Europa Ore 7

Bucha spinge l'Ue verso l'embargo sul petrolio (ma niente gas)

Von der Leyen mobilita l'Ue sulle inchieste per crimini di guerra, la Germania nazionalizza (temporaneamente) Gazprom Germania e Steinmeier si pente di Nord Stream 2. La Germania espelle 40 diplomatici russi, la Lituania l'ambasciatore russo e Putin festeggia la vittoria di Orbán e Vucic

David Carretta

“Dobbiamo mettere più pressione su Putin e isolare la Russia, tagliando tutte le relazioni economiche", ha detto Lindner. La Commissione dovrebbe presentare tra oggi e domani le sue proposte per il quinto pacchetto di sanzioni

I crimini di guerra commessi dalla Russia a Bucha stanno spingendo un'Unione europea ad adottare un embargo su petrolio e carbone russi, ma la Commissione e gli stati membri non sono ancora pronti a lanciarsi in un divieto di importazione di gas russo per smettere di finanziare la guerra di Vladimir Putin. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ieri ha detto di essere “favorevole” a colpire petrolio e carbone. Anche la Germania, per la prima volta, ha aperto a questa possibilità. Il governo di Olaf Scholz vuole “differenziare tra gas, petrolio e carbone”, ha spiegato il ministro delle Finanze, Christian Lindner. Ma, come spieghiamo sul Foglio, Berlino è anche il capofila dei paesi che fanno calcoli insostenibili sul gas. “Dobbiamo mettere più pressione su Putin e isolare la Russia, tagliando tutte le relazioni economiche. Ma al momento non è possibile tagliare le forniture di gas. Abbiamo bisogno di un po' di tempo”, ha detto Lindner. Anche l'Austria è contraria a un embargo sul gas. “Siamo molto dipendenti dal gas russo e penso che tutte le sanzioni che colpiscono noi più della Russia non sarebbero un bene per noi”, ha detto il suo ministro delle Finanze, Magnus Brunner.

La Commissione dovrebbe presentare tra oggi e domani le sue proposte per il quinto pacchetto di sanzioni. Inizialmente le nuove misure dovevano essere molto limitate. Ma dopo Bucha è salita la pressione di alcuni governi e del Parlamento europeo per rafforzare in modo consistente il pacchetto. “Vedremo nei prossimi giorni se ci saranno le condizioni politiche per allargarlo ulteriormente”, ha detto ieri il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, che sabato a Cernobbio aveva escluso di sanzionare l'energia. Anche se il colpo sarà duro, è più facile per l'Ue trovare fornitori alternativi di petrolio e carbone. Il gas, per contro, viaggia in gran parte sui gasdotti. Un embargo sul gas “non lo pianifichiamo ora, ma non lo togliamo dal tavolo”, ci ha detto Gentiloni al termine dell'Eurogruppo di ieri. La decisione sul gas “non è legata al fatto che sia più costosa per la Russia o per l'Ue. E' connessa all'escalation delle atrocità di questa guerra”, ci ha spiegato Gentiloni.

Perché tanta prudenza, in particolare dalla Germania? Lo ha spiegato ieri l'amministratore delegato di Deutsche Bank, Christian Sewing. “Una chiara recessione in Germania sarebbe presumibilmente inevitabile” in caso di interruzione delle importazioni di petrolio e gas dalla Russia, ha detto Sewing. Il quinto pacchetto dovrebbe includere misure per evitare di aggirare le precedenti sanzioni, altri oligarchi e funzionari da inserire nelle liste nere dell'Ue, divieti di esportazioni per alcune tecnologie e un blocco dell'accesso ai porti europei delle navi battenti bandiera russa. Su petrolio e carbone ci sono ancora trattative e discussioni. La Commissione potrebbe proporre eccezioni sui contratti già firmati, rinviando di fatto l'embargo.  Anche i ministri delle Finanze avranno una discussione generale sulle nuove misure all'Ecofin di oggi.
 

Dopo la sua visita a Kyiv, la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ieri ha chiesto di “accelerare una politica di dipendenza zero dal Cremlino, liberare l'Europa dalle forniture energetiche russe, attuare embarghi vincolanti e smettere di finanziare indirettamente le bombe” di Vladimir Putin contro l'Ucraina. “Le atrocità commesse dall'esercito russo in Ucraina sono orribili e vergognose”, ha spiegato Metsola in apertura della sessione plenaria del Parlamento europeo: le immagini di Bucha e Irpin dimostrano la minaccia non solo per l'Ucraina, ma anche per l'ordine globale basato sulle regole.

 

“L'Ucraina sta lottando per i nostri valori, in condizioni impossibili. E dobbiamo sostenerla. In concreto, questo significa che è necessaria l'adozione immediata di un nuovo pacchetto di sanzioni energiche”, ha detto Metsola: “Dobbiamo prendere di mira coloro che finanziano e supportano Putin”, compresi “tutti i membri del suo partito politico”. Metsola ha chiesto di trasformare “questa invasione illegale nell'errore più costoso che il Cremlino abbia mai commesso. Il colpo all'economia russa deve essere proporzionato alle atrocità senza precedenti a cui stiamo assistendo”. Ma, almeno per ora, il suo appello sarà ascoltato solo a metà.

 


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 5 aprile, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Von der Leyen mobilita l'Ue sulle inchieste per crimini di guerra - Dopo Bucha, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri ha annunciato la creazione di una Squadra di inchiesta congiunta con l'Ucraina per raccogliere prove e indagare sui crimini di guerra e contro l'umanità commessi dalla Russia. L'Ue dovrebbe inviare squadre investigative sul campo a sostegno della procura ucraina. Eurojust ed Europol dovrebbero fornire assistenza. Europol sta anche cercando di coinvolgere la Corte penale internazionale. Von der Leyen ha incaricato il commissario alla Giustizia, Didier Reynders, di tenere i contratti con il procuratore generale ucraino. “La Commissione fornirà tutto il supporto tecnico e finanziario necessario a tutte le indagini dirette dall'Ue”, ha detto von der Leyen. Ma sul Foglio Giulia Pompili spiega perché la Corte dell'Aia può ben poco contro Putin: da anni le autocrazie riscrivono le regole delle istituzioni sovranazionali e alla Russia basterà dire che non riconosce quel tribunale.

La Germania nazionalizza (temporaneamente) Gazprom Germania - Con una decisione a sorpresa, il ministro tedesco dell'Economia, Robert Habeck, ieri ha annunciato che il suo governo ha preso il controllo di Gazprom Germania, la sussidiaria tedesca del colosso russo. "Non esporremo l'infrastruttura energetica della Germania alle decisioni arbitrarie del Cremlino", ha detto Habeck, sottolineando che l'obiettivo della presa di controllo è "proteggere l'ordine pubblico e la sicurezza e mantenere la sicurezza degli approvvigionamenti". In una nota il ministero dell'Economia ha spiegato di essere stato obbligato ad agire a causa di "relazioni giuridiche non chiare" e "violazioni degli obblighi" dalle legislazione tedesca. La decisione è stata presa dopo le indiscrezioni sull'acquisizione di Gazprom Germania da parte di altre due società, JSC Palmary e Gazprom Export Business Services LLC, che hanno ordinato la liquidazione della sussidiaria tedesca, senza comunicazioni al ministero né approvazione delle autorità. Secondo Bloomberg, il governo di Berlino è alla ricerca di un acquirente per Gazprom Germania (che comprende il fornitore Wingas e la società di stoccaggio Astora) ed è pronto a offrire la garanzia dello stato a chi si farà avanti.

Steinmeier si pente di Nord Stream 2 – Il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ieri ha riconosciuto di aver commesso un errore nel sostenere il gasdotto Nord Stream 2. “La mia adesione a Nord Stream 2 è stata chiaramente un errore”, ha detto Steinmeier. “Ci eravamo aggrappati a un ponte a cui la Russia non credeva più e contro il quale i nostri partner ci avevano avvertiti”. Steinmeier, che era stato il ministro degli Esteri di Angela Merkel, ha spiegato che ai suoi occhi “Putin non avrebbe accettato la rovina economica, politica e morale totale del suo paese per la sua mania imperiale. Su questo, come altri, mi ero sbagliato”. Steinmeier ha anche riconosciuto che la Germania ha fallito con l'approccio di includere la Russia nell'architettura di sicurezza comune”.

La Germania espelle 40 diplomatici russi - Il governo di Olaf Scholz ha deciso di espellere 40 diplomatici russi dal suo territorio, accusandoli di minacciare la sicurezza del paese. Il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, ha spiegato di aver preso di mira diplomatici russi che hanno "lavorato ogni giorno contro le nostre libertà, contro la coesione della nostra società. Il loro lavoro è una minaccia per quelli che cercano protezione qui", ha aggiunto Baerbock, promettendo che la Germania "non tollererà più" questo comportamento. La decisione è stata presa in risposta alla “incredibile brutalità della leadership russa e di quelli che seguono la sua propaganda”.

La Lituania espelle l'ambasciatore russo - La Lituania ieri è diventata il primo paese dell'Ue a espellere l'ambasciatore della Federazione russa, condannando la posizione diplomatica "non costruttiva" di Mosca e i "crimini di guerra odiosi" contro i civili. Il ministro degli Esteri, Gabrielius Landsbergis, ha annunciato anche la chiusura del consolato russo nella città portuale di Klaipeda, la decisione di richiamare "in un prossimo futuro" il suo ambasciatore in Russia e di far tornare il proprio ambasciatore a Kyiv nei prossimi giorni. In un editoriale il Foglio spiega che la Lituania offre agli altri paesi dell'Ue una lezione su come isolare i dittatori.

Putin festeggia la vittoria di Orbán e Vucic - Vladimir Putin può dirsi soddisfatto del fine settimana elettorale nell'Ue e nei paesi candidati. Il presidente russo ha inviato un telegramma di congratulazioni a Viktor Orbán dopo la sua schiacciante vittoria nelle elezioni legislative di domenica in Ungheria e si è detto “fiducioso che un ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali corrisponda pienamente agli interessi” dei due paesi. Putin ha inviato un telegramma analogo al presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, rieletto con il 60 per cento dei voti. "Ritengo che le sue azioni come capo dello stato continueranno a favorire un rafforzamento del partenariato strategico fra i nostri due paesi. E' indubbiamente nell'interesse dei nostri popoli fraterni", ha detto Putin.

La missione elettorale dell'Osce denuncia il partito-stato di Orbán - "Le elezioni parlamentari in Ungheria hanno offerto agli elettori alternative distinte e sono state ben gestite, ma sebbene competitivo, il processo è stato macchiato dalla pervasiva sovrapposizione dei messaggi del governo e della coalizione di governo che hanno offuscato il confine tra stato e partito, nonché da pregiudizi dei media e finanziamenti poco chiari della campagna". E' questa la conclusione a cui è giunta la missione di osservazione elettorale dell'Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa delle elezioni di domenica in Ungheria, nelle quali ha trionfato Viktor Orbán con il suo Fidesz. Il rapporto preliminare merita di essere letto per intero perché emergono molti dettagli del regime creato da Orbán negli ultimi 12 anni. In sostanza l'Ungheria si stra trasformando in un regime in cui il suo partito e lo stato sono la stessa cosa.

La Commissione pronta a bloccare i fondi a Orbán sullo stato di diritto? - Ursula von der Leyen si muoverà rapidamente per attivare il meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto e bloccare i fondi comunitari destinati all'Ungheria di Viktor Orbán. Secondo il Guardian, due deputati europei sono convinti che una decisione potrebbe arrivare già questa settimana. Ma c'è anche chi dubita che von der Leyen voglia lanciarsi subito in uno scontro diretto con Orbán appena rieletto. Nel frattempo, gli altri membri del gruppo di Visegrad continuano a sparare sul premier ungherese. Il ministro degli Esteri della Repubblica ceca, Jan Lipavskỷ, ha detto di “non essere soddisfatto dei risultati delle elezioni in Ungheria”, anche se deve cercare partner con cui poter lavorare per promuovere gli interessi cechi”. Ma “l'Ungheria deve scegliere da che parte sta e se appartiene all'Ue e alla Nato”, ha avvertito Lipavskỷ. Il Foglio spiega le contraddizioni dei sovranisti italiani che rivalutano l'Europa, ma si complimentano con il premier ungherese, che strizza l'occhio a Russia e Cina e sfida apertamente Bruxelles.

L'Eurogruppo d'accordo su una politica fiscale agile - L'Eurogruppo è d'accordo sulla “necessità per la politica fiscale di essere agile per rispondere agli sviluppi della guerra”, ha detto ieri il suo presidente Paschal Donohoe, al termine della riunione dei ministri delle Finanze della zona euro. Il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, è tornato a escludere una recessione o una crescita negativa per il 2022, ma ha ammesso che “è molto difficile fare stime di medio periodo, perché ci sono alcuni elementi che non sono chiari e che sono difficili da stimare”. Gentiloni ha lasciato intendere che la Commissione potrebbe fare marcia indietro sulla riattivazione delle regole del Patto di stabilità. “La decisione di disattivare la clausola di salvaguardia generale era stata presa alcuni mesi fa”, perché “eravamo nella situazione di una forte ripresa della nostra economia”, ha spiegato il commissario. “Questa decisione è stata sospesa un mese fa” e “rivaluteremo la situazione sulla base dell'evoluzione della crisi”. Gentiloni ha rivelato che diversi “ministri” hanno esplicitamente chiesto di mantenere sospeso il Patto di stabilità. “La nostra risposta arriverà con le prossime previsioni economiche. Di sicuro non siamo più nella decisione di fatto in cui eravamo quattro mesi fa”, ha detto Gentiloni.

Una proposta Spagna-Paesi Bassi per la riforma del Patto di stabilità - I ministri delle Finanze di Spagna e Paesi Bassi, Nadia Calvino e Sigrid Kaag ieri hanno presentato un documento congiunto con alcune proposte di revisione delle regole fiscali della zona euro. L'obiettivo chiave dovrebbe essere "rafforzare la sostenibilità di bilancio in un modo più efficace ed efficiente" con politiche favorevoli alla crescita. Il nuovo quadro di regole dovrebbe "tenere conto degli sforzi considerevoli di investimenti" necessari per la doppia transizione verde e digitale. Madrid e l'Aia ritengono che il modello di governance del Recovery fund possa fornire un "circolo virtuoso" in termini di scelte nazionali e applicazione delle regole. I governi sarebbero più liberi di proporre i loro piani di bilancio di medio termine per coniugare sostenibilità fiscale e crescita "incluso attraverso investimenti e impegni ambiziosi di riforma che siano credibili e verificabili", dice il documento. Quando gli impegni non vengono rispettati, "il sistema dovrebbe avere chiare salvaguardie per assicurare che la Commissione e il Consiglio adottino l'azione necessaria nell'applicazione delle regole". Tradotto: sanzioni. Spagna e Paesi Bassi preferiscono anche una regola sulla spesa semplice al posto dell'obbligo di ridurre di un ventesimo l'anno la quota di debito superiore al 60 per cento del Pil.

Eurogruppo e Commissione salutano il compromesso iberico-olandese – Il documento congiunto di Spagna e Paesi Bassi “è quel tipo di iniziative che dimostra il fatto che stiamo lavorando per cercare consenso in settori in cui era molto difficile in passato”, ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe. Il documento è “di grande valore. Segnala la nostra capacità di fare progressi su questioni difficili più tardi nel corso dell'anno”. Il commissario Paolo Gentiloni ha spiegato di trovare “molto interessante e positivo che questo non-paper sia stato firmato da due paesi come Spagna e i Paesi Bassi, che nella nostra classificazione normale sono in posizioni molto diverse su questi temi. E' un segnale molto positivo dell'evoluzione della nostra discussione. Su tutte le aree delle regole fiscali il documento è molto vicino alle discussioni che stiamo avendo. E' un contributo molto buono”, ha spiegato Gentiloni.

 


Accade oggi in Europa

– Ecofin

– Consiglio Cultura, educazione e sport

– Parlamento europeo: question time con von der Leyen sui due anni di mandato e l'implementazione delle sue priorità politiche

– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sulla protezione dei bambini che fuggono dalla guerra in Ucraina; l'infrastruttura energetica transeuropea; la sicurezza dell'Ue e lo Strategic compass; la situazione in Afghanistan e in particolare i diritti delle donne; l'esito del vertice Ue-Cina)

– Parlamento europeo: conferenze stampa dei presidenti dei gruppi del Ppe, dei S&D, di Renew, dei Verdi, e della Sinistra

– Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

– Commissione: conferenza stampa dei commissari Timmermans e Sinkevicius sul pacchetto emissioni e sostanze inquinanti

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulla conservazione dei dati personali ai fini della lotta contro gravi delitti

– Eurostat: dati preliminari sui conti delle famiglie e delle imprese nel quarto trimestre del 2021; dati sulla bilancia dei pagamenti del quarto trimestre del 2021

– Nato: conferenza stampa del segretario generale, Jens Stoltenberg, in vista della ministeriale Esteri