Europa Ore 7
La Cina nel menù del vertice tra l'Ue e Biden
Mariupol è un crimine di guerra enorme, niente sanzioni contro il petrolio e altri 500 milioni per fornire armi all'Ucraina. L'internazionale putinista che boicotta Zelensky, Borrell lancia l'allarme sull'uso dei rifugiati come arma e la Francia lancia l'allarme carestie
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, saranno invitati dagli Stati Uniti a inviare un messaggio a Xi Jinping: le relazioni dell'Unione con Pechino saranno messe a repentaglio, se il leader cinese deciderà di assecondare le richieste del presidente russo
Il presidente americano, Joe Biden, dovrebbe chiedere ai leader dell'Unione europea di fare più pressioni sulla Cina affinché prenda le distanze dalla guerra di Vladimir Putin contro l'Ucraina, fino a minacciare “conseguenze” se Pechino sosterrà lo sforzo militare di Mosca. Da quanto ci hanno riferito le nostre fonti, la risposta europea alla Cina dovrebbe essere uno dei temi di discussione dell'incontro tra Biden e i capi di stato e di governo dei ventisette. Pochi giorni dopo il Consiglio europeo del 24 e 25 marzo, è programmato un vertice bilaterale tra l'Ue e la Cina. L'appuntamento è fissato per il primo aprile.
La scorsa settimana gli Stati Uniti hanno detto di temere che Pechino possa aver già preso la decisione di rispondere positivamente a una richiesta di aiuto militare da parte della Russia. In vista dell'incontro tra Biden e l'Ue, l'amministrazione Biden ha fatto passare il messaggio sulla necessità di allineare le posizioni. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, saranno invitati da Biden a inviare un messaggio a Xi Jinping: le relazioni dell'Ue con la Cina saranno messe a repentaglio, se il leader cinese deciderà di assecondare le richieste del presidente russo.
Dentro l'Ue c'è una certa reticenza a seguire l'Amministrazione Biden in caso di scontro politico ed economico con la Cina per l'Ucraina. A differenza degli Stati Uniti, l'Ue non ha a sua disposizione l'arma delle sanzioni secondarie, che permettono di colpire imprese straniere che aggirano le sanzioni americane. In un contesto di difficoltà economiche dovute alla guerra di Putin, l'ipotesi di sanzioni dirette dell'Ue contro la Cina sembra esclusa. Ma gli appelli europei diretti a Pechino per spingere Putin alla de-escalation sono caduti nel vuoto e diversi stati membri hanno iniziato a sollevare il problema. Sulla guerra di Putin “la Cina non ha dimostrato in alcun modo che sta scegliendo la parte giusta della storia”, ha detto il ministro degli Esteri della Lituania, Gabrielius Landsbergis, prima della riunione del Consiglio Affari esteri di ieri: “Non c'è una zona grigia in questa guerra. Bisogna scegliere da che parte stare”. Secondo Landsbergis, se Pechino dovesse accettare la richiesta di aiuto di Putin “vorrebbe dire che la Cina si unisce al conflitto”. In ogni caso, “non disapproverei un dibattito” al Consiglio europeo sulle sanzioni alla Cina, ha detto Landsbergis.
Il Global Times (l'organo di propaganda esterna del regime cinese) ieri ha pubblicato un editoriale per intimare all'Ue cautela nel tentativo di fare pressioni sulla Cina sull'Ucraina: "Le forze che stanno cercando di usare il summit Cina-Ue per costringere la Cina a prendere posizione nella situazione russo-ucraina dovrebbero capire una cosa molto chiara: questi tentativi non funzioneranno" e "nemmeno con le minacce di serie conseguenze". Il Global Times non ha mancato di inviare un avvertimento in stile mafioso: "In un momento in cui l'economia europea sta affrontando la dura prova rappresentata dal conflitto Russia-Ucraina, il prossimo vertice è ancora più importante per l'Ue per discutere le modalità per rafforzare ulteriormente la cooperazione economica e commerciale con uno dei suoi più importanti partner commerciali". Per l'organo di propaganda cinese, "l'Ue ha bisogno più che mai della cooperazione con la Cina quando si tratta di stabilizzare le catene di approvvigionamento e di contenere l'inflazione. Di conseguenza la questione più urgente per l'Ue è come far avanzare le discussioni per allentare le tensioni e rafforzare la cooperazione".
Gli ambasciatori dei ventisette hanno discusso venerdì della preparazione del vertice Ue-Cina del primo aprile. Il mandato a Michel e von der Leyen dovrebbe essere di dire chiaramente che l'Ucraina è un momento decisivo per le relazioni con l'Ue (e per l'immagine della Cina come potenza globale). L'obiettivo è incoraggiare Pechino ad adottare un ruolo responsabile, senza però alzare troppo i toni. L'Ue non vuole imboccare la strada del disaccoppiamento economico. Germania e Francia considerano la Cina troppo importante per le loro economie.
Il problema è che, oltre all'Ucraina, nell'ultimo anno si sono aperti diversi altri contenziosi: le sanzioni contro il Parlamento europeo e gli ambasciatori del Comitato politico e di sicurezza; le campagna di disinformazione e gli attacchi della “wolf diplomacy”; la coercizione economica della Lituania come rappresaglia per l'apertura di un ufficio di rappresentanza di Taiwan. La firma dell'accordo sugli investimenti Ue-Cina firmato a fine del 2020 – su forti pressioni dell'allora cancelliera Angela Merkel – è sospesa. La firma a Pechino il 4 febbraio della dichiarazione russo-cinese, nella quale Xi e Putin hanno promesso un'amicizia “senza limiti”, ha destabilizzato ulteriormente gli assunti dell'Ue sulla Cina. “Non vogliamo il disaccoppiamento. Ma oggi la domanda che dovremmo farci è un'altra”, ci ha detto un diplomatico: “E' la Cina a volere il disaccoppiamento dall'occidente?”.
Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 22 marzo, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Mariupol è un crimine di guerra enorme - L'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, ieri ha denunciato “un enorme crimine di guerra” da parte della Russia di Vladimir Putin a Mariupol. “Non è una guerra. E' la distruzione massiccia di un paese senza alcuna considerazione delle leggi di guerra. Anche la guerra ha delle leggi”, ha detto Borrell. Per l'Alto rappresentante, “la Russia e Putin meritano la più forte condanna del mondo civilizzato”. Sul Foglio Paola Peduzzi e Micol Flammini spiegano i crimini di Putin: bombe sui civili, assedio, deportazioni, violenze, salvo poi negare l’evidenza. Lo strazio di Mariupol è il paradigma della strategia di conquista russa e il motivo per cui la resa non è contemplata.
Niente sanzioni (per ora) contro il petrolio - I ministri degli Esteri dell'Ue ieri hanno discusso della proposta di introdurre un embargo energetico contro la Russia per aumentare i costi della guerra di Vladimir Putin in Ucraina. L'Ungheria di Viktor Orban ha messo il veto. La Germania ha sostenuto un approccio graduale verso la fine della dipendenza dagli idrocarburi russi. Morale: l'Alto rappresentante, Josep Borrell, che prima della riunione del Consiglio Affari esteri aveva evocato sanzioni energetiche, è stato costretto ad alzare bandiera bianca. Quello di ieri “non era un giorno per le decisioni”, ha detto Borrell. “Questa e altre misure sono parte dell'analisi dei ministri”, ma l'Ue vuole “una risposta efficace che non significhi un costo insostenibile per gli stati membri”, ha detto l'Alto rappresentante. In realtà, però, le posizioni stanno evolvendo. Sul Foglio spieghiamo che quello sul petrolio sarà un embargo lento: alla richiesta di Polonia e paesi Baltici ieri si sono uniti Irlanda, Slovenia, Slovacchia, Repubblica ceca e Danimarca.
Altri 500 milioni per fornire armi all'Ucraina - La principale decisione del Consiglio Affari esteri di ieri è l'accordo politico tra i ministri per stanziare altri 500 milioni della Peace facility per finanziare le forniture di armi all'Ucraina. L'altra decisione - ma che va oltre l'Ucraina - è stata l'adozione dei ministri degli Esteri e della Difesa dello Strategic compass: la Bussola strategica che dovrebbe guidare la politica di sicurezza e difesa dell'Ue nel prossimo decennio. Come abbiamo scritto ieri, la versione finale del documento ha rimesso la Nato al centro della sicurezza europea. "L'Ue è in pericolo. L'aggressione della Russia contro l'Ucraina non è retorica. Costituisce un richiamo all'ordine", ha detto Borrell, invitando gli stati membri a non trasformare lo Strategic compass in "lettera morta". L'Ue "deve mostrarsi determinata, rapida nella sua reazione alle crisi e deve investire nelle sue capacità di difesa in complementarietà con la Nato", ha detto Borrell.
L'internazionale putinista che boicotta Zelensky - In Italia un gruppo di parlamentari del M5s, ex grillini e della Lega ha deciso di boicottare il discorso di oggi di Volodymyr Zelensky al Parlamento. In Francia è Marine Le Pen che ha annunciato che non assisterà al discorso del presidente ucraino previsto per domani (salvo cambiare idea poche ore dopo). Motivo ufficiale? Impegni pregressi (che alla fine sono stati cancellati di fronte alle polemiche). In un editoriale Il Foglio spiega la fedeltà di Le Pen a Putin. Quanto all'Italia, sempre sul Foglio il direttore Claudio Cerasa spiega che Zelensky è lo specchio di ciò che l'Italia ha rischiato di essere: un paese ostaggio di un'ideologia politica tossica e trasversale, veicolata dal M5e e dalla Lega, che avrebbe potuto generare una nazione di utili idioti del putinismo.
Borrell lancia l'allarme sull'uso dei rifugiati come arma - Nella conferenza stampa al termine del Consiglio Affari esteri, ieri Borrell ha anche lanciato l'allarme sul possibile uso da parte della Russia dei rifugiati ucraini come arma contro l'Ue. “Sono convinto che Putin stia usando i rifugiati come uno strumento”, ha detto Borrell, sottolineando che la Russia bombarda i civili, ma non ha distrutto l'infrastruttura di trasporti. Una fonte ci ha spiegato che nello scenario peggiore, l'Ue stima il potenziale arrivo di 8 milioni di rifugiati ucraini. Il governo tedesco ieri ha detto di aspettarsi un milione di profughi dal conflitto lanciato da Vladimir Putin. La presidenza francese dell'Ue ha convocato una riunione straordinaria dei ministri dell'Interno per lunedì. Uno dei punti all'ordine del giorno saranno i meccanismi di ridistribuzione. Ma i paesi dell'est, pur essendo in prima linea e al limite della capacità di accoglienza, sono contrari a introdurre meccanismi obbligatori perché costituirebbe un precedente che potrebbe essere usato dai paesi del sud nei negoziati sul nuovo Patto su migrazione e asilo.
La Francia lancia l'allarme carestie - La guerra di Vladimir Putin in Ucraina “porterà a rischi di carestia domani”, ha detto ieri il ministro francese degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, sottolineando che oltre alle questioni militari, “la posto in gioco è la sicurezza alimentare mondiale”. “Conosciamo l'ampiezza della produzione di cereali in Ucraina e Russia e vediamo le conseguenze della guerra: l'impossibilità di seminare, di raccogliere, di esportare”, ha detto Le Drian: “Non sono le sanzioni a portare gravi disfunzionamenti della sicurezza alimentare mondiale, è la guerra”. Per il ministro francese è necessario “occuparci di questa nuova situazione rapidamente, noi europei, anche con i nostri partner, le agenzie internazionali e le ong per evitare che oltre alla guerra ci sia una crisi alimentare mondiale gravissima",
La Commissione sblocca 500 milioni e il maggese per i suoi agricoltori - La Commissione domani dovrebbe presentare una proposta per sbloccare 500 milioni di un fondo di emergenza per sostenere i suoi agricoltori di fronte alle conseguenze della guerra di Putin in Ucraina. Durante una discussione al Consiglio Agricoltura ieri, la Commissione ha presentato un “non-paper” con diverse opzioni, compresa la semina dei terreni a riposo, in particolare per la produzione di colture proteiche e il pascolo. L'esecutivo comunitario intende anche consentire di aumentare gli anticipi dei pagamenti diretti agli agricoltori. Uno dei problemi più dibattuti nel Consiglio Agricoltura è il rischio penuria di fertilizzanti. Nel frattempo, la Commissione dovrebbe rinviare una proposta per modificare le regole attuali sui pesticidi. Le diverse misure allo studio potrebbero ritardare la partenza della nuova Pac prevista nel 2023.
La partita a tennis tra Commissione e Consiglio sui prezzi dell'energia - Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ieri ha incontrato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per convincerla a un intervento dall'alto sui prezzi dell'energia all'ingrosso. “Condividiamo l'obiettivo di rendere sicure le forniture energetiche e prezzi ragionevoli ai consumatori e alle imprese. Lavoreremo a un approccio comune dell'Ue forte”, ha detto von der Leyen. Ma da quanto ci hanno detto diverse fonti la Commissione non farà proposte in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì. Si limiterà a presentare una serie di opzioni. Un diplomatico europeo ci ha spiegato che poi “il Consiglio europeo chiederà alla Commissione di fare delle proposte sulla base di una serie di opzioni”. Il problema centrale è l'opposizione della Germania e di diversi paesi nordici a intervenire fissando un tetto al prezzo all'ingrosso del gas, anche se in modo temporaneo. Per contro sta emergendo un consenso su altre due misure che la Commissione presenterà questa settimana: il via libera agli aiuti di stato per famiglie e imprese e gli acquisti congiunti di gas. Sulla seconda misura, la resistenza della Germania sembra essere superata. Come con i vaccini, l'obiettivo è di evitare una guerra interna all'Ue per assicurarsi gli approvvigionamenti dai principali paesi produttori di gas.
Il messaggio rassicurante di Donohoe all'Eurosummit - Il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, ieri ha scritto al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in vista dell'Eurosummit che si terrà venerdì. Il messaggio, in sostanza, è “aspettiamo e vediamo”. “Al di là della tragedia umana che si sta svolgendo in Ucraina, l'aggressione russa è chiaramente anche una sfida alla nostra prosperità, ai nostri valori e alla nostra sicurezza comuni, ma è una sfida che possiamo superare”, ha scritto Donohoe nella sua lettera. L'Eurogruppo lavorerà “per salvaguardare la ripresa. Un'economia forte dell'area dell'euro è anche un'ancora per la stabilità e la sicurezza nel nostro continente”, ha aggiunto il suo presidente. Nella lettera a Michel, non ci sono indizi su quello che intenda fare l'Eurogruppo sulla revisione delle regole del Patto di stabilità. "Contribuiremo alle riflessioni della Commissione sulla via da seguire", ha scritto Donohoe. L'attenzione del presidente dell'Eurogruppo è più focalizzata sul completamento dell'Unione bancaria. Un piano di lavoro dovrebbe essere adottato "entro la metà del 2022".
Avviate le procedure per la conferma di Michel - La presidenza francese del Consiglio dell'Ue ha avviato le procedure per la nomina del prossimo presidente del Consiglio europeo. O meglio: per la conferma di Charles Michel per altri due anni e mezzo. La Francia ha chiesto a Michel se intende ricandidarsi per un secondo mandato alla presidenza del Consiglio europeo e la risposta è stata positiva. Poi ha informato gli altri stati membri che è possibile presentare altre candidature fino al Consiglio europeo. La conferma di Michel al vertice di giovedì e venerdì dovrebbe essere scontata.
Il Consiglio contrario a una Convenzione dopo la Conferenza sul futuro dell'Europa - I ministri degli Affari europei oggi si riuniscono a Bruxelles per discutere del vertice di giovedì e venerdì, ma anche di Conferenza sul futuro dell'Europa. I lavori di questo organismo stanno volgendo al termine. E il Parlamento europeo è già pronto a chiedere una Convenzione per modificare il trattato dopo che la Conferenza avrà presentato le sue raccomandazioni. Ma dentro il Consiglio “c'è un gruppo importante di paesi che è contrario a una Convenzione”, ci ha detto un diplomatico europeo. Per come stanno le cose oggi, i governi non sono favorevoli a lanciare un processo di revisione dei trattati, per quanto limitato. L'idea che si sta facendo strada dentro il Consiglio è di “rendere perenne” un organismo di democrazia partecipativa analogo alla Conferenza sul futuro dell'Europa “dove i cittadini possano esprimere le loro esigenze”, ci ha detto il diplomatico europeo. I ministri per gli Affari europei discuteranno anche di legge elettorale e della possibilità di introdurre delle liste transnazionali. La presidenza francese dell'Ue punta a un accordo entro aprile.
Accade oggi in Europa
– Consiglio Affari generali
– Parlamento europeo: audizione della commissaria McGuinness sulla Tassonomia nelle commissioni Affari economici e Ambiente
– Parlamento europeo: audizione del ministro degli Esteri moldavo, Nicu Popescu, alla commissione Affari esteri
– Parlamento europeo: audizione dei commissari Vestager e Dombrovskis sul Consiglio Commercio e Tecnologia Ue-Usa alla commissione Commercio
– Parlamento europeo: audizione del direttore dell'Ecdc, Andrea Ammon, alla commissione Ambiente
– Parlamento europeo: audizione del commissario Breton alla commissione Industria
– Parlamento europeo: la presidente Metsola in visita a Berlino; conferenza stampa con il cancelliere Scholz
– Parlamento europeo: conferenza stampa della delegazione italiana del Ppe
– Commissione: i commissari Gentiloni, Breton e Schinas ricevono il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia
– Commissione: i commissari Gentiloni, Ferreira e Schmit riceve il sindaco di Bologna, Matteo Lepore
– Commissione: discorso del commissario Gentiloni all'evento "Turning point: The implications of Putin's war for Europe's economic and political choices', organizzato dall'Università di Oxford
– Commissione: il commissario Lenarcic partecipa al Forum umanitario europeo
– Commissione: il commissario Várhelyi in visita in Israele e nei Territori palestinesi
– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulla Camera disciplinare dei giudici e l'indipendenza della giustizia in Polonia; sentenze sul principio ne bis in idem nell'ambito del diritto della concorrenza
– Eurostat: dati sulla bilancia dei pagamenti a gennaio 2022; dati sulla produzione industriale a gennaio 2022; statistiche sull'impatto del Covid-19 sui servizi nel 2021