonomia divide il governo Draghi - In un editoriale Il Foglio spiega che la tassonomia pone un problema anche per il governo di Mario Draghi in Italia, che dovrà chiarire la posizione della maggioranza e fare scelte difficili sulla strategia energetica. Il voto di Paolo Gentiloni a favore della proposta della Commissione è contro la linea espressa dal Partito democratico e dal Movimento 5 stelle. "L'inclusione del nucleare è per noi radicalmente sbagliata. E il gas non è il futuro", aveva detto Enrico Letta il 5 gennaio. "Il nucleare e il gas non fanno parte di quel futuro di cambiamento, sostenibilità e tutela ambientale che va incentivato", gli ha fatto eco Giuseppe Conte il giorno dopo. Nelle riunioni dell'Ue degli scorsi mesi, il ministro Roberto Cingolani ha sempre appoggiato l'inclusione di gas e nucleare, anche se di nuova generazione. Dentro la coalizione di governo sono Lega, Forza Italia e Italia Viva a sostenere il nucleare nella tassonomia. Ieri gli eurodeputati di Matteo Salvini hanno applaudito la Commissione e chiesto che il governo Draghi “segua la stessa direzione”. Conte, invece, ha promesso di contrastare “questa soluzione in tutte le sedi”. Oltre al Parlamento europeo, c'è la sede del governo.
I depositi di Gazprom in Europa al 16 per cento - La proposta della Commissione sulla tassonomia è condizionata anche dalla crisi dei prezzi dell'energia che sta attraversando l'Ue. La Russia continua a usare il gas come mezzo di pressione sulla crisi attorno all'Ucraina. Ieri, davanti alla commissione Industria del Parlamento europeo, la commissaria Kadri Simson ha rivelato che “i depositi di gas della Gazprom in Europa sono pieni al 16 per cento”. Inoltre, “vi sono dei trend peculiari rispetto alle forniture di metano dei gasdotti che collegano l'Ue alla Russia attraverso la Polonia e l'Ucraina, dato che sono pieni al 50 per cento rispetto alla media degli scorsi anni”, ha spiegato Simson.
Il ponte navale del gas per l'Europa - Nella sua audizione, Simson ha anche spiegato che le forniture di Gas naturale liquefatto (GNL) “hanno in parte compensato la riduzione di gas proveniente dai gasdotti russi”. Merito soprattutto degli Stati Uniti, che stanno mettendo un piedi un ponte aereo – in realtà navale – di gas verso l'Europa per salvarla dal rischio freddo. Oggi è giovedì ed esce il nuovo numero della rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini spiegano quanto freddo può sentire l’Ue, percorrendo i percorsi del gas verso l'Europa per capire cosa può accadere se Putin interrompe le forniture.
Gli Usa inviano altri 2 mila soldati in Europa - Il presidente americano, Joe Biden, ha ordinato il dispiegamento di 2 mila soldati per rafforzare le difese della Nato in Europa in risposta alla minaccia di invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Le truppe americane saranno inviate in Polonia e Germania. Altri 1.000 soldati saranno spostati dalla Germania alla Romania. Nel frattempo, Il presidente francese, Emmanuel Macron, ieri ha annunciato che parlerà "nelle prossime ore" con Biden e non ha escluso una visita a Mosca per trovare una soluzione diplomatica. "Non escludo niente", ha detto Macron. Anche il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha annunciato che "presto" farà una visita a Mosca. Per contro, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha deciso di volare a Helsinki oggi, dopo che la Finlandia (ma anche la Svezia e l'Irlanda) hanno ricevuto dalla Russia una lettera con richieste di garanzie di sicurezza. El Pais, invece, ha pubblicato le lettere con cui Stati Uniti e Nato hanno risposto alle richieste della Russia.
L'Ue si prepara a uscire dal Mali - Mentre l'attenzione è tutta concentrata sulla Russia, il Mali sta diventando un'altra crisi imbarazzante per l'Ue. I contingenti europei stanno lasciando il paese per i contrasti con la giunta golpista che esige regole più strette per la missione militare dell'Ue e spalanca le porte ai mercenari russi della compagnia privata Wagner. Sul Foglio Daniele Raineri spiega la situazione del contingente italiano, che dal 14 gennaio aveva raggiunto la piena operatività, celebrata con un volo sopra la base in Mali e la bandiera nazionale esposta dagli elicotteri. L'Ue sta lavorando anche a un pacchetto di sanzioni contro la giunta golpista.
Marine Le Pen finanziata da una banca ungherese - Nel 2014 si era rivolta a una banca della Russia di Vladimir Putin, otto anni dopo è nell'Ungheria di Viktor Orbán che Marine Le Pen ha ottenuto un prestito da 10,6 milioni di euro per finanziare la sua campagna per le elezioni presidenziali. La leader del Rassemblement National non ha voluto svelare i dettagli, usando come scusa una "clausola di confidenzialità" che le vieterebbe di dare il nome della banca ungherese. Il premier Orbán aveva accolto a braccia aperte Le Pen a Budapest nell'ottobre dello scorso anno. I due si sono rivisti in occasione dei vertici dei partiti nazionalisti a Varsavia a inizio dicembre e a Madrid a fine gennaio. Sul Foglio Mauro Zanon spiega tutto quel che si sa del prestito ungherese di Le Pen.
Gli unionisti violano il Protocollo irlandese sulla Brexit - Il ministro dell'Agricoltura dell'Irlanda del nord, l'unionista Edwin Poots, ha annunciato l'interruzione di tutti i controlli sanitari e fitosanitari sui prodotti in provenienza dalla Gran Bretagna, in quella che appare come una violazione del Protocollo irlandese sulla Brexit. La decisione è arrivata nel momento in cui l'Ue e il governo di Boris Johnson stanno cercando un accordo su come mettere in pratica il Protocollo, alleggerendo controlli e verifiche doganali. Il Sinn Féin ha reagito durante, ricordando che "il Protocollo è la legge". Il ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney, ha avvertito che interrompere i controlli è "una violazione del diritto internazionale" e denunciando "giochetti politici" da parte degli unionisti, che rischiano di minare lo spirito di compromesso emerso di recente nei negoziati tra Bruxelles e Londra.
Accade oggi in Europa
Banca centrale europea: conferenza stampa della presidente Lagarde, dopo la riunione del Consiglio dei governatori
Presidenza francese dell'Ue: riunione informale dei ministri della Giustizia e degli Affari interni
Commissione: visita della presidente von der Leyen in Finlandia
Commissione: discorso della presidente von der Leyen all'evento "Masters of Digital 2022" organizzato da DigitalEurope
Commissione: discorso del commissario Gentiloni alla conferenza NextGenerationEU y el reto de la recuperación sostenida
Commissione: visita del commissario Várhelyi a Baku, in Azerbaijan
Parlamento europeo: la presidente Metsola incontra il premier olandese, Mark Rutte, e il premier della Macedonia del nord, Dimitar Kovachevski
Parlamento europeo: audizione pubblica alla commissione Industria sull'Identità digitale europea
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Agenzia europea dei medicinali: conferenza stampa dell'Ema sul Covid
Corte di giustizia dell'Ue: conclusione nella causa della Repubblica ceca contro la Polonia sulla miniera di Turow
Eurostat: prezzi alla produzione industriale di dicembre 2021