Europa Ore 7
L'ultima speranza sulla Russia è Scholz
La Polonia si prepara all'ondata dei rifugiati ucraini; Orbán minaccia di uscire dall'Ue; un altro niente di fatto sul Protocollo irlandese della Brexit. Il Convoglio della (non) libertà arriva a Bruxelles, la CoFoE vuole un esercito europeo, ma mantenendo quelli nazionali
A quanto ci è stato riferito il messaggio che il cancelliere della Germania porterà domani a Mosca, dopo una tappa oggi a Kiev per incontrare Volodymyr Zelensy, sarà di fermezza. Per Berlino questa visita è un vero test di credibilità
Olaf Scholz si trova di fronte alla prima grande sfida di politica estera da quando ha assunto l'incarico di cancelliere della Germania, nel momento in cui si prepara a incontrare Vladimir Putin per cercare di convincere il presidente russo a rinunciare a un'invasione dell'Ucraina. Da venerdì Stati Uniti e Unione europea si stanno preparando a un'intervento militare della Russia su vasta scala, che potrebbe avere inizio già questa settimana. La gravità della situazione è emersa dalle dichiarazioni pubblicate a seguito di una videoconferenza convocata da Joe Biden con i principali alleati europei e i leader delle istituzioni comunitarie. La minaccia di sanzioni senza precedenti, la solidarietà con l'Ucraina, le iniziative diplomatiche degli ultimi giorni, la visita di Emmanuel Macron a Mosca, le telefonate di Joe Biden o altri leader occidentali non hanno portato risultati. "Potremmo essere sull'orlo della guerra in Europa", ha detto il ministro tedesco dell'Economia, Robert Habeck. Il faccia a faccia Scholz-Putin è considerato da molti l'ultima possibilità per evitare la guerra.
Sul Foglio oggi Giuliano Ferrara (bentornato!) spiega le minacce di Putin e l'Europa di nuovo in ballo sull'abisso: l’invasione dell’Ucraina sarebbe un salto nel vuoto anche per la Russia, ma il vuoto strategico dell’occidente è così grande, e la difficoltà delle democrazie di imporsi sui poteri illiberali è così forte, da far temere a giusto titolo l’inimmaginabile. Nel fine settimana le nostre fonti hanno usato aggettivi come "critica", "seria", "molto grave" per qualificare la situazione.
A quanto ci è stato riferito il messaggio che Scholz porterà domani a Mosca, dopo una tappa oggi a Kiev per incontrare Volodymyr Zelensy, sarà di fermezza. Scholz avvertirà Putin di non sottovalutare l'unità occidentale e la forza delle sanzioni che colpiranno la Russia in caso di invasione. Dopo una conversazione con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, il presidente lituano, Gitanas Nauseda, ha annunciato che le azioni aggressive della Russia in Ucraina e Bielorussia dovrebbero essere discusse al vertice Ue-Africa di questa settimana. Nel frattempo la maggior parte dei paesi europei ha chiesto ai suoi cittadini di lasciare l'Ucraina. Alcuni paesi hanno iniziato a ridurre la loro presenza diplomatica. Anche l'Ue ha fatto la stessa scelta. "Le nostre missioni diplomatiche non stanno chiudendo. Rimangono a Kiev e continuano a operare in sostegno ai cittadini dell'Ue e in cooperazione con le autorità ucraine", ha spiegato l'Alto rappresentante, Josep Borrell. Ma "la presenza del personale (diplomatico) e i consigli di viaggio ai cittadini dell'Ue sono aggiustati come necessario per tenere conto delle circostanze di sicurezza", ha detto Borrell.
Per la Germania la visita di Scholz è un vero test di credibilità. L'aggressività di Putin e il conflitto irrisolto in Ucraina fanno parte del lato oscuro dell'eredità di Angela Merkel. Anni di politica di appeasement nei confronti di Mosca, destinati a preservare gli interessi energetici ed economici tedeschi, si stanno rivelando controproducenti. Frank-Walter Steinmeier, che ieri è stato rieletto presidente della Repubblica federale, è l'incarnazione dell'ambiguità della Germania e di un certo pentimento. Da ministro degli Esteri di Angela Merkel, Steinmeier ha mantenuto la Ostpolitik cara al partito socialdemocratico sin dai tempi Gerhard Schroeder, rifiutando un approccio più duro nei confronti di Mosca. E' Steinmeier che ha promosso gli accordi di Minsk II, comprese le interpretazioni favorevoli alla Russia che permetterebbero a Mosca di avere un veto sulle scelte di politica estera dell'Ucraina. Nel febbraio del 2021, da presidente della Repubblica, Steinmeier aveva provocato rabbia a Kiev e tra gli alleati per aver giustificato il gasdotto Nord Stream 2 con le atrocità naziste nell'Unione Sovietica durante la Seconda guerra mondiale. Ieri, nel suo discorso di insediamento davanti alla Convenzione federale che lo aveva appena rieletto, Steinmeier ha usato parole durissime nei confronti di Putin: "Siamo in pieno pericolo di un conflitto militare: una guerra nell'Europa dell'est" e "la Russia ha la responsabilità di questo". Steinmeier ha lanciato un appello a Putin per "allentare la corda attorno al collo dell'Ucraina e cercare con noi un percorso che preservi la pace in Europa" e ha detto al presidente russo di "non sottovalutare la forza delle democrazie".
Eppure la tentazione russa dell'establishment tedesco è fortissima anche in questo momento di rischio di guerra. L'ex cancelliere, Gerhard Schroeder, oltre a essere appena stato nominato dalla Russia per entrare a far parte del consiglio di amministrazione di Gazprom, rilascia interviste per difendere Putin e accusare l'Ucraina della crisi in corso. Lo Spiegel questa settimana racconta quel che ruota attorno all'ex cancelliere stipendiato da Putin. Parte dell'establishment economico tedesco va nella stessa direzione. Ieri Rainer Seele, il presidente della Camera di commercio russo-tedesca, ha chiesto al governo di non adottare sanzioni che possano compromettere progetti economici comuni. "Anche nelle ore più buie della Guerra fredda, l'economia tedesca è sempre stata un ponte tra la Germania e l'Unione Sovietica", ha detto Seele alla Dpa. La lobby a favore dell'appeasement è forte anche in Austria, Ungheria e Italia.
Con la Germania, Austria, Ungheria e Italia sono i tre paesi che hanno frenato di più dentro il Consiglio dell'Ue nei negoziati per preparare nuove sanzioni contro la Russia. Berlino è riuscita a togliere dal tavolo l'ipotesi di escludere i russi dal sistema di pagamenti internazionali Swift. Il ministro austriaco degli Esteri, Alexander Schallenberg, si è detto contrario a colpire Nord Stream 2. "Non accetteremo alcuna decisione che sia contraria agli interessi dell'Ungheria", ha detto sabato il premier ungherese, Viktor Orbán. L'Italia ha soprattutto insistito sui rischi delle sanzioni per la sua economia, creando una certa irritazione tra i partner. Ma il comunicato stampa di venerdì di Palazzo Chigi dopo la videoconferenza con Biden lascia intravedere un approccio più duro: ora Mario "Draghi sostiene l’opportunità di sanzioni gravi, pur continuando a sperare in un utile dialogo".
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di lunedì 14 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
La Polonia si prepara all'ondata dei rifugiati ucraini - Il ministero polacco dell'interno, Mariusz Kaminski, ieri ha annunciato che il governo di Varsavia si sta preparando a "vari scenari" di afflusso di rifugiati in caso di attacco della Russia contro l'Ucraina. Alle autorità regionali è stato chiesto di indicare i luoghi dove accogliere i rifugiati, il numero di persone che è possibile alloggiare, i costi e il tempo necessario a prepararli. Le strutture dovrebbero essere pronte in appena 48 ore. A gennaio il governo di Varsavia aveva evocato la possibilità di un milioni di rifugiati dall'Ucraina in caso di guerra. Attualmente gli ucraini non hanno bisogno del visto per entrare nell'Ue. Una fonte dell'Ue ci ha spiegato che, tra i piani d'emergenza in caso di guerra, c'è anche la possibilità di “sospendere” il regime di liberalizzazioni dei visti per l'Ucraina.
Orbán minaccia di uscire dall'Ue - Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha usato il discorso sullo Stato della Nazione sabato per lanciare la sua campagna elettorale in vista del voto del 3 aprile con duri attacchi all'opposizione e all'Unione europea. Niente di veramente nuovo, se non un un passaggio molto duro e ambiguo del suo discorso che lascia intendere una minaccia di uscire dall'Ue, seguendo la strada del Regno Unito con la Brexit. Orbán ha accusato l'Ue di condurre "una jihad dello stato di diritto" contro l'Ungheria. "Vogliamo tenere l'Ue unita, ecco perché abbiamo ripetutamente fatto offerte di tolleranza. Non ci aspettiamo che adottino la politica migratoria ungherese o la politica familiare ungherese, la politica estera o nazionale ungherese, ma non possono aspettarci che adottiamo le loro politiche". Per Orbán, "l'Ue deve andare avanti, non indietro". Il suo portavoce Zoltan Kovacs ha negato che le parole del premier suggeriscano l'uscita dall'Ue. Ma si può stare insieme e andare avanti con degli jihadisti?
Un altro niente di fatto sul Protocollo irlandese della Brexit - Niente di fatto nel terzo incontro di persona tra il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, e il ministro britannico degli Esteri, Liz Truss, venerdì a Londra sul Protocollo irlandese. I due "hanno concordato sulla necessità di progressi nei loro colloqui nell'interesse dei cittadini dell'Irlanda del nord, di stare in stretto contatto e che i funzionari continueranno discussioni intense nei prossimi giorni", dice la dichiarazione congiunta di Sefcovic e Truss. E' la più breve dichiarazione mai pubblicata e, secondo alcuni osservatori, potrebbe essere un segnale positivo. Truss avrebbe accettato il principio di controlli sulle merci che arrivano dalla Gran Bretagna in Irlanda del nord, anche se rimangono divergenze su quali e quanti prodotti devono essere controllati e con quali modalità. Questa settimana potrebbe rivelarsi decisiva.
La CoFoE vuole un esercito europeo, ma mantenendo quelli nazionali - Uno dei quattro panel dei cittadini della Conferenza sul futuro dell'Europa, quello incaricato di discutere di politica estera e migrazione, ha terminato i suoi lavori ieri a Maastricht, luogo quanto mai simbolico trent'anni dopo la firma dell'omonimo trattato. I duecento partecipanti hanno approvato quaranta delle quarantasei raccomandazioni proposte. Come spiega Brahim Maarad dell'Agi, che sta seguendo i lavori della CoFoE passo a passo, non sono mancate sorprese: i partecipanti hanno dato la loro benedizione a un esercito europeo, ma hanno respinto un esercito sovranazionale per sostituire quelle nazionali. Bocciati anche i corridoi umanitari, il riconoscimento dei rifugiati climatici e il modello danese sui ghetti che fissa un limite del 30 per cento per i residenti stranieri nei quartieri.
Il Convoglio della (non) libertà arriva a Bruxelles - La polizia di Bruxelles ha chiesto ai cittadini di non recarsi in automobile nella capitale a causa delle perturbazioni possibili causate dall'arrivo del cosiddetto "Convoglio della libertà". Nel momento in cui l'Europa si riapre, questi militanti “no vax”, che prima erano “no mask” e prima ancora “no lockdown”, si sono ispirati alle contestazioni in Canada, dove una minoranza di camionisti hanno bloccato la capitale Ottawa e alcuni valichi di frontiera con gli Stati Uniti per protestare contro obblighi vaccinali. Libertà? A Parigi, dove parte dei militanti del Convoglio è riuscito ad aggirare il divieto di entrare nella capitale, la libertà si è trasformata in scontri con la polizia. A Bruxelles, al di là delle difficoltà per accedere a Bruxelles o all'aeroporto di Zaventem, alcuni ospedali hanno annunciato che potrebbero avere problemi a ricevere i pazienti per la loro collocazione geografica.
La Svizzera boccia il divieto di sperimentazione animale - I cittadini svizzeri ieri hanno bocciato in un referendum l'iniziativa che voleva vietare la sperimentazione animale e umane da parte delle case farmaceutiche con un risultato schiacciante: il 79 per cento di “no”. Su quattro quesiti, altri tre sono stati bocciati: l'abolizione del prelievo della tassa di bollo sulle emissioni di capitale a carico delle società e il pacchetto da 151 milioni di franchi aiuti a sostegno dei media. Il “sì” è prevalso solo per l'iniziativa referendaria contro la pubblicità per il tabacco, che dunque sarà vietata in luoghi dove può essere vista da bambini.
Il calendario della settimana in Europa
Lunedì 14 febbraio
– Presidenza francese dell'Ue: riunione informale dei ministri del Commercio
– Presidenza francese dell'Ue: riunione informale dei ministri del Lavoro, dell'occupazione e degli affari sociali
– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sui 20 anni dell'euro, il rapporto annuale della Bce, il benessere animale, il rapporto annuale del Mediatore europeo, una strategia europea per le rinnovabili offshore)
– Commissione: la presidente von der Leyen riceve il presidente della Colombia Ivan Duque Marquez
– Banca centrale europea: la presidente Lagarde partecipa alla sessione plenaria del Parlamento europeo per il dibattito sul rapporto annuale della Bce
– Eurostat: stime sul riciclaggio di rifiuti urbani nel 2020
Martedì 15 febbraio
– Presidenza francese dell'Ue: riunione informale dei ministri del Lavoro, dell'occupazione e degli affari sociali
– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sulla strategia europea nella lotta contro il cancro, lo scandalo di spionaggio Pegasus contro politici, giudici, avvocati e giornalisti negli stati membri dell'Ue, le relazioni Ue-Africa, il rapporto annuale sulla politica estera e di sicurezza, il rapporto annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo)
– Parlamento europeo: discorso solenne del presidente della Colombia, Ivan Duque Marquez
– Parlamento europeo: conferenze stampa dei gruppi S&D, Verdi, la Sinistra, Ppe e Renew
– Commissione: riunione del collegio dei commissari
– Commissione: discorso del commissario Gentiloni al Business Forum Ue-Africa
– Commissione: la commissaria Urpilainen riceve il presidente della Costa d'Avorio, Alassane Ouattara
– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
– Eurostat: stima flash di Pil e occupazione nel quarto trimestre del 2021; dati sul commercio internazionale di merci nel dicembre 2021
– Nato: conferenza stampa del segretario generale, Jens Stoltenberg, sulla ministeriale Difesa
Mercoledì 16 febbraio
– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul ricorso di Ungheria e Polonia contro il meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto
– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sulle relazioni Ue-Russia, lo stato di diritto nell'Ue e le conseguenze della sentenza della Corte di giustizia, le priorità dell'Ue per la 66a sessione della Commissione Onu sullo status delle donne, un approccio armonizzato dell'Ue alle misure di viaggio)
– Parlamento europeo: conferenza stampa dei deputati Sarvamaa, Gardiazabal Rubial, Cseh e Freund sulla sentenza della Corte di giustizia dell'Ue sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto
– Presidenza francese dell'Ue: riunione informale dei ministri responsabili dello Spazio
– Commissione: la presidente partecipa all'evento "Vaccine Equity for Africa" organizzato da BioNTech a Marburg
– Commissione: visita del vicepresidente Timmermans a Hanoi in Vietnam (fino al 18 febbraio)
– Consiglio: riunione del Coreper; riunione del Comitato politico e di sicurezza
– Banca centrale europea: riunione di politica non-monetaria del Consiglio dei governatori
– Eurostat: dati sulla produzione industriale a dicembre del 2021; dati sull'eccesso di mortalità fino a dicembre del 2021; dati sul latte nel 2021; dati sulla percentuale di combustibili fossili nell'energia disponibile nel 2020
– Nato: riunione dei ministri della Difesa
Giovedì 17 febbraio
– Summit Unione Europea-Unione Africana
– Commissione: la presidente von der Leyen riceve il presidente dell'Egitto, Abdel Fattah El-Sisi, e il premier ceco, Petr Fiala
– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sui diritti umani nelle Filippine, la pena di morte in Iran, la crisi politica in Burkina Faso, la protezione dei lavoratori dai rischi dell'esposizione a cancerogeni, gli eventi meteorologici estremi nella Penisola Iberica)
– Parlamento europeo: conferenza dei presidenti
– Banca centrale europea: la presidente Lagarde partecipa alla riunione dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali del G20
– Banca centrale europea: pubblicazione del bollettino economico
– Agenzia europea dei medicinali: conferenza stampa dell'Ema sul Covid-19
– Eurostat: dati sulla popolazione di bestiame del 2021; dati sul commercio di merci Ue-Africa nel 2021
– Nato: riunione dei ministri della Difesa
Venerdì 18 febbraio
– Summit Unione Europea-Unione Africana
– Commissione: il commissario Gentiloni partecipa alla riunione dei ministri delle Finanze del G20
– Commissione: discorsi dei commissari Johansson e Simson alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco
– Consiglio: riunione del Coreper
– Banca centrale europea: la presidente Lagarde partecipa alla riunione dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali del G20
– Commissione: stima flash sulla fiducia dei consumatori a febbraio
– Eurostat: webinar sui dati sulla catena alimentare europea
– Eurostat: dati sulla bilancia dei pagamenti a dicembre del 2021; dati sulla produzione nel settore delle costruzioni di dicembre 2021
Sabato 19 febbraio
– Commissione: discorso della presidente von der Leyen alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco
– Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante, Josep Borrell, partecipa alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco