Europa Ore 7
L'Ue può farcela con un embargo sul petrolio russo
Zelensky cerca di scuotere la Germania con il richiamo all'Olocausto e Stati Uniti e Ue accusano la Russia di fingere di negoziare. Macron presenta un programma da 50 miliardi l'anno, l'ex premier bulgaro Borissov arrestato e i falchi della Bce di nuovo alla carica dopo i dati sull'inflazione
"l'Europa può farcela senza le forniture petrolifere russe, ma dovranno essere affrontati notevoli problemi di coordinamento e logistici"
L'Unione europea può fare a meno del petrolio e del carbone russi imponendo un embargo come hanno fatto Stati Uniti e Canada per smettere di finanziare la guerra di Vladimir Putin in Ucraina? Il think tank Bruegel, il più ascoltato nelle istituzioni dell'Ue, ha risposto positivamente in una ricerca pubblicata ieri: gli europei possono interrompere le forniture di petrolio e carbone, anche se ci saranno un aumento significativo dei prezzi e problemi logistici considerevoli (usando un po' più i mezzi pubblici). "Se fermare le importazioni russe di gas sarebbe difficile e costoso, ma fattibile, probabilmente sarà meno doloroso per l'Ue gestire una interruzione completa di importazioni di petrolio e carbone russi", dice il documento firmato da Ben McWilliams, Giovanni Sgaravatti, Simone Tagliapietra e Georg Zachmann. Nel momento in cui i ventisette iniziano a discutere di un quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia e Putin intensifica i bombardamenti contro la popolazione civile in Ucraina, la questione dell'embargo sul petrolio sta tornando d'attualità. Un gruppo di stati membri – ancora minoritario – lo ha chiesto esplicitamente. Ma sempre più capitali hanno smesso di escludere a priori lo stop alle importazioni petrolifere.
"Uno stop alle importazioni di petrolio dalla Russia comporterà un aumento dei prezzi del petrolio per l'Europa, ma i mercati globali garantiranno all'Europa tutto il petrolio per cui è disposta a pagare e alla fine i mercati si riequilibreranno", hanno spiegato i ricercatori del Bruegel. Secondo loro, "l'Europa può farcela senza le forniture petrolifere russe, ma dovranno essere affrontati notevoli problemi di coordinamento e logistici. L'Europa e gli Stati Uniti dovrebbero stringere un patto energetico transatlantico per rendere disponibili capacità di riserva dirette e indirette". Inoltre, serviranno "sforzi diplomatici congiunti nei confronti dei produttori dell'Opec" per aumentare produzione e forniture. In ogni caso "qualsiasi deficit" di petrolio "a breve termine può essere soddisfatto dalle grandi scorte di petrolio e prodotti e attivando piani del governo per ridurre significativamente la domanda". Tra le misure che i governi dovrebbero prendere in considerazione: incoraggiare il trasporto pubblico (anche rendendo i servizi gratuiti nei fine settimana) e campagne per incoraggiare il car sharing. Se non funzionassero, “potrebbero essere necessarie misure più severe come restrizioni su quando alcuni veicoli possono circolare”.
Per ora non è previsto che il quinto pacchetto di sanzioni includa l'embargo sul petrolio. I ministri degli Esteri si vedranno lunedì. L'obiettivo è chiudere le falle che esistono sui precedenti pacchetti di sanzioni. I ventisette dovrebbero anche decidere se concedere altri 500 milioni di euro dalla Peace Facility per finanziare le forniture di armi all'Ucraina. Secondo quanto ci è stato riferito, una maggioranza di stati membri non vuole l'embargo sul petrolio per timore che i prezzi vadano alle stelle e che la Russia decida di fermare le esportazioni di gas verso l'Ue. Ma diversi diplomatici ci hanno anche detto che se Putin “farà qualcosa di grosso” (un massacro di civili o l'uso di armi di distruzione di massa), i calcoli cambierebbero. L'embargo potrebbe toccare non solo il petrolio, ma anche il gas. Inoltre le due banche rimaste fuori dal bando da Swift – Sberbank e Gazprombank – potrebbero essere incluse.
I ventisette sono anche alle prese con le difficoltà a trovare una risposta comune all'aumento del prezzo dell'energia. La Commissione presenterà delle opzioni solo all'inizio della prossima settimana (lunedì o martedì). Non ci sarà tempo per un lavoro serio da parte di sherpa e ambasciatori in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì. I due temi principali riguardano il disaccoppiamento dei prezzi di gas ed elettricità e l'imposizione di un tetto al prezzo per il mercato all'ingresso. Su entrambi si scontrano due filosofie e due gruppi di paesi che la vedono all'opposto. L'Italia ha presentato una proposta in base alla quale l'Ue dovrebbe fissare il prezzo massimo del gas, che però non ha convinto almeno metà degli stati membri. L'unico punto su cui potrebbe esserci una svolta è l'acquisto comune di gas. La Germania, che finora si è opposta, potrebbe cambiare posizione perché ha constatato un aumento del prezzo per la corsa agli acquisti di paesi Ue ed extra-Ue.
Nel frattempo, il Belgio è sul punto di rinunciare all'uscita dal nucleare nel 2025, nonostante la presenza al governo dei Verdi che avevano ottenuto nell'accordo di coalizione la chiusura delle ultime centrali. A novembre il governo di Alexander De Croo aveva approvato il cosiddetto “Piano A” che prevedeva l'uscita completa dal nucleare nel 2025 grazie a nuove centrali a gas, ma lasciando la porta aperta al “Piano B” in caso di problemi. Il “Piano B” prevede il prolungamento della vita di due reattori oltre il 2025. Il ministro dell'Energia, la verde Tinne Van der Straeten, ieri ha confermato che ci sono già stati dei “contatti” con il gruppo Engie per preservare 2 GW di nucleare. Oggi si riunirà il governo belga in forma ristretta (il cosiddetto Kern) e la questione del nucleare sarà affrontata nell'ambito della guerra in Ucraina. Un documento riservato interno ha rivelato che il governo sta pensando di prolungare la vita delle due centrali nucleari fino al 2035 e di adottare un piano da 8 miliardi di euro per accelerare la transizione energetica.
Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 18 marzo, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Zelensky cerca di scuotere la Germania con il richiamo all'Olocausto - Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ieri ha chiesto al cancelliere tedesco, Olaf Scholz, di tirare giù il muro della guerra di Vladimir Putin che separa l'Ucraina dall'Europa, supplicandolo di dare un senso alla frase “mai più” che da 80 anni viene ripetuta come una formula vuota. “Ogni anno i politici dicono 'mai più', ma vedo che queste parole non valgono niente. In questo momento un intero popolo viene distrutto in Europa”, ha detto Zelensky in un discorso al Bundestag. Il presidente ucraino non ha risparmiato critiche al governo Scholz e ai suoi predecessori. I deputati del Bundestag si sono alzati in piedi, hanno applaudito a lungo e sono passati oltre mettendosi a dibattere di obbligo vaccinale come se la guerra fosse una parentesi. Anche la risposta di Scholz, via Twitter, è stata gelida: “La Russia continua la sua guerra crudele ogni giorno, con perdite terribili. Ci sentiamo obbligati a fare di tutto per fare in modo di dare una chance alla diplomazia e la guerra possa finire”. In un editoriale il Foglio spiega che il cancelliere tedesco non solo non ha voluto ascoltare la supplica di Zelensky, ma rispondendo con un “Give peace a chance” non ha appreso la lezione dell'Ucraina: con Putin la diplomazia non ha chance. Per chi è interessato il discorso di Zelensky al Bundestag può essere letto (in inglese) qui. Sempre sul Foglio Paola Peduzzi spiega che "mai più" non vuol dire "più niente": di fronte allo sfacelo di Mariupol c'è l'obbligo umanitario.
Stati Uniti e Ue accusano la Russia di fingere di negoziare - Da due giorni non si fa che parlare di un possibile compromesso tra Russia e Ucraina. Sul Foglio abbiamo pubblicato in esclusiva la bozza della potenziale tregua e la reazione speranzosa di mezza Unione europea. L'altra metà è molto scettica. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ieri ha accusato la Russia di far finta di negoziare. In serata il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha detto che non ci sono segnali secondo cui Vladimir Putin è "pronto a fermare" la guerra. "La diplomazia ovviamente richiede che entrambe le parti si impegnino in buona fede per la de-escalation", ma "le azioni che vediamo la Russia sta compiendo ogni giorno, virtualmente ogni minuto ogni giorni, sono in totale contrasto con qualsiasi sforzo diplomatico serio per porre fine alla guerra". Blinken ha spiegato che la Russia potrebbe ricorrere all'uso di armi chimiche accusando l'Ucraina per giustificare l'escalation dei suoi attacchi.
Michel pensa a una conferenza dei donatori per ricostruire l'Ucraina - "Questa guerra deve fermarsi il più presto possibile", ma "sarà importante sostenere l'Ucraina finanziariamente per ricostruire il paese", ha detto ieri il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, alla radio polacca Rmf 24: "Sarà cruciale lanciare una conferenza internazionale dei donatori in stretto coordinamento con il governo e le autorità ucraine". Michel non ha voluto dire se considera Vladimir Putin un criminale di guerra. "Non accettiamo l'impunità", ma "crediamo nel diritto internazionale" e sarà responsabilità della giustizia internazionale di qualificare la natura dei crimini". Nel frattempo, però, l'urgenza è subito. Sul Foglio Micol Flammini spiega come può cambiare la guerra nei prossimi dieci giorni: è il lasso di tempo che Mosca ha a disposizione per superare lo stallo e rifornirsi di uomini e mezzi. Questo periodo va sfruttato dagli occidentali per dare all'Ucraina tutto quello che serve per difendersi.
Sinkevičius lancia l'allarme ambiente per la guerra in Ucraina - Il commissario all'Ambiente, Virginijus Sinkevičius, ieri ha detto che è urgente “far fronte alle minacce enormi per l'ambiente causate dalla guerra” in Ucraina, “incluse quelle dalle radiazioni nucleari". La riunione di ieri del Consiglio Ambiente è stata dedicata soprattutto al Green deal e alla questione energia. Ma Sinkevičius ha voluto ricordare che la situazione nelle centrali nucleari in Ucraina costituisce un rischio molto attuale per tutta l'Ue.
Gli aiuti e le deroghe della Pac alla riscossa per la crisi ucraina - Di fronte al rischio di penuria di grano e altre derrate agricole, il commissario responsabile, il polacco Janusz Wojciechowski, ieri ha iniziato a delineare alcuni interventi. Davanti alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Wojciechowski ha spiegato che intende usare per la prima volta la riserva di crisi della Pac (per 500 milioni di euro), a cui potrebbe aggiungersi il cofinanziamento di misure di emergenza (per 1 miliardo). La principale misura, tuttavia, potrebbe essere una deroga alle regole della Politica agricola comune (Pac) sul maggese, cioè l'obbligo di mettere i terreni a riposo.
Macron presenta un programma da 50 miliardi l'anno - Il presidente francese, Emmanuel Macron, ieri ha presentato il programma elettorale per farsi rieleggere all'Eliseo nelle elezioni del 10 e 24 aprile. Interrogato sui costi delle misure annunciate, Macron ha spiegato che potrebbero ammontare a "50 miliardi di euro l'anno di qui al 2027". Ci sarà anche un taglio delle tasse "di 15 miliardi di euro". Uno degli slogan è "Per una nazione più indipendente". Il che significa anche più stato nei tre settori indicati come prioritari: agricoltura, industria ed energia. Macron ha promesso "il ritorno della sovranità popolare" contro le decisioni assunte "da strutture indipendenti, più tecniche, lontane dai nostri compatrioti". La principale novità sulle riforme è l'ambizione di portare progressivamente l'età pensionabile a 65 anni. Su sanità e istruzione Macron ha annunciato una "concertazione" con tutti gli attori coinvolti. Quanto al suo metodo (considerato monarchico), Macron ha risposto: "Non decido solo. Decido conformemente ai testi in vigore", ma "penso che la cosa peggiore è l'indecisione" e "se i francesi e le francesi decidono che ho deciso male, decideranno di disfarsi di me".
L'ex premier bulgaro Borissov arrestato - Il ministero dell'Interno bulgaro ha annunciato il fermo dell'ex primo ministro, Boyko Borissov, nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla procura europea. Anche l'ex ministro delle Finanze, Vladislav Goranov, e la portavoce di Borissov, Sevdalina Arnaudova, sono stati arrestati. "Una operazione su ampia scala è in corso legata a 120 casi dell'Ufficio del procuratore europeo in Bulgaria", ha detto il ministero: "Perquisizioni e sequestri sono in corso". Primo ministro dal 2014 al 2021, Borissov è sempre stato difeso dalla sua famiglia politica europea, il Partito popolare europeo, malgrado il sospetto di un regime profondamente corrotto in Bulgaria.
Il vaccino contro la variante Omicron solo in estate - L'Agenzia europea dei medicinali (Ema) ieri ha detto che l'ondata di infezioni Covid-19 registrata “nelle ultime settimane” è determinata dalla fine delle restrizioni e dall'aumento della circolazione sub variante Ba2 di Omicron. “A fronte dell'aumento dei tassi di infezione è importante sottolineare che la vaccinazione continua a offrire alta protezione contro il ricovero ospedaliero e i decessi da Covid 19”, ha detto il capo della task-force sui vaccini dell'Ema, Marco Cavaleri, in una conferenza stampa. “Non c'è alcuna indicazione di una evasione immunitaria dopo la vaccinazione significativamente diversa con la sub variante Ba2 di Omicron”, ha spiegato Cavaleri. Per contro, il vaccino contro Omicron, che l'Ue sperava di avere già questa primavera (Ursula von der Leyen aveva indicato lo sviluppo in quattro mesi), arriverà più tardi. "Nel secondo trimestre dovrebbero essere disponibili dei vaccini contro il Covid mirati alla variante omicron”, ma l'autorizzazione potrebbe arrivare solo “per l''estate”, ha detto Cavaleri.
I falchi della Bce di nuovo alla carica dopo i dati sull'inflazione - L'inflazione annuale nell'area euro ha raggiunto il 5,9 per cento in febbraio, 0,2 punti in più rispetto alla stima preliminare di Eurostat, secondo i dati pubblicati ieri dall'ufficio statistico dell'Ue. L'inflazione a gennaio era al 5,1 per cento. Nel febbraio del 2021 l'aumento dei prezzi era ancora fermo allo 0,9 per cento. Nell'Ue il dato sull'inflazione è ancora più alto: 6,2 per cento a febbraio contro il 5,6 per cento di gennaio. I paesi con i tassi più alti sono Lituania (14,0 per cento), Estonia (11,6 per cento) e Repubblica ceca (10,0 per cento). L'Italia con il 6,2 per cento è appena sopra la media dell'area euro. I tassi più bassi sono stati registrati a Malta e in Francia (4,2 per cento). E' l'energia a contribuire di più all'aumento dei prezzi (+3,12 punti percentuali) seguita dai servizi (+1,04), alimentari, alcol e tabacchi (+0,90) e beni industriali non energetici (+0,81). Ieri Klaas Knot, il governatore della Banca centrale olandese e membro del Consiglio della Bce, non ha escluso che possano esserci due rialzi dei tassi nel 2022. "Non possono escludere due rialzi quest'anno, ma solo nel caso in cui i prossimi dati indichino un'ulteriore revisione al rialzo delle prospettive di inflazione di medio periodo", ha detto Knot.
Aumenta la vendita online di prodotti falsi pericolosi - L'Ufficio dell'Ue per la proprietà intellettuale (Euipo) e l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ieri hanno lanciato l'allarme sull'aumento della vendita online di prodotti falsi e pericolosi. Secondo la relazione pubblicata da Euipo e Ocse, le vendite online rappresentano il 60 per cento dei sequestri di prodotti pericolosi destinati all’Ue: profumi, cosmetici, abbigliamento, giocattoli, pezzi di ricambio per automobili e prodotti farmaceutici figurano tra quelli più comuni. Il 75 per cento dei falsi pericolosi sequestrati provengono dalla Cina (55 per cento) e Hong Kong (19 per cento). Secondo la relazione, i prodotti di qualità inferiore agli standard e contraffatti possono costituire una minaccia per la salute e, in alcuni casi, la vita dei consumatori. La Germania (con il 47 per cento dei sequestri doganali mondiali dei prodotti falsi più pericolosi destinati all’Ue) è stata di gran lunga la principale destinazione di queste merci contraffatte all’interno dell’Ue nel periodo 2017-2019, seguita da Belgio, Danimarca, Italia, Spagna e Austria.
La Commissione lancia la piattaforma Kohesio sui progetti finanziati dall'Ue - Nella prima giornata del Forum sulla coesione, la Commissione ieri ha lanciato Kohesio, una piattaforma pubblica online che raccoglie informazioni su oltre 1,5 milioni di progetti negli stati membri, finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale, dal Fondo di coesione e dal Fondo sociale europeo. “Con pochi clic chiunque può scoprire esattamente come l'UE investe nelle nostre regioni e città per promuovere la convergenza e la coesione economica, sociale e territoriale”, ha detto la commissaria responsabile, Elisa Ferreira: “I progetti finanziati dalla politica di coesione saranno completamente trasparenti”. Kohesio offre dati standardizzati su 1,5 milioni di progetti del periodo di finanziamento 2014-2020 (compresi i link ai rispettivi programmi e fondi), dati standardizzati sui 500 mila beneficiari e lo stato di avanzamento dei progetti, dati relativi a più di 300 programmi operativi in tutti i 27 stati membri, una mappa interattiva per recuperare i dati geograficamente.
Ultimi giorni per la consultazione sull'European Media Freedom Act - Il 21 marzo si chiuderà la consultazione pubblica sulla proposta dell'European Media Freedom Act che la Commissione europea intende presentare nei prossimi mesi. Nel suo discorso sullo Stato dell'Unione del 2021, la presidente Ursula von der Leyen aveva annunciato un'iniziativa per salvaguardare il pluralismo e l'indipendenza dei media nel mercato interno dell'Ue. Le persone interessate possono partecipare alla consultazione pubblica qui.
La Commissione lancia una consultazione pubblica sul bail-in per le banche - La Commissione ieri ha lanciato (con molta discrezione) una consultazione pubblica sulle regole sugli aiuti di stato per le banche in difficoltà, più una consultazione mirata per raccogliere le valutazioni delle istituzioni finanziarie e delle autorità degli stati membri. Inizia la marcia indietro sul bail-in, che ha comportato perdite per gli investitori privati e in particolare gli obbligazionisti, con infinite polemiche in particolare in Italia? I risultati della consultazione aiuteranno la Commissione a analizzare fino a che punto le regole sugli aiuti di stato per le banche in difficoltà hanno preservato la stabilità finanziaria minimizzando le distorsioni per la concorrenza.
Accade oggi in Europa
– Commissione: discorso della presidente von der Leyen al Forum della coesione
– Commissione: audizione del commissario Gentiloni alle commissioni Affari europei e Bilancio del Parlamento italiano
– Consiglio: riunione del Coreper
– Eurostat: statistiche sulle emissioni di CO2 nel 2019; statistiche sull'impatto della crisi Covid-19 sulla produzione industriale nel 2021; dati sul commercio internazionale di merci nel 2021; dati sull'acquisizione di cittadinanza nel 2020; dati sull'indice del costo del lavoro nel quarto trimestre del 2021