Europa Ore 7
Ue e Nato si preparano all'attacco di Putin
Draghi salta il summit Ue-Africa, diritti delle donne e vaccini in bilico nella dichiarazione finale e Borrell mette in dubbio la missione di addestramento dell'Ue in Mali. Zemmour a parità con Pecresse e Le Pen, lo scandalo di spionaggio in Spagna
Di fronte alla minaccia di guerra contro l'Ucraina, “occorre mantenere la nostra strategia di deterrenza ferma in questo momento” e “non mostrare debolezze”, ha avvertito il presidente del Consiglio, Mario Draghi
Il Consiglio europeo è pronto ad adottare un pacchetto di dure sanzioni contro la Russia, dopo che il cauto ottimismo di martedì sulla possibilità di uscire dalla crisi sull'Ucraina attraverso la strada diplomatica si è trasformato in profondo pessimismo ieri. Gli Stati Uniti, l'Unione europea e la Nato hanno accusato la Russia di continuare l'escalation militare e di aver cercato di organizzare un'operazione nel Donbass che possa servire da pretesto per un'invasione. “Non abbiamo visto alcun segno finora di de-escalation sul terreno. Al contrario vediamo che il rafforzamento continua. Abbiamo bisogno di fatti per credere alle parole che sono state dette”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha riunito i capi di stato e di governo dell'Ue in un mini-vertice. “L'unità europea è forte e senza falle. Agiremo per proteggere la pace, la sicurezza, la stabilità e difendere i nostri valori”, ha detto Michel al termine dell'incontro. Di fronte alla minaccia di guerra contro l'Ucraina di Vladimir Putin, “occorre mantenere la nostra strategia di deterrenza ferma in questo momento” e “non mostrare debolezze”, ha avvertito il presidente del Consiglio, Mario Draghi.
Andiamo con ordine. Il cauto ottimismo era emerso martedì dopo l'incontro a Mosca tra Putin e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Il presidente russo aveva promesso di seguire la strada del dialogo e della diplomazia. Il Cremlino aveva anche annunciato un ritiro parziale delle truppe. Sono passati due giorni e le informazioni di intelligence non mostrano segnali di de-escalation. Anzi. “Abbiamo prove di aumento dei combattimenti e pesanti bombardamenti in alcune zone della linea del fronte”, ha spiegato l'Alto rappresentante, Josep Borrell: “Abbiamo notato molta disinformazione da parte russa per creare un'atmosfera di un presunto attacco da parte degli ucraini in questa parte dell'Ucraina. Se si aggiunge a questo il fatto che la Duma ha votato per chiedere al presidente Putin di riconoscere le cosiddette repubbliche indipendentiste del Donbass, tutto il pacchetto aumenta le nostre preoccupazioni. Sicuramente siamo molto più preoccupati”, ha detto Borrell. Sul Foglio Micol Flammini spiega come i filorussi bombardino per provocare una risposta dell'esercito ucraino.
Dopo la riunione ministeriale della Nato, il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, ha spiegato che “prima di un attacco ci aspettiamo di vedere cyber attacchi, attività di false flag, un incremento della retorica nello spazio informativo. E iniziamo a vedere sempre più questo”. Oltre a altri soldati e aerei, l'intelligence dice che la Russia ha portato al fronte anche “scorte di sangue”, ha spiegato Austin. I segnali di un'invasione piccola o grande si stanno accumulando. Entro “qualche giorno”, ha detto il presidente americano, Joe Biden. Sul Foglio Daniele Raineri spiega tutte le volte che la Russia ha detto una cosa e ha fatto il contrario prima di una guerra: i precedenti sono brutti.
Nel mini-vertice di ieri von der Leyen ha presentato ai capi di stato e di governo le grandi linee delle sanzioni che l'Ue potrebbe adottare in caso di attacco. “Pacchetto di sanzioni pronto per colpire duramente la Russia: farà del male a tutta la sua economica. Il Consiglio europeo agirà rapidamente”, ha detto la premier estone, Kaja Kallas: “Credo che sarà la madre di tutte le sanzioni” e “questa volta i costi saranno molto, molto più alti” rispetto alle sanzioni adottate dall'Ue dopo l'annessione della Crimea e il sostegno ai separatisti del Donbass. Una fonte ci ha spiegato che Michel è pronto a convocare un Consiglio europeo straordinario in qualsiasi momento in caso di attacco della Russia. “Se ci sarà un attacco russo convocherò immediatamente il Consiglio Affari esteri”, ha detto Borrell: "sono sicuro che il Consiglio potrà approvarla anche se è richiesta unanimità”. L'incertezza maggiore riguarda il premier ungherese, Viktor Orbán, che ieri era assente dal mini-vertice per ricevere il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, a Budapest.
L'Ue spera ancora nella diplomazia. "Chiediamo alla Russia di procedere alla de-escalation. Abbiamo bisogno di segnali tangibili e visibili effetti sul terreno", ha detto Michel. Draghi ha rivelato che si sta lavorando a un suo viaggio a Mosca e che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha chiesto a lui e ad altri leader dell'Ue di cercare di organizzargli un faccia a faccia con Putin. Nel frattempo la Russia ha inviato a Washington le sue risposte alle risposte americane alle richieste di sicurezza russe. Oltre a fermare l'allargamento della Nato, Mosca non accetta di ritirare truppe da alcune aree del suo territorio e chiede il ritiro di tutte le forze e armi americane dai paesi dell'Europa centrale e orientale. Nel documento, inoltre, il Cremlino annuncia una risposta con “misure tecniche e militari”.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 18 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Draghi salta il summit Ue-Africa per minacciare le dimissioni a Roma - Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, non ha partecipato al summit che si è aperto ieri tra Unione europea e Unione africana. Dopo il mini-vertice informale dei leader Ue su Russia e Ucraina, Draghi è rientrato a Roma per seguire le attività di governo in vista del Consiglio dei ministri di domani. E che attività! Sul Foglio Luciano Capone e Valerio Valentini spiegano che Draghi, dopo in incontro con Sergio Mattarella, ha messo sul tavolo le sue dimissioni per cercare di rimettere ordine nella maggioranza: “Così non va, io non ci sto”. L'intervento che avrebbe dovuto fare Draghi al summit con l'Africa, durante una tavola rotonda sulla finanza, è stato letto dal presidente francese, Emmanuel Macron.
Diritti delle donne e vaccini in bilico nella dichiarazione finale - La cerimonia di apertura del summit tra Ue e Africa non ha riservato sorprese, che invece potrebbero arrivare dalla dichiarazione finale dell'incontro, oggetto di negoziati fino all'ultimo minuto. Sono tre i temi controversi. Il primo riguarda i diritti delle donne, in particolare quelli riproduttivi, con una strana alleanza tra i paesi africani e gli stati membri ultraconservatori dell'Ue (Polonia e Ungheria) contrari a ogni riferimento nel testo. Il secondo sono i vaccini, con il Sud Africa che insiste per inserire l'impegno di abolire la protezione della proprietà intellettuale, cosa inaccettabile per l'Ue che punta sulla cooperazione per il trasferimento di tecnologia. Il terzo sono gli idrocarburi, con gli africani che vogliono vedere riconosciuta l'importanza di petrolio e gas, nonostante la transizione climatica dell'Ue. In un editoriale il Foglio spiega che, tra promesse di 150 miliardi di investimenti e conflitti latenti, c'è un'aria di dejà vu: forse è necessaria una nuova relazione, completamente diversa, con i paesi africani.
Borrell mette in dubbio la missione di addestramento dell'Ue in Mali - Dopo l'annuncio del ritiro della Francia dal Mali, anche l'Ue potrebbe decidere di ritirare la sua missione di addestramento dei militari nel paese. L'alto rappresentante, Josep Borrell, ieri ha annunciato di aver spedito a Bamako degli inviati “per verificare con le autorità in che condizioni e con quali garanzie potremmo considerare la possibilità di mantenere o non mantenere la nostra missione di addestramento che lavora lì”. Borrell ha spiegato che “la risposta arriverà nei prossimi giorni”.
Il surplus commerciale dell'Ue con l'Africa scende a 4 miliardi di euro - Nell'Ue nel 2021 c'è stato un aumento di 21 miliardi di euro delle esportazioni verso l'Africa rispetto al 2020, così come un incremento di 41 miliardi delle importazioni dall'Africa, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat in occasione del summit tra Unione europea e Unione africana. Il surplus commerciale dell'Ue con l'Africa è stato di 4 miliardi, il livello più basso dal 2014. Gli stati membri che registrano il surplus maggiore sono Belgio (6 miliardi di euro), Repubblica ceca e Germania (poco meno di 2 miliardi). I paesi in deficit commerciale sono la Spagna (9 miliardi) e l'Italia (6 miliardi).
Il 17 per cento della forza lavoro è lavoratore online - Secondo l'Istituto sindacale europeo Etui (il centro di ricerca della Confederazione sindacale europea), nel 2021 quasi 50 milioni di cittadini europei lavoravano in settori legati a internet come principale fonte di reddito, ma in condizioni precarie e con entrate basse. La ricerca di Etui, che si basa su un sondaggio condotto in 14 stati membri dell'Ue, rivela che lo scorso anno c'erano 47,5 milione di persone che hanno lavorato per servizi mediati attraverso piattaforme, applicazioni o siti web, che hanno venduto prodotti online o che hanno affittato alloggi online. Ma il numero di lavoratori delle piattaforme in realtà è molto più basso: Etui stima che 12 milioni di persone abbiano lavorato nel 2021 per piattaforme digitali. Secondo la ricerca, gran parte dei lavoratori delle piattaforme lo fa solo in modo sporadico, entrando e uscendo dal mercato del lavoro off-line. Per la vasta maggioranza dei lavoratori (85 per cento), il lavoro per le piattaforme fornisce meno di metà del reddito annuale e spesso molto meno. Solo un piccolo gruppo di lavoratori dipende unicamente dal lavoro per le piattaforme per i propri redditi: il 7,5 per cento dei professionisti che lavorano da remoto, il 7 per cento dei dipendenti sul posto e l'11 per cento dei driver.
Addio vignette per i camion, solo tariffe (ecologiche) per le autostrade - Il Parlamento europeo ieri ha approvato definitivamente la nuova regolamentazione sulle tariffe che gli stati membri possono imporre ai camion, ma anche a autobus, furgoni e auto che viaggiano sulle strade della rete di trasporto transeuropea. Non c'è un obbligo di far pagare i veicoli ma, se lo fanno, gli stati membri dovranno seguire le nuove regole comunitarie. La principale novità è la scomparsa di vignette o bolle: la tariffazione stradale dovrà passare da un modello basato sul tempo a un sistema basato sulla distanza o i chilometri effettivi. I principi per le tariffe saranno "chi inquina paga" e "chi utilizza paga". Gli stati membri dovrebbero ridurre considerevolmente le tariffe per i veicoli a zero o basse emissioni. L'eliminazione delle vignette sarà graduale, con un periodo transitorio di otto anni dall'entrata in vigore della direttiva. C'è tuttavia un'eccezione che potrebbe far aggirare i nuovi principi: le vignette potranno essere mantenuti per parti specifiche della rete stradale in se la nuova modalità di tariffazione è sproporzionata rispetto alle entrate previste con il sistema precedente.
Sanzioni in vista per il deputato che ha fatto il saluto fascista - L'episodio ha scioccato l'aula del Parlamento europeo mercoledì: un deputato bulgaro del gruppo dei Conservatori e riformatori europei, Angel Dzhambazki, ha fatto un saluto nazista lasciando la plenaria dopo aver attaccato l'italiano Sandro Gozi nel dibattito su una sentenza della Corte di giustizia dell'Ue sullo stato di diritto. Dzhambazki ha definito l'episodio "una piccola incomprensione" perché la mano alzata era un gesto per "scusarsi" con la presidenza per il suo intervento duro. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, potrebbe decidere di sanzionare Dzhambazki sulla base dell'articolo 10 del regolamento, che prevede che i deputati devono comportarsi sulla base dei "valori e principi previsti nei trattati, e in particolare la Carta dei diritti fondamentali. I membri devono rispettare la dignità del Parlamento e non danneggiare la sua reputazione".
Fratelli d'Italia per errore tecnico a favore della maternità surrogata - Spulciando i processi verbali della sessione plenaria del Parlamento europeo di questa settimana, abbiamo scovato un voto di Fratelli d'Italia che ci ha lasciato di stucco. I deputati erano chiamati a votare sulla relazione annuale dei diritti umani e della democrazia nel mondo. Al paragrafo 60 il Parlamento europeo condanna “la pratica commerciale della maternità surrogata, un fenomeno globale che espone le donne di tutto il mondo allo sfruttamento e alla tratta di esseri umani prendendo di mira, al contempo, soprattutto le donne finanziariamente e socialmente vulnerabili”. Il testo chiede “un quadro giuridico europeo per affrontare le conseguenze negative della maternità surrogata a fine commerciali”. Il gruppo di estrema destra Identità e democrazia aveva chiesto di cancellare la parola “commerciale” e l'espressione a “fini commerciali” per condannare ogni forma di maternità surrogata. Fratelli d'Italia ha votato nell'altra direzione. La delegazione del partito di Giorgia Meloni ha poi diffuso una nota alle agenzie, spiegando che si tratta di un “errore tecnico”. Insomma, il balzo progressista di FdI non c'è stato. Da notare che praticamente tutti gli italiani sono contro la maternità surrogata: le delegazioni della Lega, del Movimento 5 Stelle, del Partito Democratico, di Forza Italia e di Italia Viva hanno votato compattamente contro. Gli ex grillini passati ai Verdi si sono astenuti, mentre Carlo Calenda ha votato per mantenere la condanna solo a fini commerciali.
Zemmour a parità con Pecresse e Le Pen - Eric Zemmour, polemista e candidato di estrema destra alle presidenziali in Francia, per la prima volta vede la possibilità di accedere al secondo turno alle elezioni di aprile. Secondo un sondaggio OpinionWay. Emmanuel Macron è nettamente in testa al primo turno con il 24 per cento delle intenzioni di voto. Dietro di lui sono appaiati i tre candidati della destra e dell'estrema destra, tutti con il 15 per cento: Valérie Pécresse dei Républicains, Marine Le Pen del Rassemblement National e Zemmour. Anche il candidato dell'estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon, che ha ottenuto l'appoggio di Ségolène Royal, sta recuperando terreno, con l'11 per cento delle intenzioni di voto. Il candidato comunista Fabien Roussel è dato al 5 per cento con il verde Yannick Jadot. La sinistra tradizionale precipita al 3 per cento di intenzioni di voto per Christiane Taubira e Anne Hidalgo. Sul Foglio Mauro Zanon spiega perché sono sempre di più i lepenisti che passano con Zemmour.
In Spagna uno scandalo di spionaggio provoca la rottura tra i popolari Casado e Ayuso - In Spagna è scoppiato un enorme scandalo dentro il Partito popolare (Pp), dopo che il leader Pablo Casado è stato accusato di aver organizzato un'operazione di spionaggio contro la stella nascente Isabel Díaz Ayuso. Il Pp ha assunto degli investigatori privati per raccogliere informazioni sul fratello di Ayuso, che è la presidente della regione di Madrid, per scoprire i suoi legami con una società che ha ottenuto un contratto da 1,5 milioni nel 2020 dall'amministrazione della capitale spagnola. "Non avrei mai immaginato che il mio partito agisse in modo così crudele e ingiusto con me", ha detto Ayuso in una conferenza stampa. Il tesoriere del Pp, Teodoro Garcia Egea, ha annunciato un procedimento disciplinare contro la presidente della regione di Madrid. Ayudo ha accusato Casado di aver ordito un piano per distruggerla politicamente.
Accade oggi in Europa
– Summit Unione Europea-Unione Africana
– Summit Ue-Africa: conferenza stampa di Michel, von der Leyen, Macron, Cyril Ramaphosa e Tedros Adhanom Ghebreyesus sui primi beneficiari della tecnologia mRNA grazie al trasferimento di tecnologia
– Commissione: il commissario Gentiloni partecipa alla riunione dei ministri delle Finanze del G20
– Commissione: discorsi dei commissari Johansson e Simson alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco
– Consiglio: riunione del Coreper
— Banca centrale europea: la presidente Lagarde partecipa alla riunione dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali del G20
– Commissione: stima flash sulla fiducia dei consumatori a febbraio
– Eurostat: webinar sui dati sulla catena alimentare europea
– Eurostat: dati sulla bilancia dei pagamenti a dicembre del 2021; dati sulla produzione nel settore delle costruzioni di dicembre 2021